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Magyar Peter - 25 marzo 1989
Ungheria: il Confine è aperto
Intervista a Peter Magyar di Aurelio Aversa

SOMMARIO: Peter Magyar è corrispondente in Italia dell'agenzia di stampa ungherese nonché della radio di quel paese. Commenta la decisione del governo magiaro di consentire lo svolgimento del XXXV congresso del Partito radicale a Budapest dal 22 al 26 aprile 1989 nonché gli altri eventi che stanno verificandosi in Ungheria, grazie ai quali, dopo circa 40 anni, i cittadini di quel paese sono tornati in piazza per manifestare la loro voglia di libertà, di stato di diritto, d'Europa.

(Notizie Radicali n· 66 del 25 marzo 1989)

Peter, eri a conoscenza della richiesta del Partito radicale di poter svolgere i lavori del proprio congresso a Budapest e ti saresti mai aspettato una risposta così positiva da parte delle autorità ungheresi?

Direi che non mi sorprende, però non mi aspettavo una decisione così netta, soprattutto perché questo Partito radicale non è mica conosciuto da noi in Ungheria, neanche i dirigenti ungheresi ne sanno gran che, e allora come possono decidere? Però sono contento che hanno deciso.

Tu cosa conosci invece del Partito radicale?

Ho già lavorato in Italia negli anni '70 e so bene che questo è un partito che ha promosso tante riforme nel campo dei diritti civili, cioè l'aborto, il divorzio e altre cose importanti come l'obiezione di coscienza. E' stato cioè promotore di riforme di diritto civile; e poi è un movimento democratico. Però c'è un aspetto che ci disturba abbastanza in questo partito, che esce dalle istituzioni, come le conosciamo noi, quelle della democrazia dell'Europa occidentale. Per esempio, il fatto che questo partito ha presentato come candidata e poi deputata Ilona Staller è una cosa che da noi non si capisce bene. Sai chi è Ilona Staller?

Certo, la conosciamo bene. E che cosa c'è di scandaloso, secondo te, in quella elezione?

Secondo me per fare politica ci vogliono politici, che hanno autorità morale per poterlo fare.

Dunque Cicciolina a te non è proprio piaciuta?

A me no.

Però il Partito radicale fortunatamente non è solo Cicciolina, c'è ben altro e di sostanzioso... Tu che hai avuto modo di conoscere anche gli altri partiti, secondo te il Partito radicale è come gli altri oppure no?

Un po'' diverso dagli altri, questo lo sento. E' una cosa buona, ma anche un limite. Forse la sua diversità è un limite che impedisce di arrivare a risultati concreti.

Beh, anche questo Congresso a Budapest è un risultato più che concreto: il Partito radicale è diventato transnazionale, ha deciso di esser tale, di essere anche transpartitico, di condurre battaglie che attraversano trasversalmente un po'' tutte le forze politiche, dunque non solo battaglie di partito o condotte in un modo tradizionale...

Certo, qui c'è una grossa novità d'iniziativa che si spera che avrà il suo seguito, ma siamo soltanto agli inizi.

Parliamo della situazione in Ungheria. Che tipo di Ungheria ci aspetta?

Questa è una grossa discussione. In Ungheria si svolge adesso secondo me una rivoluzione, una vera e propria rivoluzione pacifica. Si cambia il modello di società che era servito per 40 anni e che non va più. Come sarà il nuovo modello, questo è il contenuto del processo che si svolge; non si sa, ci sono più possibilità.

Qual è il tuo parere?

Certamente si va verso una società più democratica e più aperta e con un contenuto sociale che proverà a conservare tutti i valori del socialismo che si provato a costruire in questi ultimi decenni. Però si va oltre i suoi limiti, limiti che erano proprio la democrazia, la mancanza di democrazia.

Quanto tempo occorrerà, secondo te, prima che la democrazia annunciata possa diventare realtà?

Io credo che ci sia già una realtà democratica. Proprio la manifestazione del 15 marzo (festa nazionale ungherese che ha visto svolgersi due grandi manifestazioni, una ufficiale e una promossa da tutti i movimenti indipendenti, ndr) che non era però la prima perché anche l'autunno scorso se ne fece già una simile per la minoranza ungherese in Transilvania, e poi anche in altre occasioni... cioè il processo è in atto già, e ha avuto risultati concreti, ma c'è un calendario preciso per andare oltre. Si prepara una nuova Costituzione, si deve presentare in Parlamento quest'anno e se sarà approvata in Parlamento ci sarà un referendum popolare per l'approvazione finale, e questo lo si può fare già all'inizio dell'anno prossimo. Poi sulla base di questa Costituzione ci sarà una nuova legge elettorale e nuove elezioni nel '90, cioè già l'anno prossimo.

Uno degli slogan che ha caratterizzato la manifestazione del 15 marzo, è stato: "L'Ungheria deve tornare nell'Europa"...

Certo, questa è una grossa sfida. Noi ci sentiamo europei e ci rammarica il fatto che l'Europa da 40 anni è divisa in due. La comunicazione era molto ridotta fra questi due campi, speriamo nel superamento di questa condizione dell'Europa attuale.

Secondo te questo evento storico, lo svolgimento di un congresso di un partito transnazionale in una terra in cui fino a qualche tempo fa ciò non era possibile, che tipo di sviluppi potrà avere per la democrazia in Ungheria?

Secondo me molto positivo. Indubbiamente è un fatto che apre questo confine che è stato costruito in Europa, è un fatto che apre l'Ungheria all'Europa, e io ne sono molto contento.

Uno dei nostri motti è stato da sempre "conoscere per deliberare". Ci hai detto che in Ungheria il Partito radicale non è molto conosciuto, però da lì ci giungono notizie buone e in questi giorni molti cittadini ungherese - così com'è successo in Jugoslavia - hanno deciso di prendere la tessera del Partito radicale. Secondo te, l'informazione che c'è nel nostro paese è democratica? è veramente tale?

Certamente lo è se si compara con la stampa ungherese anche degli ultimi anni o la stampa dell'Europa dell'est in generale. So bene che qui in Italia voi sentite i limiti di questa stampa vostra che si occupa piuttosto di scandali che di problemi reali, lo capisco perfettamente. Ma secondo me storicamente si va verso una democrazia anche qui in Italia.

Anche se i partiti, come forse hai avuto modo di constatare, hanno una grossa influenza sul regime dell'informazione.

Certo, è lottizzata, la televisione soprattutto ma anche la stampa scritta. Però comunque è una stampa pluralista, dove ci sono più partiti, più interessi che si confrontano e il risultato è, se non l'Oggettività con la maiuscola, comunque un'informazione più oggettiva che con una sola fonte.

Cosa ti aspetti da questo Partito radicale che si accinge a svolgere il suo congresso a Budapest, nella tua terra?

Sarei molto contento se questo congresso contribuisse in qualche maniera al processo che si svolge in Ungheria, se desse un aiuto a questo processo. Io credo che ci sia questa possibilità.

Conoscendo i radicali, conoscendo gente come Marco Pannella, sei ottimista o pessimista?

Lui è molto intelligente, credo che capisca la realtà ungherese, dove c'è un grosso pericolo. Dovete capire questo. Tutto questo processo in svolgimento può anche degenerare in caos, economico e politico, e questo è da evitare ad ogni costo.

 
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