Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 05 mag. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
Tutti insieme con gli Ogm, tranne Veltroni

• da Il Riformista del 12 ottobre 2007, pag. 2

di Anna Meldolesi

Caro Veltroni, perché hai firmato contro gli Ogm?». Non ci risulta che la domanda, sollevata su que­sto giornale dal presidente del­l'associazione che riunisce le in­dustrie biotech in Italia, Roberto Gradnik, abbia avuto risposta. Ma questo non ci scoraggia dal proporne altre sul tema. Perché il governo ha previsto uno stanzia­mento in finanziaria a favore della campagna propagandistica di Mario Capanna, che tutti si ostinano incre­dibilmente a chiama­re "referendum"? Perché il ministro del­l'agricoltura De Ca­stro, dopo aver cerca­to di riavviare le speri­mentazioni pubbliche in campo, scontrando­si con Pecoraro Scanio e Coldiretti, ora appoggia la coalizione "Liberi da Ogm"? Dobbiamo continuare a considerare le asso­ciazioni che ne fanno parte come dei paladini del made in Italy, an­che ora che Greenpeace fa la guerra al Parmigiano Reggiano? A suggerire queste e altre domande è Roberto Defez, bio­tecnologo in forze al Cnr di Na­poli e tra i promotori dell'incon­tro che si tiene oggi alla sala stampa della Camera per cercare di far suonare un'altra campana oltre a quella dell'ex sessantottino che si è reinventato un mestie­re come nemico di Frankenstein. L'appuntamento segna il debutto pubblico di un coordinamento di forze favorevoli alla ricerca e alla commercializzazione delle pian­te e degli alimenti prodotti con l'aiuto dell'ingegneria gene­tica. Dentro a Sagri (così si   chiama il gruppo dalle iniziali delle parole chiave: salute, agricoltura e ricerca) ci sono le so­cietà italiane di gene­tica agraria e di tossicologia, che hanno raccolto l'adesione di oltre diecimila ricercatori intorno ai propri consensus document sugli Ogm. A dimostrazione del fatto che la comunità scientifica non è affatto divisa sull'argomento, con buona pace degli attivisti antibio-tech che se ne vanno in giro tra­vestiti da ricercatori. Tra i fonda­tori di Sagri figura anche Futuragra, il drappello di agricoltori probiotech che chiedono di poter scegliere liberamente le sementi da piantare in accordo con le nor­mative europee recepite dall'Ita­lia. Anche perché nel nostro pae­se la piralide fa danni per centi­naia di milioni di euro e favorisce la proliferazione di micotossine cancerogene che il mais Bt, inve­ce, consentirebbe di combattere. Poi c'è l'associazione Luca Coscioni che, dopo l'impegno a fa­vore delle staminali embrionali, allarga il fronte della battaglia per la libertà di ricerca scientifica. Ma all'iniziativa aderiscono an­che l'associazione di scienziati Galileo 2001, la Fondazione Um­berto Veronesi, l'istituto Bruno Leoni e l'associazione dei cristia­ni per l'ambiente.

 

Sugli Ogm, infatti, si sfalda il fronte di contrapposizione tra lai­ci e cattolici a cui ci ha abituato la bioetica e l'Accademia pontificia delle scienze afferma cose del tutto simili a quelle dell'Accade­mia dei lincei o dell'Accademia dei quaranta: gli Ogm rappresen­tano un'opportunità da cogliere senza pregiudizi perché, al di là delle leggende metropolitane, possono ridurre i rischi alimenta­ri, alleggerire l'impatto dell'agri­coltura sull'ambiente e favorire lo sviluppo. Non è un caso che al­l'incontro di oggi partecipino in­sieme il diavolo e l'acqua santa, ovvero Marco Cappato e Paola Binetti, oltre ad Antonio Polito, Benedetto Della Vedova, Adolfo Urso, Marco Beltrandi e Chicco Testa. Idealmente sarà presente anche Enrico Letta, mentre Veltroni ha preferito recarsi  all'iniziativa di segno opposto or­ganizzata qualche giorno fa da Capan­na. Per chi non vuole arrendersi all'idea che il favorito alla guida del Pd sia più sensibile alle sirene dell'ambientalismo radicale e del­l'agricoltura assistita che a quel­le della scienza e della libertà di impresa, non resta che un'ulti­ma carta da giocare. Rilanciargli l'invito già avanzato dal coordi­natore della campagna per le primarie di Letta, Gianni Pittella. Siccome su un tema tanto complicato, come minimo, biso­gnerebbe stare a sentire anche la voce della comunità scientifi­ca, perché Veltroni dopo aver firmato per Capanna non aderi­sce anche al documento di Sa­gri? (http://www.salmone.org/documento). Vale la pena ricordare che l'Italia è l'unico paese occidentale in cui la ricerca pubblica sul campo è vietata. Questo bloc­co nel 2001 aveva fatto scoppiare una protesta senza precedenti al­l'interno dei laboratori. I giornali lo hanno battezzato "Movimento dei mille" e hanno parlato di "Marcia su Roma dei camici bianchi". Allora tutti i leader del centrosinistra - anche Veltroni - hanno pre­so  le distanze dal proibizionismo di stampo ecologista. Hanno spiegato che il principio di precau­zione non può essere usato con­tro la scienza, che non si può costruire la modernità demonizzan­do l'innovazione, che il futuro è nell'economia della conoscenza. I fatti e i silenzi di questi giorni, però, raccontano la storia di un'amnesia collettiva. Il treno del Pd ha già rinunciato a partire con una bussola etica condivisa sulle questioni relative all'inizio e alla fine della vita, ma in questo mo­do sceglie di entrare in rotta di collisione con la scienza. 


IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail