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Stanzani Sergio, Vigevano Paolo - 5 maggio 1988
LO STATO DEL PARTITO (1)

Relazione del Primo Segretario Sergio Stanzani e del Tesoriere Paolo Vigevano al Consiglio Federale del Partito Radicale - Madrid, 5-9 maggio 1988

SOMMARIO: La situazione del Partito radicale a partire dagli elementi finanziari ed organizzativi. Nella relazione comune presentata al Consiglio federale di Madrid del 5-9 maggio 1988, il segretario e il tesoriere mettono in luce ed analizzano nel dettaglio le enormi difficoltà politiche connesse alla decisione di trasformare il Pr in un soggetto trasnazionale.

Presidente, compagne carissime, cari compagni,

devo, purtroppo, iniziare questa relazione con una notazione negativa che mi e ci riguarda.

Non sarà la sola e neppure la più grave.

La notazione è relativa alle condizioni nelle quali siamo arrivati, con una preparazione che non solo è lungi dall'essere la migliore, ma è - a mio avviso - più insoddisfacente di quella predisposta per la riunione di Bruxelles. E in questo caso si trattava della prima riunione, a solo un mese dal Congresso. Il materiale inviato è insufficiente; il materiale non è pervenuto con un anticipo adeguato, non tradotto o tradotto solo in una lingua. Disponete del materiale in francese grazie all'aiuto disinteressato, preciso e costante di due nostri compagni - Irene e Michel - che vivamente, sinceramente ringraziamo. Si tratta di carenze che incidono, inevitabilmente, sulla qualità di questo incontro, compromettendone l'efficacia, impedendoci di rendere al massimo, di utilizzare a pieno sia il denaro che il tempo e la fatica che ci costa il riunirci, il vederci in una situazione delicata e difficile. Si tratta di una carenza non dovuta a ignoranza o a trascuratezza o incapacità, ma ad oggettive difficoltà che no

n abbiamo potuto superare, che sono già, queste, indice di una più generale inadeguatezza organizzativa, di cui dobbiamo con serietà occuparci, per le profonde implicazioni che questa inadeguatezza comporta, implicazioni che non sono tecniche, amministrative o burocratiche, ma politiche per eccellenza.

Non intendo quindi cavarmela con delle scuse, se non per quanto queste possano valere sul piano della pura cortesia e del rapporto personale.

E' necessario evidenziare e valutare i fatti

Quello che conta sono i fatti e i fatti sono carenti e credo, anzitutto, si debba non solo non nasconderli, e neppure eluderli, ma evidenziarli e valutarli. Evidenziare la situazione del partito a partire dagli elementi finanziari ed organizzativi è, in questa occasione, la scelta fatta dal tesoriere e da me, dopo averne discusso con i compagni della segreteria. A tal fine vi abbiamo inviato in anticipo le note sul preventivo e presentiamo qui un'unica relazione, che a quel preventivo fa in gran parte riferimento.

Un'unica relazione del tesoriere e del primo segretario

Abbiamo anche stabilito concordemente che saranno i compagni della segreteria, e, in particolare, Emma, Giovanni e Francesco, ad esporvi quanto attiene alle iniziative assunte e alle attività svolte in questi mesi.

Prima di proseguire voglio porgere qui, a nome vostro e mio, il più vivo, forte e sincero saluto ad Enzo Tortora.

So che tutti noi vorremmo essergli ancora più vicini in questo altro momento di sofferenza; gli auguriamo che con la forza, il coraggio e la volontà che ha dimostrato di possedere, riesca a superare anche questi difficili momenti. Credo comunque che quanto più sapremo rendere efficace e proficuo il nostro lavoro, tanto più gli potremo essere di aiuto e di conforto.

Premetto ora alcune informazioni e poche considerazioni:

- anzitutto voglio esprimere la mia, la nostra convinzione che molto lavoro è stato svolto in questi ultimi mesi - più di quanto io stesso ritenessi fattibile - con impegno e dedizione non comuni da parte di molti compagni che voglio qui ringraziare anche a nome del tesoriere e di tutti i componenti della segreteria;

- voglio poi rivolgere un particolare saluto e ringraziamento ad Emma Bonino, che, come voi sapete, ha lasciato il Parlamento Europeo, ove per anni ha svolto un duro e proficuo lavoro, spesso anche in condizioni assai poco agevoli. Emma Bonino, rientrata in Italia, si occupa ora da Roma del coordinamento delle attività del partito nei e per i paesi del Mediterraneo e di quelli africani; Giovanni Negri, che è subentrato ad Emma nel Parlamento Europeo e al quale va pure un particolare saluto e ringraziamento, si occupa da Bruxelles anche del coordinamento delle attività del partito nei e per i paesi del Nord e dell'Est dell'Europa; ad entrambi il mio, il nostro più fervido augurio.

Approvata dal Parlamento Europeo la "Dichiarazione" sugli "Stati Generali"

Devo poi sottolineare con gioia il notevole passo compiuto sul percorso dell'iniziativa assunta dal partito per gli Stati Generali dei popoli europei con l'approvazione della "dichiarazione" ad essa relativa da parte del Parlamento europeo; sono state infatti raccolte e depositate presso la Presidenza del Parlamento un numero di adesioni che supera nettamente la metà più uno dei componenti; con questo atto la dichiarazione, secondo le norme del Parlamento europeo, risulta approvata e alla prossima sessione ne sarà data formale comunicazione; in seguito a questo risultato, abbiamo provveduto, con una mia lettera, a informare i circa 6.000 parlamentari dei 12 paesi membri di questo risultato e abbiamo richiesto il loro interessamento e la loro iniziativa per l'approvazione di analoghe risoluzioni anche da parte dei rispettivi Parlamenti nazionali; in tal modo si possono creare le condizioni per l'inserimento di questa proposta nell'agenda dei lavori della riunione dei Capi di stato e di Governo che si terrà

a fine giugno ad Hannover o, quanto meno, per ottenere una riunione straordinaria nei mesi immediatamente successivi; la scadenza di Hannover, quindi - per un partito che intende essere transnazionale e che sta dando corpo e forma anche legislativa ad una politica transnazionale - è di evidente, particolare rilievo; occorre perciò mobilitarsi sin d'ora per essere in molti ad Hannover; non si tratta infatti di un'ennesima manifestazione di testimonianza, ma di una pressione e un sostegno alla nostra proposta che dovrà essere in discussione su quel tavolo.

