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Franchi Paolo - 28 ottobre 1979
Il dilemma dei radicali
di Paolo Franchi

SOMMARIO: Se il loro segretario nazionale Jean Fabre non sarà scarcerato in tempo utile, i radicali terranno o no il congresso di Genova? Cosa sarà più efficace, "propagandisticamente"? Intanto, "a cinque mesi dal successo elettorale del 3 giugno" "in casa radicale c'è parecchia inquietudine". Ecco i punti in discussione: a) il partito. Dopo il successo elettorale, dovrà diventare "più partito", anche per frenare il "leaderismo carismatico autoritario" di Pannella? b) il gruppo parlamentare. I nuovi eletti sono "personaggi assai noti al gran pubblico", "l'immagine del partito non è stata solo quella di Pannella". Eppoi, non c'è un "ruolo preponderante del gruppo" a scapito del partito"? c) la collocazione del PR nella sinistra: "partito all'americana, che rifiuta di farsi interpretare secondo la coppia classica destra-sinistra, o nuova forza della sinistra"? d) rapporto con "Lotta Continua", e frizioni tra Pannella e Boato.

(»Paese Sera 28 ottobre 1979 - ripubblicato in "I RADICALI: COMPAGNI, QUALUNQUISTI, DESTABILIZZATORI?", a cura di Valter Vecellio, Edizioni Quaderni Radicali/5, 1981)

Soltanto domattina sapremo se il congresso radicale si svolgerà, come previsto, a partire da mercoledì, o se subirà un rinvio per l'arresto in Francia del segretario del partito, Jean Fabre, obiettore di coscienza. Se Fabre non sarà scarcerato nelle prossime ore, i radicali dovranno scegliere, delle due, l'una. E' più efficace propagandisticamente fare un congresso col segretario in carcere, per denunciare pubblicamente la »congiura repressiva cui il partito è sottoposto, o rinunciare al congresso, per dimostrare che questa »congiura è così grave e persecutoria da impedire alla libera voce dei radicali di esprimersi?

Un problema di rilancio in grande, attraverso una massiccia operazione pubblicitaria, dell'immagine del partito si pone oggi probabilmente anche a prescindere dalla decisione che verrà presa per il congresso. A meno di cinque mesi dal successo elettorale del 3 giugno, in casa radicale c'è parecchia inquietudine, e cominciano a circolare molti interrogativi. Vediamo brevemente quali.

1. Il partito. I radicali si sono presentati in questi anni come un partito-antipartito. Hanno insistito molto sulla crisi dei partiti di massa (bersaglio principale: il partito comunista). Burocratizzati e in preda a »professionisti della politica , questi partiti non saprebbero dare risposta alla domanda politica qualitativamente nuova (si pensi alla questione ecologica, o al nucleare, o a tutta la tematica dei diritti civili) che emerge in quella che è detta »la società post-industriale . Il partito radicale sarebbe, in questo quadro, una forza antagonistica. Piccolo, agile e libertario, non chiede adesioni a programmi ideologici, ma a singoli obiettivi di lotta. E agisce quindi soprattutto per grandi »campagne : ultima quella sulla fame nel mondo.

Dopo aver raccolto, soprattutto nelle grandi città e tra i giovani, adesioni elettorali su questa linea, oggi il PR si chiede se non deve diventare »più partito . Anche perché, hanno detto a Firenze in un recente convegno alcune centinaia di militanti radicali, dietro tanto libertarismo c'è un leaderismo carismatico autoritario che arriva fino alle costanti violazioni dello statuto. Si parla, inutile dirlo, di Pannella: il protagonista della grande campagna promozionale del PR a qualcuno comincia a stare stretto. Pannella replica ai dissidenti - leggiamo sull'»Espresso in edicola domani - definendoli »falsari , »killer , »lanciatori di merda .

Anche chi non ce l'ha con Pannella, sulla questione del partito vuol dire la sua. Sull'ultimo numero di »Argomenti radicali , Lorenzo Strik Lievers parla di »esiguità e povertà politica del partito . Lo stesso dice Angiolo Bandinelli, il consigliere comunale romano che si è fatto arrestare giorni fa per aver offerto uno spinello al sindaco di Roma: »Le elezioni scorse hanno segnato la morte del vecchio partito . Che deve cercare, aggiunge, »il suo baricentro fuori di se stesso . In molti puntano, come nel Lazio, alla costruzione di »partiti regionali solidi e molto autonomi dal centro. E proprio per questo, aggiungono, assai sgraditi a Roma.

2. Il gruppo parlamentare. Nelle elezioni del '79, a differenza del '76, l'immagine del partito non è stata solo quella di Pannella. Lo dimostrano candidature ed eletti, una rosa di candidati assai eterogenea, ma formata di personaggi assai noti al grande pubblico; è un gruppo parlamentare composito e variegato come i settori sociali e i soggetti politici cui il PR si è rivolto. Adesso, però, molti rimproverano al centro, e soprattutto a Pannella, i metodi di formazione delle teste di lista. Arrivando a parlare di »stalinismo , e a citare episodi sconcertanti. Come quello di Torino dove, sempre a stare all'»Espresso , sarebbe stato imposto il fratello di Gianfranco Spadaccia, Giorgio. In ogni caso, sono in parecchi a parlare di un ruolo preponderante del gruppo parlamentare a scapito del partito. »E così diventiamo non il partito radicale, ma il partito di Pannella, almeno agli occhi del grande pubblico , aggiungono.

3. La collocazione del PR nella sinistra. Primo scoglio; le prossime elezioni regionali e la proposta di Cossutta e Aniasi sulla »grande sinistra . Presentarsi o no alle elezioni regionali? Pannella pare sia contrario; altri sostengono invece che bisogna accettare la sfida: per cominciare a lavorare all'alternativa di sinistra almeno in periferia. Ma dietro tutto questo c'è una divisione più profonda, che investe, appunto, la collocazione del partito. Partito all'americana, che rifiuta di farsi interpretare e classificare secondo la coppia classica destra-sinistra, o nuova forza della sinistra? »Argomenti radicali , la rivista di Massimo Teodori, che è stato per molto tempo l'antagonista ufficiale di Pannella, è per la seconda ipotesi. E ha aperto, dopo la pubblicazione su »Rinascita di un numero del »Contemporaneo dedicato alla questione radicale, un dibattito sui rapporti tra PCI e PR: finora sono intervenuti, per il PCI, Reichlin, Mussi, Terzi e Cacciari. Ma questa iniziativa incontra resistenze e, sopr

attutto, si scontra con atteggiamenti assai diversi. Come quello riservato da vari parlamentari radicali alla Jotti dopo l'»occupazione della RAI.

4. Il rapporto con »Lotta Continua . Rapporto che deve essersi raffreddato molto, se Pannella se la prende da Parigi con il giornale e »i deputati più estremisti del PR, e Boato gli risponde per le rime sul quotidiano romano. Se il congresso si farà, insomma, il fine settimana radicale si annuncia agitato.

 
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