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Pannella Marco - 5 marzo 1988
ZAGABRIA (4) IL CONGRESSO DEL PR

START-ZAGABRIA - 5 marzo

SOMMARIO: Intervista "a tutto campo" del settimanale di Zagabria "Start" a Marco Pannella sul partito trasnazionale, l'informazione, la nonviolenza e gli scioperi della fame, lo scioglimento del partito, Cicciolina. L'urgenza che si costituiscano gli Stati Uniti d'europa e che la Iugoslavia vi entri a far parte: "I nazionalismi costituiscono la più grande tragedia dell'ultimo secolo e della prima metà di questo. Noi non dobbiamo permettere che continuino a sussistere, perché ciò ci porterà inevitabilmente a dei conflitti e ad ucciderci vicendevolmente. E la morte è sempre negativa, anche quando si tratti della morte degli eroi. Alla patria, non dobbiamo dei sacrifici, ma la nostra propria felicità".

(RADIKALNE NOVOSTI a cura di MARINO BUSDACHIN e SANDRO OTTONI - hanno collaborato: MASSIMO LENSI, FULVIO ROGANTIN, PAOLA SAIN, JAN VANEK, ANDREA TAMBURI - TRIESTE, 1 gennaio 1989)

Marco Pannella, leader del Partito Radicale italiano e membro del Parlamento Europeo, è una personalità unica nell'ambiente politico europeo: per le sue idee ha fatto scioperi della fame, si è reso protagonista di azioni "scandalose", è stato arrestato e ha condotto (e vinto) le battaglie per il divorzio e per la legalizzazione dell'aborto.

Ha proposto anche lo scioglimento del suo partito.

Recentemente è stato ospite delle stazioni radio per i giovani a Belgrado e a Zagabria.

Marco Pannella è il solo uomo politico italiano e tra i rari al mondo che lotta non per il potere, ma per le sue idee. E' conosciuto per le estreme prese di posizione, gli scioperi della fame, le manifestazioni pubbliche e gli arresti; leader del Partito Radicale Italiano e deputato al Parlamento Europeo è inoltre uomo di forti principi morali e dotato di un acuto senso della giustizia. Da svariati decenni si dedica totalmente all'attività politica, ma nel suo caso questo impegno è basato esclusivamente sul desiderio di diffondere le sue convinzioni e non di soddisfare i suoi interessi personali. Tutti quelli che lo conoscono bene dicono che Pannella si comporta oggi quasi religiosamente: le idee radicali sono la sua "fede", e come un sacerdote egli opera per la loro diffusione.

Nato nel 1930 a Teramo (da padre ingegnere e madre svizzera), Pannella ha passato la sua gioventù a Roma, ove ha conseguito la maturità a 16 anni iscrivendosi poi alla facoltà di Diritto. E' da allora che comincia la sua carriera politica come presidente della società laica degli studenti. Nel 1955 partecipa alla formazione del Partito Radicale e sette anni dopo è eletto per la prima volta alla carica di segretario del partito. Terminati i suoi studi di Diritto, Pannella ha esercitato la professione di avvocato per qualche tempo, ma rapidamente ha deciso di espatriare alla ricerca di nuove esperienze. Ha lavorato come operaio in un calzaturificio in Belgio, ma anche come giornalista free-lance a Parigi, fino al suo ritorno in Italia nel 1963.

Con un pugno di persone che condividevano le sue opinioni politiche, Pannella ha iniziato, condotto e infine vinto alcune battaglie politiche tra le più importanti nella società italiana del dopoguerra, dal divorzio alla legalizzazione dell'aborto. I radicali sono stati i primi a occuparsi del problema degli obiettori di coscienza, del riconoscimento delle cosiddette minoranze sessuali, cioè gli omosessuali e le lesbiche. Precursori di tutti i movimenti "verdi", i radicali hanno iniziato a interessarsi all'ecologia in tempi in cui la gente ignorava cosa ciò volesse dire. Oppositori delle armi nucleari, ma anche di tutti gli arsenali militari tradizionali. Propugnatori della nonviolenza, si sono particolarmente impegnati nella lotta contro la fame nel mondo che uccide le popolazioni dei paesi sottosviluppati.