La decisione unanime del Consiglio Federale di Bruxelles

Presidente, compagne e compagni,

sono trascorsi quattro mesi dal Congresso di Bologna - un terzo dell'anno radicale '88 - e quasi tre mesi dalla prima riunione del Consiglio Federale che abbiamo tenuto a Bruxelles.

In quella circostanza fu unanime il vostro consenso nel riconoscere, prima di tutto, alla decisione presa a Bologna di voler essere partito transnazionale, forza e capacità di grande progetto politico, volto ad interpretare e ad esprimere - con anticipo su tutte le altre forze politiche - esigenze reali dei popoli, della gente, delle persone, donne e uomini, di molti paesi, primi fra tutti quelli del Mediterraneo e dell'Europa, di un'Europa che per noi non ha, pur essa, confini invalicabili segnati dal "signore": è l'Europa dei valori, l'Europa del diritto e della legge, l'Europa laica e democratica e in essa, e solo in essa, del progresso. L'Europa dei "popoli" non delle "nazioni".

La "ragionevole follia" della scelta transnazionale

Nel confermare questa volontà, nell'affermare questa consapevolezza, eravamo - eravate - coscienti di una scelta non solo importante, affascinante, decisiva per il partito, ma proprio per questo, di una scelta quanto mai rischiosa, dall'esito incerto e molto, molto difficile, forse improbabile, tuttavia non impossibile: di una "ragionevole follia", come ama definirla qualche nostro compagno. Di una scelta affidata come sempre - per noi - "anche agli altri", ma che deve contare anzitutto sulla nostra convinzione, sulla nostra capacità di agire, ma anche, e soprattutto, di comprendere e di sopportare; dobbiamo contare sulla nostra intelligenza e sulla nostra disponibilità, prima e oltre che sulla nostra volontà.

A Bruxelles il Consiglio Federale del Partito radicale non si limitò quindi a ribadire la scelta transnazionale e a renderne esplicite la forza e la capacità progettuale, ma affrontò anche il problema di come avviarne concretamente il processo di attuazione, prendendo in esame e approvando il programma di attività, per l'anno in corso, delineato nella relazione. Programma che - come è noto - si articola e si sviluppa partendo da una priorità che fu stabilita nell'ambito dei sei temi inclusi nella mozione congressuale.

Priorità degli "Stati Uniti d'Europa" e dell'"antitotalitarismo e dei diritti umani"

Questa priorità colloca al primo posto nel programma il tema degli Stati Uniti d'Europa e, per questo tema, l'obiettivo degli Stati Generali dei popoli d'Europa. Oltre e dopo questo tema il programma ne prevede un secondo, quello dell'Antitotalitarismo e dei diritti umani. Con queste indicazioni, pur non volendo porre preclusioni nei confronti degli altri quattro temi della mozione congressuale, abbiamo convenuto che, per quest'anno, l'impegno nostro, degli iscritti, delle associazioni, degli organi di partito, deve essere subordinato al conseguimento di quanto previsto e programmato in relazione ai primi due. La decisione teneva conto anzitutto dell'incidenza riconosciuta ai due temi nell'avviare e favorire lo sviluppo del processo di transnazionalizzazione del partito e delle scadenze imposte e dell'impegno richiesto soprattutto per conseguire l'obiettivo degli Stati generali dei popoli d'Europa e infine, ma non ultimo fattore per importanza, si è voluto così tener conto delle difficoltà da superare e d

ei limiti delle nostre risorse.

Il tempo trascorso ha influito sulla nostra "situazione complessiva"

E' bene tuttavia osservare, proprio nel momento in cui possiamo annunciare con grande soddisfazione la deliberazione del Parlamento europeo, che il tempo intercorso - giusto quanto ne è passato da Bruxelles ad oggi - per ottenere questo risultato ha comportato un'attesa nell'azione del partito, che, seppur non determinante, ha in qualche misura influito sul nostro comportamento e quindi sulla situazione complessiva.

Per prendere in esame questa situazione facciamo riferimento ai due documenti che vi sono stati inviati - purtroppo solo in lingua italiana: lo scadenzario ed il preventivo delle spese e delle entrate.

Lo scadenzario - questa è la denominazione attribuita nell'ambito della segreteria al primo dei due documenti - è una carta di lavoro redatta da Danilo Quinto per mio incarico, sulla base degli appunti presi nel corso delle riunioni: nulla di più di un promemoria sul procedere delle attività programmate.

Non si tratta di un documento organico e completo, verificato e controllato; riteniamo però che fornisca un quadro significativo del lavoro, così com'è stato via via impostato e svolto, con le interruzioni, le modifiche e le riprese - se e quando vi sono state. E' un contributo a una maggiore comprensione dell'andamento operativo del partito.

Il preventivo - per quanto riguarda le spese - quantifica gli importi che il partito deve sostenere per il mantenimenti e il funzionamento dell'attuale struttura e per assicurare i servizi necessari; quantifica inoltre le spese per lo svolgimento delle attività inserite nello scadenzario. Il documento fornisce, voce per voce, elementi quantitativi e qualitativi che chiariscono succintamente la natura, i termini, le condizioni e i limiti delle spese previste. Per quanto riguarda le entrate, il preventivo considera unicamente le voci di pertinenza diretta del partito e per quanto concerne le voci relative alle iscrizioni e ai contributi gli importi sono quelli fino ad ora consuntivati. E' a partire da questi elementi - cioè da una prima traduzione in cifre del programma approvato a Bruxelles - integrati dai prospetti relativi agli iscritti e al loro andamento - prospetti che vi sono stati consegnati qui a Madrid - che vogliamo tentare un primo esame della situazione complessiva del partito.

La nostra attività è politica, meglio è "la politica"; farne un esame assumendo come riferimento prioritario le cifre, i numeri, può apparire un approccio, un tentativo troppo tecnico, burocratico, "non politico", ed è certamente noioso.

Può essere un rischio, ma riteniamo sia preferibile, più utile correre questo rischio che, per "essere politici", affidarci a considerazioni e valutazioni che, in realtà, potrebbero rivelarsi elusive e distraenti, in sostanza di "copertura" della situazione reale, o - all'opposto - "grida" distruttive, di rinuncia, in sostanza di prematuro "abbandono".

