Ruini che raccomanda Casini a Berlusconi; Ferrara che fa la lista delÂla cosiddetta moratoria; gli anatemi vaticani contro Moretti; i carabinieÂri in reparto a caccia di feti; l'obieÂzione di coscienza degli infermieri: questa è la cronaca solo degli ultimi giorni. Tralasciando le manovre elettorali del porporato, vale la peÂna occuparsi dei "doni" che Ferrara e l'ordine degli infermieri ci vorrebbero portare (nella speranza che qualcuno, magari Fassino, non conÂsideri la nostra attenzione un'eÂspressione di basso «laicismo», che la «laicità », si sa, vola più alto).
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Dopo qualche giorno dall'operaÂzione di lancio della cosiddetta moÂratoria sull'aborto, Giuliano Ferrara ha agganciato alla questione delle interruzioni di gravidanza un altro punto molto caro al Vaticano, che continua a passare inosservato: l'obiettivo sarebbe quello di far votare l'Onu sulla vita «dal concepimento alla morte naturale». Questa formuÂla magica degli alfieri della vita ha raccolto il sostegno - verbale, ma non elettorale - del candidato preÂmier del Partito della libertà , Silvio Berlusconi, con il plauso della deÂmocratica Paola Binetti.
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Se le parole hanno un senso, è il momento di dire chiaro - e magari di discutere, persino all'interno del ParÂtito democratico - che la «morte natuÂrale» che Ferrara-Berlusconi-Binetti difendono è proprio quella morte da aguzzini, inferta sotto indicibili soffeÂrenze, che il Vaticano e i neofiti del clericalismo avrebbero voluto imporÂre a Piero Welby e Giovanni Nuvoli, e domani a tutti gli Welby e Nuvoli d'Italia e del mondo. Anche per arÂmare l'alternativa all'ideologia fanatica della «morte naturale» - che è in realtà una «tortura artificiale di StaÂto», imposta con un armamentario tecnologico e ricatto punitivo - ci riuÂniremo con chi vorrà al Congresso   dell'Associazione Coscioni, che si apre  domani a Salerno. Insieme agli scienziati del «ComitaÂto promotore del CongresÂso mondiale per la libertà di ricerca» discuteremo del necessario rilancio tranÂsnazionale della battaglia antifondamentalista, sulla quale già Luca Coscioni  riscosse il sostegno di un centinaio di premi Nobel (e al tempo stesso il veto al suo nome da parte del centrosinistra italiano).
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Sul piano interno, i fatti di cronaÂca ci danno l'idea di quanto rapidaÂmente si stia deteriorando il clima in materia di diritti civili. L'irruzione di carabinieri a caccia di feti in un ospeÂdale a Napoli è un fatto grave  di  intimidazione. Simbolicamente ancora più preoccupante è, se posÂsibile, il nuovo codice deontologico che gli inferÂmieri italiani si preparano ad approvare. Prevedere che un infermiere possa riÂfiutarsi di prestare servizio in base ai propri «valori personali» - come fa il nuovo codice deontologico - equivale a un tentativo di vero e proprio sabotaggio dello Stato di diÂritto. Se dovesse essere ammesso un simile principio di «imposizione di coscienza» sugli altri, un qualsiasi inÂfermiere di una qualsiasi setta o reliÂgione potrebbe rifiutarsi di aiutare dei pazienti "peccatori", non solo sulÂl'aborto o sull'interruzione delle teraÂpie, ma anche sull'alcol, sul sesso, sulÂla carne di maiale o sulla carne il veÂnerdì, o qualsiasi altra prescrizione contraria ai «valori personali».
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Sarebbe una vera e propria manÂna per qualsiasi fondamentalista talebano o vaticano, e un disastro per la salute dei cittadini. Mi auguro che il ministro Turco - che da sei mesi sta violando la legge con il mancato rinÂnovo delle linee guida sulla legge 40 - provveda a emanare una circolare urÂgente a tutte le strutture sanitarie coÂmunicando ciò che ha già spiegato bene il professor Santosuosso: un tipo di obiezione di coscienza del genere è semplicemente illegittima. Se tolleraÂta - aggiungo io - diventa eversiva.Â