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Fuori Telecom-Italia da Cuba: Lettera aperta di Matteo Mecacci a Guido Rossi, Presidente di Telecom Italia
Dopo Telekom Serbia, Telecom Italia dismetta anche la partecipazione nella compagnia telefonica cubana ETECSA, controllata dal regime cubano e utilizzata per incarcerare dissidenti e giornalisti.

Roma, 1 dicembre 2006

Segue il testo della Lettera aperta che sarà inviato domani a Guido Rossi, Presidente di Telecom Italia.

 

Egregio Prof. Guido Rossi

Presidente di Telecom Italia,

 

Le scrivo oggi, in occasione del 50mo anniversario della Rivoluzione Cubana, per ricordare a lei, e ai cittadini italiani, che Telecom Italia ha una responsabilità particolare nel consentire che il regime di Fidel Castro possa continuare a vivere ed a impedire la trasformazione di Cuba in un sistema politico democratico.

 

Telecom Italia, infatti, dopo averla acquisita negli anni ’90, continua a detenere il 27% della proprietà della società telefonica italo-cubana ETECSA, che e’ ormai divenuta uno strumento essenziale per il regime, che se ne serve per mettere in atto la repressione e la censura della libera informazione a Cuba, come testimoniano gli attivisti e i dissidenti democratici cubani.

 

ETECSA, infatti, oltre ad essere l’unico operatore di telefonia fissa, controlla in modo esclusivo anche l’accesso alla telefonia mobile e ad internet. Altre organizzazioni, come Reporters Sans Frontiers, hanno ampiamente documentato come l’accesso per i cittadini cubani ad internet ed alla telefonia mobile sia assolutamente vietato, salvo nei casi di speciale autorizzazione da parte del Governo, o nel caso in cui avvenga presso luoghi monitorati dalla polizia politica, come gli Internet Cafe’ dell’isola. Inoltre, per i cittadini cubani che riescano in qualche modo ad accedere ad internet, il sistema di censura messo in piedi dal Governo cubano impedisce di avere accesso a motori di ricerca come google o, quando si digitano parole “invise” al regime, si provocano messaggi di allarme.

 

La partecipazione cubana di Telecom Italia ha implicazioni politiche molto simili a quella che la Sua azienda detenne per cinque anni in Telekom Serbia (29% delle azioni, acquisite nel 1997, sotto il regime di Milosevic); ora come allora, si tratta di puntellare o meno una dittatura. Anche allora, nel 1999, i radicali chiesero formalmente al suo predecessore, Roberto Colaninno, di dismettere la partecipazione serba; non ebbero risposta; solo nel dicembre 2002, con Milosevic in galera all’Aja, il Dr. Tronchetti Provera rivendette la partecipazione al governo democratico di Belgrado. La vicenda di Telekom Serbia, pur non essendo state ancora chiarite fino in fondo le responsabilità politiche, ha comunque suscitato grande attenzione nel nostro paese. Lo stesso non si può certo dire per l’acquisizione da parte di Telecom Italia della partecipazione nella società ETECSA. Una disattenzione tutt’altro che giustificata, visto l’attivismo di questa compagnia a fianco della polizia politica nel censurare e monitorare le attività dei democratici cubani.

 

Mi e’ noto che oggi Telecom Italia e’ divenuta una società interamente privatizzata, e dunque non vi sono, a differenza dell’affaire Telekom Serbia, delle istituzioni pubbliche alle quali rivolgersi per decidere se sia opportuna la partecipazione di una società telefonica italiana in attività di repressione di libertà fondamentali, da parte di un governo come quello cubano.

 

Resta, però, la responsabilità aziendale, sua e degli azionisti di Telecom Italia, nel decidere se continuare a fare profitti grazie al sostegno a un’azienda che incarcera cittadini cubani che non intendano più vivere sotto una dittatura.

 

Per parte nostra, lunedì e martedì prossimi, cercheremo di coinvolgere il Parlamento e il Governo italiano sulla situazione di repressione a Cuba, ospitando in Italia Osvaldo Alfonso (ex presidente del Partito Liberal Democratico Cubano, arrestato nella primavera del 2003 insieme ad altri 75 giornalisti e dissidenti cubani, e condannato anche per “l’uso controrivoluzionario” di internet, poi rilasciato nel 2004) e Joel Brito (ex sindacalista cubano, attualmente rifugiato politico negli Stati Uniti, che si occupa di monitorare il rispetto dei diritti dei lavoratori a Cuba).

 

Sarei naturalmente lieto se anche Lei decidesse di volerli incontrare, per sentire direttamente da loro quali sono gli effetti per milioni di cittadini cubani dell’attività di Telecom Italia, tramite ETECSA, a Cuba.