LE CIFRE: UN SEGNALE DI ALLARME

Non possiamo, non dobbiamo nasconderci che le cifre, i numeri di cui disponiamo, costituiscono di per sé un segnale di allarme e suscitano preoccupazione immediata, a prescindere da ogni altra considerazione.

GLI ISCRITTI

Colpisce, anzitutto, il numero degli iscritti: a tutto il 26 aprile, erano 3866, dei quali solo 1276 si sono iscritti a partire dalla conclusione del Congresso e, corrispondentemente, gli iscritti non residenti in Italia erano 381 in totale e solo 97 si sono iscritti a partire dal 7 gennaio. L'andamento delle iscrizioni non accenna a migliorare: in 24 giorni, nel mese di gennaio, abbiamo avuto 300 iscritti, 447 nel mese di febbraio, 316 in marzo e 213 nei primi ventisei giorni di aprile.

LE RISORSE FINANZIARIE

Non è che i dati relativi alle risorse finanziarie - le entrate - colpiscano meno la nostra attenzione, con la loro evidenza. Anzi sono - forse - motivo di maggiore preoccupazione se li poniamo in relazione al partito: a ciò che è, che deve o dovrebbe essere; a ciò che fa, che deve o dovrebbe fare. Il 26 aprile gli introiti dovuti alle iscrizioni ammontavano a 225 milioni, con una media pro capite di circa 176.000 lire; a questo importo si aggiungono circa 30 milioni di contributi (80 di quelli inclusi in preventivo sono relativi a somme raccolte in Congresso e quindi antecedenti il 7 gennaio), e abbiamo un totale di 255 milioni.

Anche per le entrate è significativo l'andamento di quelle dovute alle iscrizioni: 49 milioni in gennaio, 77.5 in febbraio, 56 in marzo e 43 in aprile, andamento che se viene riferito agli introiti settimanali è ancora più significativo: 14.2 milioni in gennaio, 18.7 in febbraio, 12.5 in marzo e 11 milioni in aprile.

"COS'E' OGGI IL PARTITO CHE EMERGE DA QUESTE CIFRE?"

Sorge a questo punto, immediata, una domanda: "Cos'è - oggi - il partito che emerge da queste cifre?"

Dai numeri, dalle cifre si può desumere una risposta che è deludente, ma è chiara: un partito che agli inizi del 1989 potrà contare, al massimo, su 6.000 iscritti, di cui non più di 1.000 non residenti in Italia, con una capacità di autofinanziamento "diretto" di non più di un miliardo e mezzo.

Nei mesi estivi le iscrizioni hanno sempre subito in Italia contrazioni molto accentuate, di conseguenza - sulla base dei dati acquisiti - non è ragionevole contare su più di 2.000 iscritti da oggi al prossimo Congresso, in Italia, e, tenuto conto dell'impegno in atto, si può arrivare a fare altri 700 nuovi iscritti negli altri paesi.

Con l'ipotesi che la quota media di iscrizione si mantenga quella fino ad ora consuntivata (ipotesi che è ottimistica in quanto sul totale incidono gli iscritti non residenti in Italia, che nei paesi in cui si prevedono le iscrizioni versano quote inferiori), ai 255 milioni già introitati se ne aggiungono al massimo altri 450; possiamo anche tenere conto dei 400 milioni inseriti nel preventivo come provenienze attive dell'esercizio precedente - cifra che corrisponde all'importo dovuto alle iscrizioni fatte prima del 7 gennaio -, e degli 80 milioni introitati al Congresso di Bologna; possiamo prevedere inoltre di acquisire 100 milioni di contributi da qui al Congresso e altri 50 milioni durante il Congresso (col rischio di incorrere anche in questo caso in una valutazione eccessiva perché il prossimo Congresso è previsto in una sede non italiana).

Il totale assomma così a 1.335 milioni. Per arrivare a 1 miliardo e mezzo ne mancano ancora 165 che bisogna reperire come autofinanziamento dalle principali iniziative programmate (convegno sul proibizionismo, iniziative per l'Est-Europa, visita di Kaunda).

GLI 800 MILIONI DOVUTI ALLE INDENNITA' DEI PARLAMENTARI

A questo punto, ci si deve chiedere se si debba tener conto, nell'autofinanziamento del partito, anche degli 800 milioni inseriti nel preventivo delle entrate e dovuti all'indennità dei parlamentari.

E' questa - a nostro avviso - una domanda che può contribuire, più e meglio di altre, a fornire importanti elementi per dare una prima risposta al quesito che ci siamo posti sul partito.

Senza dubbio alcuno si tratta di denaro che i parlamentari eletti nelle liste del partito versano, come loro contributo; ma volendo qui prescindere dalle specifiche motivazioni di indubbio significato e valore che inducono e portano i parlamentari ad effettuare questi versamenti, qual'è la ragione che li rende anzitutto possibili e - se ci consentite - anche moralmente obbligati, se non l'essere in Parlamento, nelle istituzioni, eletti nelle liste radicali e, quindi, l'entità, la rilevanza delle somme percepite, ma soprattutto, il rapporto organizzativo, di servizio, che li unisce al partito?

Se così è, e riteniamo corretto inserire queste somme nel bilancio del partito come voce di autofinanziamento, dobbiamo anche chiederci se questa è la sola voce, oltre alle iscrizioni e ai contributi versati direttamente al partito dagli iscritti o da terzi, che contribuisce con apporti sostanziali alla capacità ed all'autonomia finanziaria ed operativa del partito, in virtù di questo rapporto.

IL RAPPORTO TRA PRESENZA NELLE ISTITUZIONI E PARTITO

Con questi presupposti ci pare evidente che è tale tutto ciò che l'essere in parlamento, nelle istituzioni - denaro o servizi - ne consente l'attività e il funzionamento, a partire da quanto i parlamentari iscritti al partito trattengono o usufruiscono per esigenze proprie. In altri termini il rapporto che si è costituito in questi anni tra gruppi parlamentari, presenza nelle istituzioni e partito esige una riflessione su cosa sia oggi "partito", quali ne siano le risorse (uomini, mezzi e denaro), la potenzialità, il "valore" complessivo. Anche in questo caso le cifre, i numeri, possono aiutarci a delimitare e a comprenderne, quanto meno, la dimensione.

