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Consiglio federale PR - 7 gennaio 1990
Mozione generale approvata dal Consiglio federale di Roma del 2-7 gennaio 1990

SOMMARIO: Il Consiglio Federale di Roma del 2-7 gennaio 1990 si è tenuto in luogo del Congresso. Il 14 dicembre, infatti, attuando le previsioni del Congresso di Budapest e del Consiglio Federale di settembre, il segretario, il tesoriere, il presidente del Partito radicale e il presidente del Consiglio Federale hanno assunto la gestione straordinaria del partito. La mozione, che è stata approvata con 49 voti favorevoli e 5 astensioni, individua nel raggiungimento di 50.000 iscritti entro il 1990 la condizione tecnica necessaria e indispensabile ad assicurare la vita anziché la scomparsa del Partito radicale.

Il Consiglio Federale del Partito Radicale, riunito a Roma, presso l'Hotel Ergife, dal 2 al 7 gennaio 1990,

con la partecipazione di democratici di 21 paesi d'Europa, d'America e d'Africa, tra l'altro Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia, Unione Sovietica, Jugoslavia, Stati Uniti d'America, Canada, Brasile, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Italia, Francia, Belgio, Olanda, Spagna, Portogallo, Grecia

constata che la formazione del primo Partito, del primo soggetto politico organizzato, transnazionale, transpartito, federalista, federalista europeo, ambientalista, liberaldemocratico e libertario, del primo partito organizzato democraticamente della nonviolenza politica che si ispira a Gandhi e Martin Luther King, della sola internazionale ad adesione diretta di persone oggi esistente e anche immaginata ed immaginabile, è in fase di avanzata certa e anche emozionante realizzazione;

constata la possibilità, e la conseguente necessità civile, morale, politica, di guadagnare attraverso questo soggetto politico, attraverso questo Partito Radicale, unicità, contemporaneità, convergenza di azione e di obiettivi a partire dalle diverse e lontanissime realtà nazionali - siano esse di tradizionale democrazia reale, o oggi in corso di liberazione dal socialismo reale, come ieri dal nazifascismo, o di partito unico o di dittature nel Terzo mondo;

constata che gli eventi del centro e dell'Est europeo hanno clamorosamente riproposto l'evidenza dell'interdipendenza strettissima fra l'evolversi delle situazioni nazionali verso soluzioni democratiche e le battaglie civili e di liberazione politica e sociale, di realizzazione del diritto alla vita e della vita del diritto che al loro interno sono state e sono condotte;

constata che gli sviluppi della situazione italiana, specie grazie agli eventi che coinvolgono il Partito Comunista Italiano, confermano più che mai gli obiettivi storici e attuali dell'avanzata e pluridecennale lotta radicale in Italia, lotta nonviolenta, per i diritti civili, per i diritti umani, per i diritti politici, perché attraverso una grande riforma di democrazia politica piena, federalista e nonviolenta si superi quel regime partitocratico che oggi presenta caratteri di drammatica, anche se spesso non riconosciuta, violenza contro il diritto, i diritti e la stessa Costituzione, e insieme, di contro, conosce l'esplodere della sua crisi;

constata altresì che se questo partito - il PCI - deve poter contare su una ampia, tollerante, responsabile apertura di credito, su un sostanziale aiuto politico - più che di danaro o di iscrizione (perché non è questo il suo principale problema) - di tutti i democratici, quasi nessuno in Italia è consapevole, sembra informato del fatto che il Partito Radicale è già andato fino in fondo, e da anni, nella stessa direzione e che oggi rappresenta un processo ed anche un meccanismo, prezioso e delicato, di unità e di azione comune, creatrice, che è in atto oggi a Mosca, come a Praga, a Roma come a Ougadougou, in Croazia come in Portogallo, che ha già, a volte da anni e anni, determinato la vita anzichè la morte, libertà e liberazione, la consolazione di una vissuta ed ideale, solida solidarietà operante per chi lotta ed ha lottato nella solitudine, nella rimozione della grande stampa e dei grandi partiti occidentali, e non solamente italiani;

constata che nessuno sembra consapevole, nemmeno in Italia, che basterebbero cinquantamila iscritti nel mondo, migliaia in queste settimane, per assicurare a se stessi ed a noi tutti la vita di una straordinaria e anomala realtà, vita che sembra sempre più probabile possa salvarsi, ma che ha necessità di immediato intervento ed assistenza. La malattia del Partito Radicale è malattia della democrazia e della tolleranza, malattia dell'ignoranza in cui sono tenuti popoli e persone. La sua effettiva transnazionalizzazione - che con il Consiglio Federale si è svelata a noi stessi - lo rende simile ad un malato che ha bisogno di poter avere sangue ed ossigeno per il tempo necessario all'arrivo del farmaco. Le pubbliche iscrizioni costituiscono loro un contributo di ossigeno e di sangue, di conoscenza e di possibilità e moralità civile e politica, senza le quali il Partito Radicale, ben più che qualsiasi altra forza, che il partito Comunista italiano, può oggi scomparire. Chi questo non sappia e non comprenda, inde

bolisce, colpisce le sue proprie speranze.