 

Le allego anche una lista, che si limita solo ad episodi recenti, di azioni prese da ETECSA contro la libertà di espressione a Cuba.

 

Nella speranza di un Suo cortese cenno di riscontro, le invio i miei migliori saluti,

 

 

Matteo Mecacci

Rappresentante del PRT all’ONU

 

 

 ETECSA - CONSORZIO TELEFONICO ITALO-CUBANO:

CRONOLOGIA DEL COLLABORAZIONISMO

CON IL REGIME CUBANO

 

 

 

DICEMBRE 2004. El Popular, Canada, 14 dicembre 2004. L’oppositore cubano Osvaldo Payá, presidente del Movimento Cristiano Liberación, promotore del Progetto Varela, e premio Sacharov 2002 dell’Unione Europea per i diritti umani, ha denunciato l’esistenza di cimici elettroniche nella sua abitazione, installate da tecnici dell’azienda ETECSA e che lo stesso dissidente, ingegnere delle telecomunicazioni, ha provveduto a smontare. Secondo quanto spiega Payá i microfoni sono stati installati nei mesi di agosto-settembre scorsi, quando la famiglia ha chiesto l’installazione di due collegamenti telefonici interni.

 

NOVEMBRE 2005. Cienfüegos - (www.cubanet.org) – Lunedì 21 novembre, un’autovettura dell’azienda per le telecomunicazioni ETECSA si ferma davanti alla casa di Alejandro Tur Valladares, giornalista dell’agenzia indipendente Jagua-Press; l’addetto, con l’alibi di installare una nuova linea telefonica, ha collocato una telecamera ad angolo perpendicolare che copre l’intero isolato. Questo risponde ad una direttiva del Sistema per la Sicurezza dello Stato, interessata a frugare nelle attività del giornalista indipendente il quale è stato vittima di atti provocatori e di perquisizioni nella sua abitazione. I vicini del luogo hanno battezzato il gigante elettronico ETECSA con il nome di Polifemo, poiché il suo simbolo fa pensare al ciclope con un solo occhio immortalato da Omero.

 

DICIEMBRE 2005. L’Avana, 10 de dicembre (www.cubanet.org) - Laura Pollán, moglie del giornalista indipendente e presidente del Partito Liberal-Democratico Héctor Maseda, condannato a 20 anni di carcere, ha denunciato lo spionaggio delle loro conversazioni telefoniche quando ha mostrato alla stampa internazionale alcuni piccoli dispositivi elettronici nascosti all’interno del telefono installato in casa e che i Servizi per la Sicurezza dello Stato impiegavano per ascoltare, in modo clandestino, le conversazioni. Le cimici sono state messe alcuni mesi fa, quando dei tecnici della società mista cubano-italiana ETECSA le hanno sistemate adducendo a pretesto dei lavori per frequenti interruzioni del servizio.

 

GENNAIO 2006. L’agenzia di stampa cubana indipendente Cubanacán Press, ha reso noto, il 25 gennaio, che nella sede dell’Azienda per le Telecomunicazioni ETECSA, nella città di Santa Clara, sono stati installati sofisticati sistemi di spionaggio elettronico al fine di controllare le conversazioni degli oppositori pacifici e al contempo delle alte cariche di organismi militari, repressivi, amministrativi, governativi e di partito.  II Dipartimento KT o unità di controllo telefonico del Ministero degli Interni si avvale di un moderno dispositivo noto come "DNA della voce", che elabora 28 parametri fisico-acustici che rendono inconfondibile qualsiasi voce umana e da qualunque telefono si parli, anche se è del servizio pubblico. Inoltre può registrare in modo automatico la voce programmata come sospetta.

 

GENNAIO 2006. L’Avana - 27 gennaio (Agenzia Patria / www.cubanet.org) – Alla fine dell’anno scorso, l’Azienda Telefonica (ETECSA) ha avviato un massiccio piano di assegnazione di linee telefoniche nella città di Ciego de Ãvila, luogo in cui si trova la casa del giornalista indipendente Antonio Femenías Hechemendia.

Dopo aver ricevuto la visita a casa della polizia politica, che lo ha accusato di spingere svariate persone ad esercitare il giornalismo indipendente, alcuni funzionari di ETECSA, ventiquattro ore dopo, si sono presentati al suo domicilio e gli hanno ritirato l’apparecchio telefonico e strappato i cavi dell’allacciamento. Femenías ha segnalato che la cancellazione di questo servizio dimostra ancora una volta che la joint venture cubano-italiana, ETECSA, è legata a filo doppio al governo cubano e in molti casi diventa il braccio operativo della polizia politica, come nella fattispecie, e quando sospende il servizio telefonico ad oppositori, vittime dei noti atti di ripudio perché il mondo non arrivi a conoscere i fatti. 

