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Aglietta Adelaide - 20 febbraio 1990
SITUAZIONE IN ROMANIA
Resoconto di Adelaide Aglietta, presidente della Delegazione del Parlamento Europeo per i rapporti con la Romania e la Bulgaria, degli incontri svoltisi a Bucarest nei giorni 18,19,20 Febbraio

SOMMARIO: All'indomani della rivoluzione romena, una delegazione del Gruppo verde del Parlamento europeo composta da Adelaide Aglietta, Enrico Falqui e Olivia Ratti si reca a Bucarest per un'indagine conoscitiva. Dal resoconto emerge il quadro di un paese devastato dalla dittatura di Ceausescu e molti interrogativi sui possibili sviluppi democratici.

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Abbiamo incontrato i 3 partiti storici:

Partito Nazionale Liberale, nella persona del Segretario Generale, Radu Câmpeanu, che è stato in esilio molti anni negli USA ed in Francia; membro del Consiglio provvisorio d'Unità Nazionale e membro del Bureau esecutivo;

Partito Nazional Contadino Cristiano, nella persona del portavoce del Presidente Coposu, Valentin Gabrielescu;

Partito Social Democratico, nella persona del presidente, Sergiu Cunescu, di M.Dimitrescu e di M.me Dimitriu: tutti e tre membri del Consiglio provvisorio, Cunescu anche del Bureau esecutivo;

Esponenti governativi:

Ministro della sanità: Dan Enâchescu

Ministro aggiunto all'ambiente: Mircia Negulescu

Commissione Costituzionale, giuridica e per i diritti dell'uomo, nella persona del Vice-presidente Oliviu Tucaciu, e dei professori Anton Jongovan , Florin Vasilescu.

Gruppo del dialogo sociale: Gabriel Andrescu ( membro anche del Comitato Helsinki rumeno e di un'associazione ecologista) e Radu Filipescu (anche rappresentante del neonato Partito Repubblicano): entrambi sono membri del Consiglio provvisorio.

Gruppi ecologisti:

Movimento Ecologista Rumeno, nella persona di Thoma George Maiorescu,presidente e Alexandru Jonescu: entrambi membri del Consiglio provvisorio.

Partito Ecologista Rumeno: Tache Viorel Parvulescu, Vice-Presidente, e Gheorghe Tudor, Segretario ideologico.

Fronte di Salvezza Nazionale: Eugen Dijmarescu, economista, presidente dell'istituto per l'economia mondiale .

Direttore di Romania Libera, Anton Unku.

I punti essenziali dei vari colloqui hanno riguardato:

A) situazione politica ( ivi compreso il problema della Securitate e del Partito Comunista), sociale ed economica, efficacia degli aiuti umanitari.

B) situazione ambientale generale ed in particolare il problema delle scorie nocive;

C) Problemi sanitari,in particolare AIDS

D) elezioni, legge elettorale e campagna elettorale, organizzazione dei partiti;

A) E' evidente per chiunque è attento agli avvenimenti rumeni che la situazione in quel paese ha caratteristiche di fragilità e di instabilità estremamente gravi dovute sia all'eredità di un regime comunista con caratteristiche particolari- dittatura di Ceasescu, degrado di ogni cultura democratica e di fiducia nelle istituzioni, distruzione del tessuto economico e delle condizioni di vita, azzeramento di qualsiasi dimensione sociale sia sul piano del dialogo, della solidarietà e della responsabilità personale e collettiva che di qualsiasi dimensione di tutela pubblica - sia alla forma rivoluzionaria attraverso cui si è arrivati ai mutamenti politici.

Quello che non è evidente è la potenziale esplosività della situazione, dovuta all'intrecciarsi contraddittorio di posizioni politiche con atteggiamenti collettivi dominati dall'emotività, di formali trasparenze dei processi in corso ( la politica in diretta TV) con i tanti interrogativi inevasi relativi il regime precedente, il ruolo in esso avuto dagli attuali dirigenti politici, la fase di transizione e la formazione dell'attuale classe dirigente. Il tutto sotto la cappa incombente della Securitate formalmente sciolta, in parte inserita nell'esercito, in parte sconosciuta, di dossier generalizzati e scomparsi e di una pressione di piazza apparentemente spontanea, ma a rischio continuo di strumentalizzazione.

