SOMMARIO: M. Pannella ricorda come il solo partito radicale si sia opposto "per diversi lustri" a Governi (e ad opposizioni) che hanno agito in modo da portare "alla fraudolenza della bancarotta" il paese, e da determinare uno Stato posto "nella impossibilità" di "operare prelievi nelle zone di ricchezza del paese" e di correggere "la ingiustizia fallimentare del sistema fiscale". Oggi, i radicali e i federalisti sarebbero in contraddizione con se stessi se avallassero le pretese di un qualsiasi Governo - sia di "forze di tradizione comunista e clericale" sia espressione di una "opposizione sociale" ancorata tra "le masse di cittadini meno forti e privilegiate" - il quale pretendesse di poter fare meglio di quanto ha fatto il governo Amato.
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 19 settembre 1992)
Dichiarazione di Marco Pannella
"Per diversi lustri abbiamo motivato la nostra opposizione di fondo ai Governi e alle opposizioni denunciando la fraudolenza della bancarotta cui insieme stavano portando il nostro Paese. Abbiamo, inascoltati, ammonito il paese, come potevamo, anche al prezzo, a volte, di "sacrifici" ridicolizzati come eccessivi ed esibizionistici, che insieme Governi, opposizioni ufficiali, sindacati, corporazioni, boiardi privati e di Stato, editoria e mafia radiotelevisiva, stavano creando una situazione a suo modo adamantina: nel momento della bancarotta solamente gli umili, i poveri, i lavoratori del pubblico impiego, i pensionati, gli imprenditori onesti e in genere, per questo, esposti più di ogni altro, avrebbero potuto pagare il prezzo di quella criminale politica. Lo Stato, infatti, per interessi consociativi incrociati, è stato posto nella impossibilità materiale di operare prelievi dalle zone di ricchezza del paese, di correggere la ingiustizia fallimentare del sistema fiscale, di avere strumenti catastali obiett
ivi e certi.
Il provvidenzialismo cattolico o meglio clericale, quello comunista e anche socialista, in tema di mercato e di economia, si è alleato alla difesa feroce di rendite parassitarie, di incontrollabile profitto anche criminale, e ha usufruito pienamente, deteriorandolo, del sistema corporativista del fascismo.
In queste condizioni, noi saremmo in contraddizione con noi stessi, con le ragioni clamorosamente (purtroppo) oggi confermate della nostra concreta storia politica, se ritenessimo che un qualsiasi Governo, a cominciare da un Governo di forze di tradizione comunista, clericale, nazionalizzatrice e parastatalizzata, ancorché di opposizione sociale tradizionalmente espressione delle masse di cittadini meno forti e privilegiati, potrebbe essere in condizioni di gestire l'attuale crisi in modo equo e molto diverso da quello prescelto dal Governo Amato.
Peggio, molto peggio in questo caso, accettare di condividere la triste e suicida rendita di posizione di coloro che sceglieranno di vivere da parassiti, da profittatori, delle rivolte sociali che si stanno per manifestare, essendo all'origine stessa della attuale situazione generale del paese, piuttosto che rischiare di essere accanto a chi è costretto a governare - colpevolmente, ma a governare - istituzionalmente e contro demagogie e padroni del vapore, la vicenda italiana."