Affinché la loro voce isolata passi attraverso la giungla degli altri partiti, Marco Pannella si è servito dall'inizio di un'arma totalmente insolita per la politica italiana: lo sciopero della fame. La prima volta non ha mangiato per undici giorni. Era nel 1968, dopo l'intervento delle truppe sovietiche in Cecoslovacchia. Molti dubitavano dell'autenticità di questo sciopero di Pannella; credevano che mangiasse spaghetti di nascosto e si divertivano alle sue spalle. Anche se non arrivavano a burlarsi di lui, lo consideravano comunque un esibizionista. E' vero che il leader "quinquagénaire" dei radicali ama essere al centro dell'attenzione, ma è un fatto indiscutibile che egli abbia messo più volte la sua vita in pericolo con i suoi scioperi della fame.

Con 1 metro e 90 di altezza e oltre 90 kg di peso, Pannella possiede una resistenza fisica notevole. Fuma tre pacchetti di Celtiques al giorno, dorme appena qualche ora restando sempre lucido, sempre pronto a rispondere a qualsiasi domanda. E' una personalità con una capacità di comunicazione fuori dal comune. Oltre ad avere un fisico imponente, è un oratore rimarchevole, cosa che fa di lui un gradevole interlocutore, anche quando sta facendo propaganda per il suo partito.

La forza carismatica di Marco Pannella si sottolinea forse meglio all'interno del suo stesso partito. Ogni sua idee è accettata con entusiasmo, anche quando resta incomprensibile a molte persone, come quella recente sullo scioglimento del partito, idea proposta da Pannella nel caso in cui il progetto della trasformazione in partito transnazionale non debba realizzarsi. Una delle ragioni, tuttavia, per cui gli altri accettano tutte le sue prese di posizione viene anche dal fatto che è difficile opporsi a un uomo che ha consacrato tutta la propria esistenza al Partito Radicale sacrificandogli completamente la propria vita privata.

Marco Pannella vive in una vecchia casa, non possiede automobile e non sa guidare, perché non ha mai avuto il tempo di imparare. Non va al cinema, non partecipa ad appuntamenti mondani. Unico vizio, sigarette a parte, sono gli abiti eleganti e talvolta l'ottima cucina.

Deputato del Parlamento italiano ed Europeo, attualmente guadagna bene, ma trattiene per i propri bisogni soltanto una ventina di milioni l'anno, e consacra tutto il resto al suo partito. Non si è mai sposato, non ha bambini. Da qualche anno vive con una giovane romana che è medico, ma nessuno conosce la vera natura delle loro relazioni.

Dopo tutto non è facile vivere con un uomo che è costantemente in movimento tra Roma, Bruxelles e Strasburgo, che partecipa a tutte le manifestazioni, prende parte alle marce, alle riunioni, alle trasmissioni televisive e radiofoniche 24 ore su 24.

A causa della sua appassionata attività politica, Pannella si è trovato più di cento volte sul banco degli accusati dei tribunali italiani, ma è stato condannato una sola volta, a un'ammenda. Due volte è stato arrestato dalla polizia: la prima a Sofia nel 1968 durante una manifestazione contro il militarismo e la seconda a Roma nel 1975. A quell'epoca i radicali lottavano per la liberalizzazione delle droghe leggere. Sfidando la legge italiana, Pannella ha fumato una sigaretta di marijuana in pubblico. Fu arrestato e posto in carcerazione preventiva, ove passò un'intera settimana. Questi non sono, tuttavia, i soli scandali provocati da Pannella nella scena politica italiana. Sotto la rosa radicale, simbolo del partito, ha riunito alcune delle personalità più controverse di questi ultimi anni. E' così, per esempio, che Toni Negri venne eletto al Parlamento italiano. Era docente a Padova e considerato uno degli ideologi principali dell'azione terroristica armata in Italia. L'immunità parlamentare permise a Neg

ri di uscire di prigione. Ma prima che il tribunale lo condannasse definitivamente a 30 anni di prigione, il professore abbandonò i radicali e l'Italia rifugiandosi in Francia.

