Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 22 nov. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio federalismo
Uncu Anton - 8 gennaio 1991
LA RIVOLUZIONE DELLA TOLLERANZA
Intervista a Marco Pannella

a cura di Anton Uncu

SOMMARIO: Stati Uniti d'Europa, democratici e federalisti, per evitare ai Paesi ex-comunisti il rischio di precipitare dalla dittatura nella partitocrazia, mancando la democrazia. Il Partito Radicale quale strumento di promozione della democrazia anglosassone, tendenzialmente bipartitica, intesa a garantire il buon governo della società, in alternativa alla concezione partitocratica delle istituzioni come luogo e mezzo di spartizione del potere tra fazioni in lotta. Il ruolo del PR affinché i cittadini rumeni -ma anche europei comunitari- possano vivere in democrazia, in pace nel diritto e nelle libertà, invertendo la tendenza dell'Europa a trasformarsi in mera zona franca economica.

(Romania Libera 13 Novembre 1990)

Romania Libera: Qual è il motivo della sua visita in Romania? E' solamente dovuta all'incontro fra la delegazione del Parlamento europeo e le autorità ed i parlamentari rumeni? O v'è altro ?

Marco Pannella: L'occasione, e non solamente il motivo, è certo questa. Ed è straordinariamente importante perché avrà sicuramente un peso determinante per la evoluzione degli accordi fra Comunità Europea e Romania, come hanno dichiarato ufficialmente sia il Presidente della Commissione Delors, sia il Presidente del Consiglio dei Ministri, De Michelis. Ma su questo non ho nulla da dire: non sono che un membro della Delegazione, presieduta e composta da colleghi molto autorevoli, e intendo riservare domande e impressioni ai nostri colleghi parlamentari rumeni, ed alle autorità, dal Presidente Iliescu, al Primo Ministro Roman, ai ministri ed ai rappresentanti dei principali nuovi partiti che incontreremo in questa settimana di lavoro molto serrato e impegnativo. Ma cercherò di occupare i rari momenti liberi per incontrare i nostri amici rumeni iscritti al Partito Radicale, transnazionale e transpartitico, per fare progredire il progetto, internazionalista, federalista europeo, ecologista, di Riforma democratic

a, di intransigente e definitiva difesa dei diritti umani, civili e politici, come fondamento dello Stato di Diritto e del nuovo ordine internazionale. Tutto questo è tremendamente urgente. Senza un nuovo, grande, forte, organizzatissimo soggetto politico che sia in grado di operare simultaneamente e convergentemente in decine di parlamenti nazionali, il mondo, la democrazia, l'umanità stanno precipitando verso una irreparabile tragedia. E per ora siamo troppo pochi, nel mondo e qui.

RL: Ma secondo lei esiste realmente un processo politico verso la democrazia in Romania?

MP: Soggettivamente, nelle intenzioni di molti, di quasi tutti,forse, è probabile di sì. Ma la via dell'inferno è lastricata di buone intenzioni. D'altra parte occorre intendersi su cosa intendiamo per "democrazia". C'è nel mondo, in Europa, una "democrazia reale" che rischia di stare alla democrazia come il "socialismo reale" stava ai grandi ideali umanistici del socialismo dell'inizio di questo secolo, o della fine dell'altro. Il rischio grande, in Romania come in tutti gli Stati nazionali che restano tali dopo la caduta della dittatura comunista, è che si passi dalla dittatura alla partitocrazia, non alla democrazia. L'unica forma di democrazia che non abbia fin qui prodotto mostri e tragedie è quella, sconosciuta in gran parte dell'Europa continentale, della democrazia anglosassone, tendenzialmente bipartitica sul piano del funzionamento delle istituzioni, volta a scegliere e garantire il buon governo della società, e non a rappresentare organizzazioni chiuse, ideologiche, che si contrappongono e spartis

cono fra di loro il potere e il sottopotere senza essere capaci di assicurare un governo forte, democratico, e una sua concreta e chiara alternativa. La "democrazia" continentale europea, di quasi tutti i nostri Stati era partitocrazia, quando non del tutto dittatura. E queste partitocrazie, proporzionalistiche, ideologiche, partigiane, incapaci di comprendere l'interesse generale, hanno concorso a produrre la tragedia delle dittature fasciste, naziste, comuniste. Ne sono state le vittime, ma anche la causa. Inoltre, nel nostro mondo contemporaneo, con la natura dei suoi problemi ecologici, economici, sociali, culturali e scientifici, lo Stato nazionale non è una dimensione vitale, non può essere democratico, perché non può essere fino in fondo fondato sulle libertà ed i diritti delle persone, delle nazionalità, delle culture, per gli stessi motivi per i quali non è concepibile una economia di mercato di poche decine di milioni di persone, in piccoli territori... Queste preoccupazioni sono valide per tutti i

paesi del centro e dell'est europeo, ma anche per quelli di altri continenti, e di tutto il sud del mondo. Per la Romania aggiungiamo l'esilità delle sue tradizioni democratiche e la ferocia, la barbaria medievale del regime di Ceacescu, uno Stato modellato e distrutto da decenni di violenza e di incultura, di nazionalismo e di antidemocrazia. Non si risolve la tragedia rumena se non nel quadro degli Stati Uniti d'Europa, Stati Uniti d'Europa che non possono rappresentare un fine, un obiettivo per domani e dopodomani, ma anche il mezzo, lo strumento essenziale perché i popoli di Romania, e tutti i suoi cittadini, possano vivere in democrazia, in pace nel diritto e nella libertà. Questo, d'altra parte, vale per tutti, per i popoli e gli individui italiani, francesi, tedeschi, britannici ecc... E anche in questi paesi il rischio di limitarsi ormai ad una zona e ad un potere "economico", sta diventando grande. Si tratta, insomma, di lottare subito con grande forza perché si costituiscano gli Stati Uniti d'Euro

pa, fondati sulla democrazia più intransigente, e perché si costringa Bruxelles e Bucarest a fare della Romania un membro a pieno titolo. E' lotta difficilissima. Ma il Partito Radicale intende condurla, se la gente gliene darà la forza.