Situazione politico-istituzionale

Il paese è governato da un governo nominato dal Fronte di Salvezza Nazionale nella sua fase iniziale. Da allora alcuni ministri si sono dimessi sotto la spinta della contestazione della piazza: fra di essi il ministro della difesa Militaru, sostituito da Stanculescu pochi giorni prima del nostro arrivo.

Il F.S.N. costituitosi nei primi giorni della rivoluzione, assumendone nei fatti la guida tramite "il governo in diretta TV", ampliatosi nel periodo successivo per cooptazione, ha costituito l'autorità di governo e legislativa del paese nel primo mese e mezzo, di un paese la cui struttura pubblica e classe dirigente resta sostanzialmente quella del regime comunista, ripulita dei principali responsabili direttamente coinvolti con il regime di Ceausescu.

La principale contestazione fatta dal gruppo dirigente del FSN e particolarmente a Iliescu ( presidente), a Roman ( primo ministro) e a Brucan ( ideologo, già emarginato), è quella di aver mantenuto la struttura comunista, di rappresentarla e tentare di dargli nuova credibilità e legittimità, di usarne il potere e la rete organizzativa.

Questa contestazione ha portato, in seguito alla decisione del Fronte di presentarsi in quanto formazione politica alle elezioni, ad una delegittimazione del Fronte da parte dei partiti costituitisi nel frattempo finché, attraverso pressioni della piazza, si è giunti alla costituzione del " Consiglio provvisorio di unità nazionale".In esso sono rappresentati, oltre al Fronte che ne mantiene la maggioranza, i partiti regolarmente costituiti. Il Consiglio è formato da 253 membri, di cui una metà nominati dal Fronte e l'altra metà da tre membri per partito d'opposizione, di cui alcuni sono tacciati di essere emanazione del fronte.

In seno al Consiglio- le cui attribuzioni sono di carattere legislativo e di ratifica formale dei decreti governativi - è stato eletto un " Comitato Esecutivo" di 21 membri che rispecchia la composizione del Consiglio provvisorio e che rappresenta sostanzialmente il massimo organo di potere politico.

Dei partiti esistenti - circa 45 - tre ( il Partito nazionale dei contadini, il Partito Socialdemocratico, il Partito Nazionale Liberale) sono formazioni politiche preesistenti il regime comunista e quindi con una legittimazione storica e politica, dovuta anche al fatto di avere rappresentanti politici già presenti nel paese anche se per lo più perseguitati in diverse forme e comunque costretti al silenzio.

La maggioranza dei partiti di nuova formazione sono privi per ora di legittimazione popolare ed alcuni paiono essere solo nominali.

I tre partiti storici, e a maggior ragione i nuovi, con la parziale eccezione del Partito dei contadini, non hanno ancora un'organizzazione decentrata e diffusa sul territorio. Si stanno ora attrezzando per costituire sedi e pubblicazioni su tutto il territorio.

Al di là e al di sopra delle formazioni politiche c'è un esercito che, legittimato fra la popolazione dal fatto di essersi schierato al fianco della rivoluzione, pare essere il depositario possibile di un'azione di mediazione e di equilibrio qualora la situazione lo rendesse necessario.

Le polemiche si accentuano soprattutto sulla reale funzione del Fronte ( continuatore, a detta dei partiti di opposizione , sotto spoglie democratiche e sotto altro nome, di un regime comunista di fatto e quindi non garante di trasformazione democratica) e sulla data delle elezioni, al momento fissate per il 20 Maggio.

Questa data fissata e sostenuta dal Fronte per porre rapidamente fine ad uno stato di assenza di un governo e di istituzioni a legittimazione democratica, è contestata dagli altri partiti in quanto convinti che il tempo lavora per una delegittimazione crescente del Fronte che nell'immediato avrebbe una maggioranza schiacciante e che con il passare del tempo potrebbero affrontare una campagna elettorale organizzati su tutto il territorio nazionale e in grado di competere con il Fronte.

Queste polemiche con il Fronte si trasferiscono alla piazza con meccanismi pero' non trasparenti, di assunzione di responsabilità delle manifestazioni e con possibili conseguenti strumentalizzazioni.

La assenza inoltre di scelte di governo estremamente urgenti sul fronte della ristrutturazione economica, aggravano vieppiù l'instabilità della situazione.

Un ulteriore elemento di destabilizzazione è la vicenda legata al problema della Securitate.

