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Notizie Radicali - 1 novembre 1980
NOI E I FASCISTI: (10) I fascisti scelgono il processo fascista
("Notizie Radicali" 24 gennaio 1976)

SOMMARIO: Una raccolta di scritti sull'antifascimo libertario dei radicali: riconoscere il fascismo vuol dire capire quello che è stato e soprattutto quello che può essere. Troppo spesso dietro l'antifascismo di facciata si copre la complicità con chi ha rappresentato la vera continuità con il fascismo, la riproposizione di leggi e di metodi propri di quel regime.

("NOI E I FASCISTI", L'antifascismo libertario dei radicali

a cura di Valter Vecellio, prefazione di Giuseppe Rippa - Edizioni di Quaderni Radicali/1, novembre 1980)

Un appello ai 62 deputati di Avanguardia Nazionale è stato rivolto da Marco Pannella, nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la sede del Partito Radicale, perché, dissociandosi dalla linea difensiva scelta dalla loro organizzazione, designino come loro difensori avvocati radicali. "Ci impegnamo a difenderli - ha detto Pannella - anche contro eventuali ritorsioni e rappresaglie che potrebbero avvenire in carcere".

"Al momento dell'apertura del processo i nostri avvocati saranno a portata della loro designazione".

La conferenza stampa era stata convocata per spiegare i motivi che avevano indotto gli avvocati Franco de Cataldo e Mauro Mellini ad assumere la difesa di alcuni imputati del processo per ricostituzione del PNF intentato a 62 pretesi appartenenti all'organizzazione Avanguardia Nazionale. I due avvocati hanno invece comunicato di rinunciare ad assumere la difesa di questo processo, essendo venuta meno una delle condizioni che essi avevano posto: gli imputati di A.N. hanno infatti rinunciato ad avvalersi del diritto di sollevare, in apertura del processo, questioni preliminari ed eccezioni di incostituzionalità.

"Lo scontro, a questo punto, è chiaro - ha detto Pannella - ed è lo scontro tra noi e A.N.". Pannella ha poi spiegato i motivi per i quali il Partito Radicale e la Lega XIII Maggio avevano accettato di sostenere la difesa, con Mellini e De Cataldo e altri avvocati radicali e libertari, in questo processo. "Lo stato rivendica il diritto di giudicare in modo fascista. E può giudicare in modo fascista grazie alla legge Reale, che è in realtà una legge di attuazione del codice Rocco". E' un diritto che contestiamo a chiunque, soprattutto se si pretende di esercitarlo in nome della Costituzione e dell'antifascismo". Pannella ha detto che esistono in Italia centinaia di fascisti che si sono comportati come sicari del regime e che sono corresponsabili di attentati terroristici, di stragi e di provocazioni. "Non si procede contro di loro per queste responsabilità. Si preferisce intentare processi politici ed ideologici che elevano questi sicari e questi complici al rango di "vittime" del "regime". Siamo stati attacc

ati dall'intero schieramento politico per la nostra scelta: dall'estrema sinistra extraparlamentare fino ai segretari di sezione del PRI, cioè ai segretari di sezione del partito degli onorevoli Mammì e Reale. Ora ilo cerchio si chiude: gli imputati di A.N. rinunciano a condurre la battaglia preliminare, giuridica e politica, contro il codice Rocco la legge Scelba e la legge Reale. Difendono questo processo che assegna loro il ruolo di "vittime", e come vittime, sono conniventi con il regime che li processa. E difendono la loro legalità, che si esprime in quelle tre leggi, a causa delle quali sono in carcere e sono imputati".

Alla conferenza stampa sono intervenuti anche gli avv. De Cataldo e Mellini e il segretario del PR Spadaccia.

De Cataldo ha detto che gli era stato offerto di assumere la difesa da altri avvocati, mentre Mellini era stato nominato difensore da uno degli imputati, un giovane milanese, Stefano Trentini. "Quando ho saputo della rinuncia alla battaglia preliminare ho detto al mio difeso che subordinavo la difesa alla possibilità di condurre la battaglia processuale senza limiti di mandato".

Gli avvocati avevano nei giorni scorsi posto come pregiudiziale alla difesa i seguenti tre punti:

a) che venissero designati almeno 10 difensori (sugli oltre 130 cui gli imputati avrebbero teoricamente diritto), radicali o della Lega XIII maggio.

b) Che essi fossero assolutamente liberi di condurre la difesa secondo le loro convinzioni giuridiche e civili, contestando, quindi sin nella fase preliminare, la costituzionalità delle leggi fasciste, democristiane e repubblicane in base alle quali si era giunti al processo.

c) Che non vi fosse costituzione di un unico collegio di difensori.

Ai giornalisti, chiarendo che nel processo a A.N. non è contestato agli imputati alcun atto di violenza ma solo reati politici ed ideologici.

Gianfranco Spadaccia ha detto che nonostante gli attacchi concentrici che le sono stati rivolti, la segreteria del Partito Radicale non ha avuto esitazione a sostenere i due avvocati: "Siamo abituati - ha detto - a dover affrontare battaglie più significative in condizioni iniziali di isolamento. C'è sempre però un momento della verità che fa giustizia degli attacchi che ci vengono riservati. Non c'è stato bisogno di attendere il processo. Il momento della verità è venuta prima con il rifiuto degli imputati di accettare una difesa libertaria, con dei libertari al banco della difesa, quel processo sarebbe stato non un processo fascista, ma un processo radicale, libertario, antifascista".

 
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