 

FEBBRAIO 2006. Il 13 febbraio, il giornalista indipendente Roberto Santana Rodríguez è stato convocato nella sesta stazione di Polizia di Mariano, Città dell’Avana, per un interrogatorio davanti ad un ufficiale del controspionaggio. In questa sede, Santana è stato minacciato di essere perseguito in base ad un fascicolo che contiene documentazione dell’Azienda Telefonica (ETECSA) con chiamate fatte verso gli Stati Uniti, stazioni radio e l’agenzia di stampa CubaNet..

 

   FEBBRAIO 2006. L’Avana, Cuba - Guillermo Fariñas, soprannominato “El Coco”, direttore dell’agenzia di stampa indipendente Cubanacán Press, ha iniziato, nel febbraio 2006, uno sciopero della fame, per chiedere che tutti i cubani avessero accesso ad “Internet libero”. Le autorità hanno dovuto ricoverarlo a forza e sottoporlo a trasfusioni per porre fine alla sua azione, che era stata ripresa dai mass-media internazionali.

   “El Coco” afferma di essere disposto a morire affinché il suo popolo abbia finalmente il diritto di informarsi. Dal 20 agosto viene tenuto in un reparto di terapia intensiva per problemi renali e alterazioni cardiache. Le autorità gli hanno offerto un accesso”limitato” ad Internet, ma lui ha rifiutato spiegando di non poter esercitare, in modo dignitoso, la sua professione di giornalista consultando esclusivamente informazioni filtrate dal governo. 

   Cubanacán, fondata nel 2003, è l’agenzia di stampa più importante della nuova generazione di giornalisti indipendenti. Tuttavia, nessuno dei 17 reporter ha diritto di usare Internet, o un fax per mandare il proprio articolo all’estero. Sovente devono interamente dettarli da un telefono pubblico. Siccome le tariffe sono piuttosto alte, fanno chiamate con addebito dell’importo al ricevente.

 

FEBBRAIO 2006. L’Avana, Cuba - 28 febbraio (Jaime Leygonier / www.cubanet.org) – La società mista per le telecomunicazioni cubano-italiana nota con la sigla di ETECSA, ha ricevuto l’ordine dal Ministero per le Comunicazioni di Cuba di ispezionare e tagliare i fili illegali di televisione, secondo quanto indicato da addetti della stessa impresa. ETECSA è stata denunciata, in numerose occasioni, da giornalisti indipendenti e oppositori pacifici come complice del governo nella repressione, mediante spionaggio telefonico e taglio del telefono per gli oppositori. 

 

MARZO 2006. Ciego de Ãvila, Cuba - 27 de marzo (Abel Escobar Ramírez / www.cubanet.org) - Waldímar Parra Santana, Presidente della Liga de Campesinos Independiente, ha denunciato, in data 21 marzo, il fatto che l’azienda ETECSA non gli abbia ancora ripristinato il servizio telefonico sospeso dallo scorso 9 febbraio, nel comune di San Luis. Secondo quanto ha affermato Parra, la sospensione ha avuto luogo dopo che il presidente dei Comitati per la Difesa della Rivoluzione gli ha mostrato una registrazione telefonica fatta su una chiamata a Radio Martí, in cui si sentiva la voce di Santana in un programma radio. Recatosi più volte presso la sede di ETECSA, si è sentito rispondere dal personale preposto che il suo servizio era stato soppresso “per ordine del governo”.

 

APRILE 2006. L’Avana, Cuba - Aprile (www.cubanet.org) – Il giornalista indipendente Roberto Santana Rodríguez, ha presentato una denuncia pubblica internazionale degli atti repressivi perpetrati nei confronti della sua persona da parte dei Servizi per la Sicurezza dello Stato e della compagnia cubano-italiana ETECSA. In data 7 aprile Santana è stato convocato presso la decima unità della PNR (Polizia Nazionale Rivoluzionaria) e si è incontrato con un maggiore chiamato Moisés che si è presentato in veste di responsabile della lotta contro i giornalisti indipendenti, e che ha minacciato di applicargli la legge 88, più nota come “bavaglio” mostrandogli un fascicolo che includeva documenti di ETECSA sulle chiamate da lui effettuate ad emittenti radiofoniche come Radio Martí e agenzie di stampa come Cubanet che si trovano negli Stati Uniti. Santana accusa lo Stato cubano e la compagnia cubano-italiana ETECSA di violare il diritto alla libera espressione, facente parte della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, sottoscritta da Cuba e Italia nel 1948, nel quadro delle Nazioni Unite.

