SEMINARIO DELLA LISTA PANNELLA - Sabaudia, 30 agosto 1993Nota a cura di Elio Vito
SOMMARIO: la descrizione di alcuni possibili scenari di presentazione di liste elettorali o di presenza elettorale da parte del "movimento dei club - liste Pannella".
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Può essere forse utile ricordare preliminarmente le caratteristiche essenziali della Lista Pannella e del Movimento dei Club Pannella.
La Lista Pannella è stata presentata alle scorse elezioni politiche per la Camera dei Deputati (per il Senato la Lista Pannella era presente solo in Lazio e Lombardia), per simulare, prefigurare, come si sarebbero svolte e/o dovute svolgere le elezioni con il sistema maggioritario uninominale ad un turno: non liste di partito, ma candidature di "persone" nei diversi collegi; una competizione elettorale che vede contrapporsi non partiti ma persone.
La Lista Pannella è stata quindi, nel sistema proporzionale, una proposta di metodo che ha indicato anche con la sua stessa "forma" come superare il metodo proporzionale.
I candidati con la Lista Pannella, si sono riconosciuti tanto nel programma, quanto nell'indicazione della persona per attuarlo, nella "leadership di legislatura", Marco Pannella, appunto.
Analogamente, agli elettori è stato proposto un modello chiaro, immediatamente comprensibile, che offre già nel simbolo e nella denominazione il contenuto stesso della proposta politica.
Il Movimento dei Club Marco Pannella, di lotte civili, ambientaliste e per la riforma è il soggetto politico corrispondente alla Lista Pannella, secondo il modello del partito "leggero", non strutturato in sezioni, federazioni, comitati, ma costituito da Club di cittadini, che autonomamente si organizzano.
Ora, è evidente che la prima questione è come e se porre la Lista Pannella ed il Movimento dei Club rispetto al nuovo sistema elettorale, che non è più proporzionale, ma non è ancora davvero maggioritario uninominale. (( In realtà, "l'inquinamento" al sistema maggioritario non deriva tanto e solo dalla quota proporzionale ma piuttosto da una serie di meccanismi che non garantiscono la necessaria completa separazione delle due competizioni, uninominale maggioritaria e proporzionale. Si pensi al divieto di candidature indipendenti per la Camera, all'obbligo per i candidati uninominali di collegarsi con una lista proporzionale ed alla possibilità di collegarsi anche con più liste, ai simboli delle liste collegate che compaiono affianco al nome del candidato uninominale, allo scorporo. ))
Pertanto, prima di esaminare alcune ipotesi relative alla presentazione di liste, occorre tenere presente che le leggi elettorali prevedono, sinteticamente e schematicamente:
- divieto di candidarsi sia per la Camera che per il Senato;
- possibilità di candidarsi per la Camera in un solo collegio uninominale maggioritario e in non più di tre Circoscrizioni per la parte proporzionale, per il Senato in un solo collegio;
- per la Camera, le candidature per la parte proporzionale avvengono su "liste bloccate" (senza possibilità di esprimere preferenze, l'elezione avviene in base all'ordine di presentazione) composte da un numero di candidati non superiore ad un terzo di quelli assegnati alla Circoscrizione, alternando uomini e donne (ad esempio a Roma per la parte proporzionale sono da eleggere 10 deputati e le liste non possono essere composte da più di quattro candidati);
- per la Camera accedono al riparto dei seggi della parte proporzionale solo le liste che ottengono almeno il 4% del totale dei voti validi;
- per il Senato il recupero per la parte proporzionale avviene a livello regionale (quindi con una soglia implicita molto elevata, dell'8 - 10 %), con elezione dei candidati nei collegi uninominali non eletti in ragione maggioritaria (per il Senato, dove il voto è su unica scheda, è possibile presentare candidati indipendenti, che dichiarano di non concorrere al recupero proporzionale);
- scorporo dalle liste proporzionali dei voti ottenuti dai candidati uninominali collegati eletti con il sistema maggioritario (si scorporano i voti necessari all'elezione del candidato uninominale, cioè se il candidato Tizio collegato alla liste A ottiene 10.000 voti ed il candidato Caio collegato alla lista B ottiene 5.000 voti, alla lista A saranno tolti nell'assegnazione dei seggi proporzionali 5.001 voti;
- per la Camera, dove è possibile il collegamento con più liste, lo scorporo avviene proporzionalmente tra tutte le liste che hanno sostenuto il candidato eletto nel Collegio uninominale (riprendendo l'esempio precedente, se il candidato Tizio è collegato con le liste A, C, D, E, a queste liste saranno complessivamente sottratti i 5.001 voti);
- obbligo per tutti di raccogliere le firme per la presentazione di candidature nei collegi uninominali e delle liste proporzionali (è stata abolita l'esenzione dalla raccolta per le liste già rappresentate in Parlamento).
