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Benni Stefano - 1 novembre 1980
NOI E I FASCISTI: (26) Toghetta nera
di Benni

"LA MAGISTRATURA ITALIANA"

("Manifesto" 5 maggio 1978)

SOMMARIO: Una raccolta di scritti sull'antifascimo libertario dei radicali: riconoscere il fascismo vuol dire capire quello che è stato e soprattutto quello che può essere. Troppo spesso dietro l'antifascismo di facciata si copre la complicità con chi ha rappresentato la vera continuità con il fascismo, la riproposizione di leggi e di metodi propri di quel regime.

("NOI E I FASCISTI", L'antifascismo libertario dei radicali

a cura di Valter Vecellio, prefazione di Giuseppe Rippa - Edizioni di Quaderni Radicali/1, novembre 1980)

La corte d'assisi di Bologna.

Visti gli atti e il dibattimento contro un gruppo di scapestratelli che con giovanile sconsideratezza, riunitisi in un club dal nome "Ordine nero", turbarono con le loro birichinate il clima dell'Emilia Romagna nel 1974, decide quanto segue:

In ordine alla distruzione della Casa del Popolo di Moiano con dieci chili di tritolo, non si può raffigurare il reato di tentata strage, in quanto intenzione degli imputati era (come dimostra la quantità puramente simbolica d'esplosivo) soltanto risvegliare il clima sonnolento di quella cittadina di provincia.

Si derubrica quindi il reato di tentata strage in quelli di improvvisata molesta, tentato sobbalzo e risveglio improvviso aggravato. In quanto al reato di procurato crollo, non può procedere mandando la querela di parte, ed essendo il signor Del Popolo, intestatario della casa, irreperibile.

In ordine all'attentato al condominio di dodici piani di via Arnaud, non si raffigura il reato di tentata strage in quanto non è possibile, in un condominio così grande, controllare appartamento per appartamento se tutti sono fuori casa, e quindi bisogna rischiare. Il reato viene quindi derubricato in danneggiamento aggravato. L'ultima sentenza di danneggiamento, qua a Bologna, fu pronunciata contro un imputato che aveva graffiato una macchina con un chiodo arrugginito.

Non essendo tuttavia l'esplosivo arrugginito, il reato viene derubricato in danneggiamento semplice, indi in grossa scortesia, per arrivare infine al reato di maleducazione semplice.

Ricordiamo che il reato di tentata strage può venir applicato solo in casi gravissimi, in cui ad esempio una banda di giovani delinquenti devasti la città di Bologna, come già accadde in marzo. Essi ben sapevano che dentro le vetrine si trovavano, completamente indifesi, i migliori pullover e i più gagliardi prosciutti della regione. Eppure essi non hanno esitato a romperle. Chiediamo, che ad essi vengano imposti altri tre anni di carcerazione preventiva, e condanne esemplari. Siamo pronti naturalmente a tener nascosta ogni prova che la corte voglia richiederci.

Viva l'antifascismo, via la giustizia!

Il fascismo non passerà.

O quando passa, ci volteremo di là.

"LA MAGISTRATURA ITALIANA"

("Manifesto" 5 maggio 1978)

 
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