 

APRILE 2006. L’Avana - 26 aprile (www.cubanet.org) – Due sistemi satellitari di ricezione sono stati sequestrati dalla polizia martedì 17 a Sonia Beltrán, casalinga e a Aurelio Estévez, marinaio. Una pattuglia della polizia locale, un veicolo dell’azienda telefonica ETECSA e un’autovettura del Dipartimento Tecnico Ricerche (DTI) del Ministero degli Interni si sono recati presso i due domicili, nel comune di San Miguel del Padrón. In loco, le varie persone hanno perquisito e sequestrato, oltre ad aver fatto una multa per un importo di 5.000 pesos per possesso di strumenti satellitari, cosa illegale a Cuba. 

 

MAGGIO 2006. Svariati sindacalisti indipendenti a Cuba dovevano partecipare, il 4 maggio, via telefono, alla II Conferenza sulla Responsabilità Sociale dell’Impresa a Cuba, organizzata dal GIRSCC, presieduto dal sindacalista ed economista cubano Joel Brito Delgado, e che aveva luogo il 3 e 4 maggio a Madrid, capitale della Spagna; in questa Conferenza sarebbero stati trattati temi fra cui la realtà del lavoro sull’isola, la responsabilità sociale dell’impresa degli investitori esteri e le norme del lavoro internazionali rispetto a Cuba. Dal giorno prima dell’apertura della Conferenza, la società mista ETECSA ha bloccato tutte le linee telefoniche che portavano ai sindacalisti indipendenti e ha ripristinato il servizio solo il 6 maggio, un giorno dopo la chiusura della Conferenza.

 

LUGLIO 2006. Santa Clara, 20 luglio (Cubanacán Press / www.cubanet.org) – L’azienda ETECSA, in questa città, ha tenuto senza servizio telefonico, per ben otto giorni, i giornalisti indipendenti Belkys Rodríguez Bravo y Diolexis Rodríguez Hurtado. Il servizio telefonico è stato interrotto sin dal 9 luglio, per far tacere le loro voci che da Cuba denunciano gli abusi e gli eccessi commessi dalla dittatura. 

 

AGOSTO 2006. In agosto, il giornalista indipendente dell’agenzia di stampa Cubanet, Juan González Febles, ha denunciato la partecipazione dell’azienda telefonica a capitale misto ETECSA agli atti di aggressione e slealtà contro attivisti pacifici, vittime dei progrom “habaneros”; a queste persone viene tagliato il telefono alcuni istanti prima di essere arrestati o aggrediti.

 

SETTEMBRE 2006. L’Avana, 9 settembre (Lux Info Press / www.cubanet.org) – L’allacciamento telefonico previsto per pazienti affetti da insufficienza renale cronica terminale, che hanno bisogno di emodialisi tre volte alla settimana, viene invece negato al sindacalista indipendente Lázaro Cuesta Collazo perché fa parte dell’opposizione pacifica. Da tre anni chiede all’azienda cubano-italiana ETECSA di mettergli il telefono per ragioni umanitarie, ma non ha ricevuto alcuna risposta. Lo scorso 20 agosto, dopo aver ribadito il reclamo a ETECSA, gli hanno comunicato di lasciar perdere in quanto sarebbe stato l’unico paziente con insufficienza renale cronica nella capitale che non avrebbe mai avuto un telefono.

 

OTTOBRE 2006. L’8 ottobre Nivaldo Díaz Castellón, attivista pacifico del Movimento Cristiano Liberación è stato arrestato dai servizi per la Sicurezza dello Stato e portato via in un veicolo della società mista ETECSA. Il fatto è successo dopo che Castellón aveva inviato una lettera a Ricardo Alarcón, presidente del Parlamento cubano, in cui denunciava violazioni commesse dalla polizia succitata contro la sua persona.

 

OTTOBRE 2006. L’avvocato non vedente Carlos Gonzáles Leyva, che vive a Ciego de Ãvila, ed è dissidente, si è visto tagliare la linea telefonica da parte di ETECSA per le sue costanti denunce di violazioni dei diritti umani. Dolia Leal Francisco, Dama de Blanco, strenua sostenitrice dei diritti cívici, moglie di Nelson Aguiar Ramírez, uno dei 75 prigionieri della “Primavera Nera” del 2003 e presidente del Partito Liberale Ortodosso, si è vista negare da ETECSA l’installazione del telefono.

 



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