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Pannella Marco - 9 settembre 1969
APPELLO AI LETTORI
di Marco Pannella

SOMMARIO: Un appello con il quale Marco Pannella invita tutti a partecipare alle varie manifestazioni ed iniziative promosse dalla Lid per ottenere che il Parlamento voti il progetto divorzista entro la fine di settembre. Sulla conquista del divorzio e l'abrogazione del Concordato è possibile la vittoria dell'unità laica sul tetro schieramento clerico-fascista, vittoria questa che significherebbe dare dignità e spesso la felicità ai cittadini. Il pericolo di nuovi connubi tra Pci e Dc sul divorzio.

(IL DIVORZISTA, 9 settembre 1969)

Agosto, prima settimana di settembre: i pochi deputati che s'incontrano a Roma, sui treni, o casualmente nei luoghi di villeggiatura sono unanimi. Quasi con aria di condoglianza e - anche - di chi in fondo vuol dirti "l'avevo sempre previsto. Non poteva che andare così" ci dicono: "Ormai, c'è ben poco da fare. Addio divorzio per un bel po' di tempo!".

Non si tratta, qui, di dichiarazioni pubbliche, sospette di essere interessate, esagerate per necessità di polemica fra i vari partiti, pronti ad accusarsi dei più perversi propositi e costumi politici; ma dell'esprimersi un'opinione sincera.

Lo scrivono anche i giornali, lo sente la gente: per ora, non ci sarà il divorzio.

E' dunque vero?

Nel numero precedente di "Il Divorzista" abbiamo informato la maggior parte degli amici che riceveranno questo foglio delle difficoltà della situazione, dei pericoli molto gravi cui andiamo incontro, del fatto che è il tutto per tutto, forse, che adesso si gioca in Parlamento sul divorzio. Non ripeteremo ora perché e con quali presupposti, con quali forme d'azione da parte innanzitutto di voi lettori, noi pensiamo invece che sia possibile ottenere che il Parlamento voti sul progetto Fortuna (e lo approvi a maggioranza) entro la fine di settembre o i giorni immediatamente successivi. Le informazioni e le indicazioni che abbiamo dato il 31 agosto restano valide: ma è urgente aggiornarle ed integrarle.

Per prima essenziale notizia v'è la decisione che abbiamo preso con l'on. Fortuna di organizzare una nuova grande manifestazione che sia ancor più impegnativa e numerosa di quella di Piazza Navona, il 21 settembre, a Roma, in piazza Cavour, due giorni prima della riapertura della Camera dei Deputati, perché finalmente si giunga al voto - e non all'insabbiamento - definitivo del progetto di divorzio.

Dovremo dimostrare che la nostra non è la pretesa di un pugno di massimalisti del divorzio ma la fedele, doverosa espressione di una irrecusabile volontà democratica e popolare che nel paese s'estende sempre più esasperata ormai fino ad un umano, comprensibile sentimento di sdegno e di rabbia. La parola d'ordine è: "tutti i militanti laici, tutti i divorzisti, tutti i fuori-legge del matrimonio si incontrino il 21 aprile a piazza Cavour!".

Ancora una volta non avremo manifesti per le strade di Roma, non avremo l'aiuto dei desolanti e ottusi apparati dei partiti democratici laici della capitale, non quello di decine o centinaia di funzionari e di attivisti ingaggiati per assicurare il successo della manifestazione. E' grazie ad "ABC", per la gran parte, che questo stesso numero di "Il Divorzista" oggi vi raggiunge, che un centinaio di migliaia di volantini potrà aggiungersi agli altri modesti mezzi di propaganda che usualmente adoperiamo. Lo stesso settimanale - con cui era per un momento sembrato che si fosse interrotta la ormai tradizionale collaborazione - sulle sue colonne, pubblicando articoli di Loris Fortuna e sottolineando l'importanza della riunione ci avrà dato un contributo essenziale, del quale dobbiamo dargli atto e per cui tutti lo ringraziamo.

