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Il congresso della Luca Coscioni a Salerno per la libertà della cultura come nel dopoguerra

• da Europa del 15 febbraio 2008, pag. 8

di Federico Orlando

Cara Europa, da oggi a domenica si svolge a Salerno il VI congresso nazionale dell’associazione Luca Coscioni.
Delibererà, sul modello del “Congresso permanente mondiale per la libertà della cultura contro tutti i totalitarismi”, proposto a suo tempo da Russell, Silone, Spinelli, Calvino, Croce e Aron, di costituirsi in «Pre-congresso mondiale per la libertà di ricerca», per l’alternativa laica ai fondamentalismi che si stanno scatenando da Roma perfino verso le Nazioni Unite». Io andrò a Salerno, dove spero di trovare qualcuno del Pd. Ci troveremo? Ignazio Monaco, Taranto


Risponde Federico Orlando: Caro Ignazio, sono felice che tu vada a Salerno, in qualche modo mi sentirò… presente (in barba alla mia influenza). Naturalmente, perderò molto sul piano umano e culturale, ma mi risparmierò un salto di pressione, visto il clima di assedio nel quale la cultura laica si trova: dal referendum sulla legge 40 ai sabotaggi della legge 194, al supplizio e al negato funerale di Welby, alla tortura di Nuvoli e di quant’altri giacciono in una “non-vita” pieni di tubi e di aghi, fino al blitz di Napoli, provocatorio e sanfedista perché, dice Veronesi, «perizie su aborti terapeutici sono state fatte a Milano settimane o mesi dopo la dimissione delle pazienti».
Così, visto che il congresso salernitano evoca Croce fra gli altri antioscurantisti, ho riletto quel terzo capitolo della sua Storia d’Europa che sembra scritto per spiegare l’odierna reviviscenza del misticismo clericale (clericale, non religioso, perché – insegnava il filosofo – ogni uomo che abbia vita di idee è «spirito religioso»).
Ricordava Croce che insieme all’idealismo e al liberalismo cresceva purtroppo il romanticismo: non quello teoretico, che alimentò la sacrosanta rivolta contro l’accademismo, ma quello “morale” e “sentimentale”, di cui Goethe e Hegel colsero il carattere morboso quale vero e proprio “male del secolo”. Infatti non possedevano né la vecchia fede cattolica né la nuova fede liberale (erano i Ferrara e i Pera del tempo, per capirci), ma erano travagliati «dall’ansia di forgiarsene una». «Ed eccole queste anime femminee, questi ‘romantici’, a sognare ritorni alla trascendenza religiosa e alla norma, per il suo semplice carattere di norma che esonera dal risolvere da sé i conflitti della coscienza; eccoli (ex cattolici, luterani o di altre o nessuna religione) rifarsi o farsi cattolici, e convertirsi anche coi debiti riti; e pur nondimeno non diventare mai intimamente e genuinamente cattolici, ed anzi mostrare un volto ambiguo agli occhi dei cattolici genuini».
Non ti sembra il ritratto dei figuri che stravolgono l’odierna crisi della cultura occidentale, crisi che non si supera cancellando la scienza col clericalismo ma conciliandola con le ragioni liberali della persona umana e dei suoi diritti? Io vi auguro, perciò, che il congresso di Salerno contro l’oscurantismo (ieri per la libertà della cultura contro i comunisti, oggi per la libertà della ricerca contro i clericali), faccia compiere il salto di qualità all’intero mondo laico, dalle problematiche quotidiane della libertà e dei diritti alle ragioni culturali che danno a quelle libertà e a quei diritti i titoli per fondare il nuovo tempo.


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