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Pannella Marco, Almirante giorgio - 1 novembre 1980
NOI E I FASCISTI: (20) Loro "nel" regime - Noi contro il regime
Il "faccia a faccia" tra Almirante e Pannella

SOMMARIO: Una raccolta di scritti sull'antifascimo libertario dei radicali: riconoscere il fascismo vuol dire capire quello che è stato e soprattutto quello che può essere. Troppo spesso dietro l'antifascismo di facciata si copre la complicità con chi ha rappresentato la vera continuità con il fascismo, la riproposizione di leggi e di metodi propri di quel regime.

("NOI E I FASCISTI", L'antifascismo libertario dei radicali

a cura di Valter Vecellio, prefazione di Giuseppe Rippa - Edizioni di Quaderni Radicali/1, novembre 1980)

Almirante - Io, ringrazio, come aspirante showman, l'amico Jacobelli; e credo che siamo in tre, perché anche lei senza dubbio...

Jacobelli - No, io non lo sono affatto!

Pannella - Jacobelli è un aspirante impresario.

Almirante - Confermo di avere indirizzato l'invito all'onorevole Pannella, e lo ringrazio per avere accettato. Non si tratta, come hanno scritto alcuni giornali, di una sfida o di uno scontro. Si tratta di un incontro fra due uomini liberi, a nome di due partiti liberi, che sono molto distanti l'uno dall'altro. Direi che siamo agli antipodi addirittura, ma proprio questo, forse, ci permette di discutere apertamente. Siamo in crisi di Governo e questo ciclo è dedicato alla crisi: allora io penso che si debba veder di chiarire quale sia il tipo di opposizione che vogliamo condurre e che altri conducono.

A mio parere ci sono in questo momento quattro tipi di opposizione: c'è la opposizione di sua maestà, rappresentata dal Partito Comunista, una opposizione condizionante e compromissoria al tempo stesso. C'è la opposizione, tra virgolette, "costruttiva", rappresentata da liberali e forse socialdemocratici; fra virgolette "costruttiva" e quindi - senza virgolette - inutile o impotente. C'è una opposizione certa, nel regime, ed è la opposizione radicale. C'è una opposizione certissima, contro il regime e fuori dal regime, ed è la opposizione che io mi onoro di interpretare.

Un primo rapido giudizio sulla opposizione nel regime: quando dico, caro Pannella, che la tua è opposizione nel regime, voglio dire che è noiosa, perché ripete tutti i temi della prima Repubblica nata dalla Resistenza, tutti scontati e tutti falliti, o pretestuosi o di comodo; con l'antifascismo sul frontone, quel tale tipo di antifascismo che molto spesso tu critichi, ma che nella sostanza, o nella forma, soprattutto, mostri di condividere, vuoto di contenuti sociali, vuoto di autentici programmi, una spinta generica verso sinistra. Ecco la opposizione radicale, come mi sembra essere.

Pannella - Intanto, se mi consenti, Jacobelli, voglio dire una cosa: non apprezzo molto questa storia dello "Stato spettacolo", perché - non è un rimprovero nei tuoi confronti - è un atteggiamento di tipo qualunquista. In realtà questa politica, in genere, ci dà cattivo spettacolo. Ma tutto quel che è pubblico è spettacolo, una persona che si mette alla finestra è anche uno spettacolo. Il problema è se lo spettacolo è buono o cattivo: si tratta di capire se lo spettacolo che viviamo rassomiglia di più al vaudeville, alla commedia dell'arte, o se per caso, invece, come sempre accade nella politica, è un gioco drammatico, nel quale ciascuno deve avere la consapevolezza che dipende anche da lui, oltre che dagli altri, se questo gioco drammatico deve sfociare o no nella tragedia o deve avere qualche volta come fine il proseguirsi della vita e del dramma.

