Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mer 24 apr. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Morabito Fabio - 1 settembre 1977
LA SFIDA RADICALE: (24) Gli otto referendum
Il partito radicale da Pannunzio a Pannella.

di Fabio Morabito

Indice

Prefazione

1. Il radicalismo

2. Da Rosselli al partito d'azione

3. Pannunzio e »Il Mondo

4. Ernesto Rossi

5. La crisi liberale

6. Il partito radicale

7. I convegni de »Il Mondo

8. Primi passi

9. Ceti medi e forze operaie

10. Primo congresso radicale

11. La funzione del PCI e l'unità delle sinistre

12. Per il centrosinistra

13. La crisi liberale

14. L'antimilitarismo; il rinnovamento della scuola

15. Un voto alla sinistra

16. Il divorzio

17. Chiude »Il Mondo

18. Il terzo e il quarto congresso

19. Contro l'occupazione russa in Cecoslovacchia

20. Per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza

21. Il Movimento di liberazione della donna

22. La lega per l'abrogazione del Concordato; l'aborto

23. Astensione per le politiche del 1972

24. Gli otto referendum

25. Per depenalizzare il reato d'aborto

26. Elezioni anticipate

27. Quattro radicali in parlamento

Bibliografia

SOMMARIO: Il Partito radicale è oggi al centro di accese polemiche. Non è la prima volta che questo accade, ma è certo la prima volta che queste polemiche dividono nettamente i partiti dell'"arco costituzionale": da un lato la DC, i comunisti e la grande stampa d'informazione; dall'altra, i radicali. Tutto questo in un momento in cui la vita del Paese è caratterizzata da una fase di acuta crisi economica e di conflitti sociali, mentre una frangia dei movimenti giovanili esalta la pratica della violenza contro il "sistema" (è la tesi degli autonomi) e il terrorismo delle Brigate Rosse non risparmia nessuno dell'establishment.

Il libro di Fabio Morabito ricostruisce, con grande scrupolo, attraverso lo studio dei documenti e delle tappe del movimento, la storia della formazione e dello sviluppo, nelle sue alterne fasi, del Partito radicale: da Ernesto Rossi, alla lotta per il divorzio, alle posizioni antimilitariste, alla protesta contro l'occupazione russa in Cecoslovacchia, all'obiezione di coscienza, alla nascita del Movimento di Liberazione della Donna, alla lotta contro il Concordato, fino all'impegno degli otto referendum.

Proprio perché analizza il movimento radicale in tutte le fasi della sua storia, questo libro consente di vedere in che cosa si differenziavano, fin già dall'origine, il gruppo della sinistra radicale e il gruppo del "Mondo", e di comprendere, proprio a partire dalla loro matrice comune, lo sviluppo divaricante delle due anime radicali.

("LA SFIDA RADICALE" - Il partito radicale da Pannunzio a Pannella - Fabio Morabito - SugarCo Edizioni - Milano, settembre 1977)

24. Gli otto referendum

L'11 febbraio 1973 Loris Fortuna presenta alla Camera un progetto di legge sull'aborto, firmato da altri 35 parlamentari socialisti. Il progetto, intitolato »Disciplina dell'aborto , ammette la possibilità dell'interruzione di gravidanza quando due medici, iscritti nell'albo professionale, rilasciano un certificato nel quale si attesta in buona fede che:

»1) la continuazione della gravidanza potrebbe causare un rischio per la vita della donna incinta o pregiudizio alla salute fisica o psichica della donna stessa, maggiore che se la gravidanza fosse interrotta;

»2) che vi sia un rischio che il nascituro possa soffrire anomalie fisiche o mentali.

»Nella determinazione di quanto previsto ai numeri 1 e 2 (...) si deve tener conto delle condizioni della donna incinta, attuali o ragionevolmente prevedibili, e delle ragioni anche morali e sociali che essa adduce .

Il certificato non è indispensabile in caso di convinzione, da parte del medico che opera l'interruzione di gravidanza, di una necessita immediata dell'aborto. Il progetto di legge non ammette aborto di donna non consenziente. Viene ammessa a possibilità di obiezione di coscienza del medico ad assistere la donna che vuole abortire.

