SOMMARIO: Ironica analisi delle candidature a sindaco di Roma presentate dai partiti. Da una parte, è evidente, dopo la candidatura di "Carneade" [si tratta del prof. Gerace, rettore della Università di Tor vergata] da parte della DC, che il vero candidato di Andreotti è "il 'suo' expresidente del CONI, Carraro; dall'altra vi sono le candidature dei Ferri, dei mammì, Battistuzzi, ecc., "con liste e programmi da museo partitocratico". Sempre più valido, così, è il tentativo di creare una "lista Nathan" alla cui costituzione sono invitati quanti lo vorranno.

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 22 settembre 1989)

Roma, 22 settembre -N.R.- Riproponiamo la dichiarazione di Marco Pannella, diffusa nel pomeriggio di ieri.

"La designazione di Carneade come capolista della DC, l'estromissione di Giubilo, mostra chiaramente che il candidato di Giulio Andreotti è il 'suo' ex-presidente del CONI Carraro, capolista 'socialista'.

Poiché il PSDI candida, per parte sua, Enrico Ferri, già esponente della peggiore parte della corporazione dei magistrati, già deplorato dalla sua categoria, da sempre notoriamente democristiano (non sappiamo se andreottiano anche lui) fino al 'veto' alla sua elezione a senatore della DC opposto dal Ministro di Grazia e Giustizia Mino Martinazzoli, abbiamo un bel trio di candidati catto-socialista-trasformisti a correre insieme per occupare la poltrona di Sindaco e di vice-Sindaco della povera città di Roma.

Con questa squadra di serie C arriviamo alla beffa macabra ed al trionfo della politica involontariamente alla Goya di Bettino Craxi e del suo partito.

Di contro, abbiamo Mammì, Battistuzzi, Reichlin, con liste e programmi da museo partitocratico.

In queste condizioni, con Bruno Zevi e Massimo Teodori stiamo tentando di aggiungere alle presenze nuove e preziose dei verdi e degli antiproibizionisti, anche la testimonianza della vitalità e della presenza laica con una lista 'Ernesto Nathan', alla cui costituzione invitiamo con un estremo appello quanti, nel mondo della cultura, dei diritti civili, della democrazia vogliano tentare di contendere alla cattiva sorte ed alla scomparsa come città del nostro tempo di Roma.

Ci diamo poco più di 24 ore per portare a termine il tentativo.

Altrimenti, ci saremo lo stesso, nella campagna elettorale, per assicurare la rivolta dei cittadini di Roma contro la palude e le sabbie mobili della partitocrazia."