Io mi rendo perfettamente conto anche del carattere drammatico del nostro contraddittorio, perché in democrazia il contraddittorio è un alto luogo di democrazia e, devo dire, un dato doveroso. Io so benissimo delle speculazioni che da domani cominceranno, e sono qui per questo, per offrire il destro alle speculazioni di alcuni traditori dell'antifascismo, e sono qui per fedeltà al vero antifascismo, per fedeltà a me stesso. Ernesto Rossi, Terracini, i fratelli Rosselli, Gobetti: la Resistenza contro il fascismo e durante il fascismo, resistenza di uomini intransigenti, di uomini che, in alcuni casi, sono stati assassinati e uccisi da chi non rispettava la diversità. E' la Resistenza in nome di una società antifascista, nella quale innanzitutto il fascismo deve avere risconosciuti i pieni diritti. E sono qui per dissacrare, da antifascista, questo tabù fascista, che fa di un diverso un perverso, anche se è un deputato della Repubblica, anche se è nel nostro Parlamento. Quando dei cittadini italiani nel loro l

ibero, anche se - per me - errato convincimento, ne fanno un parlamentare, c'è il dovere a questo punto, se non si crede alle armi, se non si crede alla demonizzazione, di usare l'arma democratica della parola per cercare di far scaturire nella vita di ogni giorno un dato di verità.

L'antifascismo è stato questo. Tant'è vero, Almirante, io dico che tu hai fatto parte del cattivo spettacolo pseudo-antifascista, perché per tanti anni tu sei stato d'accordo in realtà con gli altri su tutte le cose di fondo. Comunisti, democristiani, socialisti non hanno voluto toccare i vostri codici Rocco, e tu eri d'accordo; sono stati d'accordo nel non voler toccare quegli immondi codici militari promulgati nel '41 da sua maestà il Re d'Italia e d'Albania e Imperatore di Etiopia, Vittorio Emanuele III, e dal cavaliere Benito Mussolini, duce del fascismo eccetera. Tutti d'accordo, comunisti, socialisti, attraverso le sceneggiate. Sul divorzio sei stato d'accordo con il regime. Adesso il tempo scade, quindi riprenderò dopo.

Almirante - Io capisco le preoccupazioni che ha l'onorevole Pannella, trovandosi di fronte a quello che egli ritiene un fascista. Per la prima volta in colloquio, davanti alla televisione, con un fascista! Io, caro Pannella, ti tolgo ogni preoccupazione, ogni tabù...

Pannella - Non sta a te, sta alla gente del popolo, Almirante, non puoi tranquillizzarmi tu.

Almirante - Ma la gente del popolo ti assolve in questo momento, perché io non sono qui come fascista, né rappresentante di fascismo, tanto meno come autore del codice Rocco...

Pannella - Il fascismo è una grande cosa: tu non la rappresenti.

Almirante - Ti comunico che non ho dichiarato la guerra io, né l'ho fatta da solo, quindi quelle responsabilità storiche gravano su tutta una classe dirigente di allora e di poi. Io sono qui come il leader del Movimento sociale italiano-Destra nazionale e come deputato italiano. E sono qui come l'unico deputato, Segretario di partito, che possa apertamente affermare, senza possibilità di essere contraddetto, che egli è contro il regime e fuori dal regime, non perché ne sia stato escluso attraverso le ridicole formule dei vari atti costituzionali - per carità! - ma perché io presuntuosamente forse, ma decisamente e coraggiosamente, mi schiero, contro questo regime fasullo e ingannevole, che ha fatto fiasco e che confessa di avere fatto fiasco ogni giorno, attraverso le persone dei suoi esponenti, te compreso. Non è vero che io mi batta per battaglie di regime. Io mi batto contro le battaglie di regime in tutti i sensi: i codici, le cosiddette leggi liberticide. Beh, provateci un po' a schierarvi contro la leg

ge Scelba. Perché non chiedete un referendum contro la legge Scelba, che c'è, e non soltanto contro gli articoli rimasti in piedi del codice Rocco che limitano la libertà - io penso che siano quelli relativi al vilipendio -. Sono favorevolissimo alla abrogazione di quegli articoli, anche se certi tipi di vilipendio contro le Forze Armate, contro i carabinieri in particolare, che oggi vengono fatti sulla stampa, forse a te vicina, non mi piacciono e li condanno. Ma li condanno moralmente, non ha nessuna importanza che siano condannati giuridicamente.

