(ANSA) Bruxelles, 23 febbraio - Rendere più "visibile" l'aiuto umanitario europeo per combattere la "sindrome della fatica dei donatori" e limitarne il "dirottamento" da parte delle fazioni in guerra, che nei Balcani ha raggiunto punte "del 20-30 per cento", sono le due grandi priorità della Commissaria Europea Emma Bonino, da poco più di un mese responsabile dell'assegnazione dei circa 1.500 miliardi di lire destinati dall'UE all'aiuto umanitario d'urgenza.
Presentando oggi alla stampa il bilancio dei primi cinque anni di vita di ECHO, l'ufficio umanitario dell'UE, l'euroministro dell'Italia ha anche annunciato che dal 9 al 14 marzo si recherà a Kigali e nei campi profughi in Kenya e Zaire per affermare la presenza dell'Unione in un'area ancora sconvolta dalle conseguenza della guerra civile dell'anno scorso. Pochi giorni dopo il "giuramento" del nuovo esecutivo UE Emma Bonino si era già recata alla fine di gennaio a Sarajevo e Mostar.
"Sarò a Pasqua in Cecenia e nel sud del Caucaso ed ai primi di maggio a Cuba", ha promesso la Commissaria. Le visite-lampo nelle aree in crisi serviranno a rendere "più visibile", ha detto, l'azione umanitaria dell'UE soprattutto nei confronti degli stessi cittadini comunitari che - stando ad un recente sondaggio - ne ignorano l'importanza. Con circa 1.500 miliardi di lire assegnati da ECHO nel 1994 a oltre 60 paesi l'UE è infatti uno dei primi donatori umanitari internazionali.
L'ex-Yugoslavia non è più la principale beneficiaria degli aiuti europei: l'anno scorso, ha indicato la Commissaria europea, ha ricevuto solo il 35% dei contributi di ECHO (contro il 65% nel 1993). Buona parte (42%) degli aiuti comunitari sono andati infatti nel 1994 alle vittime della guerra civile in Ruanda e Burundi. "Ma la gente non sa, quando vede in televisione i camion con la bandiera dell'Onu in Bosnia o in Ruanda che sono finanziati dalla generosità dei cittadini europei", ha spiegato Emma Bonino, stando ad un sondaggio "eurobarometro" solo il 14% dei cittadini comunitari sa dell'esistenza di ECHO. Il fenomeno va combattuto, ha affermato Emma Bonino, anche per contrastare i primi sintomi della "sindrome dell'affaticamento dei donatori", dovuta alla moltiplicazione delle crisi ed alla sensazione che "tutto si ripeta comunque". Per la stessa ragione, ha detto la Commissaria, vanno trovate soluzioni al problema del "dirottamento" degli aiuti umanitari da parte dei vari signori della guerra - che nei Ba
lcani è di circa un quarto, secondo Emma Bonino, del volume globale - e del loro uso improprio, come nei campi profughi ruandesi in Zaire.
L'amministrazione di questi campi ora è controllata di fatto dagli ex dirigenti hutu del paese, principali responsabili dei genocidi, che grazie agli aiuti internazionali stanno preparando una ripresa della guerra civile.