L'MLD, a proposito di questo disegno di legge, afferma di considerarlo un primo momento positivo per la liberalizzazione dell'aborto, e rende noto di volerlo appoggiare pienamente.

Per il 7 e 8 luglio del 1973, un altro congresso straordinario del partito radicale viene convocato a Roma, per la promozione di alcuni referendum abrogativi. Partecipano al congresso la corrente di sinistra repubblicana, oltre ad alcuni gruppi della sinistra extraparlamentare: Manifesto, Lotta continua, Avanguardia operaia, Partito comunista italiano marxista-leninista. Inoltre, a dimostrazione di un avvicinamento fra radicali e socialisti, giunge al congresso un messaggio di saluto e di apprezzamento dell'on. Mancini, mentre ai lavori partecipano i socialisti Fabrizio Cicchitto e l'on. Vincenzo Balzamo, responsabili del1a sezione »Diritti civili nel PSI.

Per quanto il bilancio del partito sia deficitario, Pannella si dichiara del parere che occorra fare altri debiti, per sovvenzionare la campagna dei referendum. »L'Italia è sommersa di leggi fasciste e reazionarie che i partiti non hanno mai voluto ripudiare sostiene Pannella. Ma dice anche che pochi referendum saranno sufficienti per eliminare queste leggi.

Pochi giorni dopo il congresso si ha una riunione dei gruppi aderenti alla campagna referendaria. Per il partito radicale intervengono Marco Pannella, Franco Mancini e Giorgio Spadaccia. Vengono confermate le adesioni avutesi al congresso di Lotta continua, Manifesto, Avanguardia operaia e del Partito comunista italiano marxista-leninista, alle quali si aggiunge quella del partito di unità pro1etaria, nato dallo scioglimento del PSIUP, in seguito allo insuccesso elettorale nelle ultime elezioni politiche. Lotta continua propone di limitare il numero di referendum, suggerendo di focalizzare l'interesse su alcuni temi piuttosto che su altri. Sempre nella stessa riunione viene anche evidenziato il principio dell'autonomia dei gruppi partecipanti; in un comunicato del PR si legge come sia stata appurata la necessità che ciascun gruppo operi prevalentemente nell'ambito dei settori di lotta in cui è già impegnato.

In sostegno alla campagna viene anche promosso un »Comitato per una repubblica autenticamente costituzionale , cui aderiscono personalità della politica e della cultura.

Il 13 settembre esce il primo numero del quotidiano radicale »Liberazione , che per i primi giorni uscirà come supplemento di »Lotta continua . »Liberazione pubblica, nel suo primo numero, una lettera inviata al socialista Sandro Pertini, presidente della Camera dei deputati, per sollecitare la discussione e il voto in Parlamento del progetto Fortuna sull'aborto. Nel quarto numero, vengono pubblicate un centinaio di autodenunce per concorso in reati di aborto. Pertini incontra a Cuneo, qualche tempo dopo, alcuni rappresentanti del PR e del MLD, rendendo noto il proprio interessamento alle loro pretese.

Al congresso successivo del partito, riunito a Verona i primi tre giorni del novembre 1973, si parla ancora dei referendum. Il segretario Angiolo Bandinelli osserva che se non si impone dal basso »all'attuale classe politica il confronto sui referendum dovremo limitarci alla denuncia e alla recriminazione . Bandinelli, a proposito del divorzio, criticherà duramente De Martino per aver proposto al comitato centrale del PSI un cambiamento alla legge Fortuna, nel tentativo di impedire il ricorso al referendum.

Intervenendo al congresso, Giulio Ercolessi afferma, a proposito della campagna referendaria che il partito intende lanciare, che se non avesse successo, »verrebbe meno la stessa funzione e la ragion d'essere del partito .

Marco Pannella comunica il proprio distacco dal Partito, del quale però sarà sempre partecipe e protagonista. Scriverà su »Aut , nel luglio del 1974:

»Da cinque anni, progressivamente, ho lasciato la Segreteria Nazionale, poi la Direzione, poi il Comitato Centrale del partito radicale; e lo scorso anno anche la posizione di iscritto. Già da mesi ho annunciato questa mia valutazione ai compagni radicali, che la comprendono e condividono .

