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Teodori Massimo - 28 dicembre 1988
Quell'annuncio confezionato per l'immaginario collettivo
Massimo Teodori

SOMMARIO: La proposta di legge governativa sulla droga è inapplicabile. Del resto, quello che Craxi si proponeva con questa legge non era tanto l'indicazione di norme in grado di sortire effetti, quanto l'annuncio, rivolto con scopi propagandistici all'immaginario collettivo, della "guerra alla droga" e dell'"illiceità del consumo". Il dibattito serio sull'emergenza droga vede due posizioni che si fronteggiano: repressione e legalizzazione; l'autore illustra a questo proposito il progetto di legge sulla regolamentazione delle sostanze psicoattive presentato dal Gruppo Federalista Europeo.

(Corriere della Sera, del 28 dicembre 1988)

E' stato l'»effetto-annuncio a dominare di recente la questione droga: e così, dopo mesi di travaglio, il Governo ha partorito un disegno di legge inapplicabile. Se si dovessero aprire procedimenti penali nei confronti delle molte centinaia di migliaia di giovani potenzialmente imputabili, sarebbe la paralisi di tribunali e carceri. In realtà, quel che contava nelle intenzioni dei proponenti, Craxi di ritorno dagli Stati Uniti e con lui i ministri che l'hanno seguito, non è stata tanto l'indicazione di meccanismi normativi in grado di sortire effetti quanto l'annunzio, con il massimo del clamore, che due concetti - »guerra alla droga e »illiceità/punibilità del consumatore - dovevano essere collegati nell'immaginario collettivo mentre nella realtà non lo sono affatto.

La droga, il potere criminale internazionale che assoggetta e corrompe uomini e Stati, la degradazione di settori sempre più ampi delle società occidentali e il tasso crescente di morte per droga e per AIDS, sono questioni troppo gravi perché chiunque possa essere soddisfatto di un'operazione annunciata di tipo propagandistico che non potrà produrre altro che illusioni, scetticismo e disperazione.

E' in corso ovunque un serio dibattito sul come affrontare l'emergenza droga con la partecipazione di scienziati sociali, economisti, politici, uomini di governo e responsabili delle polizie. Sono essenzialmente due le posizioni che si fronteggiano: l'una che ritiene ancora possibile una strategia repressiva in ogni direzione fondata sul proibizionismo; e l'altra che ha constatato i risultati fallimentari delle politiche attuali e che avanza l'ipotesi di una politica radicalmente opposta e cioè antiproibizionista. In questo contesto i radicali hanno presentato un progetto di legge intitolato Regolamentazione legale delle sostanze psicoattive per sottrarre il traffico delle droghe alle organizzazioni criminali che si contrappone a quell'impostazione moralistico-sanitaria-repressiva che fino ad oggi ha ispirato le varie iniziative legislative affrontando in maniera radicalmente innovativa la materia con la separazione della questione criminale repressiva (la lotta alla mafia della droga) da quella socio-sanit

aria (i tossicodipendenti). Eccone i punti qualificanti. Primo: tutte le droghe (chiamate »sostanze psicoattive ) sono legalizzate e la loro distribuzione avviene solo in farmacia attraverso una prescrizione medica. Questa si basa sul »consenso informato , cioè sul dovere del medico di informare il richiedente delle caratteristiche delle sostanze, degli effetti accertati e dei rischi conseguenti. Secondo: l'eroina e la cocaina sono monopolio di Stato mentre la canapa indiana ha un regime libero. Terzo: anche i superalcoolici ed il tabacco sono inclusi tra le sostanze psicoattive, le quali tutte sono assoggettate a tassazione progressiva in relazione ai danni che provocano, con l'intento di scoraggiarne l'uso. Quarto: è fatto divieto di qualsiasi forma di pubblicità e tutte le sostanze devono contenere indicazioni sui rischi dell'uso. Quinto: pene assai severe sono riservate a tutte le attività nere al di fuori delle procedure legali descritte.

Non siamo stati mossi solo da una concezione liberale dello Stato che non deve intromettersi, giudicare e reprimere i comportamenti privati, anche se dannosi, finché non mettono in pericolo l'incolumità altrui. Siamo anche convinti che la difficile via della legalizzazione consentirebbe di affrontare l'impero del crimine che è all'origine della enorme dilatazione dell'offerta delle droghe nelle società occidentali. E' opinione autorevolmente sostenuta che il momento più elastico nel mercato delle droghe è proprio l'offerta e non già la domanda e che, quindi, occorre agire su di essa, risultando peraltro vano qualsiasi tentativo di reprimere analiticamente e diffusamente la domanda a meno che non si voglia ricorrere all'impiego di enormi risorse finanziarie ed alla mobilitazione a fini interni di sterminate armate militari che, pure, non otterrebbero risultati apprezzabili.

Quella radicale sembrerà una proposta scandalosa a chi pensa in termini ideologico-moralistici di demonizzazione ed a chi si appaga degli effetti delle dichiarazioni di guerra verbale alla droga. Nessuno ha oggi soluzioni efficaci e tantomeno definitive, soprattutto a scala nazionale dal momento che la struttura del fenomeno è internazionale e non si può procedere se non sperimentalmente. Avanzando l'ipotesi della legalizzazione più tassazione, vogliamo dare un contributo concreto a pensare seriamente ai meccanismi efficaci per il raggiungimento di alcuni obiettivi: stroncare il traffico della droga e l'organizzazione mafiosa che vi prospera; arginare la violenza conseguente al reperimento del danaro da parte dei tossicodipendenti; ridurre le morti da abuso di droga e la diffusione ormai incalzante dell'AIDS.

 
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