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Partito Radicale - 1 novembre 1980
NOI E I FASCISTI: (8) Perché difendere i fascisti
Appello del Partito Radicale contro il tribunale speciale che giudica Avanguardia Nazionale

(Notizie Radicali, 31 dicembre 1975)

SOMMARIO: Una raccolta di scritti sull'antifascimo libertario dei radicali: riconoscere il fascismo vuol dire capire quello che è stato e soprattutto quello che può essere. Troppo spesso dietro l'antifascismo di facciata si copre la complicità con chi ha rappresentato la vera continuità con il fascismo, la riproposizione di leggi e di metodi propri di quel regime.

("NOI E I FASCISTI", L'antifascismo libertario dei radicali

a cura di Valter Vecellio, prefazione di Giuseppe Rippa - Edizioni di Quaderni Radicali/1, novembre 1980)

Compagna, compagni, con l'alibi della persecuzione di una organizzazione fascista la Repubblica italiana rivendica a se, ne 1975 il diritto di giudicare in modo fascista.

Dobbiamo impedirglielo.

La naturale destinazione di questa pretesa, come di ogni altro tipo autoritario e violento da parte delle istituzioni, non è quella di combattere l'una o l'altra frangia del dissenso violento e interno del regime, ma le masse popolari dei lavoratori e le loro organizzazioni sindacali e politiche, in primo luogo quelle minoritarie.

Il processo in corso al Tribunale di Roma contro esponenti ed attivisti del gruppo di estrema destra "Avanguardia Nazionale" tende ad una legittimazione repubblicana della lunga serie di stragi di istituzioni (e di persone) operata dal regime.

Le leggi fasciste del "repubblicano" Reale hanno bisogno anche di vittime "fasciste" per affermarsi, per continuare ad uccidere, per servire sempre più e definitivamente contro i diritti democratici.

Per le leggi speciali, con rito speciale, con giudizio relativo alla pretesa difesa della sicurezza dello Stato, sessanta persone stanno affrontando, da detenuti, un processo grottesco, menzognero, infame: da Tribunale speciale. Sono in galera senza aver potuto in alcun modo esercitare alcun diritto alla difesa: che questo sia possibile "legalmente" è ancor più intollerabile.

L'antifascismo non può tollerare che a probabili fascisti, oltre che a possibili innocenti, la repubblica riservi lo stesso trattamento che i regimi fascisti e nazisti riservarono a coloro che combatterono per la giustizia e la libertà.

Dobbiamo impedire che una retata di polizia voluta dal governo Moro-Reale si traduca di già in una sentenza di condanna, pronunciata in nome del popolo.

I sicari, i teppisti, i fanatici, i violenti, i confidenti e i provocatori siano processati per quello che hanno commesso, con i loro padroni di Stato, con i loro complici ed ispiratori di regime. Ma vadano liberi per il resto. La certezza del diritto, i diritti civili e costituzionali, gli elementari diritti della persona, il rispetto dei principi liberali e di democrazia politica devono essere garantiti anche a loro, innanzi tutto a loro. E' quanto speravano gli antifascisti di ieri, è quanto dobbiamo assicurare, anche per onorarli. E non temiate il giudizio di condanna che già abbondantemente si riversa contro di noi da parte degli antifascisti di oggi.

Non appena è apparsa la notizia che i compagni Mauro Mellini e Franco de Cataldo avevano accettato di assumere la difesa di alcuni imputati al processo "contro" Avanguardia Nazionale, si sono avute immediate reazioni. "Il quotidiano dei Lavoratori" ha subito lanciato anatemi contro questi due "individui" che si spacciano per "antifascisti" e tengono bordone ad assassini fascisti. Gli "avvocati socialisti" neocostituiti hanno subito cominciato l'attività sociale condannando e deprecando la nostra inaudita decisione. Sono anche giunte molte lettere. Ne pubblichiamo due entrambe esemplari. Quella del compagno Canestrini, che non è apocrifo, non è tale, purtroppo, da consentire ai compagni Mellini e de Cataldo, una qualsiasi risposta diretta. L'altra testimonia d'uno smarrimento che è pienamente comprensibile: il terrorismo ideologico "antifascista" è a tal punto, ormai fascista da far legittimamente paura. Comunque, il dibattito è aperto.

Canestrini: lo fanno per soldi e trasformismo

Franco Bricola, professore universitario iscritto al PCI difende a Trento il proprietario di una ditta dove per inquinamento da piombo sono morti 13 operai e 200 sono rimasti lesi irrimediabilmente con riconoscimento di malattia sul lavoro. A me che patrocinio ovviamente le parti civili ha dichiarato di aver assunto tale incredibile difesa perché ogni tanto ci vuol bene una causa che permetta di incassare il necessario a vivere e permettere così di fare anche i gratuiti processi politici.

Se così avessero parimenti dichiarato de Cataldo e Mellini quando furono denunciati dall'opinione pubblica democratica per quanto in oggetto, duro rimaneva il giudizio politico ma avrebbe goduto di attenuanti generiche quello morale. Invece averne voluto fare, come mi sembra di capire, una questione di principio, dimostra solo come l'autentico tradimento di grandi ideali passi attraverso goffe giustificazioni.

Quanto sto scrivendo, lo posso sapere solo io, mi costa veramente le lacrime di sangue del detto popolare: ma difronte a centinaia di avvocati democratici che non si piegano, che rifiutano quattrini e lenocini, che rimangono esempi di dirittura e di coerenza (vivaddio, esistono ancora i De Luca e i Todesco, i Ramadori e le Guidetti Serra, e per fortuna, non sono i soli!), lo spettacolo offerto a Roma è solo una prova del ben noto trasformismo italico, appunto sempre variamente camuffato.

Si può forse dissentire (io no) da chi ha detto un tempo che con i fascisti il discorso era finito il 25 aprile; ma da ciò ad arrivare a difendere in Tribunale il diritto per costoro di riorganizzare la controrivoluzione passa molta strada.

La presente non postula risposte.

"Sandro Canestrini"

Radicali pisani: offriamo il fianco a mistificazioni

Cari compagni de Cataldo e Mellini, siamo anche noi compagni che lavorano nel Partito Radicale e abbiamo letto sui giornali nei giorni scorsi alcune frammentarie e parziali notizie sul vostro probabile impegno nella difesa per reati d'opinione di alcuni esponenti fascisti.

Siamo d'accordo con voi sulle ragioni che vi hanno spinto a questa iniziativa ma la riteniamo nello stesso tempo inopportuna sul piano politico.

In questi ultimi tempi stiamo assistendo ad un nuovo rabbioso rigurgito antiradicale da più parti: da alcune settimane l'abituale indifferenza dei gruppi politici e dei giornali si è trasformata in un interesse, dati i successi che stiamo riportando, che si traduce puntualmente, anche da parte delle organizzazioni che ci sono state più vicine, in vili azioni mistificatorie nei nostri confronti con l'obiettivo di screditarci il più possibile davanti all'opinione pubblica.

In questo momento così delicato, quindi, riteniamo che la vostra iniziativa, dato che il PR non dispone né di un quotidiano né di alcun mezzo diretto di divulgazione, conceda alla nostra controparte un'occasione in più per sminuire quella credibilità e fiducia che ci siamo conquistati attraverso tante lotte tra la gente.

Vi invitiamo quindi a valutare meglio la vostra azione. Saluti radicali.

"Enzo Astro, Giorgio Materazzo, Maria Paola Giorgi, Gabriella Giorgi, Fortunato, Grillo, Claudia Macchia, Lucia Di Marino, Patrizia Frangioni". Pisa

 
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