La Securitate era formata ufficialmente da 80.000 persone, di cui 20.000 agenti e 60.000 militari di leva . Dopo la rivoluzione è stata integrata completamente nell'esercito eccezion fatta per i capi e gli ufficiali più vicini a Ceausescu che sono stati allontanati, ma il resto della sua struttura è ancora in piedi: sembra che vi siano città in cui essa occupa ancora anche fisicamente gli stessi uffici, dall'usciere al capo-ufficio.

Uno degli strumenti utilizzati della Securitate era l'ascolto telefonico, ora completamente eliminato; lo spionaggio era rivolto all'interno ed a favore del Patto di Varsavia.

In ogni " Istituzione" ( fabbrica, ministero, palazzo etc.) c'era un ufficiale responsabile della raccolta delle informazioni ,con alle sue dipendenze 100 persone, di cui 50 iscritti al PCR e 50 non iscritti, alcuni dei quali stipendiati ,altri ricompensati per le informazioni, altri non pagati.Questo rende impossibile la ricostruzione e quindi lo smantellamento di tutta l'organizzazione, e questo è fonte di avvelenamento della vita sociale, a tutti i livelli.

Ogni cittadino rumeno che incontrava uno straniero era obbligato a fare rapporto alla Securitate, e se non lo faceva era sottoposto a pene di vario genere. Praticamente quasi tutti i cittadini rumeni avevano un dossier : non si sa esattamente dove sono e se sono conservati. Dopo la rivoluzione è stata formata una Commissione per studiare come dissolvere la Securitate.

Il Partito Comunista contava circa 4 Milioni di iscritti, che hanno formato la classe dirigente della Romania, a vari livelli, per circa 40 anni: i capi più compromessi col regime sono stati destituiti dai loro incarichi, ma non esistendo una classe dirigente alternativa, è stato difficile sostituire gli altri( definiti ora dai partiti d'opposizione comunisti-riformisti): certo è che essi rappresentano l'elemento di continuità col regime precedente,nel bene e nel male.

La situazione economica è completamente da ristrutturare: si sa che è disastrosa, ma non ci sono dati certi su nulla. Certamente la politica di Ceausescu di mantenimento in attività di una serie di maxi-produzioni di cemento, alluminio e altri materiali obsoleti, di grandi allevamenti di animali e simili, aveva il solo scopo di mantenere occupata la manodopera( il salario medio è di 3.500 F.B ovvero 115.OOO Lire): queste strutture hanno già cominciato ad essere chiuse, ove possibile, ma il Governo si trova di fronte allo spettro della disoccupazione.

L' economia non è assolutamente competitiva, essendo la Romania priva di molte materie prime e di valuta pregiata per acquistarle all'estero, non possedendo tecnologie avanzate, ed essendo la produttività del personale a livello molto basso. Peraltro l'agricoltura , ove ben seguita, potrebbe rendere autosufficiente la Romania sul piano alimentare in breve tempo: ma anche in questo campo molto è da riconcepire.

La situazione sociale è disastrosa: 40 anni di regime hanno distrutto tutto il tessuto sociale; sembra che solo ora, dopo 2 mesi dalla rivoluzione la gente cominci ad osare di affrontare discussioni su temi che li toccano da vicino.Sembra che anche all'interno della stessa famiglia, nessuno osava discutere, per paura che il figlio o il padre fosse informatore della Securitate: e su questo fattore di coscienza democratica nascente, contano molto i partiti di opposizione.

L'organizzazione sindacale, svincolata dal Partito Comunista, sta nascendo ora, con rivendicazioni legate al salario e all'orario di lavoro: il Fronte ha come risposta determinato la giornata lavorativa di 8 ore, ed ha garantito il mantenimento del lavoro a tutti, non si sa con quali risultati sull'inflazione.

Per quanto riguarda gli aiuti d'urgenza e umanitari che sono stati inviati dall'occidente, c'è abbastanza scetticismo sulla loro reale distribuzione alla popolazione: a parte casi isolati, in cui gli aiuti sono stati inviati direttamente ad istituzioni che li distribuivano, c'è la sensazione che alla popolazione non molto è arrivato, ed i partiti dell'opposizione temono che il Fronte tenga tutto nei magazzini, per distribuirlo appena prima delle elezioni.

B) Problema ambientale.

Problema non tenuto in considerazione a nessun livello.Lo si giudicava troppo " caro " per un'economia povera come quella rumena. Inquinamento causato dalle fabbriche di cemento, alluminio, allevamenti di animali , inquinamento cittadino, inquinamento grave del Danubio.