Viene eletta una segreteria collegiale, il cui primo segretario è il poco più che ventenne Giulio Ercolessi, coadiuvato da Gianfranco Spadaccia, Rolando Parachini, Liliana Ingargiola, Giuseppe Ramadori, Andrea Torelli, Roberto della Rovere, Enzo Zeno, Massimo Teodori. Angiolo Bandinelli assume la presidenza.

Vengono selezionati, fra quelli proposti, otto referendum. Due riguarderanno la materia concordataria: il primo intende proporre l'abrogazione dell'articolo 1 della legge 27 maggio 1929, che rende effettiva l'»Esecuzione del trattato, dei quattro allegati annessi e del Concordato, sottoscritti in Roma fra la S. Sede e l'Italia, l'11 febbraio 1929 , per quanto riguarda gran parte degli articoli; anche il secondo referendum concerne il Concordato, e precisamente gli articoli 17 e 22 ella legge 27 maggio 1929, inerente le »Disposizioni per l'applicazione del Concordato dell'11 febbraio 1929, tra la Santa Sede e l'Italia nella parte relativa al matrimonio ; il contenuto degli articoli è imperniato sulla possibilità delle autorità ecclesiastiche di annullare i matrimoni, anche con effetti civili.

Due referendum sono di matrice antimilitarista: uno è per l'abrogazione del codice penale militare di pace; l'altro per l'abrogazione dell'ordinamento giudiziario militare.

Il quinto referendum riguarda l'abrogazione della legge 3 febbraio 1963 che istituisce l'Ordine dei giornalisti; il sesto è per l'abrogazione di una parte della legge sulla stampa dell'8 febbraio 1948: gli articoli che si vogliono abolire sono quelli ritenuti limitativi della libertà di stampa.

Il settimo referendum intende colpire quelle disposizioni legislative, del decreto 29 marzo 1973, che allargano il monopolio dell'ente televisivo di Stato sulle TV via cavo, e proibiscono i ripetitori di televisioni estere. (E' del 10 luglio 1974 una sentenza di costituzionalità per la TV via cavo, emessa dalla Corte Costituzionale).

L'ultimo degli otto referendum riguarda il codice penale: si chiede l'abrogazione di quegli articoli che, secondo i radicali, »riflettono più spiccatamente la concezione autoritaria e fascista che ha ispirato tale codice ed in particolare i reati d'opinione, le norme sulla recidiva, l'abitualità, la professionalità e la tendenza a delinquere e le relative norme di sicurezza che contraddicendo i principi costituzionali della presunzione di non colpevolezza dell'imputato e del carattere rieducativo della pena impediscono, di fatto, il reinserimento dei condannati nella vita civile e produttiva e creano nuove criminalità; le norme che riflettono un'arcana concezione della vita familiare ed avviliscono le condizioni della donna quali il cosiddetto delitto d'onore e l'estinzione dei reati contro la libertà sessuale mediante il matrimonio, il trattamento preferenziale per la violenza quando essa è esercitata come mezzo di correzione nei confronti dei propri familiari; inoltre il delitto di plagio, il delitto di ab

orto procurato su donna consenziente e gli altri delitti ad esso riconducibili; le aggravanti più inutili, disumane e classiste in materia di reato di furto; reati che pongono il cittadino in una posizione di particolare inferiorità nei confronti della pubblica autorità; le norme contravvenzionali in tema di pubblici spettacoli, stampa, ecc. .

Al progetto radicale aderiscono, oltre ai gruppi di sinistra già citati, la sinistra liberale, la sinistra reepubblicana, le federazioni giovanili del partito socialista e di quello repubblicano, la federazione giovanile ebraica, la federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. La raccolta delle firme viene fissata per il periodo dal 15 marzo al 15 giugno del 1974.