I parlamentari e i gruppi parlamentari della Camera, del Senato e del Parlamento europeo percepiscono in totale 5 miliardi e 300 milioni tra indennità dei parlamentari (oneri inclusi), contributi per il funzionamento dei gruppi, retribuzioni del personale assegnato, viaggi e spese telefoniche: 2 miliardi e 900 milioni dalla Camera dei Deputati, 1 miliardo dal Senato, 1 miliardo e 400 milioni dal Parlamento Europeo; di questo importo, 800 milioni sono quelli versati direttamente al partito dai parlamentari.

FINANZIAMENTO PUBBLICO E RADIO RADICALE

Per avere un quadro più completo del "valore" attuale del partito non possiamo ignorare due altre componenti: il finanziamento pubblico e Radio Radicale.

Il "valore" della radio in termini finanziari è dato dal suo costo, 4 miliardi e 800 milioni; la Radio radicale, tuttavia, contribuisce oggi al "valore" complessivo del partito solo per 3 miliardi e 500 milioni (2 miliardi in virtù della legge sull'editoria e 1 miliardo e 500 milioni di proventi propri) in quanto riceve tuttora 1 miliardo dal finanziamento pubblico. Questo finanziamento ammonta a sua volta a 3 miliardi e 200 milioni.

IL "VALORE" COMPLESSIVO ATTUALE DEL PARTITO

Tenuto conto di poter acquisire nell'anno - come si è detto - 1 miliardo 500 milioni di autofinanziamento "diretto", il totale di questi importi configura un "valore" complessivo attuale del partito pari a 13 miliardi 500 milioni di cui solo tre miliardi (1.5 di autofinanziamento "diretto" e 1.5 di proventi propri di Radio radicale) non sono dovuti, direttamente o indirettamente, alla presenza nelle istituzioni.

LE RISORSE UMANE

Il quadro del "valore", della potenzialità complessiva del partito assume una configurazione più precisa e definita se si prende in considerazione anche l'insieme delle risorse umane situate al suo interno, e di cui il partito usufruisce direttamente o indirettamente tramite i gruppi parlamentari, la Radio radicale e le altre attività ad esso connesse.

PER IL PARTITO LAVORANO E PERCEPISCONO DENARO 129 PERSONE

Si tratta di 129 persone che, con forma e a titolo diversi, lavorano per il partito e percepiscono denaro, ma il cui rapporto - in generale - riveste un carattere particolare, in quanto è per lo più dovuto a scelte personali e del partito che, sia pure con modalità e in misura tra loro molto differenti, sono connesse a interessi e a impegni che sono di militanza o, comunque, politici; sono infatti esclusi da questo numero 11 tecnici che per la specificità delle loro mansioni Radio radicale ha assunto in base unicamente a criteri di professionalità con un normale contratto di lavoro.

Nel partito operano direttamente 38 di queste persone, 18 sono i parlamentari, 24 le persone impegnate nei gruppi parlamentari, 35 nella Radio radicale, 11 lavorano nel "centro d'ascolto" per il controllo dei programmi radiotelevisivi italiani e 3 nell'Irdisp - Istituto di ricerca per il disarmo e lo sviluppo della pace - che usufruisce del contributo del partito e dei gruppi parlamentari.

Dei 23 componenti la "segreteria" (presidente, primo segretario, tesoriere, 5 primi segretari aggiunti, 2 responsabili dei gruppi. 11 segretari federali, vicetesoriere, responsabile delle attività di coordinamento) solo 11 rientrano nelle 38 persone che gravano direttamente sul bilancio del partito, in quanto 8 sono parlamentari, 3 non percepiscono denaro e 1 è a carico del Parlamento europeo.

Dal preventivo che avete ricevuto si possono desumere in termini sufficientemente chiari e puntuali le responsabilità attribuite, i compiti svolti, nonché l'entità e la natura delle somme percepite per quanto riguarda le 38 persone che operano direttamente nel partito.

Per le persone impegnate nei gruppi parlamentari e nella radio è disponibile una breve nota aggiuntiva.

"STRUTTURA ORGANIZZATIVA" ARTICOLATA SU QUATTRO "LIVELLI"

Da quanto finora posto in evidenza si configura una realtà complessiva del partito, di considerevole potenzialità, che si regge su di una propria "struttura organizzativa", articolata su quattro "livelli": il primo comprende il presidente, il primo segretario e il tesoriere, i primi vicesegretari aggiunti e i parlamentari, e la somma da ciascuno di loro percepita costituisce la somma massima corrisposta: 2 milioni 850.000 lire nette, per 12 mensilità; il secondo livello è costituito dai segretari federali, dal vicetesoriere, dal responsabile delle attività di coordinamento e da altre tre o quattro persone con attribuzioni equivalenti, e le somme ad esse corrisposte variano da 1.900.000 a 1.600.000 lire (si tratta sempre di importi netti, per 12 mensilità); il terzo livello comprende persone che collaborano in mansioni tra loro anche diverse, ma tutte con responsabilità dirette e le somme da loro percepite sono comprese tra 1.500.000 e 1.100.000 lire; il quarto livello è relativo a persone con compiti prevale

ntemente esecutivi e le somme percepite variano da 1.000.000 alle 600.000 lire e ciò anche in funzione della durata del loro impegno.

Oltre il 70% di tutte queste persone si concentra nel terzo e nel quarto livello. Come elemento di confronto vale la pena di ricordare che, in Italia, il minimo assoluto contrattuale per un dirigente d'azienda è di 4.000.000 lordi mensili, pari a 2.800.000 netti (questi importi sono - come quelli successivi - relativi alla retribuzione annua riportata a dodicesimi per rendere il confronto omogeneo); il minimo tabellare di un insegnante, quello contrattuale di un caporeparto o di un quadro intermedio è di circa 1.800.000 lire, quello di un bidello di 1.450.000 e quello di un garzone del commercio o di un operaio al livello minimo (in cui resta solo due mesi) è di 1.200.000 lire.

L'INCIDENZA COMPLESSIVA DELLE SOMME CORRISPOSTE

L'incidenza complessiva (pari a circa il 30% del valore totale della spesa dovuta alle somme corrisposte a tutte queste pesone, ammonta a 4 miliardi (compresi gli oneri che, solo per i parlamentari, ammontano a un miliardo).

La realtà attuale del Partito radicale è, in definitiva, molto più consistente, articolata e complessa di quanto non risulti dall'esame del solo "partito in quanto tale".