Ma sui metodi per ridurre questo inquinamento massiccio, non c'è la minima chiarezza: il ministro aggiunto dell'ambiente ci ha vantato come grande vittoria il fatto di aver fatto costruire delle ciminiere di 300 mt in alcuni cementifici, per mandare più in alto i fumi...

Abbiamo cercato di conoscere a fondo il problema legato al traffico di scorie nocive, stivate nel porto di Sulina ( nel delta del Danubio) e di provenienza in gran parte dall'Italia. Per questo fatto, c'è stato circa 3 anni fa un processo, per il quale sono stati incriminati a pene detentive anche pesanti, alcune persone che non erano i veri responsabili.

Anche su questo tema specifico, ben pochi erano informati: anche gli stessi ecologisti erano praticamente all'oscuro, o forse non ne volevano parlare.E neanche hanno voluto saperne di più.

I soli che si sono interessati, sono stati i socialdemocratici, pregandoci di rendere pubblico quello che sapevamo, e dandoci alcuni consigli sulla strategia da attuare per cercare di far chiarezza , se possibile, nelle carte processuali, se ancora esistenti: abbiamo poi saputo che il corrispondente dell'ANSA, Vernier, ha un dossier molto fornito su questo caso, e si è detto disponibile a collaborare sul tema.

Sul piano energetico, si riscontrano gravi carenze: le centrali idroelettriche esistenti sono sotto-produttive, il carbone è poco, il petrolio è stato esportato per pagare i debiti: è da tenere presente che peraltro molta energia era assorbita dalle maxi-fabbriche non produttive: ad esempio, il 10% dell'energia era assorbita dalle sole fabbriche di alluminio, che peraltro non producevano ricchezza.

E' in costruzione una centrale nucleare, che sarà pronta tra 2/ 3 anni: Ceausescu sembra avesse fatto contratti per altre 4, che sono state bloccate.

Il paese non conosce neanche il concetto di " risparmio energetico":a parte il problema delle fabbriche che sprecavano energia, la popolazione dopo aver avuto per anni case freddissime, in cui mancava il riscaldamento e l'energia elettrica era tagliata almeno 3,4 ore al giorno, ora sta vivendo un momento di euforia " energetica" e riscalda talmente gli edifici,che non si riesce a stare se non con le finestre aperte!

C) Per quanto riguarda la situazione sanitaria in generale,la nostra fonte principale è stato il Ministro della Sanità, che ci ha ricevuto molto cordialmente e che ci è sembrato intenzionato a fare tutto quello che è in suo potere per cercare di migliorare la drammatica situazione.

Il livello rumeno è sotto la mediocrità, con un aspettativa di vita di 69 anni di media ,ma molto piu' bassa nelle regioni periferiche.

La mortalità infantile tra O e 1 anno è del 25%.( la più alta in Europa).

La mortalità per aborti 55O donne all'anno ( la più alta in Europa, proporzionalmente).Si calcola che sotto Ceausescu siano morte non meno di 9.OOO donne per aborto clandestino: la legalizzazione dell'aborto è stato uno dei primi decreti fatti dopo la rivoluzione, data del 26 Dicembre, e questo testimonia l'estrema sensibilità della gente verso questo problema.

Non esistono contraccettivi di nessun genere, e neanche personale medico aggiornato in questo campo.

Molto grave è la situazione dei bambini abbandonati, molti dei quali malnutriti perché nati da madri malnutrite ed obbligate ad avere almeno 5 figli per non avere riduzioni sul salario.

Molto alto il ritmo di crescita delle malattie cardiovascolari.

Alta percentuale di malattie contagiose " classiche e moderne",

che producono morte e infermità permanenti gravi.

Epatite A e B a livelli altissimi.

Per espressa dichiarazione del ministro, alcuni dei problemi sanitari sono da paese del 3· mondo, causati dalle condizioni economico-sociali molto basse, da comportamenti viziati ( fumo e alcool), da relazioni interpersonali " viziate" ( sifilide ): ma un 12%-15% è dovuto alla carenza dell'organizzazione e dell'assistenza medica.

