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Notizie radicali - 26 maggio 1978
(4) Legge "Reale" - '75: il PCI diceva no

SOMMARIO: Come è cambiata la posizione del Pci a far data dal governo di "unità nazionale" lo si può verificare attraverso questo collage di dichiarazioni, interventi parlamentari, articoli su "L'Unità" e su "La Repubblica" di esponenti comunisti, che coprono l'arco di tempo dal 1975 al 1978.

(NOTIZIE RADICALI N. 119, 26 maggio 1978)

"Il deputato Spagnoli ritiene necessario un dibattito pubblico e aperto per soddisfare le istanze del paese, per cui non è opportuno accedere alla richiesta di trasferimento alla sede legislativa... Chi cerca di evitare il dibattito in assemblea teme che si parli pubblicamente della responsabilità delle forze che per trent'anni hanno diretto il Ministero degli Interni ed i servizi segreti".

"(Bollettino delle giunte e commissioni: seduta del 23 aprile 1975 delle Commissioni Interni e Giustizia; il deputato Spagnoli, comunista, parla contro il trasferimento della legge Reale in commissione in sede legislativa)."

"La legge Reale è stata votata per dare sicurezza nel loro operato agli appartenenti alle forze dell'ordine, ponendoli al riparo della verità, sempre possibile, delle interpretazioni giurisprudenziali"."

"(dichiarazione del Ministro Reale ad un settimanale)"

"E' al magistrato che la legge riconosce il potere di disporre le intercettazioni e dalla legge stessa sono desumibili i limiti di siffatto potere. La richiesta di provvedimenti della intercettazione va valutata con cautela scrupolosa giacché da provvedimenti di questo genere deriva una grave delimitazione alla libertà e segretezza delle comunicazioni".

"(sentenza della Corte Costituzionale 6-4-73)"

"Di esso (il disegno Reale) ci colpiscono negativamente due aspetti in particolare... da un lato, l'abbandono, per di più immotivato... di posizioni di riforma rispetto al codice Rocco acquisite non molti anni or sono, che si accompagna ad una tendenza marcata a spostare il peso e le responsabilità degli interventi repressivi, con misure immediatamente restrittive della libertà personale - in termini che, mi duole dirlo, peggiorano addirittura la normativa fascista - dalla magistratura alla polizia, dalla condanna conseguente ad un accertamento di colpevolezza, alla carcerazione preventiva"."

"(Dibattito generale sulla Legge Reale: seduta del 5 maggio 1975. Intervento del deputato comunista Malagugini)"

"Se nell'inseguire l'autore di un reato datosi alla fuga degli agenti vengono a trovarsi in condizioni di legittima difesa, reale o putativa, hanno diritto di difendersi ricorrendo alle armi."

"(opuscolo del Ministero degli Interni "Facoltà e garanzie per la polizia giudiziaria" 1976)"

"Nel 1976 sono deceduti nello svolgimento dei servizi di istituto 46 appartenenti alle forze dell'ordine (22 ps 24 CC). Durante il 1977 sono deceduti 42 appartenenti alle forze dell'ordine (18 ps e 24 CC).""

"(Dati del Ministero degli Interni)"

"Come sempre, i comunisti si sono battuti e si stanno battendo perché siano garantiti a tutti i cittadini i diritti di libertà che sono garantiti dalla nostra Costituzione Repubblicana".

"(L'Unità, fondo del 5 maggio 1975 contro la legge Reale)"

"Sembra dunque vi siano scarse possibilità di evitare il referendum, che nell'attuale situazione rischia di trasformarsi in un plebiscito a favore della legge Reale, essendo facile prevedere che la campagna elettorale verrà impostata sull'artificiosa contrapposizione fra chi vuole mantenere strumenti di difesa contro il terrorismo e chi invece vuole fare il giuoco dell'eversione, indebolendo gli interventi degli apparati di Stato contro la criminalità"."

