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Pannella Marco - 26 maggio 1992
PANNELLA SU REAZIONE ALL'ELEZIONE DEL PRESIDENTE SCALFARO

SOMMARIO: Se la partitocrazia "è la partitocrazia che abbiamo denunciato e contro la quale abbiamo lottato fino all'isolamento" - dice Pannella - allora la Presidenza Scalfaro è "un primo grande passo verso la Riforma"; oppure - prosegue - "non capisco francamente di cosa parliamo". L'elezione di Sclfaro è l'elezione di uno "statista di estrema minoranza", di un uomo che ha la "moralità dell'opera". Lo dice chi, come lui stesso, continua a ritenere Sandro Pertini "l'unico grande evento democratico e civile di questi decenni repubblicani". Ma anche il Parlamento ha dimostrato di poter lavorare senza condizionamenti partitici.

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 26 maggio 1992)

Intendiamoci: o la partitocrazia della quale ormai tutti parlano con disprezzo è la partitocrazia che abbiamo denunciato e contro la quale abbiamo lottato fino all'isolamento ed all'ostracismo totale, è - cioè - culto del profitto fazioso, illegalità a tutti i livelli ("Costituzione materiale", legge materiale, regole materiali), estraneità alla Stato di diritto, il delinquere mafioso contro le leggi, il diritto ed i diritti, ed allora la Presidenza della Repubblica di Oscar Luigi Scalfaro è un primo , grande passo verso la Riforma, anche contro le controriforme sfasciste o neo-corporativiste di moda ( è la riconquista - direi: territoriale - di uno spazio, di un terreno, del Palazzo da parte dei veri riformatori), o non capisco francamente di cosa parliamo.

La conquista dello Stato di diritto, del rispetto del diritto, della sua certezza, delle regole è il primo compito dei riformatori e degli innovatori democratici. L'elezione di Oscar Luigi Scalfaro è, in questo quadro, l'elezione di un politico e di uno statista di estrema minoranza, di solitudine, di un uomo che ha la moralità dell'opera e non i moralismi dei filistei, dei farisei, dei corifei della classe dirigente (non: "politica") italiana.

Dopo quattordici anni, se mi si consente anche l'accenno ad una inezia, avremo un Presidente della Repubblica al quale potremo e potrò (oltre che dovere) dare del "lei", se non necessariamente dell'"Ella".

E lo dice chi continua a ritenere Sandro Pertini l'unico grande evento democratico e civile di questi decenni repubblicani, con la battaglia per i diritti civili ad un matrimonio fondato sulla responsabilità e la libertà, ad una maternità ed a una paternità anch'esse responsabili e libere nell'ambito della regola e della legge.

Questa elezione è stata anche la riprova della praticabilità feconda e ricca di un metodo diverso di lavoro del nostro Parlamento, dove i negoziati partitici possono e debbono in realtà costituire il suggello ed il perfezionamento di scelte parlamentari libere e non di intruppati con vincolo di mandato. Mi auguro che torneremo a dimostrarlo per l'elezione del Presidente della Camera che, com'è noto, mi vede convinto dell'opportunità dell'elezione di Stefano Rodotà.

 
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