A questo punto, possiamo considerare alcuni possibili scenari di presentazione di liste, le modalità tecnico-politiche, in base alle nuove leggi:
A) Autonoma presentazione di Liste Pannella, per Camera e Senato, sia per la parte proporzionale che quella maggioritaria.
B) Autonoma presentazione di Liste Pannella per la parte proporzionale alla Camera ed alleanze con altri soggetti ed altre liste per la presentazione di candidature comuni nei collegi uninominali.
C) Aggregazione intorno agli obiettivi della riforma complessiva dello Stato in senso "anglosassone" ed alla leadership di Pannella di un'area più vasta di quella delle Liste Pannella, liberal-democratica, con presentazione di candidature nei collegi uninominali collegate a quest'unica nuova grande forza politica.
D) Presentazione e sostegno di candidati uninominali "indipendenti" che si riconoscono negli obiettivi di riforma della Lista Pannella e sono interessati a concorrere solo alla competizione maggioritaria nel proprio collegio; questi candidati, essendo obbligati a collegarsi ad una lista proporzionale, presentano una propria lista "di comodo" ai soli fini dello scorporo (che si può chiamare anche "Candidati uninominali indipendenti" e comunque è composta solo dagli stessi candidati nei collegi uninominali); la Lista Pannella si presenta autonomamente solo per la parte proporzionale, ma appoggia questi candidati uninominali con i quali può stringere anche "accordi di legislatura", senza risentire gli effetti dello scorporo in caso di loro elezione.
Come si vede, si tratta di quattro ipotesi completamente differenti tra di loro.
Con la prima, si sceglie consapevolmente di concorrere da soli, pur sapendo che si rischia di acquisire una rappresentanza fortemente minoritaria o di non acquisirla affatto (sbarramento del 4% per la parte proporzionale e possibilità di successo in pochi collegi uninominali, dove si presentano i candidati più rappresentativi, o solo in quello in cui si presenta Pannella), ma tutelando il rigore, l'integrità e la completezza degli obiettivi e del progetto complessivo di riforma, senza inseguire accordi per ragioni strumentali, di mero opportunismo.
La seconda ipotesi, prevede una sorta di "adattamento" della Lista Pannella alle leggi elettorali. Si tratta di utilizzare tutti i meccanismi, anche quelli più "perversi" previsti dalla legge elettorale (compresi i cosiddetti "mammozzi", cioè più simboli di liste che accompagnano un candidato uninominale). E' un pò quello che faranno tutti gli altri partiti e partitini, chi in condizioni di forza, chi no. E' evidente che un giudizio completo su questa ipotesi, dipende dalle condizioni e dalle modalità con le quali si stringono le alleanze, con quali forze, per quali candidati, con quali prospettive (e queste valutazioni sono rinviate ad altra parte del seminario).
La terza ipotesi è sicuramente la più ambiziosa e necessita di una serie di valutazioni e riflessioni complessive. Si tratta, in sostanza, di prevedere ed organizzare un vero e proprio Partito democratico. La questione dei tempi a disposizione per realizzare un simile progetto è chiaramente fondamentale. Comunque, una scadenza ravvicinata delle elezioni politiche anticipate potrebbe limitare o precludere un tentativo così ampio e complesso. Oltre alle difficoltà derivanti dai tempi a disposizione, c'è da considerare che l'ipotesi del Partito Democratico se teoricamente è la più auspicabile è anche però adatta per un sistema maggioritario puro, mentre in un sistema elettorale ibrido e pasticciato come questo, potrebbe raccogliere risultati inferiori a quelli possibili.
