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Pannella Marco - 28 novembre 1989
PR-COLOMBIA: PANNELLA E BONINO ACCORRONO A BOGOTA'.
APPELLO PER RENDERE POSSIBILE IL CONSIGLIO FEDERALE DEL PARTITO RADICALE, ALLARGATO A PARLAMENTARI EUROPEI E NAZIONALI.

PANNELLA: "ESISTONO MOMENTI PER I NONVIOLENTI ED I TOLLERANTI, PER I DEMOCRATICI E I MITI, IN CUI OCCORRE RISCHIARE LA VITA SE NON SI VUOLE SECONDARE E FAR TRIONFARE LA MORTE".

SOMMARIO: Analisi dettagliata delle possibili responsabilità della strage terroristica verificatasi in Colombia. Secondo Pannella, non si tratta "unicamente o principalmente" di un "misfatto di narcotrafficanti" che agiscano in proprio. Nella vicenda, c'è lo zampino "dei servizi segreti e paralleli", legati alla "nuova follia del secolo ("dopo quelle dei fascismi e dei comunismi"), il "proibizionismo". Sono "posti in discussione e feriti i diritti civili, politici, umani, democratici" in USA non meno che in America latina o in Europa. Il Partito radicale esaminerà la possibilità di tenere a Bogotà il Consiglio Federale e una riunione degli organi della Lega Internazionale Antiproibizionista. Quel che è necessario, è "riaprire il dialogo tra tutte le parti" per un esito "tollerante" del dramma della droga. L'impegno è sicuramente pericoloso, ma esistono momenti in cui i nonviolenti devono rischiare anche la vita.

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 28 novembre 1989)

Roma, 28 novembre -N.R.- Marco Pannella, assieme ad Emma Bonino presidente internazionale di 'Food and Disarmament', oltre che del Partito Radicale, stanno per recarsi in Colombia, tra l'altro per studiare la possibilità di tenere a Bogotà il Consiglio Federale del Partito Radicale e una riunione degli organi direttivi della Lega Internazionale Antiproibizionista, nei primi giorni del prossimo anno.

Pannella spiega i motivi di questa iniziativa.

"Non sono affatto sicuro che l'immonda strage terroristica compiuta con l'attentato all'aereo dell' Avianca sia unicamente o principalmente misfatto di narcotrafficanti, o di narcotrafficanti che agiscano in conto proprio, liberamente.

I miasmi che ci raggiungono sono miasmi dei servizi segreti e paralleli, della destabilizzazione di un intero continente, grazie alla nuova follia del secolo (dopo quella dei fascismi e dei comunismi reali), quella proibizionista, che devono renderci tutti molto prudenti.

Quel che sta accadendo in Colombia ed a Panama, da notizie e da deduzioni, sta per accadere, in tempi ravvicinati, anche in Perù ed in Bolivia. Il fronte del diritto alla vita e della vita del diritto, inscindibili, ha ormai una sua prima linea ininterrotta che vede posti in discussione e feriti i diritti civili, politici, umani, democratici, negli USA, in Europa, e in America Latina in modo particolarmente tragico e folle. Da partito innanzitutto gandhiano e nonviolento, transnazionale e transpartitico, teso a difendere la vita del diritto come premessa e quadro essenziale del diritto alla vita, da due decenni impegnato contro il flagello della droga proibita, conseguenza del regime proibizionista, non possiamo non impegnarci immediatamente, con priorità, perchè il massacro colombiano e della Colombia venga interrotto, superato, prima che divampi anche altrove e che distrugga ogni tessuto sociale e civile di quel Paese. Per questo, d'intesa con il primo segretario del Partito Radicale, mi recherò nelle pros

sime ore a Bogotà con Emma Bonino, presidente internazionale di 'Food and Desarmement', oltre che del Partito Radicale.

Studieremo ogni possibilità per poter tenere a Bogotà il Consiglio Federale del Partito Radicale e una riunione degli organi direttivi della Lega Internazionale Antiproibizionista, nei primi giorni del prossimo anno. Si tratterà di una riunione cui parteciperanno almeno una ventina fra parlamentari europei, italiani, portoghesi, esponenti nonviolenti e radicali di quindici paesi, da quelli dell'Est e del centro Europa, a quelli africani, dell' America del Nord e Latina. A Bogotà cercheremo in ogni modo di portare la nostra concreta solidarietà a quanti, semplici cittadini, politici, magistrati, giornalisti, avvocati, intellettuali sono costretti ad essere eroi e martiti di una guerra ingiusta, senza speranza e senza avvenire che non sia di lutto e di distruzione. Ma cercheremo anche immediatamente di rilanciare in ogni modo il dialogo fra tutte le parti, unica via per un esito tollerante e vitale di questa orrenda realtà la cui prima responsabilità è nelle leggi internazionali che promuovono condizioni feroc

i di sviluppo della cultura, del traffico e del consumo delle droghe proibite, criminalizzando interi paesi, territori, milioni di contadini e di cittadini. Dialogo non vuol dire trattativa. Non si può trattare con chi minaccia ed esegue stermini, massacri, ed è in preda alla disperazione impotente dei potenti e dei prepotenti. Ma dialogare è urgente e necessario. E' l'obiettivo politico vincente.

Che questo nuovo impegno del Partito Radicale sia particolarmente pericoloso, ne siamo assolutamente convinti. Ma esistono momenti per i nonviolenti ed i tolleranti, per i democratici ed i miti, in cui occorre rischiare la vita se non si vuole secondare e far trionfare la morte.

Rivolgo un appello all'opinione pubblica, a tutti quanti possono, perchè con una pubblica sottoscrizione ci si aiuti a convocare il Consiglio Federale del PR e gli organi dirigenti della Lega Internazionale Antiproibizionista, decine di parlamentari europei, nazionali di ogni regione del mondo, a Bogotà.

Occorrono almeno trecento milioni, perchè questo sia possibile, che il Partito Radicale non ha."

 
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