Ma con tutto ciò, al massimo un decimo della popolazione Romana, e - contando sull'enorme capacità di slancio delle delegazioni della LID - un centesimo di quella nazionale sapranno con sufficiente precisione di questo appuntamento, di questa necessaria prova di forza. Vale a dire che poco più di un milione di italiani simpatizzanti per il divorzio e, fatte le proporzioni, poco più di centomila di effettivi divorzisti saranno al corrente della cosa. Togliete coloro che, per motivi economici, geografici, di salute, d'età, non potrebbero comunque, anche volendolo fermamente, intervenire. Aggiungere anche la stanchezza, l'esaurimento di quelle migliaia di militanti laici e divorzisti che da anni si battono e ogni giorno danno un contributo di tempo, di lavoro, di danaro, di dedizione civile eccezionale per il nostro paese, e avrete chiaro, amici lettori, quanto la personale responsabilità di ognuno di voi, di ciascuno che scorre queste righe, sia determinante e necessaria perché non si rischi un insuccesso che

trasformerebbe il comizio del 21 settembre in un aiuto ai nostri avversari già così forti e pericolosi e sul punto, stavolta, di farcela. Ciascuno, dunque, faccia quel che s'augura che "gli altri" facciano; ciascuno convinca i suoi familiari, i suoi amici, i suoi compagni di lavoro, i suoi compagni politici ad intervenire. Ed è alla coscienza della cittadinanza romana, dei singoli democratici romani che il nostro appello, evidentemente, è innanzitutto rivolto. Pensino che molte centinaia di cittadini verranno certamente, con i loro mezzi, fra una giornata di lavoro e l'altra, a Roma dai punti più lontani d'Italia. Confrontino quei sacrifici con le loro possibilità. E tutti si chiedano, di nuovo, quel che la conquista del divorzio, l'abrogazione del Concordato, una grande vittoria d'unità laica sul tetro schieramento clerico-fascista significherebbe per l'intero paese e per la libertà, la dignità, spesso la felicità di ciascuno.

Coloro che non verranno, che non potranno venire, inviino almeno il loro contributo finanziario, per modesto che sia, ma anche in proporzione onesta con le possibilità che si hanno. Significheranno altri giornali, altre manifestazioni, altre iniziative, più forza alla LID, dinanzi alla più difficile battaglia finale in Senato. Significherà anche la certezza del referendum abrogativo del Concordato, la liberazione della vita civile e della stessa coscienza religiosa dal più antico e mortificante servaggio. Ed in questi anni di continue lotte e di quotidiani successi contro il più prepotente degli avversari credo abbiamo dimostrato che queste non sono illusioni, né vuote parole.

Guardate: è bastata la povera controffensiva lanciata, a suon di comunicato e di dichiarazioni, e con l'aiuto di un solo numero di giornale fatto il 31 agosto, dalla LID perché, dinanzi alla nostra dichiarazione di non abbandono della lotta e della nostra richiesta di un voto immediato e pregiudiziale rispetto ad ogni altro, che la situazione già appare in questi giorni in netto miglioramento.

Dinanzi alle dichiarazioni di alcuni parlamentari dell'opposizione di sinistra, ed in particolare a quella dell'on. Menchinelli del PSIUP: ("La battaglia per il divorzio è oramai perduta". Ma questo PSIUP dove pure Basso, Libertini, Luzzatto, il gruppo parlamentare e l'unanimità della base sono con noi, sulle nostre stesse posizioni, deve finirla con questo ricorrente, continuo pericolosissimo disfattismo che finisce per costituire un vero e proprio tradimento!), ecco "Corriere della Sera", "Stampa", "Giorno", e tutti i maggiori organi di stampa segnalare con grande rilievo la risposta della LID e il nostro obiettivo: "La Camera voti subito!". Uomini politici repubblicani e socialisti unificati fra i maggiori hanno anch'essi ripreso questa tesi, sottolineandone la possibilità e la necessità di accoglimento. Stiamo d'un tratto stabilendo con i vari partiti laici, di nuovo, un dialogo serrato, che sarà certamente difficile, ma che non potrà che concludersi positivamente - se riusciremo in questi pochi giorni c

