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Pannella Marco - 28 settembre 1992
PANNELLA SU MANTOVA (MANTUA ME....NECAVIT, PUO' DICHIARARE LA PARTITOCRAZIA).

SOMMARIO: Dopo la tornata elettorale, "tutta la partitocrazia italiana",e di governo come di opposizione, non raggiunge il sessanta per cento dei suffragi, afferma Pannella. Ma nessuno di "lorsignori", "bancarottieri" di ogni risma, vuole la riforma democratica del sistema, l'uninominale secca. Meglio, allora, restare alla XIII Circoscrizione di Roma [dove Pannella è Presidente, n.d.r.].

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 28 settembre 1992)

Tutti gli uomini del re, tutta la partitocrazia riunita - verdi, missini, rifondazione comunista inclusi per abbondare - non raggiungono nemmeno il sessanta per cento dei suffragi. La DC è votata da una persona (e mezzo) ogni dieci. Psi, Lega alpina, Rifondazione comunista hanno pari forza. I verdi, i sagaci autori politici di queste elezioni, malgrado l'assenza di lista Pannella e referendari, perdono il 25% dei loro elettori, hanno la forza della Rete, o poco meno, dei pensionati, o poco più.

Ma tutti loro signori, proprio tutti, non vogliono la riforma democratica di questo sistema politico, non vogliono l'uninominale secca. Il sex appeal dell'Internazionale Socialista non sembra travolgente; regge solamente il PDS.

Il quadripartito e coloro che cavalcano la rivolta di piazza, gli uni e gli altri, perdono: un po' più ovviamente chi sta al governo, un po' meno chi sta per ora all'opposizione.

Bancarottieri di centro, di sinistra, di destra hanno pagato il loro conto.

Preferisco la XIII Circoscrizione di Roma, quella politica, a questa. E l'uninominale, scusate se insisto.

 
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