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Cappato: «Un calvario quest’attesa senza fine»

• da Il Mattino del 17 ottobre 2007, pag. 3

di Valentina Arcovio

«È indecoroso e incredibile che la sentenza della Cassazione sul caso Eluana arrivi dopo 14 anni. Oserei definire questa situazione una tortura di stato perpetuata per troppo tempo». Sono molto dure le parole di Marco Cappato, segretario dell'associazione «Luca Coscioni», indignato per il ritardo con cui la Cassazione ha riaperto il caso di Eluana Englaro.

 

Perché definisce questo caso una tortura?

«Eluana è stata trattata per troppi anni come un oggetto, vittima di un ingiusto accanimento terapeutico. Ma lei non è l'unica vittima. Anche suo padre è stato tenuto sospeso in questo tunnel. Beppe, il papà, aveva il diritto di piangere la morte di sua figlia che è avvenuta ben 14 anni fa. Il caso di questa famiglia sembra una storia kafkiana, che dura ormai da troppo tempo».

 

Qualcuno ha definito questa sentenza «l'anticamera all'eutanasia». Come risponde?

«Questa affermazione è solo una tattica strumentale e cinica che non considera il caso specifico della famiglia Englaro. Associare la battaglia di Eluana all'eutanasia significa voler scatenare una rissa. Qui l'eutanasia non c'entra. Si tratta soltanto di rispettare le volontà espresse precedentemente da Eluana. E ora la Cassazione ha stabilito che quelle volontà devono essere verificate e accertate. Si tratta di una decisione doverosa, ma che andava presa 14 anni fa».

 

Questa sentenza come passaggio obbligato verso la legalizzazione del testamento biologico e poi dell'eutanasia?

«Sono d'accordo con la legalizzazione dell'eutanasia, anche se credo che il caso di Eluana non debba essere strumentalizzato a questi fini. Prima di esser favorevole a una regolamentazione dell'eutanasia, ritengo che sia più importante rispettare la volontà delle persone. Quella di Eluana è stata ignorata per tanto tempo. Credo che sia più logico legalizzare e dare delle regole a quella che definisco eutanasia clandestina e selvaggia che viene applicata in moltissimi Paesi».

 

Cosa intende per eutanasia selvaggia e clandestina?

«L'eutanasia esiste anche dove non è prevista: allora diventa clandestina e selvaggia. Proprio per questo ritengo debba essere legalizzata: ci devono essere regole che mettano fine a questa situazione ambigua. Credo che la maggioranza dell'opinione pubblica sia favorevole all'eutanasia e questo dato è supportato dai risultati di una serie di sondaggi anonimi».


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