Il caso più recente è quello di Enzo Tortora, il celebre presentatore della televisione, che ha passato molti mesi di carcerazione preventiva sotto l'imputazione di essere invischiato con la Mafia e implicato in un traffico di droga. I radicali hanno da sempre creduto alla sua innocenza, malgrado l'opinione pubblica italiana fosse divisa. In seguito a procedure giuridiche che si sono trascinate a lungo, Tortora fu finalmente liberato ed eletto Presidente del Partito Radicale e deputato al Parlamento Europeo.

Tuttavia, la deputata più celebre portata dal Partito Radicale alla ribalta della stampa mondiale è senza dubbio Cicciolina. Cioè la porno star Ilona Staller. Eletta nelle ultime elezioni parlamentari, deputata al parlamento italiano, questa attrice d'origine ungherese era fino ad allora conosciuta esclusivamente per i suoi seni nudi che mostrava volentieri in pubblico così come per i suoi spettacoli pornografici. Da quando si occupa di politica, consacra minor tempo all'arte "drammatica".

In occasione della recente visita di Marco Pannella a Zagabria, noi abbiamo parlato di tutti questi argomenti, così come del programma futuro dei radicali, il cui scopo principale attualmente è di vedere il loro partito abbattere tutte le barriere delle frontiere per diventare un partito transnazionale e di diffondere l'idea della costruzione degli Stati Uniti d'Europa.

D: Lei ha recentemente visitato Belgrado, Zagabria e Lubiana, come membro della Comunità Europea. Ma in seguito a numerosi incontri con i giornalisti e il pubblico lei ha agito come leader del Partito Radicale italiano che cerca nuovi iscritti. Che cosa si aspetta esattamente dal suo soggiorno in Jugoslavia?

R: Sono venuto, prima di tutto, come membro del Parlamento Europeo. Dal 1979 faccio parte della delegazione parlamentare che si occupa della Jugoslavia e ciò di mia iniziativa, perché ho sempre provato un grande interesse per il vostro Paese. Vi sono già venuto più volte: nel 1982, nel 1985 e adesso. Ciò fa parte degli scambi tradizionali con i delegati jugoslavi: una volta l'anno visitano il Parlamento Europeo, e una volta l'anno noi gli restituiamo la visita. Si tratta di riunioni di lavoro al più alto livello. Sono dunque venuto in Jugoslavia nel quadro dei miei obblighi in seno al Parlamento Europeo, ma al tempo stesso come rappresentante del Partito Radicale che si interessa da lungo tempo alla Jugoslavia. Le nostre posizioni federaliste europee sono ben conosciute, così come la nostra adesione ai principi gandhiani della nonviolenza.

Attraverso un'azione condotta secondo i principi di Gandhi, noi vogliamo liberare delle frontiere nazionali l'Europa e la Jugoslavia che, grazie alla sua posizione di paese non-allineato, presenta per noi un interesse tutto particolare. In verità, in molti mi hanno posto la domanda se questa volta si sarebbe ripetuto ciò che era accaduto durante la nostra precedente visita nel vostro Paese: mentre ero ricevuto dagli alti dirigenti jugoslavi, la polizia jugoslava arrestava in svariate città dei militanti del Partito Radicale per aver distribuito dei volantini di propaganda.

Comunque non so, vedremo. Adesso noi siamo qui e niente è accaduto. Terza cosa, che è la più importante, noi ci troviamo nella fase finale e decisiva della vita del Partito. A parte le decisioni ufficiali, personalmente credo che se noi non perseveriamo, nel corso delle poche settimane a venire, nel creare un partito veramente transnazionale, interamente ``de-italianizzato'', scopo che noi perseguiamo già da vent'anni, allora i radicali non avranno raggiunto il loro principale obiettivo e non ci sarà più ragione di operare per l'esistenza del Partito. Potrà darsi che qualcuno di noi dirà che passeranno ancora dodici mesi prima che il Partito sia definitivamente sciolto o prima di vedere il suo carattere veramente transnazionale finalmente stabilito. Sarebbe il primo partito transnazionale di questo secolo, fondato fuori dai blocchi, dunque sui valori del non-allineamento.

D: Come pensate di creare questo partito radicale transnazionale?

