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Comitato Promotore Esecutivo - 4 febbraio 1956
RELAZIONE DEL COMITATO ESECUTIVO PROVVISORIO AL PRIMO CONVEGNO NAZIONALE DEL PARTITO RADICALE
(Roma, 4-5 febbraio 1956 - Carte Cattani)

SOMMARIO: Aprendo i lavori del primo Convegno Nazionale del Partito radicale, convocato a Roma il 4-5 febbraio 1956, i membri del Comitato Promotore Esecutivo tracciano un rendiconto dell'attività svolta fino a quel momento, demandando ai lavori del Convegno stesso la definizione dei temi e l'ordine dei lavori. Il Comitato ritiene di aver positivamente assolto l'incarico ricevuto, di lanciare il primo appello alla costituzione del nuovo partito e di compiere i primi passi organizzativi. Il risultato del lavoro è la convocazione del Convegno, al quale pertanto il Comitato rassegna il mandato. Il Comitato suggerisce quindi al Convegno alcuni temi su cui discutere e decidere: in particolare l'esame dello Statuto provvisorio e l'elezione degli organi direttivi ed esecutivi. La relazione passa poi ad analizzare i risultati conseguiti sul piano organizzativo, soprattutto per quel che riguarda i rapporti con i primi nuclei costituitisi in tutta Italia. Vengono quindi ricordati e messi a fuoco alcuni dei principi e

valori di fondo su cui il Partito radicale dovrà crescere, nel rafforzamento di quelle caratteristiche di sobria pragmaticità che dovrebbe distinguerlo da tutti gli altri, impregnati di vuoti e pericolosi ideologismi, così da farne non un ennesimo "piccolo partito", ma un punto "unificatore" delle forze ideali che non si richiamano al marxismo, al confessionalismo o al conservatorismo.

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Cari amici radicali,

i membri del Comitato Promotore Esecutivo, aprendosi i lavori di questo primo Convegno Nazionale del Partito, rivolgono il più affettuoso saluto e augurio agli amici convenuti a Roma da tutta Italia.

Il Comitato Promotore Esecutivo ritiene di aver assolto il mandato affidatogli di lanciare il primo appello e compiere i primi atti organizzativi intesi a coordinare la spinta e la aspettazione che salivano da vasti settori della più consapevole opinione democratica perché si desse finalmente vita ad una formazione politica veramente moderna, libera da preconcetti, soggezioni e compromessi col passato, sensibile ed aderente ai bisogni sociali ed alla aspirazione di rinnovamento politico e morale del Paese, capace di dare nuovo vigore e coesione a tutto il settore della sinistre democratica laica.

Questo appello ha ricevuto pronta e positiva risposta da parte di numerose personalità indipendenti e di gruppi politici che hanno sentito chiaramente appagate le loro aspirazioni nella iniziativa radicale. Va segnalato fra questi apporti quello di autorevoli esponenti del Movimento di Unità Popolare i quali hanno ritenuto di portare personalmente il proprio contributo alla formazione del partito ed alla determinazione della sua fisionomia politica. A seguito di queste prime larghe adesioni il Comitato Esecutivo Provvisorio si è integrato chiamando a farne parte Leopoldo Piccardi e Leo Valiani.

Al termine di questa prima fase il Comitato Promotore Esecutivo integrato, ritenendo di avere esaurito il compito organizzativo affidatogli ha avvertito la necessità di deporre il proprio mandato ottemperando senza indugio all'impegno fondamentale di sottoporre tutto lo sviluppo e l'azione del Partito alla più vasta e costante consultazione delle rappresentanze periferiche.

Conseguentemente, valendosi dei poteri conferitogli, ha convocato questo primo Convegno Nazionale del Partito Radicale chiamando a parteciparvi esponenti dei Gruppi Promotori Provinciali, personalità della cultura, delle professioni, del lavoro, con un criterio dettato dalla necessità di contenere entro certi limiti l'ampiezza dell'invito e con la riserva di successive integrazioni consigliate da involontarie omissioni e dalla opportunità di includere elementi rappresentativi di Comitati Promotori di nuova formazione.

Il Convegno Nazionale stabilirà a suo giudizio gli argomenti da trattare e l'ordine dei lavori. Il Comitato Promotore Esecutivo propone che il Convegno Nazionale debba intanto:

a) esaminare la Relazione del Comitato Promotore Esecutivo sull'espletamento dei compiti affidatigli;

b) dare al Partito uno Statuto Provvisorio che dovrà valere fino alla convocazione del primo regolare Congresso Nazionale;

c) eleggere gli organi direttivi ed esecutivi che, conformemente a tale Statuto, dovranno, provvisoriamente reggere il Partito, perfezionarne la organizzazione ed attuare le direttive politiche il Convegno Nazionale stesso deciderà nella presente e nelle successive sue convocazioni.