he ci restano a mobilitare tutte le nostre forze ed accrescerle - come è necessario. A parte della ripresa della preziosa ed ineguagliata collaborazione con "ABC", forse comincia ad esser lecito sperare che un settimanale come "L'Espresso", con il suo nuovo direttore Corbi, scenda anch'esso in campo, non più solo con una più o meno esatta informazione, ma con una campagna laica sul divorzio e contro il Concordato che tante volte abbiamo lamentato sostanzialmente esser mancata. La Sinistra Liberale e l'on. Baslini stanno intanto certamente facendo ogni tentativo necessario per arrivare ad una nuova, positiva chiarificazione con il PLI. Ci sembra francamente incredibile: gli unici che sembrano continuare a considerare - o meglio - a tornare a considerare la LID come una qualsiasi organizzazione di burocrati e subalterni frontisti e come inesistente sono PSIUP e PCI. Alla richiesta che abbiamo telegraficamente loro avanzato da più di una settimana di un incontro a livello di segreteria o di direzione non hanno

nemmeno risposto. Non è la prima volta. Se il valore dell'impegno divorzista di parlamentari come Jotti, Spagnoli, Guidi - per citarne solo alcuni - non fosse stato in questi anni inequivocabile, diciamo francamente che già da tempo avremmo denunciato con la opportuna chiarezza che ci si trova in realtà dinanzi ad una abitudine, e ad una "politica", intollerabili. Per un eccesso, forse, di senso di responsabilità unitaria - nella fiducia che alfine questi stupidi sistemi mutino - evitiamo ancora una volta di portare altri esempi e documentazioni in proposito. Anche perché sono personalmente convinto che non sia vero che esiste la concreta possibilità di nuovi assurdi connubi del PCI con la DC, o quanto meno la volontà di realizzarli in questa occasione, quella del divorzio, che qui, innanzitutto, deve interessarci.

Per finire: il comizio del 21 agosto costituirà anche in realtà il punto di arrivo, di altri due giorni di grande impegno laico e divorzista. Il Convegno in cui il 20 settembre discuteremo dell'organizzazione definitiva della campagna per il referendum abrogativo del Concordato vedrà certo la partecipazione di tutti quegli amici, a cominciare dai delegati e fiduciari della LID che sanno quanto, su questa iniziativa, direttamente ed indirettamente, si gioca l'effettivo, ultimo destino del divorzio in Italia. La manifestazione in Trastevere, in piazza Gioacchino Belli, del 20 settembre, costituirà oltre che una celebrazione della liberazione di Roma dal potere pontificio di un secolo fa, la prima manifestazione popolare democratica che si sarà svolta in Italia per il referendum abrogativo del Concordato. Inoltre offrirà alla LID l'occasione per il lancio ufficiale, a Roma, della sua iniziativa di raccolta di firme per assicurare, sin da ora, il raggiungimento di quell'obiettivo. La sera del 19 settembre, intan

to, si sarà tenuta la III Cena laica promossa, con l'adesione della LID, dell'ALRI e di altre associazioni democratiche, dal P. Radicale, alla quale sin da ora numerosi parlamentari e amici di ogni città dell'Italia hanno annunciato la loro partecipazione.

Sarà quindi un crescendo di lavoro, di impegno, di lotta che dovrà esser volto al potenziamento della riunione del 21 settembre. Risponderemo ancora così alla provocatoria mobilitazione dei vecchi rottami dei comitati civici, organizzata a Roma proprio per il 19 e 20 settembre dal prof. Gedda e dagli altri amici di Andreotti e Almirante.

Saremo poi, domenica mattina, in piazza Cavour, a pochi passi dal luogo ed a pochi minuti dall'ora in cui, da anni, ogni settimana, abusando del concorso dei fedeli che accorrono invocando una religiosa benedizione, si oppone il veto temporale e politico al divorzio e si attaccano i valori civili e morali, le esigenze umane e familiari che ne esigono l'introduzione anche in Italia.

 
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