Ma cosa rappresenta effettivamente per i radicali questa iniziativa? Per Massimo Teodori:

»I referendum sono un tentativo di dare una risposta e di offrire un punto di riferimento a dimensione e portata di una ``minoranza dinamica'' come i radicali: con essi è possibile passare attraverso l'immobilismo dei partiti, non di scavalcarli con intenzioni populistico-poujadistiche, ma di scuoterli dal di dentro e dal di fuori .

Il settimanale »Panorama pubblica alcune reazioni di parlamentari a questa iniziativa dei radicali: il deputato democristiano Carlo Molè ritiene che, effettivamente, se tutti e otto i referendum avessero successo »avremmo una società completamente diversa . Ma aggiunge anche che: »Una rivoluzione non può nascere da animati ma sterili dibattiti di un partito che non ha séguito . Il senatore comunista Armando Cossutta sostiene che solo su alcune proposte radicali il PCI può essere d'accordo. Ritiene anche che »utilizzare il referendum in questo modo equivarrebbe a svilirlo come strumento, a scavalcare il parlamento . Anche la senatrice Tullia Carettoni, della sinistra indipendente, auspica un uso prudente del referendum: »Abusarne può essere pericoloso .

A cura del partito radicale esce un libretto, per i tipi delle edizioni Savelli, intitolato "Contro il regime", che raccoglie una serie di interventi di personalità del mondo politico e culturale, favorevoli ai referendum: fra questi, il parlamentare socialista Loris Fortuna, l'ex-senatore Giorgio Fenoaltea, il senatore della sinistra indipendente Giuseppe Branca, il professore universitario Norberto Bobbio. Quest'ultimo, in particolare, pur dichiarando di ritenere troppi i referendum proposti, definisce il referendum come un »bipolarismo perfetto , a causa della propria »natura anticentrista .

Ma nessuno degli otto referendum proposti ottiene il numero richiesto di firme per essere indetto (mezzo milione); il PR, che contava particolarmente sull'impegno di Lotta continua e del Manifesto, aventi entrambi un buon seguito, si trova isolato durante la campagna: gli extraparlamentari preferiscono riversare la propria attenzione sui temi della propaganda divorzista, in vista del referendum che si svolgerà il 12 e 13 maggio de1 1974. Il PR raccoglie mediamente 150.000 firme per ogni proposta di referendum.

A partire dal numero datato 21 febbraio, »Il Mondo concede una o due pagine del giornale, fino alla conclusione della campagna per il referendum sul divorzio, alla LID, non ammessa alle trasmissioni propagandistiche televisive, e alla quale è venuto meno pure l'appoggio di »Liberazione , che per motivi economici ha sospeso le pubblicazioni.

A maggio, dunque, si vota: l'esito elettorale è favorevole ai »no , a coloro cioè che si sono opposti all'abrogazione della legge sul divorzio. I »no sono il 59,1% dei voti validi; i »sì il 40,9. La legge sul divorzio, dunque oltre all'approvazione parlamentare ottiene anche quella popolare. Nel periodo postelettorale si discute se l'esito della consultazione, per molti imprevisto in queste proporzioni, avrà ripercussioni sugli equilibri politici. Lo schieramento antidivorzista (DC e MSI) alle Camere era infatti uscito maggioritario alle elezioni politiche del '72.

Oltre agli otto referendum e alla campagna per il divorzio, i radicali si impegnano, nel 1974, per il raggiungimento di diversi altri obiettivi: fra questi l'acquisizione del diritto di voto per i diciottenni, che per le regionali del 1975 saranno chiamati per la prima volta alle urne. Inoltre si preme perché il Parlamento voti la riforma del diritto di famiglia.

Affinché le Camere si pronuncino su questi problemi, e perché »sia designato un relatore e che venga iscritta all'ordine del giorno, da parte della Commissione sanità e giustizia della Camera, la discussione della legge sull'aborto presentata un anno e mezzo fa . Pannella inizia i primi di maggio un nuovo digiuno, che durerà circa novanta giorni, con una breve parentesi di qualche giorno nella seconda metà di luglio. Pannella, che durante questa protesta segue un'alimentazione basata su qualche latte macchiato e poco zucchero al giorno, con l'aggiunta di molte vitamine, sali minerali e acqua, chiede anche che sia garantita l'informazione sulle minoranze laiche, che sia concesso spazio televisivo alla LID e per l'ex abate dissidente Giovanni Franzoni; chiede inoltre un'udienza al presidente Leone per una delegazione della LID e del PR; che vengano presto rese note le indagini effettuate dalla commissione parlamentare su alcuni scandali; che venga difesa la linea laica del »Messaggero .