L'organizzazione sanitaria è tipica dei paesi socialisti: ospedali universitari a Bucarest, con reparti specializzati, ospedali generali nei capoluoghi di provincia, dispensari nelle cittadine. Ovunque si registra un sufficiente numero di medici generici, un insufficiente numero di medici specializzati : è stata una scelta, anche questa non in sintonia con le necessità, di Ceausescu, ed i vecchi " baroni" ostacolano in ogni modo i concorsi per le specializzazioni, cosi' i medici giovani sono solo dei generici.Anche la carenza di infermieri è particolarmente grave: è stimata in circa 15.OOO persone.

Mancano le tecnologie ( e le persone capaci di usarle ) e le medicine. C'è una fabbrica di materiale sanitario in Romania, che produce materiale scadente, a causa della non possibilità di importazione di materie prime valide dall'estero, per mancanza di valuta pregiata: dopo la rivoluzione, il ministero della sanità e della chimica,competente per la produzione di medicine, sono stati dotati di valuta per l'acquisto di prodotti all'estero. Sull'utilizzo di questi fondi c'è disparità di valutazione tra il ministro ed i ricercatori: il ministro preferirebbe materiale di base ( siringhe, medicine d'emergenza, test per depistaggio AIDS) mentre i ricercatori sono attirati dalla nuove tecnologie.

Il ministro si è lamentato del fatto che si trovava la valuta pregiata per acquistare una centrale nucleare dal Canada, ma non quelli per comperare le siringhe monouso, i termometri, gli stetoscopi, gli apparecchi per ecografie etc.: le priorità stabilite dal regime non erano di natura né sociale né economica.

Secondo il ministro, per un anno hanno ancora bisogno dell'aiuto umanitario, poi, con la ristrutturazione delle industrie e con la disponibilità di valuta, potranno avviarsi verso il soddisfacimento di almeno il 7O% del fabbisogno a breve termine.

Problema specifico che continua a far riprodurre le malattie infettive, è la mancanza di siringhe monouso; il fabbisogno annuo è calcolato in 200 milioni di pezzi,e fino a dicembre si usavano siringhe di vetro, che non venivano sterilizzate in modo adeguato: questo è stato identificato come uno dei fattori della propagazione di epatite A e B,e AIDS .

Sembra che ci sia già un progetto inglese per impiantare una fabbrica di siringhe monouso.

Grave è il problema dell'AIDS.

Secondo il ministro, il primo caso di AIDS si è registrato in Romania 5 anni fa, ed era un omosessuale accompagnatore turistico.

Altri casi non se ne sarebbero riscontrati, fino al caso dei 12 bambini del Luglio 89 ricoverati in una clinica pediatrica, ed altri casi sempre di bambini ricoverati in orfanotrofi o in ospedali pediatrici: sembra che tutti siano stati contagiati da partite di sangue infette.

In certe collettività infantili, si arriva alla percentuale del 5O% di bambini sieropositivi. Comunque fino a Gennaio nessuno era al corrente di questo problema. Per ora si sta operando sul controllo dei flaconi di sangue , con dei test di depistaggio AIDS: ma la mancanza di fondi non permette di farlo sistematicamente, solo alla metà di quest'anno si arriverà al controllo totale.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità, Médecins du Monde, Médecins sans Frontières stanno collaborando col ministero della sanità per questo campo specifico.

Gli aiuti sanitari arrivati dall'Occidente, sono arrivati in modo scoordinato e non seguendo la lista delle necessità, che il Ministro ha redatto immediatamente, e che è stata inviata a tutti i Paesi che si erano interessati al caso.

Le medicine richieste vanno inviate agli uffici farmaceutici regionali e provinciali, che ridistribuiscono: oppure direttamente ad ospedali e orfanotrofi .

D) Il Fronte ha proposto la data del 20 Maggio per le elezioni.

Le opposizioni chiedono il rinvio a Settembre/Ottobre, motivando la loro richiesta con la necessità di organizzarsi anche a livello decentrato, con la disparità fra il Fronte e loro rispetto all'utilizzo dei mezzi di informazione, agli strumenti per far campagna elettorale, e all'accrescimento della sensibilità democratica della popolazione, che per ora vede ancora nel Fronte un elemento rassicurante.

Il Fronte insiste sulla data di Maggio, asserendo che il paese ha bisogno di stabilità, di un Parlamento e di un Governo che siano lo specchio di elezioni popolari.

Il dilemma sulla scelta si sintetizza in una domanda che ci ha posto il direttore di Romania Libera:" E' meglio decidere subito, per più stabilità ma meno democrazia, oppure è meglio rinunciare alla stabilità immediata, avendo più democrazia poi?