ALCUNE CONSIDERAZIONI DI ORDINE PIU' GENERALE

Dopo gli elementi fin qui forniti in merito al "valore" complessivo del partito, alla sua reale potenzialità finanziaria e di risorse umane, all'assetto strutturale che emerge da questa nuova dimensione - elementi ricavati essenzialmente in base all'analisi delle cifre e dei numeri - riteniamo di aggiungere in merito alcune considerazioni di ordine più generale, dovute anche all'esperienza di questi mesi.

L'ASSETTO FINANZIARIO

La prima considerazione riguarda l'assetto finanziario che sorregge il partito nel suo insieme: il Partito radicale è una realtà che non prescinde e non può - allo stato - prescindere dalla presenza istituzionale. Questa constatazione non è, tuttavia, relativa al solo aspetto finanziario, ma riguarda anche l'insediamento del partito in Italia.

Anzitutto gli iscritti, per i quali la presenza istituzionale costituisce oggi un dato acquisito che, in termini più o meno consapevoli ed evidenti, influisce sul loro atteggiamento, e sul loro comportamento; il riferimento istituzionale, inoltre, è parte, e rimane parte, del giudizio, della valutazione, che del partito dà l'opinione pubblica.

Iscritti e opinione pubblica auspicano, si attendono un rafforzamento, un ritorno al partito tra la gente, per la gente, ma in questo auspicio non vi è l'attesa, anzi vi è il timore di un abbandono della presenza nelle istituzioni. Per lo più inespressa, questa valutazione vale anche - a nostro giudizio - per il gruppo dirigente.

IL "PESO" DELLE PERSONE CHE LAVORANO PER IL PARTITO

Una seconda considerazione è relativa all'insieme di persone che lavorano per il partito: si tratta di un insieme, di una "struttura" che pur insufficiente alle esigenze del partito - largamente se vista in prospettiva - "pesa", sia dal lato finanziario, sia da quello funzionale e organizzativo, anche se i "compensi" non possono certo ritenersi eccessivi, ma sono anzi meno che modesti. L'aspetto da considerare e da valutare è che "di compensi" pur sempre si tratta.

IL RUOLO DIRETTIVO DEL PRIMO SEGRETARIO

La terza considerazione è relativa al ruolo direttivo del primo segretario che visto in questa dimensione risulta più evidente essere meno "centrale" e meno "esclusivo" di quanto non dica la sua collocazione formale nel "partito in quanto tale". Di fatto la funzione direttiva del partito è non tanto suddivisa, quanto frazionata; ciò rende assai difficile, pressoché impossibile - da un lato - l'attribuzione, e - dall'altro - l'assunzione di responsabilità con un minimo di continuità; d'altro canto è questa una condizione di fatto insuperabile, in quanto è conseguenza diretta dell'essere l'effettivo centro promotore non estraneo, ma esterno alla struttura. La funzione direttiva così frazionata è costretta ad "autogovernarsi"; è quindi poco predisposta ad un lavoro che sia coordinato "dall'interno"; è più pronta ad accogliere singole sollecitazioni e stimoli o indirizzi individuali.

L'INFLUENZA DEL MOMENTO ISTITUZIONALE

In quarto luogo nel suo insieme la struttura subisce di fatto l'influenza preminente del momento istituzionale sia per l'apporto spesso determinante fornito da tale momento - da molti anni - allo sviluppo della vicenda radicale, sia per i riflessi inevitabili esercitati sull'identità personale.

"RIFLESSI CONSERVATIVI"

Quinta considerazione dovuta al permanere di parte consistente delle stesse persone, da tempo e a tutti i livelli, nella struttura e che ha provocato in una certa misura "riflessi conservativi", evidenziati - tra l'altro - proprio dal costituirsi e dal consolidarsi di più livelli. E' corretto constatare tuttavia come tali riflessi non abbiano ancora indotto atteggiamenti e comportamenti burocratici, se non per aspetti minori e in misura ridotta.

L'ORGANISMO E' GIA' TROPPO "COMPLESSO E SEDIMENTATO"

Vi è quindi una tendenza ad ottenere il riconoscimento del proprio ruolo che, se può produrre, da un lato, un irrigidimento della struttura, dall'altro è manifestazione di esigenze reali: l'organismo così com'é è già troppo "complesso e sedimentato" per potersi "autogestire"; ha bisogno di una struttura, sia pure limitata, riconosciuta e riconoscibile e di un minimo di regole esplicite che ne consentano il governo e non solo la gestione.

IL PARTITO NON E' PREDISPOSTO A "RIFLETTERE, PREDISPORRE, PIANIFICARE"

Sesta considerazione, il partito anche nella sua realtà attuale, più complessa, è un organismo fatto per operare, per agire, per aggregare e coinvolgere "altri", in momenti particolari e verso obiettivi per lo più singoli e ben delineati, non è - come organismo - predisposto a "riflettere, a predisporre, a pianificare"; questo è - probabilmente - il carattere che lo pone, oggi, in maggiore difficoltà di fronte ad un momento, ad una fase che non è superabile "di slancio", se assume il carattere della "transizione" o, ancor più, della "conversione".

UN INEVITABILE LOGORAMENTO

Settima ed ultima considerazione, anni e anni di attività intensa, continua, stressante, tra difficoltà spesso vissute "come insuperabili" anche se poi superate e risolte, senza mai pervenire ad un minimo di stabilità e di sicurezza (se non acquisite nell'ambito di una propria "specificità"), hanno prodotto un inevitabile "logoramento" che - per di più in assenza di un ricambio sufficiente e adeguato - ha indotto stanchezza e un profondo bisogno di soste, se non di interruzioni.

SIAMO NOI AD ESSERE CAMBIATI O SONO MUTATE LE CONDIZIONI?

Questa ultima considerazione impone un ulteriore quesito: dopo uno o più decenni siamo noi ad essere cambiati o sono mutate le condizioni "al contorno". Quelle condizioni cioè che consentivano noi di essere stati quelli che siamo stati? Gli "altri", quelli che non sono cambiati, forse qui, tra noi, non ci sono più o, ancora, non sono venuti?

Torniamo a questioni più dirette e immediate.

Abbiamo visto che il partito, nel suo complesso, "vale" per un anno 13 miliardi e 500 milioni.