Quello che ci divide è proprio questa nostra impostazione antiregime, perché noi vogliamo andare incontro alle esigenze reali degli italiani, che sono esigenze di sicurezza interna, esigenze di sicurezza sociale, esigenze di sicurezza internazionale. L'Italia è un paese che ha paura. Secondo me, occorrono norme drastiche, altro che decretini, che voi avete bocciato e che noi abbiamo bocciato, per opposti motivi: voi ritenendoli troppo repressivi e noi non ritenendoli affatto né preventivi né repressivi.

No, occorre che le leggi vigenti, fasciste - va bè, le avete lasciate in piedi le leggi fasciste, il Testo unico di pubblica sicurezza - vengano applicate immediatamente, duramente: pena di morte, centomila volte pena di morte. Sì, ho il coraggio di dirlo, non come fascista né come ex fascista, ma come capo del MSI-DN, come deputato italiano e anche europeo. Nell'altra manche parlerò degli altri problemi, quelli sociali, quelli morali e di costume, che mi interessano molto.

Pannella - Io non ti ho dato del fascista. Io ritengo che il fascismo è una grande, ma tragica, tragica pagina della nostra storia, che ci ha abbattuto tragicamente, portando disastri nell'Europa e nel mondo intero...

Almirante - Siamo in guerra un'altra volta...

Pannella - ...quindi non ti do del fascista, perché non credo che lo meriti, perché quella grande e tremenda nobiltà - tremenda - quel dato di grande forza tragica, lo ripeto, che ci ha sconfitti, non puoi rappresentarla. Semmai la continuità con lo Stato fascista, che era un dato di potere, l'hanno assunta gli antifascisti di dopo, quelli che nella realtà hanno tolto la parola a Terracini, hanno criminalizzato Ernesto Rossi quando faceva le sue polemiche contro il regime, il vero grande antifascismo durante il fascismo. Hanno prevalso gli antifascisti che erano a Mosca per assassinare tanti comunisti quanti ne assassinava il partito fascista, qui, in Italia, e forse anche di più. Ma non è questo il problema.

Quello che mi interessa dire è una cosa diversa: è che - lo ripeto - sulle strutture fondamentali dello Stato, il nuovo fascismo, quello di grande e tremenda dignità, sta di nuovo portando nel disastro il paese...

Almirante - Quello comunista e democristiano.

Pannella - Quello dei pretesi antifascisti, che rinnegano ogni giorno i grandi motivi e le grandi speranze di una società libera e quindi antifascista. E tu sai che per questo non ho bisogno certo di essere tranquillizzato da te, né da nessuno; rispondo alla mia coscienza, come tutti i miei compagni radicali. Ogni volta che si è assassinato un ragazzo, tra virgolette "fascista", ogni volta, prima del '68 e sempre, tu sai quale è stato l'atteggiamento dei radicali. Sai quante volte ci siamo levati contro le discriminazioni nei vostri confronti...

Almirante - L'ultima volta non me ne sono accorto, perché siete stati i soli a non parlare alla Camera, in quella nobilissima seduta dedicata al nostro povero missino assassinato, Angelo Mancia, un fattorino, un ragazzo...

Pannella - Non so, quel giorno, lo sai, non c'ero. Semplicemente so che, proprio alla vigilia, il tuo Presidente di Gruppo è andato a felicitarsi col compagno Mimmo Pinto per il nostro atteggiamento. Tu dovresti forse avere la generosità intellettuale con te stesso di riconoscere che, a prezzo forse di qualcosa, da quando siamo entrati nella Camera dei Deputati, nel '76 (tu ci sei entrato nel '48) i problemi delle scomuniche, dei perversi, delle violenze, sono stati toccati a noi.

Almirante - Ti ricordo la legge Scelba, fra i tuoi referendum...