"Organizzazione del Partito"

E' stata inizialmente predisposta una Sede Centrale nei locali di Piazza Teatro di Pompeo, dotandola del personale di Segreteria e dell'attrezzatura necessaria. Tale sede è stata ora destinata in parte alla Organizzazione Giovanile ed in parte alla Sezione Romana del Partito. Una nuova Sede Centrale definitiva dotata di più ampi locali e di più centrale ubicazione ospita oggi questo primo Convegno Nazionale con un decoro confacente alle esigenze del Partito.

L'Ufficio di Segreteria ha svolto in questa prima fase organizzativa una intensa attività di contatto con i Comitati Promotori Provinciali e con tutti gli elementi che da ogni parte d'Italia hanno manifestato il loro consenso ed offerto la loro collaborazione.

La diffusione della "Dichiarazione Programmatica", l'invio del "Bollettino di informazione", la distribuzione di materiale vario, moduli di iscrizione ecc., la raccolta dei nominativi non solo degli aderenti ma di quanti hanno manifestato comunque interesse e simpatia verso l'iniziativa radicale, hanno proceduto con alacrità richiedendo il disbrigo di un lavoro di cospicua mole ed urgenza a cui l'Ufficio di Segreteria ha risposto con singolare efficienza.

Un invito ad inviare relazioni dettagliate sulla situazione politica ed amministrativa delle varie zone e sulle prospettive locali di affiliazione al Partito è stato diramato a tutti gli interessati. Si può affermare che non vi è zona d'Italia da cui Comitati o singoli individui promotori non abbiano esaurientemente risposto a tale invito.

Prese di contatto personali con i più importanti Comitati o gruppi promotori sono avvenute nel frattempo in occasione di visite e riunioni locali che hanno dato il più incoraggiante risultato.

Dopo i comizi che si sono tenuti a Genova, Milano, Roma e Torino con grande concorso di pubblico e notevole successo, un programma di pubbliche manifestazioni nei principali centri italiani è in corso di elaborazione e verrà attuato a cominciare dalla seconda quindicina di febbraio, secondo intesa con i vari Comitati Promotori.

Si può affermare che, grazie al generoso concorso e al vivo affiatamento tra centro e periferia, nel brevissimo spazio di tempo intercorso dalla fondazione del Partito, una fitta rete d'intese e di attive collaborazioni è stata stabilita su base nazionale. In un fervore di iniziative procedenti ad intenso ritmo, la organizzazione dei primi nuclei del Partito si va formando spontaneamente dalle grandi città ai più piccoli centri in una distribuzione territoriale ancora irregolare ma soddisfacentemente completa ed in una manifestazione di interesse che tocca tutti i settori sociali. Sedi si sono aperte e si stanno inaugurando per iniziativa e con mezzi locali, nei principali centri da Torino a Milano, da Trieste a Bologna, da Firenze a Roma, da Napoli a Bari. Ragguagli su importanti e modesti inizi di organizzazione ci giungono continuamente accompagnati da richieste d'informazioni e di materiale di propaganda; una attiva corrispondenza anche individuale costituisce, da Udine a Ragusa, il tramite vivo e sensib

ile fra la responsabilità che il Partito si è assunto con la sua proposta politica e le speranze che essa desta fra uomini provenienti da altre esperienze di partito o nuovi a qualsiasi appartenenza politica.

Allo stato delle cose, e senza voler manifestare facili ottimismi nel giudicare un'impresa politica che sarà di lunga lena, si può seriamente constatare che il Partito Radicale ha toccato fin dagli esordi una sua maturità ed ha assunto un volto inconfondibile, rivelandosi un elemento chiarificatore capace di rispondere alla ansiosa aspettazione della più responsabile coscienza democratica.

Il Comitato Esecutivo ha pensato di rispondere a questa aspettazione e di interpretare fedelmente le indicazioni del Comitato Promotore avviando fin dall'inizio il Partito ad una funzionalità non burocratica e direzionale, ma articolata e multipla, arricchita cioè dall'apporto costante di tutti gli elementi capaci di un costruttivo intervento.