QUAL' E', NEL SUO COMPLESSO, LA SPESA PER IL 1988?

Quali attività sostiene il partito con questo denaro? Qual'è, in altri termini, la spesa complessiva?

Anzitutto, per il 1988 i miliardi disponibili sono solo 13, in quanto avendo noi già impegnato il finanziamento pubblico 1988 nel 1987, dobbiamo ricorrere anche per quest'anno ad anticipazioni bancarie sul finanziamento pubblico 1989, anticipazioni che comportano una diminuzione della disponibilità reale di 500 milioni.

COM'E' RIPARTITA QUESTA SPESA?

D'altro canto, la spesa complessiva per il 1988 è così prevista e ripartita:

- direttamente, per il partito, 4 miliardi e 750 milioni, comprendendo anche la spesa di 1 miliardo da sostenere nel 1988 per l'acquisto della nuova sede a Roma;

- per Radio radicale 4 miliardi e 800 milioni, dovendo tener conto anche di 300 milioni di costi di telefono ed energia elettrica coperti da esenzione;

- per i gruppi parlamentari 3 miliardi e 650 milioni;

- 200 milioni per il Centro d'Ascolto e per l'Irdisp.

Il totale è di 13 miliardi e 400 milioni.

Il disavanzo è quindi di soli 400 milioni.

PERCHE' IL DISAVANZO COMPLESSIVO E' INFERIORE A QUELLO DEL "PREVENTIVO"

Questo disavanzo complessivo è molto più contenuto se confrontato con quello di 2 miliardi e 200 milioni dichiarato nel preventivo a voi recapitato, relativo alle sole spese del partito "in quanto tale".

La riduzione del disavanzo è dovuta:

- all'incremento di 767 milioni delle entrate ad oggi consuntivate per le iscrizioni e i contributi; incremento stabilito sulla base delle considerazioni svolte in proposito all'inizio di questa relazione;

- all'inserimento di 800 milioni dovuti alle indennità dei parlamentari;

- all'ipotesi di utilizzare 500 milioni del finanziamento pubblico e 500 milioni delle disponibilità dei gruppi parlamentari.

Si tratta di una conclusione, di un risultato "ottimale", possibile solo se si accetta l'interpretazione da noi prospettata del partito come "valore" complessivo e, conseguentemente, l'ipotesi di un utilizzo integrato delle risorse dovute sia all'autofinanziamento diretto che a quelle disponibili per la presenza nelle istituzioni; per essere più chiari ed espliciti: se si accetta - in particolare - per il partito "in quanto tale" anche l'utilizzo del finanziamento pubblico.

LA SPESA SECONDO IL "PREVENTIVO": IL CONGRESSO

Veniamo ora ad alcuni aspetti che caratterizzano la spesa di quest'anno secondo il "preventivo" di cui disponete.

Il Congresso del 1989: la spesa rappresenta, sia sul piano finanziario che su quello organizzativo, un impegno di portata tale che non vi è precedente nel nostro passato. Il solo importo della spesa - 400 milioni - è pari alla spesa complessiva sostenuta dal Partito radicale nel 1978. Non possiamo, non dobbiamo, con il Congresso, correre i rischi che stiamo correndo con questi consigli federali, organizzati in modo inadeguato e tale da poter vanificare il valore politico che ci induce a riunirci in paesi diversi dall'Italia. E' questo solo un esempio, un indice della capacità organizzativa che non abbiamo e che dobbiamo darci.

LA TESORERIA

Da questo esempio arriviamo dritti, dritti ad una delle carenze più gravi: la Tesoreria.

Al tesoriere, come potete riscontrare dai documenti, fa capo non solo la responsabilità politica e organizzativa del reperimento delle risorse finanziarie e della loro gestione, ma anche quella di predisporre e assicurare "i servizi" e, quest'anno, anche i rapporti con gli iscritti, e, per l'Italia, quelli con le associazioni. E' un compito organizzativo enorme, rispetto al quale il partito dispone di una struttura che è - più che inadeguata - risibile. Ad esempio, il costo sostenuto per la gestione e l'amministrazione delle risorse finanziarie, che ammontano nel complesso a 13 miliardi, allocato in più centri separati (compreso quello di Bruxelles), ammonta a soli 150 milioni e ci si avvale dell'apporto di soli 5 collaboratori e di un solo consulente esterno.

Tra l'altro, adoperiamo sistemi contabili molto elementari, tali da non poter fare analisi attendibili e controlli efficaci.

Con Paolo Vigevano e Maurizio Turco - l'uno tuttora impegnato dalla responsabilità di Radio radicale (ove non siamo stati e non siamo in grado di predisporre una valida sostituzione) e l'altro gravato anche dal peso della campagna per la raccolta delle firme per gli Stati generali dei popoli europei - e con sole altre 4 persone, per quanto siano valide, non è pensabile, e del resto non sarebbe credibile, si possa affrontare, risolvere e superare questa fondamentale carenza.

LE SEDI

L'attività del partito si svolge in più centri, tra loro separati (partito, gruppi parlamentari, Radio radicale) con un frazionamento già gravoso, oggi reso ancora più pesante dalle esigenze dei rapporti con Bruxelles e con gli altri paesi e dalla collocazione in sedi separate della segreteria e della tesoreria.

L'acquisto della nuova sede a Roma dovrebbe ridurre questo disagio, fonte tra l'altro di maggiori costi e di controlli ancor meno efficaci.

Per quanto riguarda Bruxelles, si pongono seri problemi, non tanto per la sede comune tra partito e gruppo parlamentare, che anzi assicura per ora opportunità convenienti nell'uso dei servizi, quanto per l'esiguità del numero delle persone impegnate per il partito.

Queste persone riescono, a malapena, a far fronte alla pubblicazione in lingua francese di "Notizie Radicali", ad una parte delle traduzioni e alla gestione degli attuali indirizzari.

E' necessario inoltre assicurare - in questa sede - quanto meno una capacità autonoma di lavoro per l'iniziativa politica transnazionale, capace di curare anche una propria produzione scritta e di seguire l'attività dei parlamentari e del Parlamento europeo, assicurando i contatti con la stampa e gli altri organi di informazione.

Questo, delle sedi, è e rimane un aspetto di seria e costante preoccupazione e occupazione per le difficoltà oggettive che comporta anzitutto individuare e poi attuare soluzioni più adeguate.