Per quanto riguarda l'ultima ipotesi, e' evidente che le difficoltà maggiori derivano dal dovere di fatto "gestire" in qualche modo due liste proporzionali, cercando di farne votare solo una o soprattutto una. Con tutti i rischi, in termine di confusione e di giudizio dell'opinione pubblica, che questo comporta. Il vantaggio è quello di avere per la parte maggioritaria candidati "indipendenti", che non sono espressione di nessun partito, con un loro autonomo radicamento nel territorio, che raccolgono da soli le firme per la presentazione delle candidature, si riconoscono negli obiettivi della Lista Pannella ma non sono della Lista Pannella. Per questo dovrebbero in qualche misura puntare per la loro elezione solo nella competizione maggioritaria e sostenere la Lista Pannella per la parte proporzionale, piuttosto che la loro lista "di scorporo". Questi candidati, potrebbero così presentarsi autonomamente, senza vincoli ed appartenenze di partito, ma essendo collegati con un progetto nazionale di riforma; non
candidati isolati, dunque, ma candidati indipendenti collegati tra di loro da obiettivi comuni, con la Lista Pannella.
Dunque, aldilà delle diverse ipotesi tecnico-politiche prospettate, ci sono almeno due condizioni che emergono come comuni a tutte le ipotesi descritte e che si ritiene sia necessario realizzare:
1) in qualsiasi caso, organizzare un proprio autonomo soggetto politico nazionale. Si può discutere se questo soggetto debba essere la Lista Pannella come sinora concepita, ma, per adesso, si osserva soltanto che il metodo di presentare immediatamente, già nel simbolo elettorale, il nome del candidato leader, offre notevoli vantaggi di riconoscibilità, chiarezza e comprensione; vantaggi che probabilmente con il nuovo sistema elettorale e nell'attuale contesto politico sono addirittura maggiori.
2) comunque, prevedere modalità di presentazione e sostegno sia per la parte maggioritaria, che per la parte proporzionale. Non pare opportuno, infatti, organizzarsi per concorrere solo alla assegnazione del 25 % dei seggi con la parte proporzionale, rinunciando ad essere presenti, direttamente o indirettamente, nella competizione principale, alla assegnazione del 75 % dei seggi. Anche perché, per le prossime elezioni, pare decisivo, anche per raccogliere consensi nella parte proporzionale, che si presenti una proposta complessiva, che offra soluzioni e prospettive per il governo del Paese. Nè pare plausibile che proprio il principale sostenitore del sistema uninominale maggioritario, si "rifugi" poi nella quota proporzionale, rinunciando ad essere in qualche modo presente alla competizione nei collegi. Certo, come si è visto, c'è poi da discutere se questa presenza debba essere diretta, con propri candidati o con candidati comuni ad altre forze, o indiretta, con candidati uninominali che autonomamente "ad
eriscono" alla proposta Pannella.
O, si può ancora discutere se la presenza nella competizione maggioritaria debba essere estesa a tutto o quasi il territorio nazionale o se limitata e ridotta ad alcune zone del Paese. Si pensi, ad esempio, al centro-sud, dove l'assenza della Lega ed il disfacimento del sistema clientelare-assistenziale possono offrire maggiori possibilità di iniziativa e di successo. Comunque, pare inevitabile prevedere che, in qualche modo ed in qualche misura, si abbiano delle proposte politiche e si forniscano delle indicazioni per le candidature e la competizione elettorale in un buon numero di collegi uninominali.
Per quanto riguarda le elezioni amministrative, anche qui le diverse ipotesi e possibilità di presentazione di Liste Pannella vanno confrontate con i meccanismi concreti previsti dalla legge e naturalmente con le diverse realtà locali.
Come si vedrà, una parte dei problemi sono simili a quelli incontrati per le elezioni politiche.
Si ricorda solo che se per i Comuni fino a 15.000 abitanti vige un sistema maggioritario puro, dove la lista che ottiene più voti ottiene la maggioranza assoluta dei voti ed il Sindaco, ben diversa è la situazione per i Comuni con più di 15.000 abitanti.
Qui, il sistema elettorale incoraggia la presentazione di più liste che si coalizzano tra di loro, al primo o al secondo turno, solo sul nome del candidato-sindaco. Non è previsto il sistema maggioritario, ma il proporzionale con premio di maggioranza.