RL: Lei è il presidente del Consiglio Federale del Partito Radicale. Un incarico quasi onorifico, secondo il suo Statuto. Ma tutti continuano a indicarla come il suo leader indiscusso, da ormai trent'anni, anche ora che il Partito Radicale è di fatto un partito internazionale e internazionalista. Una durata allaCeaucescu, potrebbero dire i maligni. Vuole illustrare ai lettori di Romania Libera la situazione e le caratteristiche del Partito Radicale?

MP: Lei ha già risposto alla prima parte della sua domanda. Io sono un gandhiano, un noviolento, un laico della grande rivoluzione della tolleranza, un democratico antiautoritario e antipartitocratico, una persona, certo, di governo delle idee, dei sentimenti, dei problemi, delle esigenze e delle speranze, ma non sono affatto e non sono mai stato un uomo di potere. In quaranticinque anni di impegno civile, dalla mia adolescenza ad oggi, non ho mai avuto una sola posizione di potere, e nemmeno (ma questo per merito dei miei avversari!) di governo. Nel mio partito non sono stato Segretario, che è l'incarico di principale responsabilità, se non per un paio di volte, in trent'anni. E' la storia di Gandhi, d'altra parte. Anch'io ho conosciuto, come tutti i radicali tradizionali del PR, denunce, processi, arresti e fermi a centinaia, digiuni, scioperi della fame. Ci hanno accusato di esser responsabili delle peggiori provocazioni e scandali, ma ormai sono tutti d'accordo nel riconoscere alla nostra storia una nobi

ltà e una forza senza confronti: in Italia le principali conquiste e riforme di libertà e di diritto le abbiamo conquistate noi. E se alcuni milioni di agonizzanti per fame e miseria nel mondo sono oggi vivi è per il nostro amore per il diritto alla vita e la vita del diritto. Quando tutti i nostri Governi occidentali, tutti i partiti dell'Occidente europeo al potere, per decenni, trattavano, facevano affari, puntavano sulla stabilità delle dittature comuniste, così come facevano i nostri capitalisti e uomini d'affare, noi lottavamo, ci facevamo arrestare in questi paesi, per difendere i diritti dei perseguitati e degli oppositori.

RL: E ora quali sono le caratteristiche del PR, in sintesi?

MP: Faccio un esempio: il Consiglio Federale che ho l'onore di presiedere comprende deputati e senatori, esponenti politici di oltre quindici nazionalità: da parlamentari del Soviet della Russia o di Leningrado, a parlamentari europei, italiani, appartenenti a eletti di partiti liberali, socialisti, socialdemocratici, verdi e ecologisti, e anche comunisti, antiproibizionisti, federalisti-democratici. E ancora: il nostro partito vive se stesso come una sorta di servizio pubblico alla persona e alla comunità. Non si domanda di farne parte: come per usare un mezzo di trasporto pubblico, si paga la tessera, ci si iscrive, e nessuno può negarla o ritirarla. Non v'è nessun obbligo per l'iscritto: egli è libero di comportarsi politicamente e umanamente come vuole. La forza del partito, dunque, si basa esclusivamente sulla libertà e sulla responsabilità di ciascuno e di tutti. Solamente gli eletti a posti di responsabilità, ovviamente, sono tenuti a rispettare e eseguire le decisioni democraticamente prese dai nostr

i Congressi, annuali, sovrani, a partecipazione diretta e piena di ogni iscritto. Il partito, in quanto tale, non può presentarsi o partecipare al governo delle istituzioni: non può esser, dunque, in questo senso, concorrente dei Partiti nazionali, e delle Internazionali tradizionali. In questo senso diciamo che siamo anche transpartito. Naturalmente ogni iscritto può, deve -direi- assicurare il suo apporto alla vita delle istituzioni edei partiti del proprio Stato, ma non lo fa in rappresentanza del Partito Radicale... E per finire un elenco, quasi un rosario di contenuti, di obiettivi, di scelte che per giustapposizione, servono a comprendere la nostra singolarità storica e politica: federalismo-democratico, federalismo europeo, nonviolenza gandhiana, ambientalismo e ecologismo, laicismo, democrazia classica e anglosassone, politica dei diritti umani, politici, civili come fondamento della legge e del diritto, ovunque, stato di diritto, liberaldemocrazia, liberalsocialismo, per il diritto alla vita e la v

ita del diritto, difesa dei diritti delle minoranze etniche, religiose, sessuali, dei diritti dei malati, dei carcerati... Ho tracciato in breve i nostri principi e i nostri ideali.

 
Argomenti correlati:
romania
romania libera
cee
pr
ce
democrazia
diritti
stampa questo documento invia questa pagina per mail