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Pannella Marco - 23 gennaio 1992
ELEZIONI: DICHIARAZIONE DI MARCO PANNELLA

SOMMARIO: M. Pannella ammonisce "democratici e riformatori consapevoli" della "grave inadeguatezza con cui rischiano di concorrere alle imminenti elezioni" abruzzesi. Tutti sembrano "unicamente volti ad assicurarsi chi un minimo di risultato elettorale, chi la miglior forma di investimento a partire dagli attuali averi". "Mancano - prosegue Pannella - scelte sufficientemente radicali, profonde". Ciò che occorre per questo obiettivo è "un momento di democratizzazione del dibattito", mentre invece, purtroppo, qualsiasi presenza radicale viene "esorcizzata" dai media. Dubita che sia ormai necessario prevedere di essere presenti con un gruppo composto di "Antiproibizionisti", "Laici e Verdi", ecc.

(NOTIZIE RADICALI agenzia, 23 gennaio 1992)

L'Aquila, 23 gennaio 1992

Continuerò fino all'ultimo secondo utile a cercare di richiamare il massimo di attenzione da parte dei democratici e dei riformatori consapevoli perché prendano atto, tutti, dal PDS al PSI, ai laici, alla DC e alle stesse Leghe (ricordo: ai democratici ed ai riformatori di questi partiti e movimenti) della grave inadeguatezza con cui rischiano di concorrere alle imminenti elezioni.

Referendari e verdi, autonomisti e federalisti vari, sembrano anch'essi unicamente volti ad assicurarsi chi un minimo di risultato elettorale, chi la migliore forma di investimento a partire dagli attuali averi.

Mancano scelte sufficientemente radicali, profonde, nuove per poter anche solamente immaginare che le barriere e gli abissi politici fra democratici chiusi nella gestione delle loro sigle esistenti possano essere superati dopo le elezioni, anche se portassero a ciascuno il migliore dei risultati.

E scelte radicali e nuove di per loro costringerebbero a rapidissime nuove forme di presenza anche elettorali.

Ma presupposto di tutto questo è un momento di democratizzazione del dibattito e dell'informazione, che farebbe uscire il paese e lo stesso ceto politico dalla condanna a non toccare nemmeno al proprio interno i veri problemi della nostra società e del nostro tempo, dell'Italia e - anche - dell'Europa.

La presenza e le tesi del partito radicale, trasnazionale e transpartito, o anche il semplice apporto di qualsiasi gruppo di "radicali storici", vengono semplicemente e totalmente "esorcizzati": da Mentana a Vespa, da Curzi al Tg2. Che si tratti di mera cronaca, italiana o internazionale, o di tesi, programmi, concetti, successi e, perfino, insuccessi. Che si tratti di "Unità" o di "Manifesto", "Repubblica" o "Corriere della Sera", "Il Giornale" o "Il Messaggero".

Realisticamente non posso non constatare del tutto probabile il rifiuto o l'incapacità di dare una qualsiasi risposta positiva all'ormai annoso invito (dai tempi della "proposta Nathan" per le elezioni romane, al rifiuto di fatto da allora imposto dal PDS anche ad un semplice incontro con il Pr) che vado rivolgendo sia a livello nazionale sia a livello abruzzese, e un po' ovunque e sempre.

Dovrò quindi prendere in considerazione di essere presente con una sintesi dei precedenti elettorali e politici, "Antiproibizionisti" e "Civici Laici e Verdi", alle prossime elezioni.

Sarà, sarebbe durissima, certo. Anche per strappare un quoziente, e i trecentomila voti necessari per ottenere il recupero dei resti e l'elezione di una piccola pattuglia, come nel 1976, di militanti democratici. In condizioni di antidemocrazia più marcata di allora. Senza più scartare di aggiungere ai miei tradizionali luoghi di impegno politico-elettorali anche l'Abruzzo.

 
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