"(Intervento di Guido Neppi Modona, giurista comunista, su "La Repubblica" del 16 maggio 1978)"

Grave è anche la dilatazione dell'istituto del fermo giudiziario fino ai limiti del fermo di polizia, che consideriamo assolutamente impraticabile. Anche altre misure previste nel testo possono costituire pericolosa remora all'esercizio dei diritti democratici. Inaccettabile e anticostituzionale è l'articolo sulla tutela passiva delle forze di Ps, che di fatto annulla l'eguaglianza dei cittadini per la loro responsabilità personale dinanzi alla legge. Circa la normativa sulla perquisizione personale, essa va ricondotta rigorosamente ai casi eccezionali di necessità e urgenza e dovrà essere consentita solo sul posto (evitando così la pratica delle "retate" che costituisce un esercizio del fermo di polizia) e finalizzata al solo accertamento della presenza di armi e altri strumenti di offesa ".

Dall'intervento di Alberto Malagugini (Pci) alla Camera il 5 maggio 1975.

" Noi rifiutiamo quelle interpretazioni che imputano il disordine e il dissesto in prevalenza a un difetto di leggi. Rifiutiamo le impostazioni settarie o superficialmente propagandistiche - e non è la prima volta che vediamo alzarsi come segnacolo in vessillo la rivendicazione di misure come il fermo di polizia, l'inasprimento delle pene o addirittura il ripristino della pena di morte - perché costituiscono una tentazione condannevole, un errore grave di cui ancora una volta vogliamo mettere in guardia e perché ostacolano la ricerca necessaria delle cause reali e delle soluzioni che possono, in effetti, garantire la salvaguardia della democrazia e dell'ordinato vivere civile ".

Dall'intervento di Enrico Berlinguer alla Camera il 6 maggio 1975.

" Spetta ai comunisti il merito di aver sottratto questo delicato tema alle trattative separate dei partiti di maggioranza per farne oggetto di un confronto responsabile: un confronto che, per noi, ha teso a criticare disposizioni pericolose e al limite della costituzionalità e anche a avanzare proposte di più incisive norme e strumenti di lotta alla violenza fascista (....). Ora i settori di maggioranza si dolgono per il voto missino. Tutti sanno che si tratta di una manovra ma bisogna pur riconoscere che a quel voto un qualche appiglio è stato offerto con la legge ".

Dalla dichiarazione di voto del capogruppo del Pci alla Camera, Natta, 7 maggio 1975.

" La maggioranza di centro sinistra ha approvato ieri notte alla Camera, con l'apporto dei voti missini e liberali, il provvedimento sull'ordine pubblico in un testo che, benché modificato in più parti grazie soprattutto alla pressante azione del gruppo comunista, mantiene un carattere fortemente negativo, specie sotto il profile di una reale tutela dei diritti di libertà dei cittadini.

Questo l'esito della votazione: presenti 511, votanti 509, maggioranza 255, favorevoli 322, contrari 187, astenuti 2 (i voti contrari sono stati quelli del gruppo comunista a cui si sono aggiunti una ventina di deputati della maggioranza). Al miglioramento della normativa penale e procedurale per la prevenzione e repressione dei crimini e delle attività fasciste, corrisponde l'introduzione di norme chiaramente involutive e che contraddicono un indirizzo di rinnovamento della politica per la difesa dell'ordine democratico. Di qui il voto contrario del gruppo comunista motivato dal compagno Natta (...).

Dall'Unità di giovedì 8 maggio 1975: " Un efficace azione antifascista esige una diversa linea politica ", a sigla e. ro.

" Con il referendum sulla legge Reale ci metteremmo in guerra aperta con tre milioni di giovani ".

(Dichiarazione di parlamentari comunisti, riportata su " La Repubblica " del 16 maggio 1978)

" Quando divenni Ministro dell'Interno mi resi subito conto che per fare la dittatura in Italia non occorrono leggi speciali: basta interpretare in un dato modo quelle vigenti ".

(Mario Scelba, intervista al " Corriere della Sera " del 1 settembre 1969)

 
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