Alla coalizione di liste che sostengono il candidato risultato vincente è assegnato il 60 % dei seggi, che le liste coalizzate si distribuiscono proporzionalmente in base ai voti ottenuti al primo turno. Il restante 40 % dei seggi è attribuito proporzionalmente a tutte le altre liste.
La presentazione autonoma di Liste Pannella è sicuramente possibile nei Comuni dove ci sono delle presenze e dei radicamenti (anche per le elezioni amministrative occorre comunque raccogliere le firme per presentare le liste). Ma, rimane pur sempre la questione del candidato Sindaco: si può sostenere da soli un proprio candidato "di bandiera" od allearsi con altre forze e liste per avere un candidato Sindaco comune.
Però, a parte la questione di quali alleanze e della loro omogeneità su tutto il territorio nazionale, occorre valutare che se l'obiettivo vuole essere anche solo quello di ottenere almeno una rappresentanza nei Consigli Comunali, difficilmente la si può raggiungere con le percentuali basse prima sufficienti.
Infatti, con il premio di maggioranza attribuito alle liste che sostengono il candidato-vincente, lo stesso risultato elettorale, poniamo del 2,5 - 3 %, potrebbe consentire in alcuni casi di eleggere almeno un Consigliere solo se si fa parte della coalizione vincente.
Pertanto, nell'ipotesi di presentazione di Liste Pannella autonome, che sostengono anche da sole un candidato-Sindaco e che al secondo turno non si alleano con nessuno, occorre prevedere una lista, delle candidature, una presenza in campagna elettorale, molto forte, per poter poi ottenere dei buoni risultati elettorali che consentono di entrare autonomamente in Consiglio, senza usufruire del premio di maggioranza. Comunque, questa rappresentanza in Consiglio sarà sottostimata rispetto alla percentuale di voti ottenuti, perché i seggi non sono assegnati rispetto al totale di Consiglieri da eleggere, ma solo rispetto al 40 %.
L'altra ipotesi è, naturalmente, quella di presentare la Lista Pannella, ma, sostenendo, anche solo al secondo turno, un candidato Sindaco in comune con altre forze e liste; in questo caso, se si usufruisce del premio di maggioranza, può essere sufficiente per ottenere almeno un seggio, anche una percentuale del 1,5 - 2 % dei voti.
Appare chiaro, allora, che in entrambe le ipotesi è necessaria la organizzazione autonoma e riconoscibile del nostro soggetto politico. Sia per raggiungere le percentuali necessarie se ci si presenta da soli, che per poter fare accordi, coalizioni, alleanze, influenzandone le decisioni e le condizioni in virtù della propria autonoma forza.
Si consideri ancora che le decisioni relative alla presentazione, alle candidature ed alle alleanze non possono essere più prese all'ultimo momento, perché occorre prima raccogliere le firme per presentare una lista e le firme vanno raccolte già sulla lista con i candidati, il programma ed il candidato Sindaco.
Infine, alcune ultime informazioni e considerazioni rispetto alle legge elettorale comunale.
Ci si può ancora candidare contemporaneamente in due Consigli Comunali, salvo opzione in caso di doppia elezione, ma non si può essere contemporaneamente candidati a Sindaco in un Comune ed a Consigliere in un altro o candidati a Sindaco in più di un Comune. Per le liste che ottengono almeno un seggio, è proclamato in Consiglio Comunale innanzittutto il loro candidato Sindaco se risultato sconfitto e poi i candidati consiglieri secondo i voti di preferenza ottenuti (è prevista la preferenza unica).
L'elettore può esprimere due voti su un'unica scheda: uno per il Sindaco ed uno per la lista in Consiglio Comunale (con possibilità di dare una preferenza). Può così votare anche una lista e un candidato Sindaco diverso da quello indicato dalla lista votata. Ma, si può anche esprimere un solo voto: per il Sindaco (e non si partecipa al voto per il Consiglio) o solo per una lista (ed in questo caso al candidato Sindaco della lista votata è comunque attribuito un voto).
Infine, è necessario ricordare che è prevista una regolamentazione delle campagne elettorali molto rigida, con obbligo di presentare un bilancio preventivo delle spese, con l'obbligo per i mezzi di informazione di assicurare la parità degli spazi ma anche con il divieto di effettuare spot.