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L'Unita', Fortebraccio - 28 maggio 1977
L'UNITA' E IL PR (17) - UN UNICO DESIDERIO
di Fortebraccio

SOMMARIO: I corsivi pubblicati dal quotidiano del Partito Comunista Italiano "L'UNITA'" dal 1966 al 1978 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)

(L'UNITA', 28-5-1977)

Non siamo d'accordo con i compagni dell'"Avanti!" che giudicano Marco Pannella uno che ""farnetica"" e che ""ha perso il lume della ragione"". Pensiamo anzi il contrario e tanto più lo pensiamo dopo avere assistito alla sua esibizione televisiva di giovedì sera. In quest'uomo (non ci sentiamo di dire che sia sempre stato così, ma certo così è oggi) non c'è più nulla di spontaneo: dal modo, che abbiamo diritto di giudicare sconveniente, come ci si presenta conciato, al tono con cui ci parla, così artificiosamente vibrato, alle parole che pronuncia come, con rispetto parlando, in un ininterrotto accesso di vomito, tutto in Pannella appare deliberato, sia pure senza gusto e senza ritmo, e diretto al fine di travolgerci in una esaltazione che la sua voce sibilata ci vorrebbe far credere raggiunta in una catacomba, mentre le sue parole insensate ci fanno apparire come una ubriacatura contratta in una cantina.

Pessimo attore mal truccato, Pannella si affida all'arbitrio e all'oltraggio come se parlasse a gente, quando si rivolge a noi, che ode soltanto la sua voce rabbiosamente smorzata e mira solo il suo volto faticosamente alterato; e quando dice, per esempio, che "gli assassini dei poliziotti sono i poliziotti" questo mediocrissimo commediante non sa che noi, martedì sera, abbiamo visto e sentito alcuni agenti (e persino un loro ispettore generali) a "Direttissima" esprimersi anche a nome di una grande maggioranza di loro colleghi, con la maturità e il decoro di lavoratori esemplari per consapevolezza professionale e sociale. Così quando Pannella assumendo il ruolo di un furgone della Nettezza Urbana, rovescia addosso al ministro Cossiga tonnellate di accuse infamanti, finge di ignorare che Cossiga, la cui condotta politica ci ha trovato non di rado dissenzienti, è un uomo personalmente stimabile, i cui errori (ne commette naturalmente anche lui) possono forse derivare da insidie di gente che, nel suo ministero

e anche nel suo partito, sa capire la sua fiducia.

Ma in quest'orgia di fango che Marco Pannella volutamente coltiva, in questo clima da grand guingol che suscita cercando di fondarvi e consolidarvi le sue personali fortune, nessuno l'altra sera è precipitato. Egli contava di venire brutalmente interrotto e invece si è spento da solo, perché, guitto com'è, non sa nemmeno misurare il fiato. Ma forse lo rivedremo, sarebbe un peccato non ridarcelo più. Però la prossima volta, per favore, tenga conto di questo nostro modesto e unico desiderio: si faccia tosare e venga pettinato.

 
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