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Partito radicale - 3 novembre 1970
Mozione generale approvata dal VIII Congresso del PR
Napoli, 1, 2 e 3 novembre 1970

SOMMARIO: A poco meno di un mese dal voto decisivo in Parlamento sul divorzio, il congresso di Napoli del novembre presenta due volti diversi e contraddittori. Da una parte è il congresso del partito che più di ogni altro aveva lottato per questa grande riforma civile, di un partito minoritario ma sostanzialmente vincente su un obiettivo di portata generale; dall'altra, nell'esiguità dei suoi partecipanti, mostra quanto scarso fosse ancora il seguito e la stessa militanza radicale.

Tuttavia il Congresso indica obiettivi nuovi, che negli anni ed anzi nei mesi successivi sarebbero esplosi e si sarebbero imposti alle forze politiche e all'opinione pubblica: la "liberazione" della donna e la "legalizzazione" dell'aborto. Partecipa al congresso, come movimento federato al partito, il Movimento di liberazione della donna che aveva posto all'attenzione, in nuovo modo e sconvolgente, il tema del femminismo, fin dal suo primo congresso del gennaio precedente.

Il congresso elegge segretario Roberto Cicciomessere e tesoriere Marco Pannella.

("Le lotte, le conquiste, le proposte radicali attraverso i documenti congressuali e lo statuto" - novembre 1985 - A cura di Maurizio Griffo - Opuscolo edito dalla tesoreria del Partito radicale)

MOZIONE GENERALE

L'VIII Congresso nazionale del Partito radicale tenutosi a Napoli, nei giorni 1, 2 e 3 novembre 1970, con la partecipazione di radicali e non radicali, dei gruppi federati, della Lid, dell'Alri, della gioventù repubblicana e della sinistra liberale, dopo un'ampia discussione sul significato politico della federazione e sulle persistenti carenze degli strumenti di comunicazione, di informazione e di stampa nel partito,

rileva che le analisi e gli obiettivi essenziali fissati nelle mozioni approvate dai Congressi di Ravenna e di Milano hanno trovato piena conferma e forza nello sviluppo della lotta politica in Italia;

stabilisce quindi di considerarli come indicazioni attuali per tutto il partito;

constata che la non ancora conclusa battaglia per l'approvazione della legge Fortuna-Baslini-Basso-Spagnoli e la necessità di affermare e difendere il carattere laico degli essenziali diritti civili da garantire al paese coinvolgono tuttora e sempre di più, dopo i recenti avvenimenti parlamentari, la responsabilità del Partito radicale;

constata altresì che sempre più urgente appare una concreta iniziativa politica e di massa per conquistare essenziali diritti civili, quali quelli relativi alla liberazione della donna e della società e in particolare la liberalizzazione dei mezzi anticoncezionali e la legalizzazione dell'aborto. Tale battaglia dovrà fondarsi su una stretta collaborazione operativa degli organi statutari e di tutti i militanti del Partito radicale e del movimento federato di liberazione della donna.

Il Congresso indica i seguenti obiettivi da realizzare nel 1971:

1) proseguire l'organizzazione del referendum abrogativo del Concordato da estendersi soprattutto in direzione del mondo del lavoro, negli uffici, nelle fabbriche, nelle campagne e nella scuola, impegnando la responsabilità politica delle forze sindacali laiche e democratiche e sollecitando l'azione di quegli individui e nuclei di credenti che intendono lottare contro l'abuso clericale della coscienza religiosa;

2) promuovere la contestazione e l'abrogazione della festività dell'11 febbraio e l'azione per il rifiuto dell'insegnamento confessionale nella scuola, entrambi momenti e mezzi di lotta unitaria contro il Concordato;

3) rafforzare l'impegno antimilitarista del partito:

a) patrocinando la 5· Marcia antimilitarista, considerando la eventualità di trasferire l'itinerario tradizionale Milano-Vicenza, in particolare in Sardegna, in riferimento alle esigenze di lotta antiautoritaria del gruppo radicale sardo;

b) convocando il 3· Congresso antimilitarista;

c) assicurando il collegamento dell'azione antimilitarista del Partito radicale con le organizzazioni internazionali ed estere corrispondenti;

4) imporre la discussione in aula dei progetti di legge sull'obiezione di coscienza, facendo introdurre l'emendamento, chiaramente antimilitarista, che sancisce la detrazione delle spese per il servizio civile dal bilancio del ministero della, Difesa;

5) assicurando la pubblicazione del libro bianco sulle strutture militari e i procedimenti colonialisti che caratterizzano la regione sarda;

6) organizzare precisi strumenti di azione comune con i gruppi politici esterni al partito, coma la Lid, l'Arli, la Sinistra liberale, la Fgr, i gruppi libertari che hanno ulteriormente precisato, nel corso dell'VIII Congresso, la volontà di lotta comune con il Partito radicale.

 
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