Stasera, a un anno esatto dalla morte di Piergiorgio Welby, andrà in scena a Roma, alla Biblioteca Angelica, lo spettacolo teatrale Lasciatemi morire. Come si riÂcorderà Welby, malato terminale condanÂnato all'immobilità , chiese di interrompere le cure con cui da anni veniva comunque tenuto invita, riaprendo il dibattito su eutaÂnasia, accanimento terapeutico, diritto all'autodeterminazione, temi per cui Welby si candidò nel Partito radicale. Il lavoro, presentato in anteprima a Bruxelles, è tratÂto dal suo libro ed è diretto da Ugo De Vita. «Lo spettacolo da un messaggio forte e mette punti fermi sulla scelta di Piero, per se stesso, e il suo messaggio di vita, nonoÂstante le difficoltà , per una morte opportuna quando dei trattamenÂti medici sono solo acÂcanimento», ha detto Mina Welby, sua moÂglie, che ha fatto una piccola parte. «Le muÂsiche di). S. Bach interÂpretate da bravissimi musicisti danno leggeÂrezza al tema difficile. Nello spettacolo è riasÂsunta con grande sensibilità la vita mia e di Piero e la sua scelta finale cha alla fine ho condiviso, e che mi spinge — ha concluso — a continuare la sua battaglia».
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Invitato allo spettacolo, il presidente delÂla Repubblica Napolitano ha risposto in una lettera inviata alla signora Welby e a Marco Cappato, presidente dell'AssociazioÂne Luca Coscioni: «Per precedenti impegni non posso essere presente all'iniziativa che mira non solo a ricordare la figura dello scomparso, ma a richiamare l'attenzione sul problema della sofferenza estrema in casi di ricorso a terapie che non possono garantire una ragionevole speranza di esito positivo».