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Notizie radicali - 26 maggio 1978
(3) Legge "Reale" - Quanti ne ha uccisi

SOMMARIO: A partire da dati tratti essenzialmente dalla stampa quotidiana, e quindi probabilmente assai parziali, il bilancio è di 68 vittime, tra militari e civili, dal 25 maggio 1975 a metà giugno 1976. I dati forniti dal Ministero degli Interni sui caduti e feriti nello svolgimento del servizio, tra PS e Carabinieri, parlano di 293 morti e 40.453 feriti, di cui 128 morti e 12.427 feriti dopo l'approvazione della legge Reale. Nella stragrande maggioranza dei casi relativi a vittime civili, si tratta di ladri d'auto in fuga, ragazzi spaventati che fuggono in motorino, gente che salta posti di blocco.

(NOTIZIE RADICALI N. 119, 26 maggio 1978)

Quante sono le vittime della legge Reale? A partire dal 25 maggio 1975, la data in cui la legge è "ufficialmente entrata in vigore", e fino a metà giugno 1976 sono complessivamente 68, tra militari e civili. Essi sono tratti essenzialmente dalla stampa quotidiana ed è probabile che un cetro numero siano sfuggiti, magari perché neppure riportati dai giornali o perché confinati in qualche oscura cronaca di provincia. Per quello che riguarda le forze dell'ordine, i dati forniti dal Ministero degli interni sui caduti e feriti nello svolgimento di servizi d'istituto tra appartenenti all'amministrazione della PS e all'arma dei Carabinieri, si contano 293 morti e 40.453 feriti a partire dal 1970, di cui 128 morti e 12.427 feriti dopo l'approvazione della legge Reale.

Mancano dati più recenti per quello che riguarda i morti civili: ma solo scorrendo le cronache dei giornali se ne ricava che dovrebbero aggirarsi anch'essi sul centinaio.

Dall'esame degli episodi verificatisi emerge che nella stragrande maggioranza dei casi a cadere sotto il piombo delle forze di polizia sono ladruncoli d'auto in fuga, ragazzi spaventati che scappano in motorino, o a piedi nei campi, gente che salta posti di blocco. Due degli uccisi sono appena dei bambini, 13 anni. Nessuno comunque che possa considerarsi un vero e proprio criminale. Contrariamente a quanto avveniva prima dell'entrata in vigore della legge, è ora raro il ricorso alla tesi giustificazionista del classico "inciampo". In moltissimi casi l'esecuzione avviene a freddo. Non mancano i particolari agghiaccianti, come quelli dell'uccisione di Cosimo Cirillo avvenuta a Milano il 12 febbraio 1976: 4 agenti gli sparano tutti insieme con i mitra: il giovane cade crivellato di colpi. Cirillo era disarmato, come pure quasi sempre disarmati sono gli altri uccisi. Di eccezionale gratuità e brutalità sono quattro degli assassinii avvenuti nel corso di manifestazioni politiche. Marotta cade con un buco in front

e mentre passeggia ignaro; Bruno e Salvi vengono abbattuti alle spalle da agenti che non corrono alcun pericolo e che hanno tutto il tempo di prendere accuratamente la mira e sparare. Lo stesso accade per Francesco Lorusso: l'agente che lo ha ucciso viene assolto grazie alla legge Reale. Mistero assoluto, a quanto affermano gli inquirenti, sulla morte di Giorgiana Masi, uccisa il 12 maggio 1977 nel corso di una manifestazione nonviolenta dove gli unici armati erano gli agenti in borghese.

E anche per quanto riguarda le forze dell'ordine, le cifre ed i fatti dimostrano che questa legge non li salvaguarda nel modo più assoluto: si pensi ai cinque agenti di scorta assassinati a via Fani, che nonostante l'addestramento e l'esperienza nell'uso delle armi non hanno potuto evitare la morte. Si pensi a Passamonti e agli altri agenti che da questa legge vengono mandati al massacro e si potrà comprendere che non è certo concedendo la licenza di uccidere che di difende e di tutela la vita umana.

 
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