Durante il digiuno di Pannella, i radicali organizzano manifestazioni e conferenze stampa, e stimolano colloqui con altri partiti. In particolare, ottengono che buona parte della stampa si occupi di loro, anche grazie al richiamo cronachistico di molte delle loro iniziative, come quella (11 luglio 1974) di incatenarsi ai cancelli d'ingresso della sede RAI, in viale Mazzini a Roma. Roberto Cicciomessere e Rolando Parachini sono i protagonisti di quest'ultima singolare iniziativa.

Il 20 maggio un appello di intellettuali solidarizza con Pannella: tra le firme, quelle di Alberto Moravia, Eugenio Montale, Ruggero Orlando, Umberto Terracini, il sindacalista Raffaele Vanni. Solidarietà viene anche manifestata da noti rappresentanti del dissenso cattolico: don Giovanni Franzoni, don Marco Bisceglia, suor Marisa Galli.

Anche altri radicali digiunano. Femministe del movimento di liberazione della donna e del movimento femminista romano digiunano per qualche giorno, raccogliendo a piazza Navona firme per l'aborto. Le femministe chiedono, come Pannella, l'immediata discussione del progetto Fortuna sull'aborto: ma si verrà a sapere che è proprio Fortuna a non voler, al momento, sollecitare la discussione del suo progetto. Non solo: in un'intervista a un giornale spagnolo, il parlamentare socialista dichiarerà di non voler difendere strenuamente il proprio disegno di legge, ma di preferire che sul problema si giunga ad un accordo. Questi fatti causeranno severe critiche da parte di Marco Pannella a Fortuna.

Nel frattempo, il 18 luglio, la televisione manda in onda, a proposito del diritto di famiglia, un intervento di Pannella, che ne approfitta per parlare anche di aborto in termini fortemente polemici. Il giorno stesso Pannella era stato ricevuto al Quirinale dal presidente Leone.

L'attività radicale di questi mesi vede il partito impegnato anche nell'organizzazione di una manifestazione contro la violenza, sviluppatasi nell'arco di alcuni giorni dalla fine di luglio ai primi di agosto, e tenutasi a Roma. Questa manifestazione, cui aderisce anche il PSI, e che viene organizzata in luogo della consueta marcia antimilitarista, intende contestare ogni forma di violenza, non solamente militare: anche la violenza che si ritiene commessa da parte dello Stato e della Chiesa, così come quella ravvisata contro la donna e la libera sessualità. Durante la giornata dedicata alla lotta contro la violenza verso la donna, vengono rese note nuove autodenunce per aborto.

I rapporti del partito radicale con esponenti di altri partiti si intensificano particolarmente in questi mesi estivi. In occasione di un incontro (31 luglio) con Berlinguer e una delegazione del partito comunista, viene annunciata la prossima presentazione di un progetto di legge comunista sull'aborto, attualmente in preparazione. Il 28 settembre Pannella prospetta la possibilità di un impegno comune con il PSI sui temi più sentiti dai radicali, come per l'aborto e per l'abrogazione del Concordato. Giacomo Mancini risponde negativamente: »Bisogna avere una visione generale e non episodica della funzione del nostro partito .

Durante i primi quattro giorni di novembre del 1974, si riunisce a Milano in congresso annuale del partito radicale, il quattordicesimo.