R: Prima di tutto con una grande campagna d'informazione dell'opinione pubblica. A questo riguardo, alcuni miei compagni hanno ragione quando mi accusano di essere troppo draconiano con la mia presa di posizione concernente lo scioglimento del partito. Loro dicono, per esempio, che soltanto un centinaio di persone, in Jugoslavia, sono al corrente della nostra posizione. Troppo poco numerosi sono coloro che sanno che salveranno il partito iscrivendosi e che, nel caso contrario, esso morirà. Come possiamo mettere la chiave sotto lo zerbino prima d'informare la gente?

A questo riguardo si pone la questione dell'Est e dell'Ovest. Noi siamo privati di una vera informazione a causa della disinformazione utilizzata a fini politici. In questa situazione, da chi si trova tra i due, come qui in Jugoslavia, non si è avuta risposta positiva né negativa. La risposta si otterrà solo dopo che la questione sarà stata posta. Nel frattempo il Partito Radicale - che difende gli stessi interessi a Vladivostock, Belgrado, Montreal o Buenos Aires, deve operare il più vigorosamente possibile per gli Stati Uniti d'Europa e da subito, nel senso di una federazione politica e non solo di una comunità economica.

D: Com'è possibile, nel quadro della attuale divisione in blocchi, pensare all'unificazione di Stati con sistemi politici completamente differenti?

R: Se noi non fossimo così alienati e soverchiati dalla politica, la domanda dovrebbe essere: come possiamo avanzare senza gli Stati Uniti d'Europa?

Pensate soltanto alle spese enormi che ogni Paese deve sostenere per il mantenimento d'un apparato militare enorme e a tutta una serie di esempi simili. Fino a quando permetteremo che la politica ci divida?

D'altronde, per coloro che pensano che ciò è impossibile, vorrei semplicemente dire che la Comunità Europea è nata come comunità economica di sei Paesi e che adesso è una comunità politica di dodici Paesi. Oggi 300 milioni di persone eleggono il Parlamento Europeo. Noi speriamo che nel 1989 sia ugualmente eletto un Presidente dell'Europa. Noi, europei, dobbiamo finalmente comprendere che non possiamo progredire se non siamo uniti, altrimenti nel caso contrario periremo. I nazionalismi costituiscono la più grande tragedia dell'ultimo secolo e della prima metà di questo. Noi non dobbiamo permettere che continuino a sussistere, perché ciò ci porterà inevitabilmente a dei conflitti e ad ucciderci vicendevolmente. E la morte è sempre negativa, anche quando si tratti della morte degli eroi. Alla patria, non dobbiamo dei sacrifici, ma la nostra propria felicità.

D: La vostra speranza di vedere la de-italianizzazione del partito e la sua trasformazione in transnazionale non è in qualche modo una posizione di opportunismo? Il Partito Radicale che svolgeva un ruolo importante nella società italiana alla fine degli anni '60 e all'inizio del '70 ha man mano perso la sua influenza, e oggi se ne parla soprattutto per l'elezione di Cicciolina che è stata recentemente eletta deputata al Parlamento. Come spiega la crisi dei radicali?

R: Mi oppongo a tali criteri. Temo che confondiate le nozioni. Non è esatto ciò che è stato detto, cioè che il Partito Radicale era un partito principale, importante o influente.

D: Non mi riferivo al numero dei suoi aderenti o alla sua forza politica, ma alle idee da lui difese e che furono molto incidenti nell'evoluzione della società italiana dal divorzio alla legalizzazione dell'aborto, dall'ecologia all'opposizione alle armi nucleari.

R: Ho capito ciò che vuole dire, ma le spiegherò adesso cosa penso. Potrei provarle che nel 1968, '69, '70 e '71 si parlava del Partito Radicale nella stessa maniera in cui lei ne parla ora. Questo cominciava già nel 1962 al momento della costituzione del PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria). A quell'epoca, tutti dicevano che era la fine dei radicali. Più tardi, nel '68, la gente diceva di nuovo che il Partito Radicale era finito, a causa dell'esistenza del Manifesto, del Psiup e soprattutto a causa del nuovo Movimento Studentesco, un potente movimento di studenti che riuniva la sinistra extra-parlamentare. Quando noi abbiamo cominciato a parlare di aborto e di divorzio, ad eccezione di un oscuro periodico porno di Milano di terza categoria, nessuno nella stampa voleva accordarci spazio, anche come rappresentanti della lega per il divorzio. Prendete l'anno 1970, quando il divorzio fu adottato; perché, anche se il referendum popolare ha avuto luogo nel 1974, la battaglia per il divorzio fu

