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Pannella Marco - 30 settembre 1992
GLI ARRESTI IN ABRUZZO - PANNELLA: CENTINAIA DI PERSONE DOVREBBERO GIA' ESSERE IN CARCERE AD ESPIARE LE PENE PER I LORO PECULATI, LA CORRUZIONE E CONCUSSIONE SISTEMATICA DELLA PARTITOCRAZIA. L'ARRESTO SPETTACOLARE DI QUASI TUTTA LA GIUNTA, OGGI, AUMENTA LE PREOCCUPAZIONI...

SOMMARIO: L'ondata di arresti compiuti dalla magistratura abruzzese non può non apparire "aberrante o comunque spropositata". Solo gli "stolti" possono plaudire all'arresto "di quasi tutta la Giunta", dopo che troppo a lungo quella stessa magistratura ha assicurato "l'impunità per i potenti ed i loro valvassini". L'operazione compiuta dalla magistratura non è caratterizzata dai requisiti di necessità, opportunità e prudenza, ecc., che sarebbero stati necessari.

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 30 settembre 1992)

"Dovrei gioire, sembra, perché dalla magistratura abruzzese, affossatrice abituale delle ragioni del diritto e della democrazia in tante occasioni e luoghi, si è passati ad una azione senza precedenti in Italia, e non solamente in Italia.

Dovrei gioire, e magari attendermi l'estensione per altre vicende, teramane, regionali, degli arresti a tanti pretesi oppositori storici, addetti per decenni alla spartizione consociativa delle spoglie dello Stato di diritto e dei diritti democratici, anche in Abruzzo.

Dovrei rivendicare non solamente i miei e nostri comizi, interventi televisivi e no, ma i nostri pratici comportamenti, che ci hanno a lungo tenuti fuori dalle Istituzioni abruzzesi, dal voto di un elettorato anch'esso in larga parte corrotto, ci hanno isolati, e marginalizzati con voti non positivi e adeguati.

Preferiamo, invece, in questo momento, dire che la operazione, sul piano tecnico-giuridico, per quanto se ne sa, mi appare o aberrante o comunque spropositata. La necessità degli arresti di quasi tutta la Giunta, per rafforzare le indagini, è precedente che solamente gli stolti possono accettare senza riserve.

Non vorrei che, in tal modo, si cominciassero a incarcerare decine e decine di consiglieri comunali, di Sindaci e di Giunte, senza necessità, e dopo che il silenzio ed il sistema omissivo realizzato dalla magistratura abruzzese in modo quasi scientifico, ha costituito una sorta di proclamazione di impunità per i potenti ed i loro valvassini, una sorta di indiretta istigazione a delinquere.

Sono convinto che in Abruzzo vi sono centinaia di persone che, in uno Stato di diritto, dovrebbero trovarsi in carcere, ad espiazione delle pene loro regolarmente inflitte.

Ma non sono affatto convinto che l'operazione odierna sia caratterizzata dai requisiti di necessità, di opportunità, di prudenza, di equità, di intransigente e serena fermezza.

Temo, anzi, che ci si trovi dinanzi ad un episodio deplorabile, al difetto di eccesso, dopo decenni di difetti di difetto.

E, fino a prova del contrario, se un sistema di associazione per delinquere partitocratico sta venendo alla luce, sarebbe opportuno e serio che i complici di sempre non pretendano di fare o di presentarsi come arcangeli o giustizieri".

 
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