Tutti insieme con gli Ogm, tranne Veltroni
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• da Il Riformista del 12 ottobre 2007, pag. 2
Caro Veltroni, perché hai firmato contro gli Ogm?». Non ci risulta che la domanda, sollevata su queÂsto giornale dal presidente delÂl'associazione che riunisce le inÂdustrie biotech in Italia, Roberto Gradnik, abbia avuto risposta. Ma questo non ci scoraggia dal proporne altre sul tema. Perché il governo ha previsto uno stanziaÂmento in finanziaria a favore della campagna propagandistica di Mario Capanna, che tutti si ostinano increÂdibilmente a chiamaÂre "referendum"? Perché il ministro delÂl'agricoltura De CaÂstro, dopo aver cercaÂto di riavviare le speriÂmentazioni pubbliche in campo, scontrandoÂsi con Pecoraro Scanio e Coldiretti, ora appoggia la coalizione "Liberi da Ogm"? Dobbiamo continuare a considerare le assoÂciazioni che ne fanno parte come dei paladini del made in Italy, anÂche ora che Greenpeace fa la guerra al Parmigiano Reggiano? A suggerire queste e altre domande è Roberto Defez, bioÂtecnologo in forze al Cnr di NaÂpoli e tra i promotori dell'inconÂtro che si tiene oggi alla sala stampa della Camera per cercare di far suonare un'altra campana oltre a quella dell'ex sessantottino che si è reinventato un mestieÂre come nemico di Frankenstein. L'appuntamento segna il debutto pubblico di un coordinamento di forze favorevoli alla ricerca e alla commercializzazione delle pianÂte e degli alimenti prodotti con l'aiuto dell'ingegneria geneÂtica. Dentro a Sagri (così si  chiama il gruppo dalle iniziali delle parole chiave: salute, agricoltura e ricerca) ci sono le soÂcietà italiane di geneÂtica agraria e di tossicologia, che hanno raccolto l'adesione di oltre diecimila ricercatori intorno ai propri consensus document sugli Ogm. A dimostrazione del fatto che la comunità scientifica non è affatto divisa sull'argomento, con buona pace degli attivisti antibio-tech che se ne vanno in giro traÂvestiti da ricercatori. Tra i fondaÂtori di Sagri figura anche Futuragra, il drappello di agricoltori probiotech che chiedono di poter scegliere liberamente le sementi da piantare in accordo con le norÂmative europee recepite dall'ItaÂlia. Anche perché nel nostro paeÂse la piralide fa danni per centiÂnaia di milioni di euro e favorisce la proliferazione di micotossine cancerogene che il mais Bt, inveÂce, consentirebbe di combattere. Poi c'è l'associazione Luca Coscioni che, dopo l'impegno a faÂvore delle staminali embrionali, allarga il fronte della battaglia per la libertà di ricerca scientifica. Ma all'iniziativa aderiscono anÂche l'associazione di scienziati Galileo 2001, la Fondazione UmÂberto Veronesi, l'istituto Bruno Leoni e l'associazione dei cristiaÂni per l'ambiente.  Sugli Ogm, infatti, si sfalda il fronte di contrapposizione tra laiÂci e cattolici a cui ci ha abituato la bioetica e l'Accademia pontificia delle scienze afferma cose del tutto simili a quelle dell'AccadeÂmia dei lincei o dell'Accademia dei quaranta: gli Ogm rappresenÂtano un'opportunità da cogliere senza pregiudizi perché, al di là delle leggende metropolitane, possono ridurre i rischi alimentaÂri, alleggerire l'impatto dell'agriÂcoltura sull'ambiente e favorire lo sviluppo. Non è un caso che alÂl'incontro di oggi partecipino inÂsieme il diavolo e l'acqua santa, ovvero Marco Cappato e Paola Binetti, oltre ad Antonio Polito, Benedetto Della Vedova, Adolfo Urso, Marco Beltrandi e Chicco Testa. Idealmente sarà presente anche Enrico Letta, mentre Veltroni ha preferito recarsi all'iniziativa di segno opposto orÂganizzata qualche giorno fa da CapanÂna. Per chi non vuole arrendersi all'idea che il favorito alla guida del Pd sia più sensibile alle sirene dell'ambientalismo radicale e delÂl'agricoltura assistita che a quelÂle della scienza e della libertà di impresa, non resta che un'ultiÂma carta da giocare. Rilanciargli l'invito già avanzato dal coordiÂnatore della campagna per le primarie di Letta, Gianni Pittella. Siccome su un tema tanto complicato, come minimo, bisoÂgnerebbe stare a sentire anche la voce della comunità scientifiÂca, perché Veltroni dopo aver firmato per Capanna non aderiÂsce anche al documento di SaÂgri? (http://www.salmone.org/documento). Vale la pena ricordare che l'Italia è l'unico paese occidentale in cui la ricerca pubblica sul campo è vietata. Questo blocÂco nel 2001 aveva fatto scoppiare una protesta senza precedenti alÂl'interno dei laboratori. I giornali lo hanno battezzato "Movimento dei mille" e hanno parlato di "Marcia su Roma dei camici bianchi". Allora tutti i leader del centrosinistra - anche Veltroni - hanno preÂso le distanze dal proibizionismo di stampo ecologista. Hanno spiegato che il principio di precauÂzione non può essere usato conÂtro la scienza, che non si può costruire la modernità demonizzanÂdo l'innovazione, che il futuro è nell'economia della conoscenza. I fatti e i silenzi di questi giorni, però, raccontano la storia di un'amnesia collettiva. Il treno del Pd ha già rinunciato a partire con una bussola etica condivisa sulle questioni relative all'inizio e alla fine della vita, ma in questo moÂdo sceglie di entrare in rotta di collisione con la scienza.Â
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