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Obiettori, l’associazione Coscioni in campo

• da Il Mattino del 14 febbraio 2008, pag. 11

La battaglia corre ora anche su Internet. Parte al contrattacco contro il bllitz al Policlinico, l’associazione Luca Coscioni. Lo fa attraverso il proprio portale, www.lucacoscioni.it/soccorsocivile, dove mette a disposizione assistenza, anche legale, a chiunque vuole segnalare episodi «come, ad esempio, quegli ospedali che non garantiscono l’interruzione di gravidanza perchè tutti i medici sono obiettori, come accade in Lombardia». Anche perché per Mirella Parachini, ginecologa, vice presidente della Federazione internazionale degli operatori di aborto e contraccezione, «quanto accaduto al Policlinico di Napoli potrebbe essere solo il primo dei tanti episodi che stanno accadendo in questi giorni in giro per l’Italia: occorre tenere alta la guardia contro la criminalizzazione della dell’interruzione delle gravidanze e di chi vi ricorre». Il codice penale italiano, si sa, non prevede il reato di feticidio, bensì l’infanticidio che è tutt’altra cosa in quanto si riferisce alla soppressione di un bambino appena nato con un parto naturale. «Il fatto che si arrivi a coniare - sottolinea la rappresentante dell’associazione Luca Coscioni - addirittura il termine per qualcosa che non esiste la dice lunga sulla portata dell’offensiva nei confronti della legge 194». Sul fronte diametralmente opposto scende in campo, invece, un portale dedicato alle adolescenti, «gingergeneration.it» che lancia una petizione destinata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ha promosso, infatti, una raccolta di firme sulle strade di Internet «per assicurare una degna sepoltura dei bambini non nati che in molte Regioni italiane sono ancora smaltiti alla stregua di rifiuti speciali». Obiettivo della petizione: una legge che garantisca «sepoltura anche ai bimbi che muoiono prima dei cinque mesi di gestazione».

 



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