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Detenuti Carcere Rebibbia - 3 luglio 1990
Radio Carcere

SOMMARIO: In carcere l'ascolto della radio a modulazione di frequenza è generalmente interdetto. E' concesso, secondo una disposizione ministeriale, solo in quegli istituti dove non si captano le onde medie ovvero nei casi in cui non siano in vendita sul mercato apparecchi radio muniti di sola AM. Il risultato è una situazione a macchia di leopardo, in cui il diritto all'informazione è affidato al caso o a piccoli sotterfugi.

Quello che segue è il testo di una petizione dei detenuti di Rebibbia-penale per la legalizzazione dell'FM in carcere. Il documento, sottoscritto da tutti i detenuti, è stato inviato il 3 luglio 1990 al Direttore Generale degli Istituti di Prevenzione e Pena. I detenuti di Rebibbia invitano i detenuti degli altri istituti nelle stesse condizioni a fare altrettanto, inviando petizioni per la legalizzazione della FM a Nicolò Amato. Per conoscenza e iniziative d'appoggio inviare copia della petizione anche al Partito radicale, Via di Torre Argentina 76 - 00186 ROMA.

(Notizie Radicali n.55 del 10 luglio 1990)

ALLA DIREZIONE GENERALE DEGLI ISTITUTI DI PREVENZIONE E PENA, DOTT. NICOLO' AMATO

ALLA DIREZIONE DELL'ISTITUTO

I detenuti della Casa di reclusione di Rebibbia,

- premesso che il possesso e l'uso della radio a modulazione di frequenza non sono concessi in questo Istituto - si ritiene - per motivi di sicurezza connessi alle proprietà tecniche dell'apparecchio a FM;

- premesso che il possesso e l'uso sono invece concessi in altri istituti, laddove non sono facilmente reperibili sul mercato apparecchi muniti di sola AM, in luoghi in cui le ragioni di sicurezza, presenti nel nostro istituto, verrebbero meno;

- premesso che, invece, ovunque è concesso l'uso del televisore, apparecchio - come è noto - maggiormente pericoloso sotto il profilo delle proprietà tecniche, ad esempio della ricetrasmittenza;

- considerato che il diritto all'informazione è un diritto fondamentale sancito dalla nostra Costituzione e riconosciuto dallo stesso Ordinamento penitenziario;

- considerato che tale diritto non può essere affidato all'esistenza o meno sul mercato di apparecchi con sola AM;

- considerato che la parità tra tutti i detenuti non può essere garantita al ribasso ovvero in maniera tale che alcuni debbano rinunciare ad un diritto (quello all'FM) per il fatto che ad altri lo stato è nell'impossibilità di garantirne un altro (quello all'AM);

- considerato che questa situazione alterna, di concessione e di proibizione, genera condizioni di privilegio per alcuni detenuti e, nello stesso tempo e per lo stesso fatto, provvedimenti disciplinari nei confronti di altri;

- considerato che il rapporto con le istituzioni, in questi anni, grazie anche alle aperture e alla speranza offerta dalla legge penitenziaria, è stato sempre improntato alla massima correttezza e al dialogo, caratterizzato dal metodo della nonviolenza nel rispetto delle regole del gioco;

CHIEDONO

la autorizzazione in generale al possesso e all'uso degli apparecchi a modulazione di frequenza, a garanzia del diritto all'informazione ed alla non discriminazione, della crescita del rapporto di dialogo tra detenuti ed istituzioni e della cultura nonviolenta instauratasi nel carcere.

 
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