Pannella - Hai altre cose da ricordare? Io ho ottima memoria, e nella mia ottima memoria c'è il rifiutare - per esempio - lo sconcio del darti del fucilatore. E' uno sconcio, nel senso che non mi interessa nemmeno, quando tu sei responsabile da 36 anni, e ancora oggi, di un cammino di violenza, nel quale il tuo partito - non è un problema personale, né per te né per me - fino a qualche anno fa, con i Pesenti, i Cefis, con tutto il potere, la Montecatini, la Edison e via dicendo, con i generali, i capi di stato maggiore che quando dovevano essere fatti fuori erano poi riportati...

Almirante - Povero Di Lorenzo!

Pannella - Ecco, tutta la povera gente che ha sempre votato MSI, pensando che fosse un grande partito di opposizione, dopo 36 anni di vostra presenza in Parlamento, potrà trarre delle conclusioni. Dopo cinque anni di nostra presenza in Parlamento, forse, questa gente potrà dare una opinione maturata parlando con se stessa, parlando dell'antifascismo radicale, quello che rispetta la identità e la storia di tutti, tranne il codice penale, che poi...

Almirante - Allora, se permetti, torniamo ai problemi reali, a quello che il paese reale vuole sapere da noi, credo, questa sera. Ho parlato della esigenza di sicurezza interna, parlo ora dell'esigenza di sicurezza sociale: il pane per gli italiani. Tu ti batti nobilmente, umanitariamente, contro la fame nel mondo. Io ti prego di guardare all'Italia. Ci sono quartieri di Napoli, che io ho visitato, che visito direi quotidianamente; ci sono quartieri della città vecchia di Bari, ci sono quartieri di Reggio Calabria, ci sono quartieri di Messina, c'è il Belice... L'Africa è in casa nostra!

Pannella - Lauro avrebbe potuto già raccontarti di Napoli e Ciccio Franco di Reggio Calabria.

Almirante - Ciccio Franco ha fatto nobilmente la rivolta di Reggio Calabria...

Pannella - Lauro avrebbe potuto raccontarti come è stato eletto nel MSI.

Almirante - ...poi, poverino, se n'è uscito insieme con coloro che tentavano di fare del Movimento Sociale Italiano una cosa diversa. Noi siamo socialmente all'avanguardia, caro Pannella, e ci occupiamo delle cose di casa nostra. Vorremmo che il bilancio dello Stato fosse mutato, ma non per destinare migliaia di miliardi alla fame nel mondo, ma per destinare alcune migliaia di miliardi alla fame in Italia. A questo ti richiamiamo perché crediamo, cortesemente, cordialmente, che questa sia una funzione attuale di un partito che veramente voglia schierarsi alla opposizione nei confronti di un regime che è dimentico dei problemi reali del nostro paese, anche, e soprattutto, a livello sociale. E c'è un'altra esigenza: l'esigenza della sicurezza internazionale, che comincia a preoccupare molto gli italiani.

Noi siamo stati d'accordo nella battaglia contro Osimo. Non era e non è soltanto un battaglia sociale; è anche una grossa battaglia di impegno politico. Siamo stati d'accordo ora in Europa perché venisse concluso il patto CEE-Jugoslavia, ma quel patto comprende anche Osimo, e su questo ci battiamo per ragioni ormai di sicurezza ai confini. Cerchiamo di non dimenticarcene, e di non cadere in un falso pacifismo, che fa il gioco del comunismo mondiale e del Partito comunista italiano. Cerchiamo di non confondere la distensione con la sicurezza. Cerchiamo di puntare sulla sicurezza. Allora avrai il diritto, caro Pannella, di essere considerato davvero un oppositore, l'oppositore di questo regime, di questo sistema che tu dici di condannare, come lo condanniamo noi; ma vi sono, mi pare, troppe compiacenze, troppe facilitazioni da parte vostra.