Le stesse origini del nostro Partito vogliono che la sua attività non si concentri chiusa in uno schermo rigido, ma si diffonda in un vivo ricambio delle strutture collaterali ed affini, nei Circoli di Cultura, nelle Consulte, nei Convegni dedicati a particolari problemi (come quello che sta per essere indetto sul problema della Scuola), nei Centri di Studio e di lavoro, nelle Commissioni (come quella che ha iniziato in questi giorni la sua indagine per una legislazione antimonopolistica), ed in ogni altra forma in cui il serio, dibattito delle idee ed il profondo studio dei fatti conferiscano alla azione politica del Partito alimento di conoscenza e quindi piena responsabilità.

Un paese di alta civiltà come l'Italia non può lasciare insoluto un problema come quello della disoccupazione o della sottoccupazione che costituisce una piaga di gravità ed estensione sconosciute agli altri paesi modernamente organizzati. E' in questa particolare situazione del nostro paese che il comunismo trova un alimento superiore a quello che riesce a trovare in altri paesi occidentali ove la democrazia, con le sue forze ed il suo metodo, ha avuto il coraggio e la capacità di affrontare e avviare a soluzione il problema delle masse lavoratrici. Non vi è infatti difficoltà che possa esentare dal dovere di un radicale rimedio un paese come il nostro ove l'esuberante sfoggio del superfluo offre largo margine al soccorso del necessario. Nel quadro di questi doveri è ormai tempo di affrontare il problema del controllo delle attività previdenziale ed assistenziale degli Istituti per le Assicurazioni Sociali, un complesso di istituzioni che assorbe oggi una somma di contributi che si avvicina al 50% degli int

roiti fiscali dello Stato e si rivela tuttavia inadeguata ai suoi fini.

Mosso da questa visione della realtà attuale della vita italiana e animato dal fermo proposito di procedere per una via di generale ed effettiva redenzione umana dall'oppressione della miseria verso una libertà non soltanto teorica a vera e operante per tutti, il Partito Radicale rifugge dalle battaglie puramente ideologiche che mentre dividono i cittadini secondo schemi astratti e criteri sempre funesti di discriminazione politica e religiosa, li allontanano dall'attiva collaborazione per la risoluzione di problemi concreti. Esso tende perciò ad un programma di azione positiva, cioè ad un piano di lavoro impostato su una serie di questioni precise, affrontare gradualmente ma decisamente secondo la loro importanza e urgenza.

Il Partito Radicale persevererà nel metodo adottato nelle iniziative precedenti dei suoi promotori che già hanno affrontato problemi come quello dei monopoli e degli idrocarburi sottoponendoli ad un severo studio e proponendoli alla opinione pubblica con la indicazione dei mezzi atti a risolverli.

Lo stato di scoraggiamento per cui il paese si va distaccando dalla affezione alle istituzioni democratiche, dipende dal fatto che nessuna delle formazioni politiche esistenti intermedie fra i due blocchi del comunismo e della democrazia cristiana, ha dimostrato di sapere e di potere prendere l'iniziativa per una raccolta di tutte le energie della sinistra democratica laica, cioè di una democrazia autenticamente italiana nella più moderna interpretazione delle tradizioni risorgimentali del passato e delle esigenze sociali dell'avvenire.

E' nel vuoto creato dalla frantumazione di queste forze, dalla loro isolata sopravvivenza in formazioni talvolta chiuse e gelose, dal decadere del loro peso fisiologico al di sotto dei limiti di una sana vitalità e dalla loro caduta in stato di soggezione verso forze e interessi estranei o contrari alla loro natura e la loro ufficio, è in questa vacanza di un nucleo compatto e autonomo di centro-sinistra che l'iniziativa radicale è chiamata ad inserirsi per forza di cose, per istintiva indicazione della pubblica voce.

Noi non sorgiamo e non ci svilupperemo per offrire alla democrazia italiana la presenza di un nuovo piccolo partito. Molti fra noi hanno sofferto l'esperienza della vita o delle difficoltà dei partiti minori; e da essa hanno tratto la persuasione della necessità di lanciare un appello unificatore nella vasta zona italiana che il marxismo, il confessionalismo ed il conservatorismo, lasciano sgombra per l'ingresso di un'energia che sia insieme di propulsione di equilibrio e di disciplina.

Noi volgiamo raccogliere gli elementi vitali di questo vasto settore e volgerli alla soluzione dei problemi italiani, in modo da arrestare la duplice emorragia che la democrazia italiana soffre per l'esasperato ricorso alle malsane soluzioni della estrema sinistra e della estrema destra. Ma noi volgiamo insieme evitare la polarizzazione della lotta tra comunismo e clericalismo che costituisce da anni il ricatto alla vita politica italiana ed impedisce di fatto la possibilità di quel ricambio democratico che è l'essenza di un regime di libertà nella vita pubblica.

 
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