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Embrioni all’inglese

• da L'Unità del 16 ottobre 2007, pag. 1

di Marco Cappato

Si terrà oggi dalle ore 9.15 fino alle 12.30 l’audizione pubblica parlamentare dell’intergruppo «Coscioni-Welby» con Steven Minger, lo scienziato britannico che ha dato il via al progetto di ricerca su staminali da embrioni ibridi, e con la rappresentante dell’Autorità per la fertilità e l’embriologia britannica Emily Jackson, che ha approvato quel progetto. L’incontro è aperto al pubblico (per gli uomini è richiesta la giacca) e si terrà a Palazzo Marini, Roma.

La prima persona dalla quale sentii parlare «politicamente» di esperimenti con cellule staminali embrionali dei topi fu Luca Coscioni. Era l’ottobre del 2000 e Luca si candidava alle elezioni online dei Radicali per lottare contro gli ostacoli che in alcuni Paesi impedivano di ricercare sulle staminali embrionali umane. Nell’ottobre 2005, il Premio Nobel è assegnato a tre ricercatori sulle staminali embrionali dei topi. Tre scienziati che hanno subito preso posizioni nettissime contro le proibizioni della ricerca sulle staminali embrionali. Dice l’americano di origini italiane Capecchi che quelle proibizioni sono «insensate», perché colpiscono la lotta contro malattie terribili.

Capiamo così meglio come Luca sia stato un leader politico, e perché 100 Premi Nobel ne abbiano negli anni sostenuto l’azione. E forse possiamo capire meglio alcuni fatti del nostro presente.

Primo fatto: Stephen Minger, lo scienziato che vuole fare ricerca sugli embrioni ibridi uomo-animale è venuto in Italia a spiegare i suoi esperimenti. Con lui c’era Emily Jackson, membro dell’Autorità britannica per l’embriologia e la fertilità, l’organismo che ha condotto la campagna di informazione e consultazione che ha coinvolto l’opinione pubblica britannica, massicciamente favorevole al via libera alla sperimentazione. Minger e Jackson non sono ospiti del ministero della Ricerca o della Salute, e meno che mai del Comitato Nazionale di Bioetica (CNB). No: sono stati contattati e convinti a venire in Italia da Giulia Innocenzi, dell’associazione Luca Coscioni.

Secondo fatto: il presidente del Consiglio Prodi ha autorizzato il presidente del suddetto CNB, Francesco Paolo Casavola, a disfarsi dei suoi vicepresidenti, la scienziata che ricerca sulle staminali embrionali Elena Cattaneo (co-promotrice del Congresso Mondiale per la libertà di ricerca) e la bioeticista laica Cinzia Caporale. La motivazione espressa nero su bianco da Casavola nella sua lettera a Cattaneo e Caporale (e all’ultrà clericale Luca Marini, aggregato all’epurazione solo perché non sarebbe stato giustificabile un suo salvataggio) è degna più di un «tribunale del popolo» che non di un presidente emerito di una Corte Costituzionale: «Mi rendo conto - scrive Casavola - che la vicinanza di due di Voi con lo schieramento cui appartengono i miei tre accusatori (i “coscioniani” Corbellini, Flamigni e Neri, ndR) non poteva non causarVi oggettivo imbarazzo». E quindi le ha tolte dall’imbarazzo, rimuovendole. Un presidente del genere, impegnato all’esegesi settimanale dei diktat vaticani, non ha naturalmente realizzato una sola iniziativa di coinvolgimento dell’opinione pubblica su rischi e opportunità delle nuove frontiere della biomedicina. Non gli è passato nemmeno per la testa il fatto che forse i Minger, i Capecchi (e gli anti-Minger e anti-Capecchi, più difficili da trovare ma pur sempre rinvenibili) in Italia avrebbe dovuto invitarli lui.

Il terzo fatto: il presidente della commissione Sanità del Senato, Ignazio Marino, ha chiesto a Walter Veltroni di pronunciarsi sui casi Welby e Nuvoli. Non lo ha sollecitato a una posizione astratta e perciò inutile, del tipo «no all’eutanasia, sì al testamento biologico», che può voler dire tutto e nulla. No. Gli ha parlato di due volontà, due corpi, due malattie, due morti. Veltroni ha ritenuto necessario schivare, almeno per ora. C’è da augurarsi che non voglia seguire le orme di Prodi, Rutelli, Berlusconi e gli altri «leader» che hanno, in varie occasioni, posto veti e ostracismi a Luca Coscioni e alle sue e nostre battaglie.

Quarto fatto: a Boston c’è un nucleo promotore di una Cellula Coscioni. Lo animano gli scienziati, i professori Ballabeni e Boggio innanzitutto. Hanno partecipato alla conferenza annuale della Coalizione per il progresso della scienza medica, in quegli Stati uniti dove la partenza del presidente Bush determinerà con ogni probabilità la caduta del veto presidenziale ai finanziamenti federali alla ricerca sulle staminali embrionali. Piccola cosa - quella della cellula, non quella di Bush - naturalmente. Consideriamolo per quello che è: un segnale positivo, una direzione di marcia per i Radicali transnazionali, con la speranza di ricadute sulla politica e sulla ricerca italiana.




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