Il congresso prende atto di una crisi economica e istituzionale che travaglia l'Italia, osservando che:

»La vera causa della crisi politica italiana, di quella economica non meno di quella istituzionale, è nella contraddizione tra un paese che nella sua grande maggioranza ha dimostrato il 13 maggio di volere una alternativa alla democrazia cristiana, ai suoi valori, ai suoi interessi, ai suoi metodi di governo, e una situazione politica che non consente ancora questa possibilità di cambiamento e di alternativa. »Un nuovo modo di governare, la possibilità stessa di un diverso, più umano e più giusto modello di sviluppo, la realizzazione di reali e profonde riforme non possono essere attuati dal blocco degli interessi sociali, corporativi, clericali, classisti e parassitari che fa capo alla democrazia cristiana, né in collaborazione con esso. Sono al contrario obiettivi che presuppongono forze sociali omogenee che abbiano interessi, ed esprimono una volontà e un programma alternativi .

L'alternativa alla democrazia cristiana, auspicata dai radicali, non deve essere semplicemente concepita come alternativa alle attuali forme di governo: la tesi del »compromesso storico , avanzata dai comunisti, cioè di un governo comprendente sia DC che PCI, viene dunque respinta. La DC deve essere relegata all'opposizione. Il PR ritiene inoltre che sia necessario un potenziamento dell'area politica socialista, nel senso della creazione di:

»Una componente socialista-libertaria che sia capace, riequilibrandola, di rafforzare l'intera sinistra italiana.

»Se la componente socialista e libertaria non riuscirà a conquistare e a rappresentare almeno il venti per cento dell'elettorato italiano, affiancandosi e stabilendo un rapporto unitario ed autonomo con il partito comunista italiano, le polemiche sul compromesso storico, sulla politica togliattiana, sul bipartitismo imperfetto, sulla cogestione di potere nel Parlamento e nella società rischiano per i laici ed i socialisti di essere alibi della propria impotenza e dei propri fallimenti. E la costruzione di una grande forza socialista e libertaria è la condizione necessaria per una politica di alternativa democratica e socialista.

»Il partito radicale, rafforzando le proprie strutture, intende dare il proprio contributo autonomo alla prospettiva di questa nuova costruzione unitaria, non con un'azione agitatoria che valga solo come pressione nei confronti dei partiti parlamentari della sinistra e dei sindacati, ma promuovendo e sviluppando nuove lotte di libertà e di liberazione, diventando punto di riferimento e di coordinamento federativo dei nuovi movimenti libertari, democratici e socialisti, nazionali e locali, lavorando per creare nuove condizioni di democrazia e per dare ad esse adeguati sbocchi politici ed istituzionali: in altri termini, non per erodere settariamente margini politici ed elettorali degli altri partiti, ma al contrario per ampliare le potenzialità complessive del socialismo e dell'intera sinistra .

Il congresso prospetta inoltre la possibilità di presentare liste elettorali radicali per le prossime elezioni politiche: e si chiede perciò una pronta mobilitazione delle forze del partito, perché »il partito radicale non potrebbe infatti sottrarsi al dovere di dare, anche sul piano elettorale (...) espressione politica alle esigenze indilazionabili della democrazia italiana .

Il CISA (Centro informazioni sterilizzazione e aborto), di cui fondatrice e animatrice è Adele Faccio, chiede ed ottiene la federazione al partito radicale.

Pannella, ribadendo la sua decisione di operare fuori dal partito, rende nota la formazione di un nuovo movimento politico: la »Lega III Maggio , movimento socialista per i diritti e le libertà civili, che agirà parallelamente al partito radicale. Per Pannella il PR rappresenta solo una parte di una realtà radicale ben più vasta potenzialmente: al recupero di questa area, Pannella decide di indirizzare i propri sforzi.

Al congresso viene anche proposto che il PR assuma un nuovo simbolo, in sostituzione del berretto frigio: un pugno che stringe una rosa (che sarà poi il contrassegno delle liste del partito alle elezioni politiche del 1976). Il nuovo simbolo è stato ripreso a imitazione di quello della sinistra unita francese di François Mitterrand.

Segretario del partito viene nominato Gianfranco Spadaccia; vicesegretario Roberto Cicciomessere. Saranno coadiuvati da una segreteria collegiale. Presidente del partito viene eletto Franco De Cataldo.

 
Argomenti correlati:
storia
la sfida radicale
aborto
antimilitarismo
cisa
stampa questo documento invia questa pagina per mail