SOMMARIO: Dopo l'aggressione subìta dal segretario della CGIL Trentin durante un comizio, Pannella ribadisce che nella condizione attuale qualsiasi governo - fosse pure diretto da Garavini e Bertinotti [esponenti di "Rifondazione", n.d.r.] - non potrebbe evitare "di fare pagare innanzitutto agli umili e ai poveri". Oggi non si può che trarre le conseguenze di uno stato di cose denunciato dal partito radicale "da quindici anni almeno".
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 22 settembre 1992)
"L'aggressione a Trentin - afferma Marco Pannella in una intervista a Radio Radicale - indica il riemergere delle speculazioni sulle disperazioni, sui dolori, sulle sofferenze. E' un riemergere politico facilitato dal fatto che diverse forze, di destra, sinistra e centro stanno di nuovo puntando ciecamente la carta della demagogia. Occorre schierarsi, essere ragionevoli e durissimi. Gli scioperi, queste manifestazioni, rischiano di essere suicidi nella forma e nella sostanza. Occorrono armi più radicali, adeguate e moderne per le lotte sociali e politiche e questo, mi sembra, siamo gli unici ad avvertirlo." Ciò configura un atteggiamento "possibilista" del gruppo Federalista rispetto alla manovra del governo? "Di possibilismi niente. Oggi bisogna dire che se anche il governo fosse diretto da Garavini e Bertinotti potrebbe evitare di fare pagare innanzitutto agli umili ed ai poveri? Risposta nota, seria: no! Come radicale sarei in contraddizione con me stesso se non ne traessi le conseguenze. Da 15 anni almen
o affermo che saremmo arrivati alla bancarotta fraudolenta e che l'avrebbero pagata i più poveri perchè la congiunta politica del sindacato, del padronato, dei partiti e delle corporazioni non permetteva e non permette strutturalmente allo Stato di essere equo, giusto in grado di evitare la catastrofe. Ora non si può stare alla finestra a guardare."