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Herzog Ester, Bonino Emma - 1 aprile 1993
Tra Roma e Gerusalemme
Dott.ssa Ester Herzog

SOMMARIO: Intervista ad Emma Bonino sulla situazione delle donne in Italia, sulle battaglie per la parità dei sessi, sull'aborto e sulla elezione di "Cicciolina". »Io credo che noi siamo diverse, ma non migliori degli uomini. Alcune di noi sono migliori, altre - peggiori . »Il problema non è Cicciolina. Il problema è che migliaia di uomini hanno dei problemi sessuali... Lei ha trasformato in soldi le frustrazioni di migliaia di uomini. Piuttosto che penalizzarla, gli uomini dovrebbero chiedersi perché hanno questa necessità .

("Sheat Hashin" - organo israeliano del Movimento per la Parità nella Rappresentanza delle Donne - numero 12, marzo-aprile 1993)

»Tra Roma e Gerusalemme ho incontrato due persone affascinanti, un uomo ed una donna. Lui un ebreo ortodosso e lei una cristiana Radicale. Yeshayahu Leibowitz a Gerusalemme ed Emma Bonino, leader del Partito Radicale italiano a Roma. Lontani e diversi, ma ciò nonostante simili. Lui predica con fervore contro la dittatura di qualsiasi regime e per il valore assoluto della vita umana e per i diritti fondamentali di ogni essere umano. Lei lotta per la libertà e la parità dei diritti umani nel suo Paese ed in tutto il mondo .

Tra i monumenti della storia recente ed antica, nella incredibile Roma, costruita sui resti del passato, nella Roma dei favolosi palazzi, dei regimi crudeli e del Vaticano, Fortezza-Museo della religione cattolica e centro spirituale del clero, nella Roma del governo multipartitico, della mafia e di Cicciolina... Nel più bel mezzo di tutto questo ci si ricorda della sacra Gerusalemme.

Le parole di Emma Bonino suonano così familiari... disparità di stipendio, divisione dei ruoli, aborti, religione e stato, il posto delle organizzazioni femminili nella lotta per la parità e l'avvento di Cicciolina. Persino le sue opinioni di leader che ha raggiunto una posizione importante suonano conosciute. Anche secondo lei il nocciolo del problema sta nel comportamento delle donne. Anche lei preferisce trattare "problemi grossi" al di fuori dei confini nazionali e non dedicarsi alla lotta a livello locale.

Già all'inizio dell'intervista, Emma Bonino si dichiara pro-israeliana e fa presenti le proprie riserve per quanto riguarda gli arabi, ed in particolare i palestinesi:

"mi sento vicina a ciò che succede in Israele. Israele non è una dittatura, bensì una democrazia nel cuore del Medio Oriente. I Paesi arabi sono delle dittature. Sono contraria ad Arafat ed ai mezzi che usano i palestinesi nella loro lotta".

D.: Qual'è la situazione delle donne italiane nel mondo politico e nel mondo del lavoro?

R.: Non sono la prima donna a capeggiare il Partito Radicale. Nel 1978 fu eletta Adelaide Aglietta, che è ora il segretario del partito dei Verdi nel Parlamento Europeo. Tra i 20 ministri dell'attuale Governo ci sono due donne. Il presidente della Camera da 10 anni è una donna.

Sul totale dei posti nelle liste di candidati al parlamento, le donne hanno un terzo assicurato, ma questo non necessariamente si riferisce ai posti reali.

L'Italia è un Paese particolare, in cui le leggi sono buone, ma la mentalità, persino quella delle donne, presenta dei problemi.

Ad esempio, abbiamo approvato una legge secondo la quale, per 3 o 4 mesi dopo il parto, uno dei due genitori può chiedere di assentarsi dal lavoro. Nessun uomo ha mai utilizzato questa possibilità. Abbiamo condotto un sondaggio e risulta, che la maggioranza delle donne intervistate hanno detto, che la maternità è una cosa che riguarda solo le donne. Queste donne desideravano stare con il bambino e perciò hanno impedito al marito di usufruire di quanto previsto nella legge ed hanno preferito rimanere a casa con il bambino.

La maggior parte delle donne che lavorano è disposta ad assumersi meno responsabilità, mentre gli uomini che ricoprono cariche importanti sostengono di non dover rinunciare alla propria carriera. Cioè, la struttura della società è tale, che molte donne lavorano, ma si assumono la maggior parte della responsabilità per la casa, per i bambini e per i genitori anziani. Di conseguenza, la maggior parte delle donne cerca una lavoro part-time che permetta di assentarsi dal lavoro a seconda delle esigenze della famiglia.

Molte donne lavorano come insegnanti. In alcune città italiane i bambini vengono a casa all'ora di paranzo. A Roma i bambini stanno a scuola fino alle 16.00.

D.: Studi fatti in Israele dimostrano che la spiegazione alla disparità nel trattamento salariale tra uomini e donne si trova sopratutto negli stanziamenti per le ore straordinarie e per il rimborso spese. E' forse possibile che questa sia la spiegazione anche alle differenze negli stipendi in Italia?

