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Thaler Zoran - 16 gennaio 1989
Jugoslavia: Che il nostro dialogo si allarghi ad altri
Intervista a Zoran Thaler, responsabile per i rapporti internazionali della Lega della gioventù socialista slovena.

SOMMARIO: Si augura che il dialogo aperto fra la Lega della Gioventù socialista slovena ed il Pr possa estendersi agli altri soggetti politici jugoslavi e in particolare ai gruppi di potere. Il suo maggior interesse è rivolto alla caratteristica transnazionale del Pr e alla sua proposta per l'ingresso della Jugoslavia nella CEE.

(Notizie Radicali n.7 del 16 gennaio 1989)

D: Vorrei chiederti un'opinione sul Consiglio federale del PR che si sta svolgendo a Bohinj.

R: Io personalmente sono molto soddisfatto di come si sono svolte le cose. Penso che le cose vadano nella direzione giusta. Ciò significa che è stato accolto il nostro invito e che il Consiglio federale del Partito radicale continua i suoi lavori a Bohinj è l'ultima occasione per la presentazione della politica europea di ambedue le organizzazioni e soprattutto è molto interessante per noi l'idea del Partito radicale per l'inclusione della Jugoslavia nell'Europa di domani. Altrettanto mi auguro e spero che questo dialogo tra le nostre due organizzazioni possa anche portare al dialogo fra altri soggetti e soprattutto il potere anche in Jugoslavia.

D: Tu hai detto che hai conosciuto il Partito radicale all'inizio degli anni 80. Cosa ti ha colpito soprattutto di questo "strano" partito?

R: Naturalmente molto dipendeva da quello che su Pannella ci servivano nel piatto i giornali, i media. Ho avuto personali contatti con i radicali, quindi mi sono formato un idea così personale, ma siccome ho capito che i radicali sono degli specialisti, dei professionisti nei contatti con la stampa, con i mass media, non è stato un grosso problema di più sul loro conto. Naturalmente la cosa che mi ha più colpito è questa loro decisione di questa transnazionalità e soprattutto naturalmente la loro idea che hanno concepito sulla necessità dell'inclusione della Jugoslavia nell'Europa. E' su questo punto che ovviamente i nostri interessi ovviamente essenzialmente si incontrano. Naturalmente siamo simili anche per altre cose, per la simpatia verso la nonviolenza, per il rispetto dei diritti umani, delle libertà costituzionali, le libertà essenziali e soprattutto la libertà verso la differenza. Sono tutti valori che occorre tuttora affermare in Jugoslavia.

D: Sono molti i cittadini jugoslavi che si sono iscritti al PR. Sappiamo che alcuni di essi sono stati oggetto di intimidazioni da parte delle autorità jugoslave.

R: non so molto in proposito, però immagino che possa accadere qualcosa del genere. Esistono in Jugoslavia persone che sono in posti chiave e che hanno ovviamente una rappresentazione un po' personale su quelli che sono i diritti dell'uomo, una rappresentazione sulla libertà dell'uomo che può essere un po' antiquata e forse assolutamente non europea. Quindi ci sono delle persone che affermano che iscriversi al Partito radicale in Jugoslavia rappresenta ancora oggi un atto di coraggio personale.

D: Dal momento in cui la vostra organizzazione ha deciso di intraprendere rapporti con i radicali, avete ricevuto delle critiche o addirittura delle pressioni?

R: Le pressioni indubbiamente ci sono e ci sono state, ma abbiamo avuto la fortuna... Ci ha aiutato il calendario, in effetti questi sono giorni di festa e durante le festa la vita politica si ferma del tutto. Sicuramente nelle prossime settimane ci saranno delle pressioni su di noi, non hanno avuto il tempo di prepararsi. Però ci attendiamo qualcosa, indubbiamente.

D: Che cosa ?

R: Ci attendiamo soprattutto una guerra sui mass media, anche se siamo convinti di ciò che facciamo e quindi persisteremo in questa nostra azione per l'instaurazione di un dialogo che consideriamo base di altri sviluppi.

Le persone che invece respingono lo stesso dialogo con i radicali non sono indubbiamente all'altezza dei compiti loro affidati.

D: Cosa vuoi dire in conclusione ai radicali ?

R: Io direi soprattutto questo: devono comportarsi tutti in maniera Europea. Quindi conoscere, vedere, viaggiare, viaggiare anche in Jugoslavia e conoscerla. Vedere personalmente quanta ricchezza, quanta varietà ci sia in Jugoslavia, dal Trillau, il Tricorno qui al confine austriaco fino a Girgelia, in Macedonia. Questo soprattutto dà il senso politico. Quanto è successo nell'88 in Slovenia, dal quello che si è definito colpo di stato, dal fatto di avere i nostri giovani condannati da un tribunale militare: su questo abbiamo avuto in Slovenia il più grande meeting dopo il 1945, dopo la liberazione.

Si potrà vedere quanto è cresciuta la coscienza delle persone per i diritti dell'uomo, quanta politicizzazione c'è stata nell'anno trascorso e quanto è presente l'ottimismo per un cambiamento, un cambiamento in meglio, si capisce.

 
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