Infine ci sono le facilitazioni di costume, o di malcostume. Io detesto la demagogia in campo sociale, quella portata avanti dai socialisti, soprattutto, più ancora che dai comunisti; ma mi fa paura la demagogia, che consiste nel confondere libertà con libertarismo, che consiste nel favorire i peggiori istinti dell'uomo, di ogni uomo...

Pannella - Perché non parli di droga e di omosessualità?

Almirante - Ecco, alludo a questo, soprattutto a questo, soprattutto alla droga.

Pannella - E l'omosessualità dove la metti? Perché è un'altra chiave maschilista...

Almirante - Mi preoccupa, se consenti, anch'essa. Per la verità mi fa un po' schifo, se debbo esprimere il mio pensiero, non come leader del MSI-DN. Questo è uno stato d'animo del tutto personale, che nulla ha a che vedere con la politica. Questo libertarismo...

Pannella - Poi finiscono nei campi di concentramento!

Almirante - ...che porta avanti i più bassi istinti dell'uomo, che debilita la gioventù, che rende invertebrata tanta parte della gioventù, porta poi alla violenza, perché si tratta di violenza: questo incitamento al libertarismo è la peggior violenza, come la proclamazione dell'ateismo. E' violenza. E' difficile che chi si proclama ateo possa anche proclamarsi umanitariamente accanto a chi soffre e a chi muore. Mi insospettiscono queste posizioni e mi fanno temere che si tratti di un radicalismo filo-comunista, nel senso peggiore del termine, quando parlo di comunismo.

Pannella - Io personalmente, quando si parla di filocomunismo - se per filocomunismo s'intende amicizia profonda, segno di compagnia e di colleganza voluta con le grandi masse dei lavoratori, che hanno in buona fede sempre affidato al messaggio comunista le speranze di giustizia e di liberazione per sé e per gli altri...

Almirante - Poverini!

Pannella - ...sono sempre fiero anche che mi si consideri filocomunista. Mentre ho anche visto che, invece, storicamente il vostro anticomunismo è sempre stato un pretesto per colpire non i vertici comunisti, perché facevate gli accordi Ribbentrop-Stalin...

Almirante - Facevate? Allora ritorni al fascismo di maniera!

Pannella - Parlo di una certa tradizione culturale. No, scusami non sto dando insulti...

Almirante - Insulti? Non mi offendo mica io...

Pannella - Parlo semplicemente della tradizione culturale. In genere tutti i massacratori - e qui non sei tu - non rispettavano il diverso, che sia omosessuale, che sia fascista, che sia ebreo.

Almirante - Hai bisogno di risalire a Ribbentrop...

Pannella - Posso continuare? Sei sempre elegante e non interruttore, però oggi interrompi molto!...

Almirante - Chiedo scusa.

Pannella - Volevo semplicemente quindi dire che la storia la gente la sente dentro di sé. Tu parli della violenza. E io dico che il tuo cammino - questo sì mi preoccupa - è stato un cammino, fino ad oggi, che ha fatto dei ragazzi vicino a te degli assassinati e degli assassini.

Almirante - No, degli assassinati.

Pannella - Degli assassinati e degli assassini. Se tu non riconosci questo, non darai un contributo alla verità. Così come altre posizioni violente, che nascono dalle speranza socialiste, e a volte da quelle cattoliche, hanno fatto degli assassinati e degli assassini, moltissimi anche nelle file, appunto, della cosiddetta sinistra. Quindi, è su questo, sul programma della violenza, che ci confrontiamo. Noi diciamo che se c'è una nuova Buchenwald, Almirante, una nuova Mathausen di quaranta milioni di persone, che muoiono sterminate per la fame nel mondo, noi vogliamo farci carico di queste come coloro che si fecero carico della Buchenwald nazista.

Almirante - E' in Italia, in Italia c'è già...

Pannella - Questo era il vecchio discorso. Che cosa si diceva durante gli anni Trenta? Alla gente che diceva: "state attenti, Hitler, Mussolini significano la guerra, lo sterminio, la Buchenwald", tutti rispondevano: "pensate a casa vostra". Noi torniamo di nuovo a dire che dove muoiono massacrati, sterminati, quaranta milioni di innocenti, lì l'assetto politico internazionale prepara la morte, perché la dissacra, e la dissacra anche nella propria casa. E vai a spiegare ai tuoi ragazzi che la vita è sacra, quando non fai nulla perché quaranta milioni di persone siano salvate altrove.

