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Pannella Marco - 3 marzo 1992
La non presentazione al senato, primo atto elettorale della "lista pannella". Ecologia della politica anche nei fatti.
Dichiarazione di Marco Pannella

SOMMARIO: La "Lista Marco Pannella" ha annunciato che non presenterà liste al Senato, tranne che in Lombardia e Lazio: un gesto "di ecologia della politica". La lista non si è presentata nemmeno in aree per lei favorevoli, come in Piemonte, per lasciare via libera a Pina Grassi, "una delle bandiere sbandierate dai Verdi". I Verdi hanno la grave responsabilità di essersi rifiutati a soluzioni che fossero tese "ad altro che a poveri calcoli di convenienza di apparati".

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 3 marzo 1992)

Il primo atto elettorale della "Lista Marco Pannella" è di ecologia della politica, nei fatti e non solamente nelle chiacchiere.

Il fatto che tutti i partiti e i partitini, comunque denominati, antichi, vecchi, e "nuovi", abbiano in linea generale confermato il loro disprezzo per gli elettori e per la democrazia, ignorando le caratteristiche di fondo della legge elettorale per il Senato, assicurando la dispersione dei voti, per mere vicende interne o di "bandiera", presentandosi anche dove non hanno possibilità di riuscita, e comunque facendo omaggio, ai due partiti maggiori, di una forza di eletti non corrispondente a quella elettorale, va denunciato (e lo denunceremo, in tutta la campagna elettorale).

Per questo, contro questo, le "Liste Pannella" non sono state presentate, con le sole eccezioni della Lombardia e del Lazio, onde assicurare nel Senato una testa di ponte minima, necessaria nel nostro sistema bicamerale.

Non ci siamo presentati nemmeno in regioni dove la nostra potenzialità era ed è certamente maggiore di molte altre formazioni elettorali, come i risultati alla Camera dimostreranno.

In particolare possiamo fare l'esempio del Piemonte, dove nel 1987 sono stato eletto con quozienti elettorali superiore al 5%, a Torino. Qui, piuttosto che rischiare di non fare eleggere Pina Grassi, una delle bandiere sbandierate dai Verdi a prova della loro "apertura", e di pregiudicare più di quanto non lo sia la situazione dei referendari, ho deciso di non presentarmi, e analoga decisione è stata presa per la lista intera.

I Verdi portano la pesante responsabilità di aver rifiutato prima politicamente, poi sul piano elettorale, fin nei minimi particolari (e mostrandomi come dalla mediocrità partitocratica, dai riflessi teppisti e canaglieschi della politica italiana essi debbono molto attentamente guardarsi, preservarsi), un atteggiamento ed una politica non ciechi ad altro che a poveri calcoli di convenienza di apparati.

 
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