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Notizie Radicali - 5 ottobre 1976
Ministro bugiardo, governo fuorilegge

SOMMARIO: l'accusa al Ministro degli interni Cossiga di aver riferito il falso alla Camera sulla protesta attuata da Marco Pannella in occasione del processo al capitano di polizia Margherito (processato dal Tribunale militare per le sue dichiarazioni sugli atti di violenza compiuti dal II· Celere di Padova) e sull'assassinio del giudice Occorsio - Occorre impegnarsi nei referendum antiregime per attivare la Costituzione e creare il grande partito socialista laico e libertario

(NOTIZIE RADICALI n. 30, 5 maggio 1976)

I giudizi che sono stati espressi da Cossiga sulla protesta attuata da Pannella, in solidarietà con Margherito, non ci interessano. Sono invece i comportamenti del ministro, ad essere meritevoli di attenzione: Cossiga, nel riferire al Parlamento, ha avallato tale e quale, una velina della polizia, falsa e menzognera. Lo provano le registrazioni dei giornali radio e i resoconti delle agenzie di stampa, le prime perché hanno raccolto l'episodio dalla viva voce dei protagonisti, i secondi perché scritti a caldo, non ancora addomesticati dai giornalisti compiacenti e di regime.

Dal confronto fra il verbale della polizia e le testimonianze risulta con chiarezza che il Ministro ha detto il falso, ha fornito al Parlamento una versione bugiarda dei fatti, e che quindi è un mentitore e un falsario.

Ora possiamo valutare appieno in cosa consistano i nuovi rapporti tra governo e Parlamento: il caso Occorsio e la vicenda del 2· Celere di Padova hanno dimostrato inequivocabilmente l'ostentato disprezzo di Cossiga nei confronti del Parlamento. Il preteso ossequio alla Magistratura Militare che doveva giudicare il cap. Margherito, non trae in inganno nessuno; ed è ridicola la tesi secondo la quale si deve rispettare una inesistente indipendenza dei giudici militari: la verità è che esistono precise responsabilità politiche e amministrative del Ministero dell'Interno, che nulla hanno a che fare con il giudizio del tribunale. Sui fatti del 2· Celere (le lotte interne, il malcontento degli agenti, i criteri di impegno del personale, i trasferimenti punitivi), il Ministro aveva il dovere di rispondere al Parlamento, sollecitato com'era stato dallo stesso presidente Ingrao, da alcuni gruppi parlamentari rappresentati nella commissione interni, dal suo presidente on. Mammì, che poi ha preferito avallare il comport

amento del ministro.

Il "Popolo", commentando l'iniziativa di Pannella ha scritto che "o si è dentro le istituzioni, o si è fuori". La questione è un'altra: noi siamo dentro la Costituzione, ma senza ombra di dubbio siamo fuori e contro le istituzioni antirepubblicane, fasciste, democristiane, che con la costituzione hanno nulla a che fare. Non ci stupisce che Cossiga e il "Popolo" difendano come "loro" un istituto fascista come il tribunale militare; è, anzi naturale. Ma sono loro ad essere fuori, e contro, la Costituzione repubblicana, con i loro corpi separati, le loro stragi di legalità, i loro generali felloni e golpisti. I repubblicani, da utili idioti, hanno sollevato considerazioni simili, Del pennino alla Camera, la "Voce" del regime il giorno dopo. Ai servi non si risponde, soprattutto se la risposta è identica a quella data al padrone.

Molte, importanti, scadenze ora ci attendono: abbiamo un Parlamento "lottizzato". Fin dall'inizio della legislatura i cosiddetti "Partiti dell'arco costituzionale" hanno investito le istituzioni parlamentari, dividendosi i posti con i sistemi dei palazzinari romani, senza pudore, in barba ai regolamenti, con la radio e la televisione che annunciavano sette giorni prima come i parlamentari avrebbero votato, da deputati squillo in un Parlamento-squillo, camera di registrazione di una decina di potenti, impediti anche nella facoltà di protestare, parlare...

E' una logica che dobbiamo assolutamente sconvolgere.

Occorre spingere affinché sia condotta in porto una buona legge sull'aborto (il 12 ottobre si riunisce la commissione Sanità e Giustizia); pretendere che la "revisione" del Concordato non si faccia senza il dibattito preliminare in Parlamento, per dimostrare così che nulla in realtà è "rivedibile", ma che si tratta di un rottame inservibile.

Occorre impegnarsi nuovamente per i referendum antiregime: solo così potremo far saltare le fittizie unanimità che si sono create in Parlamento, attivare veramente la Costituzione, creare il grande Partito Socialista.

 
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