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Basilicata. Fiaccolata per la vita o fiaccolata contro i “blasfemi” radicali

Potenza, 4 febbraio 2007

• da Nuova Basilicata, 4 Febbraio 2007

Una Fiaccolta per la vita

Potenza - ...dopo la "travagliata" vicenda della convenzione A. O. San Carlo-Cav - che, come dimostano le prese di posizione, non sembra ancora conclusa - l'iniziativa dei cattolici potentini ha assunto un particolare significato. Già nelle settimane scorse l'organismo cittadino di coordinamento dei gruppi parrocchiali e di volontariato cattolico si è schierato dalla parte del Centro di Aiuto alla vita e dell'associazione che si occupa di prevenzione dell'interruzione volontaria di gravidanza. La fiaccolata è stata quindi una nuova testimonianza dell'impegno a sostegno delle azioni avviate da tempo anche a Potenza dal Movimento per la Vita e in risposta all'attività dei Radicali Lucani che continuano a sostenere la difesa della legge 194 e a "contrastare" il cav. Alla fiaccolata e alla cerimonia religiosa è intervenuto Monsignor Agostino Superbo che ha rivolto un appello a tutti i cattolici per partecipare oggi alle Messe dedicate al tema della tutela della vita.

 

Basilicata. Bolognetti: il Lexicon, Trujillo e l’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare

 

Potenza - Questa sera fiaccolata e veglia di preghiera per la vita

Qualche considerazione sulla manifestazione convocata dall’Ufficio Diocesano di pastorale Familiare


Potenza, 3 febbraio 2007

Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani, Consigliere Associazione Coscioni e Coordinatore regionale RNP