R.: Le donne guadagnano di meno perché preferiscono andare a casa presto e non fare ore straordinarie. Gli uomini usano lavorare molte ore oltre l'orario prestabilito e quindi guadagnano di più.

Il problema è che i datori di lavoro preferiscono gli uomini, perché non hanno la gravidanza e non restano a casa con i bambini quando si ammalano. Anche nell'assunzione di personale vengono preferiti gli uomini. Questa situazione spiega anche perché molte donne giovani dichiarano di non volersi sposare e di non volere i figli.

D.: Sei impegnata nella lotta per la parità dei sessi in Italia?

R.: Sono più interessata a problemi sociali centrali nel mondo. In Italia ci sono abbastanza organizzazioni attive nel campo dei diritti della donna. Ad esempio, negli ultimi 4 anni sono stata attiva nella lotta negli Stati dell'ex Unione Sovietica. Ho svolto delle attività insieme a donne in Polonia.

Ultimamente è stata modificata le legge sull'aborto in Polonia, per via della Chiesa Cattolica che ha appoggiato il partito cristiano. Io ed il mio partito siamo stati molto attivi contro l'indifferenza del mondo riguardo gli stupri di massa di migliaia di donne in Jugoslavia. Nessuno ne voleva sentir parlare. In Serbia c'è un regime razzista basato sull'etnia serba. Lo scopo dei serbi è quello di cacciare i musulmani dalla Bosnia.

Non ho dubbio che la violenza sessuale sia un'arma, alla pari di un cannone o di un fucile. I serbi che violentavano le donne dichiaravano, che le violentavano affinché non mettessero più musulmani al mondo. La violenza sessuale, quindi, è un'operazione organizzata e non la conseguenza di una perdita di controllo durante la guerra. In seguito al nostro impegno, oggi l'opinione pubblica è consapevole dell'orrore e anche i media stanno attaccando l'argomento.

Negli anni 1975-76 ci siamo concentrati nella lotta sull'aborto in Italia. Durante questa campagna io sono stata addirittura incarcerata. Abbiamo ottenuto un compromesso ed oggi la legge consente l'aborto, sotto controllo medico ed entro il terzo mese di gravidanza. Il vero problema è che gli ospedali statali sono intasati, le code sono lunghissime e questo rende le cose molto difficli per chi desidera abortire. Da quando fu ottenuto il compromesso l'argomento è sempre stato seguito dalle organizzazioni femminili.

Il problema della lotta per la parità dei sessi in Italia è legato al fatto che la maggior parte delle organizzazioni femminili in Italia sono state "comprate" dai grandi partiti: nella destra dai democristiani, e nella sinistra dai socialisti o dai comunisti.

Direi che passerà molto tempo prima che otterremo la parità, nonostante la legge sia buona.

Lo sviluppo sociale è molto lento, anche perché la maggior parte delle donne manca della consapevolezza necessaria.

Quando vedo, ad esempio, alcune delle mie compagne del movimento femminista, con le quali lottai all'epoca e che oggi educano i propri figli in maniera molto simile a quella delle nostre madri, mi sembra che noi siamo nemiche a noi stesse.

D'altro canto, ci sono alcune organizzazioni indipendenti che sono troppo estremiste secondo me.

Le donne che fanno parte di queste organizzazioni vedono degli "oppressori" in tutti gli uomini e credono che tutte le donne siano buone.

Io credo che noi siamo diverse, ma non migliori degli uomini. Alcune di noi sono migliori, altre - peggiori.

All'inizio degli anni settanta eravamo attive nella lotta per la scissione fra stato e religione. Nel 1972 fu approvata una legge che vietava allo stato di intromettersi nelle questioni di coscienza e che stabiliva che la religione del cittadino fosse una questione di libera scelta. Nel 1978 la legge fu ratificata.

Fino al 1974 la lotta si concentrava sul divorzio, sull'emancipazione della donna e sul diritto all'aborto. Molte donne guidavano questa lotta e quindi occupavano molti posti.

Anche il segretario fu incarcerato all'epoca, secondo la legge che vietava l'espressione dell'opinione. In testa a tutte le liste del partito in Italia all'epoca c'erano donne.

Alla fine il partito ottenne 4 posti in parlamento, tra cui c'erano 2 donne.

Negli anni 1979-80 l'argomento centrale della lotta si spostò sulla corsa agli armamenti nucleari. In qull'epoca le donne sono state "assorbite" dai partiti. Conviene notare che la vita politica, almeno nel partito radicale, è molto impegnativa. Quando sei giovane, dedichi il tempo alla famiglia. Gli uomini non si ricordano della responsabilità verso la famiglia e di solito hanno delle mogli che la assumono al posto loro.

D.: Come spiega l'avvento di Cicciolina ed il suo successo all'interno del partito radicale?

R.: Cicciolina ha avuto successo perché ha soddisfatto le esigenze di parecchi uomini. E' una donna molto intelligente che ha trasformato in business una necessità reale di migliaia di uomini.