L'INFORMAZIONE

Lo scritto è certamente uno dei mezzi più importanti di cui - attualmente - il partito può disporre sul percorso transnazionale.

Anche per questo aspetto le risorse umane, oltre e più di quelle economiche, sono insufficienti.

Con sforzo, felicemente, abbiamo prodotto la 'Lettera radicale', che, con ritmo quindicinale, si propone di fornire una prima, succinta informazione, agli iscritti: è un esperimento che si aggiunge a quanto d'altro finora si è prodotto.

Per la rivista siamo invece ancora sul piano delle buone intenzioni, alla ricerca di possibili finanziamenti, indispensabili per assicurare la pubblicizzazione, la diffusione e la continuità di una pubblicazione di veste, tono e contenuto adeguati.

Tuttavia le difficoltà più consistenti in questo campo sono:

- la necessità di disporre di una raccolta organizzata - di un archivio - del materiale prodotto un passato dal partito e dal quale sia possibile estrarre monografie e altro materiale idoneo a produrre una prima, efficace base di informazione;

- la costituzione di un centro di traduzioni capace di far fronte, in tempi e con qualità adeguate, quanto meno alle 5.000 cartelle previste; a tal fine è necessario anche l'impiego di militanti; diversamente, il partito non è in grado di sostenere i costi relativi; si tratta di un problema e di una responsabilità che vanno affrontati e risolti anzitutto in sede politica;

- la distribuzione del materiale scritto costituisce la difficoltà maggiore, ed è, allo stato, insormontabile: il partito in Italia, durante anni di attività, ha raccolto, selezionato e aggiornato milioni di indirizzi e oggi dispone di un indirizzario "utile" con 600.000 nominativi; la raccolta degli indirizzi negli altri paesi ha fornito finora 70.000 nominativi, dei quali però solo 4.500 "utili". Il problema del reperimento degli indirizzi è peraltro strettamente connesso all'iniziativa politica e - di per sé - costituisce oggi un obiettivo politico essenziale.

LE ATTIVITA' DEL PARTITO

Le attività: si tratta della spesa alla quale - in particolare - si rivolgeranno le relazioni di Emma, Giovanni e Francesco; Francesco con riferimento particolare alle attività del partito in Italia, Emma e Giovanni a quelle negli altri paesi.

LE ATTIVITA' TRANSNAZIONALI

E' opportuno tuttavia qui premettere che l'impegno transnazionale previsto per quest'anno comporta il 38% della spesa totale prevista dal "preventivo", importo che è composto dal 28% delle spese di struttura, di funzionamento e di servizi, e da ben il 77% delle spese relative alle sole attività. Nonostante questa incidenza l'impegno per le attività negli altri paesi è insufficiente, tenuto anche conto dei risultati fino ad ora conseguiti.

L'INTERVENTO DALL'ITALIA NEGLI ALTRI PAESI

Si pone un problema: fino a che punto e con quali modalità si debba intervenire direttamente dall'Italia per promuovere, avviare e sostenere le attività negli altri paesi, specie in quelli ove il numero degli iscritti abbia un minimo di consistenza; l'aspetto che richiede maggiore riflessione è quello dell'entità e durata della presenza sul posto dei compagni italiani.

Si tratta di una forma di intervento delicata, oltre, e ancor più, che onerosa, in merito alla quale non possiamo tacere forti perplessità.

E' fuori discussione che l'approccio iniziale debba gravare in tutto e per tutto sull'apporto dall'Italia nella grande maggioranza dei casi, ma la prosecuzione comporta un'azione più complessa ed articolata, incisiva, ma coordinata. Anche senza volere qui tener conto della sostenibilità o meno di un tale onere (oltre al costo, non vi sono in Italia risorse umane sufficienti ed adeguate per far fronte alle possibili esigenze) è nostra convinzione che non si possa prescindere nella soluzione da aspetti peculiari delle singole situazioni, sia specifici che generali, impossibili da affrontare e risolvere adeguatamente senza il diretto coinvolgimento e una precisa responsabilità dei compagni che risiedono in questi paesi.

La necessaria riflessione investe anche il modello organizzativo da proporre e ciò accanto alle implicazioni formali e giuridiche poste dai compagni di alcuni paesi (Spagna e Portogallo) sulla natura dell'essere transnazionale del partito e sulle ripercussioni del rapporto con l'ambito nazionale; aspetti dei quali è in corso lo studio e l'approfondimento (Mario De Stefano riferirà a questo proposito).

La soluzione organizzativa (l'associazione, le associazioni) deve infatti da un lato favorire e facilitare l'insediamento del partito nei diversi paesi, assicurandone margini di iniziativa autonoma, ma nel rispetto rigoroso dell'unicità del partito.

LE ATTIVITA' IN ITALIA E LA RACCOLTA DELLE FIRME

Per quanto riguarda le attività del partito in Italia dobbiamo rilevare la difficoltà che incontra la campagna per la raccolta delle firme, sia quella sulla proposta di legge di iniziativa popolare intrapresa in accordo con il Movimento federalista europeo - di cui sottolineiamo con grande soddisfazione il fattivo e concreto impegno e la proficua intesa e collaborazione - sia quella sulle petizioni a favore degli Stati generali dei popoli d'Europa. Si tratta di difficoltà in parte impreviste e non prevedibili. E' questo infatti un campo nel quale il partito in Italia ha sempre dato dimostrazione peculiare di grande capacità di lotta e di mobilitazione, fino a farne un proprio esclusivo elemento di distinzione.

Questa situazione pone il quesito - da parte di alcuni - se la risposta finora inadeguata dei compagni, dei militanti sia da porre in relazione agli obiettivi e al progetto politico, più che al programma.

Altri osservano essere il quadro generale della situazione politica italiana a rendere meno immediata la percezione delle iniziative del partito con l'attualità, la forza, la capacità progettuale degli obiettivi che ci siamo dati.

Altri, pur non ponendo in discussione gli obiettivi e il progetto, ne avvertono tuttavia la carenza in termini di incisività ed immediatezza; secondo loro è necessario individuare e prospettare il contenuto in termini più precisi e più diretti, tali da riproporre alla gente l'identità "sconvolgente" del partito.

Nulla vieta di affrontare anche questa problematica, che a noi non compete, dovendo perseguire con tutte le nostre risorse gli obiettivi e il programma approvato.