vinta nel 1970 in Parlamento. Questo costituì un vero incidente parlamentare, perché tutti coloro che allora votarono in favore del divorzio credevano che la maggioranza non sarebbe stata raggiunta. I partiti laici dicevano che il divorzio avrebbe provocato la crisi del governo di centro-sinistra, dividendo i cattolici dai laici. I parlamentari che erano in favore dell'aborto erano completamente isolati. Ma la battaglia fu vinta.

A quei tempi noi conducevano anche altre battaglie, in favore delle minoranze sessuali, degli obiettori di coscienza, e anche a favore dell'aborto. Era tra il 1966 e il 1970. Se considera che il maggio parigino non ha avuto luogo che nel 1968, comprenderà che eravamo precursori di tutti i grandi cambiamenti. Fu soltanto dopo l'adozione del divorzio da parte del Parlamento italiano nel 1970 che la stampa estera scoprì la nostra esistenza. Il ``Times'' di Londra e ``Le Monde'' di Parigi, come se fossero d'accordo, uscirono con lo stesso titolo: ``L'Italia entra in Europa'', spiegando ai propri lettori come il piccolo David, il Partito Radicale antimilitarista, libertario, anticlericale che a quell'epoca contava 600 iscritti, ha vinto il Golia, tramite la Lega per il divorzio che riuniva circa duemila persone.

D: Quanti iscritti ha ora il Partito Radicale?

R: Ci arriveremo fra un istante. Vorrei ancora una volta sottolineare che coloro che dicono che noi eravamo una volta importanti e influenti e che abbiamo oggi perduto il nostro prestigio, sono gli stessi che all'epoca ci trattarono da marginali, da inutili. Conseguentemente è l'argomento più frequente di coloro che coscientemente o incoscientemente portano in sé l'attitudine anticlericale. Vediamo il seguito, ciò che è accaduto tra il 1975 e il 1987. E' il decennio importante per il Partito Radicale. Perché? Perché noi eravamo il partito ``verde'' in Europa, il primo a occuparsi di ecologia. I ``verdi'' tedeschi non sapevano nemmeno di esistere quando noi non soltanto difendevamo queste tesi ma avevamo raccolto in Italia, dopo l'incidente nucleare di Three Miles Island in Pennsylvania, 700.000 firme. Si trattava di firme autentificate e non di anonimi come quelle che sono raccolte in fretta, per esempio durante le riunioni di pacifisti. Dato che non abbiamo locali del partito, tutto si è svolto nella strada

, senza contare le condizioni atmosferiche. Una cosa simile non si è mai prodotta da nessuna parte. Ora è una cosa normale, ma rispetto a noi con dieci anni di ritardo. Raccogliere, a quei tempi, 700.000 firme contro la caccia e l'energia nucleare rappresentava una scommessa unica. Ma mi piacerebbe menzionare anche l'esempio più recente. Ultimamente in Italia ha avuto luogo un doppio referendum sui poteri dei magistrati e sull'energia nucleare. Noi avevamo posto queste questioni nel 1978, quasi 10 anni fa! Questa volta abbiamo anche vinto, ma nessun organo di stampa ha mai ammesso che noi eravamo i soli ad aver difeso dal primo giorno queste tesi. E' stato divertente vedere l'agitazione degli altri partiti che non sapevano, sino all'ultimo minuto, quale posizione prendere. Ed è solo quando hanno compreso che l'opinione pubblica avrebbe votato ``SI'' ai due referendum, che si sono precipitati in questo senso.

D: Qual è stata l'evoluzione del Partito Radicale durante il periodo trascorso?