A questo punto ti devo dire che abbiamo l'occasione, prestissimo, se tu lo vuoi, in una televisione privata - può essere una qualsiasi - per due o tre ore di interrogarci, di conoscerci meglio, se vuoi. Perché io parto da questo presupposto: il tuo cammino è un cammino di morte; oggi, non trent'anni fa. Tutte le tue posizioni sulla pena di morte velleitaria, sulla seconda Repubblica - che sai che non ci sarà mai, perché la puoi fare solo con il PCI, con la DC o con un'golpe: quindi, quale vuoi? - sono demagogia, un salto in avanti.

Parli dei carabinieri. Tu parli dei generali dei carabinieri, ma dei carabinieri di Peteano non parli. Sono ragazzi del MSI, del Fronte della Gioventù che sanno...

Almirante - No, no.

Pannella - Ne parleremo quando verranno...

Almirante - Questo veramente proprio non puoi dirlo. Corri il rischio di essere denunciato e lo sarai! Mi dispiace...

Pannella - E tu sai, Almirante, che io lotterò per avere l'autorizzazione a procedere perché voglio rispondere a quello che dico. Come posso dire che in tutte le stragi, di Milano eccetera, la magistratura ha accertato che c'erano delle connivenze con i servizi segreti e quelle connivenze vedono poi sempre voi da quella parte. Quindi, ricordiamo, anche in termini di costume - e termino, Almirante - che una carezza è un fatto nonviolento comunque data e da chi data, è un dato di felicità e di rispetto degli altri. E che un atto di violenza comunque e da chiunque dato è invece un atto di morte. A questo punto devo dire: ti do questo invito ad un contraddittorio, tre ore, altrove e molto presto. Io, intanto, questa sera, mentre le persone vedranno la fine di questo nostro dibattito, invito i romani a Teleroma 56, dove continuerò a parlare. Se potrai venire anche tu, continuerò a parlare, per quel che mi riguarda, di questo incontro e di altre cose. Vorrei anche dire che mi auguro che tutti gli italiani che ci h

anno ascoltato, Almirante, di qualsiasi parte politica, facciano festeggiare la speranza della vita, a Pasqua, e tutti gl'italiani sappiano davvero firmare i nostri referendum: sono l'unica concreta iniziativa contro il regime.

Almirante - Concludo dicendo: senz'altro accetto futuri inviti dall'amico Pannella in qualunque sede. E desidero terminare rivolgendo un saluto affettuoso agli italiani vittime della violenza, vittime della violenza...

Pannella - Hai il dovere di farlo!...

Almirante - ...a cominciare dai carabinieri, dagli agenti dell'ordine, dai soldati e dai ragazzi di qualunque colore. Mi si permetterà di ricordare che noi siamo - e non è un primato al quale tengo - statisticamente i più colpiti, perché ventitré nostri giovani, in questi ultimi anni, sono stati assassinati. E non dico da chi o per conto di chi. Dico dal regime, contro il quale, anche per questo, in nome dell'autentica pace fra gli italiani, pace con sicurezza, previa sicurezza, io mi esprimo e combatto con tutte le mie forze.

Pannella - Spero che tu ti converta e lo faccia in futuro. Non lo hai fatto in passato.

Almirante - L'ho sempre fatto.

Jacobelli - Basta. Il "faccia a faccia" fra l'onorevole Almirante e l'onorevole Pannella finisce qui. Io da moderatore non posso esprimere giudizi politici sul merito della trasmissione. Posso però, da impresario - come dice Pannella - di queste trasmissioni, augurarmi, anche interpretando la richiesta del pubblico, che la Commissione parlamentare renda sempre più frequenti questi dibattiti a due. Buonasera.

 
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