Il problema non è Cicciolina. Il problema è che migliaia di uomini hanno dei problemi sessuali. Io non ho nulla contro Cicciolina; mi sono opposta alla penalizzazione che ne è stata fatta. Lei ha trasformato in soldi le frustrazioni di migliaia di uomini. Piuttosto che penalizzarla, gli uomini dovrebbero chiedersi perché hanno questa necessità.

Nel 1987 Cicciolina ha chiesto di essere inclusa nella lista dei candidati. L'abbiamo messa al quarantaseiesimo posto, secondo un ordine alfabetico, in modo che non aveva alcuna possibilità di successo. Il problema fu che i media ne hanno fatto una tale campagna, che lei diventò la candidata più famosa della lista.

La gente non sapeva affatto che anch'io ero inclusa nella lista e così lei ha ricevuto più voti che il capo el partito. Faceva scandalo e quindi fu eletta.

D.: Ha promosso qualche argomento?

R.: Cicciolina si è impegnata per i problemi dei rapporti sessuali dei carcerati. La legge consente ai carcerati di avere rapporti sessuali con le mogli, in visite private al carcere. Con la nascita del fenomeno AIDS è stata aggiunta alla legge anche la distribuzione di preservativi.

D.: Che reazione aveva il partito radicale riguardo il successo di Cicciolina?

R.: Ci fu un dibattito acceso introno alla sua candidatura. Io dissi che la candidatura di una persona al parlamento si può impedire, se si tratta di un criminale, ma non se si tratta di una pornostar. Dichiarai inoltre che non avrei potuto continuare ad essere membro di un partito, che selezionasse i propri candidati aldilà di eventuali infrazioni del diritto penale.

Lo scandalo principale, secondo me, era il fatto che risultavano due luoghi sacri in Italia: il parlamento e la Chiesa. Queste cose si fanno di nascosto. Come nel caso dell'aborto: tutti lo fanno ma nessuno ne parla. Anche nella pornografia è così.

Emma Bonino vede anche lati positivi nel successo di Cicciolina. Secondo lei il caso Cicciolina ha costretto l'opinione pubblica ad occuparsi della questione del bisogno perverso di sesso, che molti uomini hanno. Inoltre crede che il successo di Cicciolina è la punizione dei media, perché sono stati loro ad ingigantirla come fenomeno.

E' tutto così familiare... E' forse possibile che da noi, Paese di strettissima coalizione fra religione e Stato (ed esercito), in cui la pubblicità tende molto a presentare la donna come oggetto sessuale e molti favoriscono quest'atteggiamento "per la necessità del pubblico" - e possibile che qui possa nascere una Cicciolina?

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Trafiletto 1:

Emma Bonino (44 anni) è una donna curata ed energica, che ispira simpatia e calore umano. Ha al suo attivo una serie di battaglie sociali. Ha istituto un centro di informazione sull'aborto; ha inseriro il problema della fame nel mondo nell'ordine del giorno dell'opinione pubblica ed ha lottato per ottenere fondi e leggi speciali per far fronte a questo problema; ha promosso parecchie campagne per la difesa dei diritti civili e politici degli individui e delle minoranze oppresse, specialmente la campagna in favore dei "refusnik"; ha organizzato manifestazioni nelle principali capitali d'Europa ed a Gerusalemme; ha lavorato all'interno del parlamento italiano e di quello europeo.

Emma Bonino ha partecipato all'istituzione della lega parlamentare internazionale per l'abolizione della pena di morte nel mondo, ha lottato per la distribuzione di siringhe sterili ai tossicodipendenti ed è anche stata arrestata a New York durante una manifestazione. E' stata attiva insieme alle donne polacche nella lotta per il diritto all'aborto e in favore di alcuni stati della ex-Jugoslavia. Emma Bonino ha insistito nell'introdurre la questione degli stupri di massa delle donne bosniache nell'ordine del giorno mondiale.

Nel 1976 è stata eletta al parlamento, e nuovamente nel 1979, 1981, 1986 e nel 1991. Nel 1976, 1986 e 1991 è stata eletta anche al prlamento europeo. Oggi ricopre la carica di presidente del partito radicale internazionale, di cui fanno parte 8000 persone, compresi 2600 italiani.

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Trafiletto 2:

Il Partito Radicale è un'organizzazione transnazionale transpartitica che lotta contro la violenza (nello spirito di Ghandi), per l'ambiente, per le libertà socialiste, contro le proibizioni (come la pena di morte e l'uso di droghe), contro la partitocrazia, contro il potere religioso e contro il militarismo.

L'appello del partito radicale transnazionale per l'iscrizione al partito dice:

"Con la forza della non violenza possiamo creare una legge transnazionale nuova, che unirà la scienza al potere ed in cui la coscienza privata e collettiva non abbia un'esistenza separata dalle decisioni politiche. Dobbiamo organizzare uno strumento politico nuovo atto a creare nuove politiche, che diano la preferenza ai diritti di tutti i popoli del mondo".

 
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