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Quando la Turco rinnoverà le linee guida della legge 40?

• da Il Riformista del 14 febbraio 2008, pag. 3

di Marco Cappato

Ruini che raccomanda Casini a Berlusconi; Ferrara che fa la lista del­la cosiddetta moratoria; gli anatemi vaticani contro Moretti; i carabinie­ri in reparto a caccia di feti; l'obie­zione di coscienza degli infermieri: questa è la cronaca solo degli ultimi giorni. Tralasciando le manovre elettorali del porporato, vale la pe­na occuparsi dei "doni" che Ferrara e l'ordine degli infermieri ci vorrebbero portare (nella speranza che qualcuno, magari Fassino, non con­sideri la nostra attenzione un'e­spressione di basso «laicismo», che la «laicità», si sa, vola più alto).

 

Dopo qualche giorno dall'opera­zione di lancio della cosiddetta mo­ratoria sull'aborto, Giuliano Ferrara ha agganciato alla questione delle interruzioni di gravidanza un altro punto molto caro al Vaticano, che continua a passare inosservato: l'obiettivo sarebbe quello di far votare l'Onu sulla vita «dal concepimento alla morte naturale». Questa formu­la magica degli alfieri della vita ha raccolto il sostegno - verbale, ma non elettorale - del candidato pre­mier del Partito della libertà, Silvio Berlusconi, con il plauso della de­mocratica Paola Binetti.

 

Se le parole hanno un senso, è il momento di dire chiaro - e magari di discutere, persino all'interno del Par­tito democratico - che la «morte natu­rale» che Ferrara-Berlusconi-Binetti difendono è proprio quella morte da aguzzini, inferta sotto indicibili soffe­renze, che il Vaticano e i neofiti del clericalismo avrebbero voluto impor­re a Piero Welby e Giovanni Nuvoli, e domani a tutti gli Welby e Nuvoli d'Italia e del mondo. Anche per ar­mare l'alternativa all'ideologia fanatica della «morte naturale» - che è in realtà una «tortura artificiale di Sta­to», imposta con un armamentario tecnologico e ricatto punitivo - ci riu­niremo con chi vorrà al Congresso    dell'Associazione Coscioni, che si apre  domani a Salerno. Insieme agli scienziati del «Comita­to promotore del Congres­so mondiale per la libertà di ricerca» discuteremo del necessario rilancio tran­snazionale della battaglia antifondamentalista, sulla quale già Luca Coscioni  riscosse il sostegno di un centinaio di premi Nobel (e al tempo stesso il veto al suo nome da parte del centrosinistra italiano).

 

Sul piano interno, i fatti di crona­ca ci danno l'idea di quanto rapida­mente si stia deteriorando il clima in materia di diritti civili. L'irruzione di carabinieri a caccia di feti in un ospe­dale a Napoli è un fatto grave   di   intimidazione. Simbolicamente ancora più preoccupante è, se pos­sibile, il nuovo codice deontologico che gli infer­mieri italiani si preparano ad approvare. Prevedere che un infermiere possa ri­fiutarsi di prestare servizio in base ai propri «valori personali» - come fa il nuovo codice deontologico - equivale a un tentativo di vero e proprio sabotaggio dello Stato di di­ritto. Se dovesse essere ammesso un simile principio di «imposizione di coscienza» sugli altri, un qualsiasi in­fermiere di una qualsiasi setta o reli­gione potrebbe rifiutarsi di aiutare dei pazienti "peccatori", non solo sul­l'aborto o sull'interruzione delle tera­pie, ma anche sull'alcol, sul sesso, sul­la carne di maiale o sulla carne il ve­nerdì, o qualsiasi altra prescrizione contraria ai «valori personali».

 

Sarebbe una vera e propria man­na per qualsiasi fondamentalista talebano o vaticano, e un disastro per la salute dei cittadini. Mi auguro che il ministro Turco - che da sei mesi sta violando la legge con il mancato rin­novo delle linee guida sulla legge 40 - provveda a emanare una circolare ur­gente a tutte le strutture sanitarie co­municando ciò che ha già spiegato bene il professor Santosuosso: un tipo di obiezione di coscienza del genere è semplicemente illegittima. Se tollera­ta - aggiungo io - diventa eversiva. 

NOTE


segretario Associazione Luca Coscioni


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