R: Principalmente lottando contro le accuse mosse nei nostri confronti in ogni momento. Ci hanno accusato di non essere dei pacifisti antinucleari come gli altri. Ma noi eravamo il solo partito a dire ``NO'' alla NATO negli anni '60. Anche i comunisti hanno sostenuto la NATO. Era la famosa tesi di Berlinguer: sotto l'ombrello della NATO il socialismo si svilupperà più faticosamente. Si tratta, sicuramente, di ombrello atomico. Ma noi non siamo mai stati quelli di ``The Day After'', non abbiamo mai ceduto alla paura e al terrore delle armi nucleari, perché siamo sempre stati coscienti che 40 milioni di uomini, di donne, di bambini muoiono di fame ogni anno, che ci sono guerre che durano da anni e che questi fatti rappresentano i reali problemi del momento.

E' per questa ragione che per noi essere pacifisti significa sostenere una legge e non dichiararsi contro la morte. In effetti, il problema non è di opporsi alle armi nucleari. Ciò va da sé. Bisogna dire ``No'' alle armi nucleari, ma oggi si muore principalmente di armi tradizionali.

Siamo stati accusati dai comunisti italiani di non essere dei veri pacifisti.

Nel momento in cui loro stessi avevano votato l'aumento delle spese militari, inviando contemporaneamente dei manifestanti a Comiso (nota della traduttrice: alle manifestazioni, in Sicilia, contro i missili a media portata installati in questa località dagli americani) perché non comprendessero ciò che accadeva a Roma.

D: Lei ha parlato di una presenza dei radicali in Unione Sovietica in questi giorni. Come è visto il Partito Radicale in quel Paese?

R: Siamo il secondo partito dell'Unione Sovietica! Evidentemente perché non ve ne sono altri. Abbiamo il nostro segretario a Mosca e 5 altri membri.

Alcuni compagni sono tornati recentemente dalla Polonia dove c'è stata qualche iscrizione. In generale abbiamo sempre più successo. Iscritti al Partito Radicale sono il Ministro della giustizia del governo del Burkina Faso, il ministro della sanità dello stato brasiliano di Sao Paulo, degli eminenti dirigenti brasiliani e numerosi altri. Il rappresentante sovietico che è venuto al nostro ultimo congresso ha violentemente attaccato la mia tesi sullo scioglimento del partito. Non avete il diritto di farlo, ha detto, perché in Unione Sovietica un numero crescente di persone conosce il Partito Radicale e la stampa illegale ne parla molto più di quanto si possa immaginare all'estero. In Italia, i grandi partiti come i comunisti e i socialisti hanno adottato le nostre posizioni sull'energia nucleare. Non lo riconoscono ufficialmente, ma le tesi erano le nostre.

D: Avete intrapreso azioni politiche insolite. Avete fatto scioperi della fame, siete stati arrestati a più riprese, siete stati in prigione, siete stati sul banco degli imputati un centinaio di volte. Questi metodi politici, che una volta colpivano l'opinione pubblica, sono efficaci ancora oggi?

R: Mentre facevamo lo sciopero della fame la gente, per esempio, ci chiedeva, insinuando, se mangiassimo spaghetti di nascosto. Lo si può leggere sui giornali. Ecco quel che mi è successo dopo il mio ultimo sciopero della fame nel 1983. Dopo 60 giorni, è stata convocata una conferenza stampa con dei medici che hanno pubblicato un bollettino ufficiale in cui si diceva che dei processi irreversibili erano in corso nel mio organismo e che rischiavo dunque di morire in qualsiasi momento.

La televisione italiana ha fatto sapere che stavo per chiudere gli occhi, ma nell'angolo di sinistra dello schermo appariva la mia immagine di quando ero particolarmente grasso e col doppio mento (mi avevano fotografato dopo 5 giorni di sciopero della fame e della sete, ero particolarmente gonfio: questa debolezza dell'organismo è ben conosciuta da chi sa cosa vuol dire non mangiare per tanto tempo). Questo era il messaggio diffuso dalla televisione italiana e la gente si faceva beffe di noi.

Burlando i radicali che facevano lo sciopero della fame, si distruggeva un'arma politica altamente civile. Bisogna tuttavia dire che alcuni individui (preti, soldati, detenuti, ecc.) hanno condotto lo sciopero della fame ottenendo tutto ciò che volevano.

