Nel quadro del più generale conÂfronto tra le forze politiche sulle riforme necessarie per il Paese il presidente di An Gianfranco Fini ha inconÂtrato ieri una delegazione dei Radicali italiani e dell'associazione Luca Coscioni composta dai segretari Rita Bernardini e Marco Cappato. Durante l'incontro «si è registrata una convergenza su una riforma istituzionale improntata sull'elezione diretta del presidente e su una legge elettoÂrale di tipo maggioritario, tendenzialmente bipartitica». A tal proposito è stata anche espressa «una comune disponibilità per iniziative a favore del modello istituzionale-elettorale francese». Non è solo la "bozza Bianco" quindi a tenere banco, ma anche prospettive di cambiamento più profonde, tese davvero a fornire risposte all'attesa di cambiamento che c'è nel PaeÂse. Si è riscontrata, inoltre, «una concreta possibilità di azione parlamentare e politiÂca congiunta sui temi economici, in particolare le grandi liberalizzazioni urgenti per il Paese, la draÂstica riduzione dei costi della politica e sulla legalità e libertà dell'informazione». Spiragli d'intesa? Di certo la presa d'atto che l'anima antipartitocratica propria dei radicali e la vocazione riformista di An possono allearsi in vista di singoli e importanti obiettivi.
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Questa sarà comunque una settimana cruciale per quanto riguarda la riforma elettorale: o si raggiunge l'intesa per cambiare la legge Calderoli a partire dalÂla bozza Bianco - di cui oggi comincia l'esame in commissione Affari costituzionali al Senato - o non resta che il referendum. Altero Matteoli, capogruppo di An a Palazzo Madama, annuncia che la destra si aspetta modifiche sostanziali al canovaccio Bianco e che «se necessario si farà ostruzionismo». Ma la speÂranza è comunque che prevalga il buon senso, visto che così com'è la bozza piace solo al Pd. In vista delÂla discussione in commissione sulla legge elettorale una delegazione di An ha incontrato ieri i rappreÂsentanti dell'Udeur, un colloquio dal quale è emersa una posizione comune: la bozza Bianco va «sostanÂzialmente modificata». «Noi parliamo con tutti», ha risposto Clemente Mastella a chi gli domandava se era in procinto di passare allo schieramento di cenÂtrodestra. Il leader Udeur anche precedentemente aveva avvertito che gli scenari sono aperti e che «qualora dovesse passare l'idea di legge elettorale legata al progetto di Veltroni e Berlusconi» nulla è scontato anche per quanto riguarda le alleanze. «Non credo che Berlusconi e Veltroni siano dei killer, però non c'è dubbio che, se il loro progetto passasse, camÂbierebbero non solo gli scenari politici, ma la stabilità del governo verrebbe meno».
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«Le delegazioni - si legge nel comunicato che riasÂsume i temi dell'incontro tra An e Udeur - hanno pienamente concordato sull'inaccettabilità della bozÂza Bianco così come illustrata nella commissione Affari costituzionali e ritengono che essa vada sostanzialmente modificata e che non possa, in ogni caso, essere adottata senza un approfondito e ulteÂriore confronto. L'incontro ha registrato significatiÂvi punti di convergenza in ordine all'obbligo di indiÂcare prima del voto le alleanze e il candidato premier, al voto disgiunto e all'assegnazione dei seggi in un collegio nazionale». Sulle soglie di sbarramento perÂmangono, invece, valutazioni differenti. Su questo punto, ha spiegato il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa, «siamo per sbarramenti che impeÂdiscano l'iper-frammentazione». L'Udeur sostiene invece una soglia di sbarramento al 10%, per arrivaÂre ad «aggregazioni politiche vere». Su questo punto potrebbero svolgersi ulteriori incontri nei prossimi giorni tra i due partiti per verificare, ha spiegato il capogruppo al Senato Altero Matteoli, «se riusciamo a trovare sintonia anche su questo». Infine tanto in An che nell'Udeur si è convenuto che, ove non si ragÂgiungesse in Parlamento una seria e larga intesa sulÂla riforma della legge elettorale, «il referendum sarebbe l'unico sbocco positivo». «La dichiarazione preventiva per quanto riguarda le alleanze - ha sotÂtolineato Fabris - è qualcosa che noi condividiamo, così come il referendum, che farà chiarezza rispetto ad un'intesa confusa e stiracchiata». Da parte nostra «nessun diktat», ha aggiunto Ignazio La Russa, capoÂgruppo di An alla Camera, ma occorre una riflessioÂne matura secondo «i tempi della politica».