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Calderisi Giuseppe, Rutelli Francesco, Mellini Mauro, Aglietta Adelaide, Stanzani Sergio, Vesce Emilio, Teodori Massimo, Zevi Bruno - 30 novembre 1988
Interrogazione sulla nomina dei Commissari CEE

SOMMARIO: Interrogazione dei deputati del gruppo parlamentare federalista alla Camera sulla nomina dei Commissari CEE. Si critica il comportamento del governo che ha effettuato tali nomine in contrasto con gli orientamenti del Parlamento che in numerose occasioni aveva chiesto che la scelta dei commissari non fosse ispirata a meccanici criteri di lottizzazione ma, come accade negli altri paesi della comunità, coinvolgesse anche le forze di opposizione.

(Notizie Radicali n· 262 del 30 novembre 1988)

INTERROGAZIONE SULLA NOMINA DEI COMMISSARI CEE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. INTERROGANTI: CALDERISI, RUTELLI, MELLINI, AGLIETTA, STANZANI, VESCE, TEODORI, ZEVI.

Per conoscere - premesso che:

- il 25 novembre scorso il Presidente del Consiglio dei Ministri ha comunicato al Consiglio dei Ministri la designazione a rappresentanti dell'Italia presso la Commissione esecutiva della Cee gli onn Pandolfi e Ripa di Meana;

- risulta agli interpellanti, sulla base delle pubbliche prese di posizione dei segretari e dei ministri appartenenti a tre dei partiti della coalizione di governo, che tali designazioni non sono avvenute sulla base di una concertazione collegiale del Governo - come previsto dai Trattati Cee - bensì sulla base di due autonome mere indicazioni espresse dall'interno dei due maggiori partiti della coalizione;

- ciò è avvenuto nonostante alcuni partiti della maggioranza avessero formalmente espresso delle riserve pregiudiziali al presidente del Consiglio circa le designazioni effettuate, altri avessero formalmente avanzato al Presidente del Consiglio candidature diverse oppure avessero appoggiato la candidatura di Marco Pannella, proposta dal partito radicale e sostenuta da uno schieramento di oltre settecento tra le massime personalità della cultura e della scienza italiane, nonché da centosessanta parlamentari di ogni parte politica;

- solo il giorno precedente tale comunicazione in Consiglio dei Ministri si era svolo presso la Commissione affari esteri della Camera dei Deputati un dibattito preventivo sulle nomine alla Cee, suscitato da interrogazioni parlamentari completamente convergenti presentati dai gruppi parlamentari di Dp, Federalista Europeo, Psdi, Pci, Msi-Dn, Pri;

- in tale sede il Ministro per i rapporti con il Parlamento Mattarella è intervenuto assicurando la completa disponibilità del Governo ad ascoltare e tenere in conto le posizioni che sarebbero state espresse dalla Commissione;

- in tale sede si è registrata la piena unanimità dei Commissari intervenuti nel senso di sollecitare il Governo ad assumere, circa le nomine dei Commissari alla Cee, decisioni di segno diverso - sia in termini di metodo che di merito - da quello che apertamente risultava emergere nelle informazioni pubblicate sulla stampa; e che tale posizione è stata sostenuta non solo da tutti i gruppi di opposizione (Pci, Radicali, Msi, Verdi), ma da autorevolissime prese di posizione dei rappresentanti ufficiali della Dc nonché del Pri, il cui rappresentante ha ammonito il Governo a non procedere ad alcuna designazione al di fuori di un'effettiva collegialità di Governo;

- nelle stesse ore in cui si svolgeva il dibattito presso la Commissione affari esteri veniva depositato il testo di una Risoluzione parlamentare sottoscritta dai rappresentanti nella Commissione affari esteri di due partiti della maggioranza (Pli e Psdi) nonché da tutti i gruppi all'opposizione presenti nel Parlamento, nella quale si affermava tra l'altro "che il Parlamento ha espresso in questi anni una crescente convergenza sulle principali scelte di politica comunitaria e ancor più sui valori e gli orientamenti in materia europea;

che per la nomina dei rappresentanti italiani presso la Commissione Esecutiva Cee tradizioni e valori democratici, opportunità politiche e istituzionali e interessi primari della Repubblica esigono che il Governo non si ispiri a ristrette concezioni lottizzatorie o a meccanici criteri di maggioranza;

che la responsabilità di tale scelta non può che essere esclusivamente del Governo in quanto tale, e quindi anche frutto della maggioranza che lo esprime, e che tuttavia va considerato quanto avviene negli altri paesi comunitari e in particolare che in Gran Bretagna, Francia e Spagna i governi hanno designato un esponente di maggioranza e uno di opposizione, mentre solo in Germania, e solo questa volta, il Governo ha designato esponenti di due partiti di governo;

che appare necessario che i candidati italiani rispondano a caratteristiche di autorevole esperienza e impegno europeista in campo politico e istituzionale", e si impegna il governo a effettuale la designazione dei due rappresentanti italiani presso la Commissione Esecutiva della Cee sulla base dei citati criteri; e che nel corso della riunione della Commissione affari esteri su tale documento veniva espressa la sostanziale concordanza degli esponenti della Dc e del Pri;

- di tale larghissimo consenso di princìpi, procedure e obiettivi il Presidente del Consiglio dei Ministri non ha inteso tenere alcun conto, a dispetto di quanto affermato dal Ministro dei Rapporti col Parlamento e mettendo così in pratica un atto di autentico disprezzo per il Parlamento e la sua volontà inequivocabilmente espressa; -

1. quali ragioni politiche e istituzionali hanno indotto il Presidente del Consiglio dei Ministri a tenere un simile comportamento;

2. se non giudica che in tale circostanza - di fronte cioè alla formale diffida presentata dal Partito radicale e all'ammonimento esercitato in sede politica e parlamentare dal Partito repubblicano circa la necessità di una concertazione collegiale preventiva in seno al Governo - sia stato illegittimo decidere per la (presunta) conferma della (supposta) prassi della nomina dei Commissari italiani alla Cee direttamente effettuata dal Presidente del Consiglio dei Ministri.

 
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