Lo sciopero della fame si è diffuso massicciamente come arma efficace per raggiungere i suoi obiettivi. Andava tutto bene finché si trattava di una dichiarazione individuale, ma quando sono scioperi come i nostri, che portano in sé matrici gandhiane, civilizzatrici e radicali, allora bisogna neutralizzarli. Hanno paura di questo tipo di sciopero, perché rappresenta l'arma più efficace.

D: L'anno scorso eravate alle soglie dello scioglimento del partito, ma l'opinione pubblica progressista italiana ha reagito vigorosamente e il numero di iscritti è salito a dodicimila, tra i quali nomi assai celebri.

R: La nostra decisione ha toccato molte persone, da premi Nobel come Rita Levi Montalcini a cantanti come Domenico Modugno. La lista di questi 12 mila nomi è un vero manifesto, la prova esplosiva di una società differente. Per quanto ci riguarda, noi non vogliamo diventare dei guardiani del partito. E' indiscutibilmente troppo prezioso, ma vogliamo di nuovo sottoporlo a un test. No, la questione si è posta a noi, duemila, che eravamo convinti bisognasse sciogliere il partito, confrontarsi con quei 12 mila cui il partito appartiene oggi tanto quanto a noi. Loro dicono che non bisogna neanche pensare alllo scioglimento del partito, ma noi siamo d'accordo solo per quanto riguarda quest'anno.

Se nel corso dell'anno 1988 riusciremo ad effettuare un grande passo in avanti, de-italianizzare il partito e arrivare a un partito che possa agire simultaneamente a Mosca, Belgrado, Washington, Roma e le altre capitali dell'Europa, allora varrà la pena continuare.

D: E' tempo che le chieda qualcosa sul fenomeno Cicciolina. Se c'è un soggetto grazie al quale i radicali sono diventati popolari in Italia, e nel mondo, è Cicciolina, la prima star del porno mai eletta deputata in qualche Paese.

R: Cicciolina è un deputato radicale eletto personalmente da Eugenio Scalfari (direttore del quotidiano `La Repubblica') perché non è passato giorno senza che egli non abbia pubblicato qualcosa su di lei in prima pagina. In realtà, ella è stata eletta dai nemici del Partito Radicale. Ciò ci è costato da 200 a 300 mila voti, mentre pensiamo che lei ne raccolga al massimo diecimila.

D: Se siete contrariati del fatto che Cicciolina stia togliendo voce agli altri radicali, perché l'avete candidata alle elezioni?

R: Per pura tolleranza. Noi non possiamo dirle `non ti vogliamo perché sei una puttana'. Come gli altri membri del partito, è lei stessa che ha posto la sua candidatura; non è stata una nostra scelta.

D: Come spiegate allora il fatto che sia stata eletta?

R: Lei ha ricevuto relativamente pochi voti. A Roma, il numero di quelli che votano Partito Radicale è diminuito. Numerosi nostri seri candidati sono stati sconfitti. Lei ha ricevuto 20.000 voti ed io 40.000. Se prendete in considerazione la copertura pubblicitaria che la sua candidatura ha ricevuto dall'inizio, tutta la promozione di cui è stata oggetto nella stampa avversa, ciò rappresenta gran cosa. Nelle province del Lazio ci sono 3 milioni di elettori. Questo signifiva che la sua percentuale è minima.

D: Ciònonostante, hanno votato per lei e non per certi altri candidati radicali.

R: Perché non sapevano nemmeno che gli altri candidati esistessero. Pensate che ci fosse molta gente a Roma che sapesse che il mio nome figurava sulle liste dei candidati? Cicciolina ha beneficiato di una promozione di circa 100 miliardi di lire. Evidentemente non è lei che ha organizzato tutto ciò, ma quelli che hanno scritto molto su di lei. In un sistema che si chiama `a partiti multipli', si trovano delle malversazioni antidemocratiche incredibili. Ma per noi radicali il problema Cicciolina non esiste. Noi siamo il primo e unico partito che ha posto i problemi sessuali come problemi politici. Siamo riusciti, per esempio, a far passare delle leggi sui transessuali. Tuttavia siamo di fronte al fatto che una donna che mostri un seno per la strada, e neanche tutti e due, provoca un'euforia generale e appare in prima su tutti i giornali. E' una prova che la sessuofobia e la sessuomania sono dei componenti profondi della nostra società. Dunque, Cicciolina in sé non è un problema; il problema è nel fatto che la

si è fatta diventare un avvenimento sensazionale.

