Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 03 mag. 2024
  cerca in archivio   RASSEGNA STAMPA
"Pronti a trattare ma senza scioglierci il Vaticano non avrà il nostro scalpo"

• da La Repubblica del 12 febbraio 2008, pag. 9

di Giovanna Casadio

«Il problema è del Parti­to democratico, noi Radicali sia­mo pronti a cercare di replicare il 2006, a stare di nuovo, con mag­giore ottimismo dalla parte dei Buoni a niente (il centrosinistra) contro i Capaci di tutto (il centro­destra)». Marco Pannella, lo stori­co leader radicale, non chiude alla trattativa con Veltroni. Incalza, al contrario: «Se la Binetti è costituti­va del Pd e noi ne siamo avversari, allora già questo meriterebbe un chiarimento all'interno di quel partito».

 

Pannella, e se la porta del Pd resta chiusa all'alleanza con i Radi­cali?

«Un classico, quello che sta suc­cedendo nel Pd come è accaduto talvolta nella storia del Pci di cui sono epigoni. Anche se ora sono diventati riformisti democratici, dicono. Beh, avrei qualche osser­vazione da fare al riguardo. Con il Pci alla fine trovavamo una sinto­nia perché c'era la base che faceva cambiare rotta ai vertici come accadde per il referendum sul divor­zio o quello sull'aborto...la base contava nel partito del centrali­smo democratico».

 

Il Pr potrebbe confluire, scio­gliersi nei Democratici. Perché no?

«Difficile scioglierci. Non è un caso che almeno 15 volte in trent'anni è stato annunciato che i radicali stavano morendo. Siamo a un livello di tale dozzinalità. Lo dico con doloroso affetto. Cinque anni fa non concessero ospitalità alle regionali alle liste radicali. Ci chiesero di entrare nell'agone elettorale ma ponendo il veto al nome di Luca Coscioni.Questa volgarità è spia di qualcos'altro».

 

Il Pd apre le braccia a Emma Bonino e non all'«orco radicale Pannella.

«Il povero Fassino dice cose che non stanno né in cielo né in terra, si proclama laico e noi saremmo i laicisti. Difendiamo una storia che da Gobetti a Ernesto Rossi a Capitini arriva a noi. Il Pd non riuscirà a portare Oltretevere lo scalpo dei Radicali. Che io sarei l'orco è la battuta di Emma a una proposta paradossale. Come se Veltroni of­frisse a Berlusconi di candidarsi nel Pd contro Fi. Significa non comprendere la storia di una mili­tanza esemplare, cancellare le donne e gli uomini radicali che hanno connotato quarant'anni di progressi civili. Ma perché non si interpella il popolo di centrosini­stra per sapere quanto consenso avrebbero liste democratiche e ra­dicali?».

 

Lei come spiega la preferenza del Pd per Di Pietro?

«Quando mancano le idealità, le idee, le tensioni storiche, il voto si riempie delle cose più inspiegabi­li. Ritengo oggettivamente ricatta­bile l'ammucchiata del vertice del Pd con Di Pietro».

 

Con Veltroni ha parlato?

«No, non ho sentito Walter. Ep­pure questa vicenda del veto ai Ra­dicali è centrale per quello che può accadere in Italia nei prossimi an­ni. Passa attraverso questa picco­lezza, il futuro del paese».

 

Qual è la prospettiva per i Radi­cali, se non c'è l'accordo con il Pd?

«Qual è la prospettiva per il pae­se, piuttosto. Noi siamo sopravvis­suti fuori dal Parlamento; abbia­mo vinto sulla moratoria contro la pena di morte perché abbiamo se­minato con l'azione politica tran­snazionale».

 

Andreste da soli alle elezioni con una Lista Bonino candidata premier?

«Sì, si va da soli ma è un suicidio. Neppure un suicidio assistito. È come essere in carcere, perché sia­mo privi di democrazia».

 

Lei è stato «l'ultimo giappone­se» di Prodi come l'ha definita Adriano Sofri su Repubblica. Ma Prodi o i prodiani stanno appog­giando la vostra trattativa con il Pd?

«La auspicano sì, ma inutilmen­te. Io mi auguro che in questo pae­se così sfibrato ci sia un numero sufficiente di gente di sinistra non rassegnata, di intellettuali che ci sostengano».

 

Potreste apparentarvi con i so­cialisti di Boselli?

«Non lo so, ma so che, poveretti, hanno distrutto la Rosa nel pugno inseguendo l'unità dei socialisti che non stanno con Berlusconi».



IN PRIMO PIANO







  stampa questa pagina invia questa pagina per mail