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Pannella Marco - 7 novembre 1990
PANNELLA: GLADIATORI LO SONO STATI TUTTI, AD ECCEZIONE DEI RADICALI. PER ALMENO TRENTANNI. COSI' SI SPIEGA SE NEL 1989....

SOMMARIO: Ricorda come "l'inizio della corruzione politica e istituzionale del nostro paese" risalga "all'impero di Enrico Mattei", a Gronchi, "nella seconda metà degli anni cinquanta". Successivamente, "l'intera partitocrazia, non più la sola DC" diventa responsabile del "regime P2, P38" ecc. Colui che, oggi, "criminalizza chi difende democrazia e legalità, domani sarà di nuovo in sella..." Si capisce l'imbarazzo di certa stampa "quando la verità di ieri, e il crimine di oggi" la vedrebbero complice sistematica delle cronache del regime di ieri...

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 7 novembre 1990)

L'inizio della corruzione politica e istituzionale del nostro paese risale in particolare all'impero di Enrico Mattei, al periodo della Presidenza Gronchi, nella seconda metà degli anni cinquanta. Negli anni sessanta il vero santuario è nell'Agip, nell'Eni, nel Sifar; nascono nuovi prestigiosi partiti della sinistra, si determinano le maggioranze in gloriosi partiti del centro-sinistra, con i servizi "segreti", tutti più o meno segnati dall'odore del petrolio.

Negli anni settanta, in particolare nella seconda metà, è la partitocrazia, non più la sola DC o una o l'altra delle sue correnti, a gestire il regime P2, P38, e peggio fu per chi aveva pensato di poter far tesoro dell'ingresso dalle porte di servizio nelle stanze dei super-poteri.

Non c'è vicenda, non c'è tradimento delle leggi e delle istituzioni, che in quell'epoca non sia stato il risultato del combinato disposto di ciascuna e di tutte le forze della partitocrazia dell'unità nazionale.

Attendiamo, ora, una spiegazione del perchè il Comitato di controllo sui servizi del Parlamento, ancora nel 1989, abbia trovato normale la protezione della realtà "gladio" accordata da Martini e da De Mita, all'unanimità, e ora, d'un tratto, si dividano fra accusatori e accusati. O hanno sbagliato allora, o ora.

Ma l'incredibile, in Italia, è che chi sbaglia oggi, criminalizza oggi chi difende democrazia e legalità, domani sarà di nuovo in sella, a governare quel che rappresenta la nuova "ragione".

E capisco l'imbarazzo dei velinari, e dell'intera categoria, quando la verità di ieri, e il crimine di oggi, li vedrebbe complici sistematici delle cronache di regime di ieri, coautori di tutto quel che di volta in volta diventa crimine o errore.

 
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