Il Consiglio federale può anche proporsi di mutarli. Se lo vuole ne ha le capacità formali.

I GRUPPI PARLAMENTARI E IL "SEMINARIO" DI FORMIA

Sempre con riferimento alla situazione del partito in Italia restano altri due elementi da considerare: il rapporto con i Gruppi parlamentari, con quello della Camera dei deputati in

particolare, e la Radio radicale. Di entrambi parleranno altri compagni della segreteria, Francesco e anche Paolo.

Per quanto riguarda la presenza nelle istituzioni in generale già è stato detto, trattando del "valore" complessivo del partito. A Formia, nel mese di marzo, si è tenuto il Seminario dei Gruppi: data la crisi di governo in corso, non si è ritenuto di risolvere in quella sede il problema della presidenza del Gruppo della Camera. Il protrarsi di questa situazione ha costituito un indubbio, grave ostacolo sul percorso verso un assetto più chiaro e definito della segreteria; assetto peraltro irrisolto e irrisolvibile, rispetto al mio disegno originale, per le ragioni di carattere più generale richiamate, quando abbiamo trattato del partito nel suo complesso.

LA RADIO

Per la Radio radicale una sola considerazione: si tratta di un mezzo di valore eccezionale e nonostante il suo costo (4 miliardi e 800 milioni) sia probabilmente insostenibile dal partito. Non possiamo ignorare che la RAI, per tre reti nazionali radiofoniche, che solo il 28% della popolazione italiana può ricevere, spende oltre 300 miliardi.

Certo la radio è oggi carente, sia sul piano tecnico che su quello redazionale: è carente soprattutto nei confronti di un partito che le chiede, come sempre le ha chiesto, l'impossibile. Vi sono stati momenti e circostanze in cui la Radio radicale vi è riuscita.

Di un problema io personalmente mi occupo, anch'esso fino ad ora irrisolto: consentire a Paolo Vigevano di fare solo il tesoriere di questo partito.

LA DISPONIBILITA' FINANZIARIA: IL PUNTO DI CRISI E' NEI MESI ESTIVI

L'esame del "preventivo", e della consistenza - anche di quella complessiva - delle spese e delle entrate e dei relativi disavanzi, non ha posto in rilievo quale sia l'andamento della nostra disponibilità finanziaria. Vi è a questo proposito, un grave punto di crisi, che si colloca nel momento più difficile per l'iniziativa del partito, quello estivo.

Quest'anno il flusso finanziario, oltre a ragioni oggettive, risente anche dello spostamento dell'inizio dell'"anno radicale" da novembre a gennaio che ha prodotto un ritardo consistente nella preparazione e nell'avvio dell' attività in Italia, con ripercussioni negative sull'andamento dei due mesi più favorevoli all'iniziativa politica (aprile e maggio).

Lo spostamento dell'"anno radicale" produce anche un'altra conseguenza che può essere negativa: con l'inizio dell'anno a novembre l'avvio della campagna delle iscrizioni usufruiva anche del periodo di maggiori disponibilità finanziarie della gente, con risultati positivi che si sono sempre verificati; questo periodo viene ora a coincidere con la fine dell'anno, e se è vero che l'attesa del Congresso può costituire un elemento favorevole (per quest'anno comunque già utilizzato con l'anticipo delle iscrizioni nell'87 per il 1988) non è detto che lo sia il dopo-congresso, quando la gente ha già esaurito la maggiore disponibilità di dicembre. Dobbiamo comunque accentuare il nostro impegno, in questi giorni, nei prossimi giorni, per sollecitare, promuovere, ottenere nel breve periodo di tempo utile che ancora ci rimane quella maggiore entrata che, indipendentemente dalle previsioni e dai conti economici e finanziari, eviti al partito di qui a tre mesi di non poter più far fronte alle proprie necessità quotidiane,

compresa la prossima riunione del Consiglio Federale.

Presidente, compagne e compagni,

siamo consapevoli di avervi trasmesso, di avervi investiti con un assieme di elementi, di problemi e di quesiti molto gravosi e poco esaltanti.

Come abbiamo detto all'inizio potevamo anche non farlo: il nemico è alle porte, ma non è ancora entrato.

Riteniamo fosse questo il nostro compito, e lo abbiamo assolto in termini poco brillanti, anzi pesanti e alle volte forse perfino pedanti, ma lo abbiamo fatto nel modo più chiaro, esplicito e completo possibile.

Non siamo noi, qui, in questa riunione a voler, a dover trarre delle conclusioni, né a fare proposte. E' nostro compito ribadire la convinzione e la determinazione di perseguire il tentativo di conquistare quel tanto di "probabile" che alimenta ancora, e sorregge, la nostra, la vostra speranza. Anche questo compito ce lo impone la decisione del Congresso, ce lo impone la decisione da voi presa a Bruxelles.

IL COMPITO DEL CONSIGLIO

Dobbiamo, tuttavia, avere presente che pure a voi spetta un compito ed una responsabilità.

Siete organo del partito, con una vostra precisa autonomia e vostre prerogative. Dovete anzitutto esprimere il vostro parere, esprimere il vostro giudizio sulle iniziative per l'attuazione dei deliberati del congresso. Potete, in base alle vostre valutazioni sulla situazione politica, sul partito, fare proposte e prendere delle decisioni - se volete - anche vincolanti.

Si tratta quindi di aprire, tra noi, un dialogo e anche un confronto che riesca ad illuminare, a precisare un percorso aspro e tortuoso, pieno di insidie ed anche di incertezze, quale mai il partito ha saputo o voluto intraprendere.

"E' NECESSARIO, REGGERE AL PROPRIO RUOLO"

E' necessario, indispensabile che ciascuno sappia reggere al proprio ruolo: il vostro, quello del Consiglio federale, non è mai stato così importante: in questa vicenda potrà essere decisivo e determinante.

La situazione vissuta a Bologna, il risultato del congresso sono ancora lì pronti a ricordarcelo. Per quanto ci riguarda, per quanto mi riguarda, non vogliamo, non voglio certo sottrarmi alle nostre, alle mie responsabilità.

Ci auguriamo, mi auguro, di esserne capace.

Io - oggi - non ho certezze, se non una: di aver dato fino ad ora, in questi mesi, tutto ciò che sapevo e potevo dare, di più non potete chiedermi.

 
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