Marco Pannella ha sempre concepito la politica, la democrazia, come conflitto, scontro anche duro non di posizioni ma di iniziative, di interessi, che nel loro incontrarsi e scontrarsi potessero successivamente trovare una unità ed una sintesi più alta.
Il divorzio, l'aborto, la giustizia giusta, il finanziamento pubblico, il sistema elettorale hanno fatto discutere il paese, ma non l'hanno diviso, bensì hanno creato quei presupposti indispensabili di consapevolezza, di informazione e di riflessione che, in un gioco non truccato, sono le basi per utilizzare con efficacia gli strumenti che la democrazia mette a disposizione.
Conflitto e scontro anche all'interno del partito o dei partiti, in questo senso, Pannella, ha sempre cercato di valorizzare anche il più impercettibile dissenso sui metodi e le battaglie politiche radicali, li ha amplificati e li ha portati ad una più puntale definizione e decisione.
La mozione approvata rientra in questo quadro politico metodologico.
La battaglia contro i costi della partitocrazia, dell'illegalità è stata meglio definita, anche a partire dalla conoscenza del comportamento di un deputato (Daniele Capezzone) di cui neanche lontanamente si poteva sospettare che avrebbe potuto utilizzare metodi e comportamenti che costantemente denunciamo e condanniamo.
Missioni fasulle, assenteismo, politica virtuale dei comunicati stampa, uso spregiudicato dei mass-media, generica battaglia contro il sistema dei partiti (equiparando i radicali agli altri), autoisolamento dai compagni di partito e dai momenti di confronto politico interni ecc.
Ritengo tutto questo molto grave e per queste ragioni ho firmato e votato la mozione Pannella.
Marco Gentili, del Comitato Nazionale di Radicali Italiani