Crociata, questo il termine usato sulle pagine di un giornale lucano per definire la nostra lotta per una piena applicazione della legge 194/78 in Basilicata. Crociata, la parola usata per definire la nostra richiesta di porre la parola fine alla convenzione tra l’Azienda ospedaliera San Carlo e il Cav. Crociati per aver chiesto il rispetto della privacy delle donne che si recano al San Carlo per praticare l’Ivg, in un contesto che, ci auguriamo, di aver adeguatamente descritto in questi giorni. Crociati per aver scattato un’istantanea che racconta di una regione che detiene il record nazionale di medici obiettori di coscienza all’aborto e il primato assoluto di donne che per praticare l’Ivg si recano fuori regione. Crociati per aver affermato che in Lucania ci sono ancora “Cucchiai d’oro” e aborti clandestini. Ma se noi siamo crociati, come definire coloro che, convocati dalla Curia lucana, scenderanno in piazza questa sera, in una manifestazione che in piccolo ricorda la mobilitazione delle parrocchie spagnole contro il “blasfemo” Zapatero”? Come definire coloro che sull’aborto, sui pacs, sull’eutanasia, continuano nel loro tentativo di trasformare gli articoli di fede in articoli di legge? Sono certo che il desiderio di vendetta, e di rivalsa, che traspare in queste ore da alcune dichiarazioni pronunciate da anime pie dell’associazionismo cattolico, non sia condiviso dal Vescovo Metropolita della città di Potenza. Ma è altrettanto vero, che quella di questa sera si preannuncia come una sorta di resa dei conti: una manifestazione che vedrà in piazza personaggi piuttosto sinistri e tristi, che nelle ultime ore hanno voluto gratificarmi anche con singolari domande del tipo “ti sei mai chiesto cosa sarebbe successo se tua madre avesse deciso di abortire?”. Gente che non ha esitato a paragonare gli uteri delle donne che ricorrono all’Ivg alle camere a Gas dei campi di concentramento nazisti, e i medici che praticano l’Ivg a criminali della peggior specie. Uomini che dicono di preferire i brigatisti ai medici che praticano l’Ivg. Un eccesso? Non credo, visto che l’ottimo cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del pontificio Consiglio per la famiglia, ad agosto 2006 ha scomunicato e tacciato di associazione a delinquere i medici colombiani che avevano autorizzato ed effettuato un intervento di Ivg su una ragazzina undicenne violentata dal patrigno. Cose vaticane, cose di potere vaticano, che di certo non sono in linea con il pensiero della stragrande maggioranza dei cattolici. Ma qui, accidenti, parliamo del Top Gun dell’ala più retriva e reazionaria dello Stato Città del Vaticano, di quel cardinale Trujillo, che da vero inquisitore ha chiesto al cardinal Martini una abiura per le parziali aperture fatte da questi sull’utilizzo del profilattico. A giudicare dai toni, e soprattutto dagli argomenti, in Lucania abbiamo tanti  seguaci di questo illustre principe di Santa Romana Chiesa. Qualcuno di lor signori avrà anche letto per intero il Lexicon, straordinario documento di 900 pagine redatto dal Pontificio consiglio per la Famiglia, guidato, come detto, dal bellarminiano cardinal Trujillo. Il Lexicon è stato pensato quale strumento per contrastare “la cultura della salute produttiva, del sesso sicuro, dell'aborto legale e sanitariamente tutelato, della pluralità dei modelli familiari, della fecondazione artificiale, della libera scelta di vita di genere.” Insomma, un corpo contundente da sbattere sulla testa di coloro che cercano di creare un argine alla pretesa delle gerarchie vaticane di imporre veti e divieti. La Bibbia della guerra al sesso. Ma torniamo a noi, a questa amena manifestazione di massa preannunciata dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare. Ho la sgradevole sensazione che lor signori stiano vivendo davvero male questa piccola conquista che abbiamo strappato, e che ci ha consentito di riconsegnare alla legalità, al rispetto delle leggi dello Stato, una struttura pubblica. La convenzione con il Cav, signori, non è stata messa in discussione, semplicemente non è stata rinnovata. Eppure, potreste essere comunque soddisfatti, visto che il San Carlo resta comunque presidiato e militarizzato da intere legioni di zuavi pontifici. Che diamine, un po’ di fair play. Lo so, vi sentite razza padrona; lo so, siete abituati a comandare e ad essere al di sopra delle umane leggi, ma a tutto c’è un limite. Questa arroganza, tipica di un potere pervasivo di ogni aspetto della vita di questa regione, è davvero insopportabile, è davvero opprimente. Basta con questo atteggiamento teso alla prevaricazione, che sembra essere ispirato ad un becero “Qui comando io!!!” Lo so, sono un “emerito” radicale e, dunque, sono un uomo che è terrorizzato dalla prospettiva di dover vivere in uno Stato etico e confessionale. Ma sapete che c’è? La maggior parte dei cattolici, quelli che hanno voluto la legalizzazione del divorzio, quelli che sul caso Welby si sono schierati con Welby e non con Ruini(tra questi siatene certi tanti parroci), la pensa come noi. Partorirai con dolore e morirai con dolore, ma perché…Why? Quale Dio può volere questo? E perché dovremmo tornare a vivere in un Paese che considera l’aborto un reato e non una libera scelta? Perché dovremmo tornare ai tempi di quella vergogna nazionale rappresentata dall’aborto clandestino e di massa delle mammane e dei cucchiai d’oro? Non favorevoli o contrari, semplicemente liberi di poter scegliere. Laddove, lo ribadisco, più informazione sessuale e contraccettiva potrebbe tradursi in una ulteriore diminuzione degli aborti. Ah già dimenticavo…c’è Ratzinger, c’è Trujillo  e c’è il Lexicon. E poi c’è questa cappa di piombo che grava su questa terra, che per voi sembra essere terra di conquista. La manifestazione di questa sera, non abbiatevene a male, sembra essere ispirata al celodurismo leghista: una prova muscolare che forse è davvero indice di debolezza, ma debolezza che si nutre della forza e dei denari dell’otto per mille. Ma poi, Eminenze, di grazia, diteci: quanti miliardi di individui dovrebbero popolare questa nostra terra 20, 30, 50…? Può questo pianeta reggere l’urto di una tale sovrappopolazione? Ma vi siete accorti che gli uomini e le donne di questo pianeta si amano non necessariamente per procreare? Forse fareste bene a chiederlo a coloro che ascoltano il vostro gregge nei confessionali. E quanto dolore e tragedie producono la vostra cultura sessuofobica e i vostri tabù, ad iniziare dai seminari? Eminenze, fermo restando il vostro diritto a fare campagne antiaboriste, osiamo sperare che questa sera non parta una crociata(questa si crociata) contro coloro che hanno osato sfidare la vostra autorità, in quella che i consiglieri provinciali di Potenza, appartenenti a tutti i partiti di “centro”, definirebbero “la cattolicissima Basilicata.” Sarebbe bello se qualcuno di voi affermasse che è stato giusto mettere la parola fine ai sette anni di convenzione tra il San Carlo e il Cav. Occorre non fare confusione tra Stato e Chiesa, e non è mai un bene quando una Chiesa tenta di farsi Stato, e quando uno Stato diventa Chiesa. Il Cav è una associazione antiaborista, che legittimamente si batte per l’abrogazione della 194, e che ritiene i medici criminali e le donne che ricorrono all’Ivg assassine. Va da sé che il Cav non è una associazione idonea, per sua natura, a poter presidiare un ospedale pubblico. Questa sera le fiaccole arderanno, e noi ci auguriamo di non assistere a troppi atti di contrizione. In questi anni ne abbiamo visti troppi di inchini. Per carità, noi non vogliamo uno Zapatero, ma vista la situazione di già disastrosa, esprimiamo l’auspicio che non ci siano ripensamenti.

 



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