D: Non è dunque vero che il caso Cicciolina ha generato un atteggiamento generalmente negativo verso la politica italiana e soprattutto messo in dubbio la serietà del Partito Radicale che ha perduto gran parte della sua credibilità?

R: Può essere che abbia perduto parte della sua credibilità, ma non so presso chi. La credibilità morale, culturale, storica e quella della civilizzazione è stata perduta dal settimo potere, cioè dal sistema d'informazione, cosa che sarà evidente solo tra una ventina d'anni. Per me, i mezzi d'informazione sono il solo, vero AIDS della società contemporanea, il peggio che esista in Italia e in Occidente. Ed è stato straordinariamente annunciato dal film ``Citizen Kane'' di Orson Welles. E' per questa ragione che è possibile che Cicciolina con il suo seno nudo divenga un avvenimento mondiale, perché il sistema d'informazione è diretto da ``voyeur'' il cui problema consiste se potranno o no masturbarsi. L'Occidente ha creato il sistema d'informazione che più manca di cultura. Le do un esempio: se voi mostrate la foto di un bambino africano affamato durante una conferenza stampa e insieme annunciate che è stata appena adottata la legge per consacrare cinque miliardi di lire alla fame nel mondo, ciò che salverà a

lmeno da uno e due milioni di vite umane, questo sarà un avvenimento. Se mostrate questa foto di Mathausen a Parigi, Lisbona o a Roma, non sarà pubblicata da alcun giornale.

D: I vostri collaboratori più vicini sono molto giovani; nelle sue riflessioni menziona spesso le giovani generazioni. Ciò vuol dire che il Partito Radicale difende gli ideali della gioventù, cosa che potrebbe essere funesta perché tutti i giovani, purtroppo, diventano vecchi e dimenticano ciò in cui una volta credevano?

R: No, assolutamente. Quando parlo di giovani generazioni, penso prima di tutto a coloro che non hanno potere, perché quelli che tengono le redini del potere sono generalmente delle persone più anziane. Il Partito Radicale è orientato verso tutti quelli che hanno degli ideali e sono pronti a battersi per essi.

D: Occorre essere maggiorenni per iscriversi al Partito Radicale?

R: No. Quando ci si è posti questa domanda la prima volta, abbiamo compreso che in realtà non c'è limite d'età perché un essere umano possa vivere secondo le sue opinioni. Per questo ci sono tra i radicali dei bambini di 11, 12 anni e vegliardi di 92.

D: Cosa occorre fare per ottenere la tessera di iscritto al Partito Radicale?

R: Niente di particolare. Bisogna semplicemente chiederlo. Non ci è venuta nemmeno l'idea di accordare o no la tessera di iscritto a qualcuno a seconda dei suoi meriti. La tessera di iscritto al partito si prende esattamente come il biglietto di un tram, non per l'eternità ma per un pezzo di strada, provando ad andare verso un mondo migliore e più giusto. I radicali pagano una quota pari all'1% del reddito nazionale medio, pari in Italia a circa 400 lire al giorno. A causa della difficoltà tecnica di incassare le quote, gli iscritti dei Paesi dell'Est sono esenti dal pagamento della quota.

D: Dopo la sua trentina d'anni di attività con i radicali, è soddisfatto dei suoi risultati?

R: La nozione di soddisfazione mi è piuttosto estranea. Non ho tempo per la soddisfazione. Non faccio il bilancio della mia vita. La sola cosa che posso dire è che durante la mia esistenza ho vissuto molte cose che speravo si realizzassero un giorno e che tutti mi assicuravano non potessero mai realizzarsi. Per molte cose mi si diceva che fossero follia, che dovevo abbandonarle, che si trattava di ideali di gioventù. Siamo tutti allevati in questo modo, dopo la nostra età più giovane impariamo ad abbandonare tutte le nostre illusioni. E questo non è che la pura verità. Tutto il resto sono illusioni tristi e triste utopia. In questo senso non ho alcun diritto ad essere stanco e voler cambiare il mio modo di pensare e le mie convinzioni.

 
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