Legge elettorale: è nata dal lavoro di una speciale commissione, formata da specialisti del Fronte e dei principali partiti d'opposizione.

La proposta iniziale ,del Fronte, prevedeva il sistema uninominale all'inglese, ma le opposizioni erano contrarie e quindi si è arrivati ad un sistema proporzionale con lista bloccata, con circoscrizioni che corrispondono alle provincie, recupero dei resti in sede nazionale e utilizzo del sistema D'Hondt; hanno risolto il problema delle minoranze etniche, attribuendo un deputato " nominato " per le minoranze che rappresentano almeno 20.000 cittadini.

Sembra che si stiano preparando comunque coalizioni: probabilmente i 3 partiti storici si coalizzeranno tra di loro, aggregando anche altre formazioni.

Non sembra che abbiano le stesse intenzioni i gruppi ed i partiti verdi che abbiamo incontrato.

Il Parlamento cosi' eletto sarà costituente, ma non si dissolverà dopo aver fatto la Costituzione.

In caso in cui il parlamento non redigesse la costituzione nei tempi dovuti, sono previsti due possibili tipi di scioglimento: uno dopo 9 mesi, con decisione del Presidente, e uno di diritto

dopo 18 mesi.

Per quanto riguarda le competenze di Camera e Senato, non sono state ancora determinate, ma non sarà un sistema bicamerale con pari competenze.

L'elettorato attivo sarà esercitato a 18 anni, il passivo 18 anni per la Camera, e 30 per il Senato.

Per quanto riguarda il Presidente della Repubblica, sembra che sarà frutto di un sistema particolare: le competenze simili ad un sistema presidenziale, ma sarà eletto dal Parlamento: ci sarà comunque un controllo costante da parte dell'esecutivo, non potendo il Presidente esercitare alcuna delle sue prerogative senza la controfirma del Primo Ministro .

Sembra possibile che il progetto di Costituzione sia sottoposto ad un referendum popolare, già previsto nella Costituzione precedente, ma la cui regolamentazione non è redatta.

Non sembra comunque che sarà previsibile un referendum abrogativo, ma solo consultivo.

Da parte di alcuni ( liberali e contadini) si teme che ci sarà un controllo sui risultati delle elezioni ,che potranno essere falsati: si è ricordata l'esperienza del 46, in cui i risultati furono ribaltati, attribuendo alle opposizioni il 3O% ottenuto dal Partito Comunista e viceversa. Anche per questo timore, hanno pensato di chiedere al Parlamento Europeo, al Consiglio d'Europa e all'ONU una presenza durante le elezioni: l'ONU ha già risposto che non interviene se non in caso di conflitto; noi abbiamo segnalato che il PE, su richiesta del Paese interessato, puo' inviare una delegazione.

Si sta predisponendo una legge sulla stampa, con un capitolo sulla stampa in campagna elettorale, ed una regolamentazione dell'uso dei media. Per ora la televisione è controllata all'80% dal Fronte, mentre i partiti d'opposizione maggiori hanno diritto ad un'ora di trasmissione alla settimana, mezz'ora i minori.

In questa legge, si sarà un capitolo che riguarda i diritti ed i doveri della stampa straniera in Romania: più che mai attuale, vista la " colonizzazione" soprattutto francese.

Dai Partiti dell'opposizione si lamenta in questo campo la non disponibilità di carta per i giornali, di rotative, di stamperie: il Fronte ha incamerato quasi tutto, e per gli altri è molto difficile far uscire dei giornali: peraltro abbiamo visto che nelle strade si vendono parecchie nuove testate, di un solo o due fogli, stampate su carta molto scadente. Il Partito Social Democratico, che attualmente non ha un quotidiano, editerà fra breve un settimanale.

Il principale giornale, Romania Libera, ha una tiratura attuale di 1.3 milioni di copie e passerà ben presto a 1.5.

I Partiti politici sono legali, salvo i partiti fascisti o che diffondano idee sovversive; non è possibile la doppia iscrizione; i partiti sono registrati e devono depositare il proprio statuto e il programma politico al Tribunale del Municipio di Bucarest, e devono essere costituiti da almeno 251 membri.

Militari, giudici, procuratori e corpo diplomatico non possono iscriversi ai partiti politici.

 
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