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Eluana, un silenzio che dura da 16 anni

• da QN del 11 gennaio 2008, pag. 17

di Enrico Camanzi

Sedici rose rosse per la lotta di Eluana Englaro. Sedi­ci come gli anni trascorsi dal­la giovane lecchese in un letto di un clinica, in stato di coma vegeta­tivo, alimentata e idratata con un sondino nasogastrico. Una «non vi­ta» pesante come un macigno per la famiglia di Eluana che, per lun­go tempo, ha gridato nel silenzio la sua richiesta di in­terrompere questa tortura indolore per una figlia persa in una terribile notte del gennaio del '92, per le conseguenze di un incidente d au­to lungo la ex statale 36. Venerdì 18 gennaio a Lecco verrà celebrata la «Giornata per la libertà di Elua­na», una manifestazione di rifles­sione su una vicenda che solo re­centemente ha scosso le coscienze dell'opinione pubblica. Merito an­che di una sentenza della Cassazio­ne che, nel novembre 2007, ha ria­perto il caso di Eluana, rimandan­do il suo fascicolo in Corte d’Appello, dopo otto dinieghi pronunciati dai giudici nel corso degli anni.

 

La manifestazione nella città manzoniana, organizzata dalla cellula locale dell'associazione Luca Coscioni sarà divisa in due momenti. Al pomeriggio, nell'ospedale cittadino, dalle 16 sa­rà celebrato - ed è la prima volta che questo accade nel luogo di na­scita di Eluana - l'annuale conve­gno della Consulta di Bioetica di Milano quest'anno intitolato «Eluana Englaro 16 anni dopo: che prospettive do­po la sentenza della Cassazione?». Dopo la chiusura dei lavori, alle 20,45, i partecipanti al meeting si trasfe­riranno nelle strade di Lecco per una fiaccolata che partirà da piazza Diaz, davanti al Municipio, per chiudersi in via San Nicolo, dove il papa di Eluana, Beppino, riceve­rà il mazzo di sedici rose rosse e dove sarà letta una poesia. Al convegno e al corteo parteciperanno per­sonaggi come Mina Welby, vedova di Piergiorgio Welby e Maria Antonietta Coscioni ex moglie di Luca Coscioni. Due casi simili, in parte, a quello di Eluana Englaro. Potreb­be intervenire anche Mario Riccio, il medico cremonese che sedò e staccò la spina a Piergiorgio Welby.

 

La «Giornata per la libertà di Elua­na» è stata preceduta, un mese fa, dal lancio di un manifesto a soste­gno della libertà di scelta nell'inter­ruzione delle cure mediche. Un'ini­ziativa della cellula lecchese dell'as­sociazione Luca Coscioni che, a og­gi, ha raccolto oltre 150 adesioni, da politici nazionali di entrambi gli schieramenti, associazioni loca­li e non (hanno firmato, fra gli al­tri, sodalizi di Napoli, Catanzaro, Catania e Sassari) e della tavola valdese. «La nostra battaglia - spiega Beppino Englaro - è sempre stata trasparente.

 

La Cassazione è intervenuta prima che lo facessero i politici. Ma la no­stra classe dirigente, purtroppo, non è al passo con i tempi e con i cambiamenti della società». Vener­dì 18, prima del convegno, andrà in scena un dibattito fra Mina Wel­by e Don Franco Cecchin, da tre mesi prevosto a Lecco. «Se i medi­ci mi garantissero che per Eluana ci troviamo di fronte a un caso di accanimento terapeutico - chiari­sce - non avrei problemi a sostene­re che bisogna interrompere le cure».


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