Ciò constatato e premesso, il Consiglio Federale

approva le relazioni del Primo Segretario e del Tesoriere, e li ringrazia perchè questa sessione del Consiglio Federale ha mostrato quanto il partito sia riuscito ad avanzare e crescere malgrado le disperate condizioni in cui il Partito stesso si è trovato negli anni scorsi;

approva il Bilancio del partito, che mostra in modo evidente quanto la sua vita sia condizionata ed ipotecata dall'assenza di democraticità e di certezza del diritto in Italia;

ribadisce l'assoluta necessità che all'interno della CEE, dai nuovi Paesi dove sono in corso rivoluzioni di libertà che sembrano acquisire e concludere la loro forza con il carattere di riproposizione di modelli nazional-democratici, la lotta istituzionale per gli Stati Uniti d'Europa diventi lotta politica e sociale, nonviolenta e democratica volta a :

1) mobilitare il Parlamento Europeo e dove possibile i governi nazionali perchè si passi alla realizzazione calendarizzata e puntuale dell'Unione Europea, sulla base del progetto di nuovo trattato adottato dal PE e noto come progetto Spinelli;

2) ad assumere ogni immediata possibile iniziativa di informazione e di pressione presso Governi, partiti e opinioni pubbliche perchè le nuove Costituzioni democratiche in via di elaborazione e di adozione, le leggi dei nuovi Parlamenti o, dove sono possibili, iniziative referendarie esplicitamente prevedano e sanciscano la richiesta di adesione alle comunità europee e la promozione della loro trasformazione in una federazione di Stati Uniti d'Europa;

3) a preparare al riguardo l'avvio di possibili azioni transnazionali nonviolente gandhiane che possano far maturare al più presto - grazie, come in India, alla forza dell'iniziativa dei popoli, dei democratici, degli oppressi - la liberazione dell'Europa dalle burocrazie nazionali oggi al potere.

ribadisce l'importanza e l'urgenza che dalle "democrazie reali" dei paesi retti dalle partitocrazie o da queste minacciate, dai paesi liberati o in corso di liberazione dalle dittature, si operino Riforme democratiche che si fondino sui principi essenziali delle democrazie anglosassoni, su sistemi elettorali uninominali e non proporzionali, e di conseguenza indica nel fronte italiano di lotta dell'internazionale federalista, del partito transnazionale radicale ed in quello dell'Est e del Centro europei i primi due fronti di mobilitazione convergenti per le prossime settimane e mesi dei militanti radicali di tutti il mondo, e di quanti - divenendo radicali per il 1990 - in tal modo difenderanno e sosterranno i valori democratici di libertà, di giustizia, di tolleranza e di sviluppo;

ribadisce che senza queste riforme ed il successo del Partito Radicale nel perseguirle anche l'imperativo della priorità ambientalista quale connotato essenziale di una politica all'altezza della vita del pianeta e di tutti, lo stesso diritto alla vita e la ragione stessa per la vita delle leggi e del diritto sarebbero alla radice annientati;

ribadisce che nelle grandi lotte antiproibizioniste e - oggi - in particolare nella lotta contro l'orrore della guerra proibizionista sulla droga è in causa la sconfitta di quella che appare sempre più come la terza mostruosa follia del secolo, dopo quelle del fascismo e dei comunismi reali, con analoghe tragiche illusioni e violenze;

impegna il Primo Segretario, il Tesoriere, la Presidente ed il Presidente del Consiglio federale del PR ad informare entro quattro settimane il CF stesso e - se possibile - l'intero partito, delle valutazioni date sulle concrete proposte emerse dai lavori del Consiglio stesso e sulle decisioni operate o, per quanto possibile, in corso di adozione;

auspica che il PR possa tenere al più presto, entro gennaio, un secondo congresso "italiano".

Per finire, il Partito Radicale invita in modo pressante e solenne tutti i radicali, tutti i democratici a prendere atto che mille iscritti entro due settimane, cinquemila entro febbraio, diecimila entro marzo, cinquantamila entro l'anno appaiono come le condizioni tecniche assolutamente necessarie ed indispensabili per assicurare al nostro tempo ed alla nostra società, anziché la scomparsa, la vita del Partito Radicale. Senza assunzioni di responsabilità anche collettive, anche di personalità per cui l'iscrizione rappresenti la forza di uno scandalo di verità e di buona volontà, nelle presenti situazioni di assenza di conoscenza, di informazione, di democrazia, di certezza del diritto e di uguaglianza dei diritti questa speranza sarebbe certamente soffocata, e coloro che sanno sceglierebbero effettivamente essi di annientare, di eliminare questo partito e questa speranza.

 
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