Vi invito inoltre, carissimi, a seguire con particolare atÂtenzione i problemi difficili e complessi della bioetica». L'invito è rivolto ai partecipanti alla sessione plenaria della Congregazione per la dottrina della fede e arriva da papa Benedetto XVI che proprio ieri li ha ricevuti in udienza. All'eÂsortazione hanno fatto naturalmente seguito alcune consideraÂzioni che sembrano guardare in particolare alla legge 40 sulla feÂcondazione assistita e che, certamente, alimenteranno un nuovo dibattito in un momento di grande confusione. Tra la sentenza del Tar che, facendo seguito a quelle dei tribunali di Firenze e Cagliari, ha travolto in gran parte le linee guida della stessa legÂge, e la caduta del governo, che ha reso più complicato il varo delle nuove linee guida che da tempo si attende, sembrano davÂvero essere venuti meno anche quei pochi punti fermi attorno ai quali il confronto sinora si era svolto. A proposito della caduta del governo, va detto che il rilascio delle nuove linee guida è un decreto amministrativo previsto in una legge, e quindi non doÂvrebbero esserci dubbi sul fatto che rientri nella ordinaria amÂministrazione. Considerato il tema oggetto del decreto e la siÂtuazione politica, è anche possibile che ci si chieda se sia opporÂtuno o meno andare avanti proprio adesso.
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Se le nuove linee guida sono ferme in attesa che si chiarisca il quadro politico, c'è chi una risposta la continua a chiedere. È il caso dell'associazione Luca Coscioni che proprio questa matÂtina con una conferenza stampa annuncerà iniziative non vioÂlente su questa materia. Sono di ieri, invece, le parole del Papa che ribadiscono alcuni concetti chiave tra i quali «il rispetto delÂl'originalità della trasmissione della vita umana attraverso gli atÂti propri dei coniugi». È facile immaginare come queste parole finiranno, oggi più che mai, per costituire uno spartiacque per i cattolici impegnati in politica e, soprattutto, per quelli che miliÂtano nel centrosinistra e in particolare nel partito democratico che proprio domani potrebbe licenziare il proprio Manifesto dei valori. Una sorta di Carta costituzionale per un partito che si presenta, e da solo, per la prima volta alle elezioni.Â